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#16
tidelady ha scritto:cara Domo, come sempre sai essere sai farti leggere come solo tu riesci!
contraccambio gli auguri e spero di trovarti a passeggio tra le foglie di un bosco in questo 2006 che ci attende!
Io ci saro' :oops: :D

#20
Auguri Laura!
Che il nuovo anno sia carico di inizi e finisca col bilancio in positivo! :D
E chissà che non si riesca pure a mangiare una fetta di panettone (o pandoro) insieme!
:wink:
Arion

#23
:oops: Grazie! Caspita devo scrivere piu' spesso senza impegno, a quanto pare mi viene meglio! :lol:

Arion... spero proprio di organizzare!!! Anche perchè ho tipo 8 pandori/panettoni sotto l'albero, mica vorrai farmeli mangiare tutti da sola? :D

#24
Tratto del mio Blog:

http://www.bloggers.it/Cyberjack/




Riflessioni sul Natale 2005



L’altro giorno ho letto un messaggio su un forum che si intitolava “Babbo Natale è morto”.

L’autrice, scherzosamente, voleva attirare l’attenzione della comunità per porgere i suoi auguri