- 09 gennaio 2018

Tarli, come eliminarli

I tarli son insetti appartenenti alla famiglia dei Coleotteri che hanno la peculiarità di sopravvivere a spese delle superfici di legno, sia nella loro forma larvale che in quella di adulti. I danni maggiori sono provocati dalle larve che scavano gallerie all'interno del legno, al contrario degli adulti che invece creano degli anfratti dove introdursi ed accoppiarsi. La presenza di tarli può essere individuata per piccoli forellini sul legno, accompagnati da segatura ed escrementi. Il danno non è solo estetico ma anche funzionale, perché con il tempo il legno invaso dai tarli perde consistenza, diventando fragile e sgretolabile. Per eliminare i tarli è dunque spesso necessario l'intervento professionale di ditte specializzate nel settore, anche se esistono anche metodiche cosiddette "casalinghe" che possono rilevarsi a tutti gli effetti efficaci. Esistono infatti in commercio dei prodotti specifici a base di permetrina, pireto, phoxim e malathion che hanno una tossicità limitata per l'uomo, non alterano il legno, ma annientano i tarli. Questi prodotti vanno distribuiti sulle superfici infestate, preferibilmente in luoghi all'aperto ed arieggiati.

Eliminare i tarli del legno

Eliminare i tarli del legno è possibile anche attraverso un trattamento fai da te eseguito con i prodotti giusti e nelle corrette modalità, al fine di ottenere una disinfestazione totale e completa. La prima regola fondamentale da tenere a mente è che le superfici di legno da spennellare con i prodotti commerciali antitarlo non devono essere lucide, perché lo strato di smalto non ne permetterebbe la penetrazione nel legno. Vanno invece spennellate le superfici di legno grezze e non lucidate, come le parti interne o posteriori di un mobile. E' opportuno girare il mobile ogni volta, in modo da mettere in posizione orizzontale la superficie da trattare, favorendo la penetrazione del prodotto. I trattamenti delle superfici vanno ripetuti almeno tre volte, lasciando che la soluzione si asciughi perfettamente. Per quanto riguarda i forellini delle superfici di legno lucide, invece, bisognerà iniettare con una siringa il prodotto all'interno di ognuno di essi, per poi stuccare i fori con della cera d'api. Infine, il mobile trattato andrà chiuso ermeticamente in un telo di plastica per almeno una settimana, per essere sicuri di eseguire un trattamento a regola d'arte.

Come eliminare i tarli dai mobili

Chiunque si appresti ad eseguire un trattamento antitarlo, deve munirsi degli strumenti indispensabili e posizionarsi in una zona della casa dove le esalazioni dei prodotti non possano concentrarsi e danneggiare la salute delle persone. Va considerato che l'habitat ideale per i tarli è rappresentato da un temperatura mite di 25°C circa, e da un alto tasso di umidità, per cui sarà importante posizionare il mobile da trattare in una zona dove l'aria sia secca e la temperatura fredda. Ciò che occorre per far sparire questi insetti dai mobili è: -guanti in lattice; -mascherina; -petrolio bianco; -telo di cellophane; -prodotto antitarlo. Dopo aver indossato mascherina e guanti, va osservata la superficie del mobile per capire come poter agire efficacemente, infatti se i forellini sono eccessivi, iniettare la soluzione in ogni foro diventerebbe un lavoro lungo, compesso e potenzialmente infruttuoso. Procedere quindi distribuendo il petrolio bianco su tutte le superfici, anche gli angoli, per poi spennellare il prodotto antitarlo. Infine sigillare il mobile nel telo di cellophane per una settimana, per poi lasciarlo all'aria aperta per circa 30 giorni.

Tarli del legno, trattamento

Prima di trattare una superficie di legno, è importante valutare il suo stato generale e capire quanto i tarli abbiano danneggiato la materia prima. Se infatti il legno è particolarmente fragile, al punto tale da sgretolarsi al primo tocco, effettuare un trattamento antitarlo sarà poco utile perché il legno non avrà la resistenza e la durezza originale. Le superfici di legno non trattate da smalti e lucidanti sono generalmente quelle più attaccati dai tarli e tendenzialmente più difficili da recuperare se l'invasione è oggettivamente notevole. Il trattamento antitarlo va infatti eseguito solo quando sussistono almeno due condizioni indispensabili: 1- l'infestazione da tarli esiste ed è estesa ma non tale da compromettere la resistenza e la funzionalità delle superfici di legno; 2- trattare il legno solo esternamente ha poco senso perché i tarli scavano gallerie lunghissime che si approfondano nel materiale, per cui vanno eseguiti trattamenti profondi. Verificate tali condizioni, si potrà quindi procedere al trattamento più adeguato, prendendo anche in considerazione la possibilità di aiuto professionale di una ditta specializzata in caso il problema sia esteso.

Eliminare i tarli del legno in modo naturale

Nonostante la maggior parte delle persone prediliga il trattamento antitarlo con prodotti commerciali specifici, va detto che esiste anche la possibilità di intervenire con metodi naturali. Quest'ultimi hanno però l'esigenza di essere ripetuti più spesso perché risultano meno nocivi per i tarli stessi, avendo una capacità tossica di molto inferiore. Per di più, va specificato che la maggior parte dei trattamenti antitarlo naturali vanno eseguiti più per prevenzione che per eliminazione. Tra i rimedi naturali vi sono: -soluzioni di lavanda; -soluzioni di eucalipto; -spicchi d'aglio; -trattamento nel congelatore. Periodicamente si possono lavare i mobili di legno con una soluzione ottenuta con: 1 L di acqua, 250 ml di aceto bianco e 2 cucchiai di lavanda. Anche inserire dei mazzetti di lavanda nei cassetti aiuta a prevenire le infestazioni. Invece, pulire i mobili con una soluzione di eucalipto aiuta a mantenere intatto il legno e lontani i tarli; infine, lo strofinamento delle superfici con spicchi d'aglio può aiutare ad eliminare questi insetti. Il trattamento nel congelatore può invece essere eseguito solo per piccole superfici e per poco tempo.

Come riconoscere un’infestazione da tarli

“Tarlo” è un nome generico utilizzato per indicare diversi insetti che si nutrono di legno e per tale motivo sono detti anche “xilofagi”, ovvero “mangiatori di legno”. Il ruolo ecologico degli insetti xilofagi in natura si intuisce facilmente: decomponendo la cellulosa e il legno delle piante morte evitano l’accumulo di questi materiali biologico nell’ambiente. La maggior parte degli xilofagi attacca il legno con un certo grado di umidità o addirittura marcescente; solo alcuni riescono ad attaccare legni più secchi come quelli utilizzati in edilizia e falegnameria. Il grado di umidità, quindi, influenza moltissimo la persistenza e lo sviluppo di questi insetti. Ne consegue che i mobili posti in ambienti umidi sono parecchio esposti al rischio di un “assalto” da parte dei tarli: ci riferiamo a quelli delle taverne, delle cantine, delle case vecchie dei centri storici o poco utilizzate (case di campagna e di montagna), dei musei e delle biblioteche se privi di una corretta areazione e deumidificazione. Si ricordi inoltre che pure la carta, essendo ricavata dalla cellulosa, è assai gradita agli insetti xilofagi, così come occasionalmente possono esserlo anche le fibre naturali di origine vegetale da cui si ricavano alcuni tessuti quali il lino e la canapa. Come riconoscere un’infestazione da tarli? Si parta dal presupposto che quelli più diffusi forano il legno senza alcun rumore e che la presenza dei fori non è necessariamente la “prova provata” in quanto potrebbe essere riferita a un attacco non più in atto oppure a un difetto del legno. Se però i fori si associano a una certa quantità di segatura o rosume all’interno, allora non si hanno molti dubbi. Il rosume è il segno caratteristico, anche se spesso può non essere notato in quanto eliminato durante le operazioni di pulizia. Tuttavia, è sempre utile scuotere il manufatto ligneo per verificare se da esso fuoriesce rosume provocato dai tarli.

Eliminare i tarli con il calore

Il trattamento antitarlo a microonde è un metodo di disinfestazione utilizzato principalmente per le travi e per i travetti degli edifici. Il campo elettromagnetico emesso direttamente sulla superficie esterna delle travi attraversa e riscalda il legno; i tarli vengono eliminati quando la temperatura del legno raggiunge, per un periodo di tempo, il limite di 65°C che risulta mortale per qualsiasi stadio vitale dell’insetto. E’ quindi il calore a uccidere i tarli e non, come crede qualcuno, l’azione delle microonde. Il calore si trasmette dal legno ai corpi delle larve e, allo stesso modo, a quello di eventuali altre forme immature dell’insetto presenti nelle gallerie. Il sistema agisce anche sulle uova deposte dalle femmine sui prospetti dei legni o inserite appena sotto la superficie. Il trattamento antitarlo con microonde si rivela molto efficace a patto di riscaldare l’intera sezione del manufatto per tutta la lunghezza necessaria. Ciò significa che occorre evitare una disinfestazione tarli microonde puntiforme, eseguita cioè soltanto sulla parte in cui si sente rodere la larva. Bisogna far presente, inoltre, che questo metodo può danneggiare il legno se non eseguito a regola d’arte. Un riscaldamento eccessivo e/o troppo rapido, l’imprudenza e l’ignorare i difetti tecnologici di una trave danneggiano il manufatto irrimediabilmente. E’ quindi fondamentale rivolgersi a personale specializzato che parta da un’analisi accurata e sia capace di riconoscere tramite sintomi e segni esterni eventuali difetti del legno in questione. Per poi agire di conseguenza.

Come eliminare i tarli nei mobili

Un’altra valida soluzione contro i tarli del legno è la fumigazione, ovvero la diffusione nell’ambiente di fumi tossici per questa tipologia di insetti. La fumigazione è un sistema che permette di raggiungere in profondità anche le larve, ovvero gli effettivi agenti dannosi che mangiano il legno e scavano le gallerie. Si può procedere in modi diversi, per esempio tramite l’impiego di gas tossici altamente pericolosi per le persone e per l’ambiente come il Bromuro di Metile e i cloruri di Alluminio Magnesio, il cui utilizzo è vietato dalla legge o regolato tramite rigide normative. In alternativa sono reperibili sul mercato prodotti fumiganti molto meno tossici che generano fumi e nebbie. Alcuni tipi richiedono l’utilizzo di apparecchi generatori di fumo, altri contengono sostanze che in determinate circostanze producono fumo automaticamente grazie al contatto con altri elementi. Si parla invece di fumigazione idroreattiva quando la reazione viene avviata dalla presenza di acqua. I generatori di fumo sono macchinari complessi e costosi e che devono essere manovrati da un esperto del settore. I fumi prodotti sono ‘bagnati’, quindi le superfici trattate possono essere danneggiate se non si opera nel modo giusto. Con i fumi autogenerati non vi sono questi rischi ed è possibile usarli pure per interventi fai da te. Non è difficile trovarli nei negozi di bricolage e in generale nei centri commerciali.

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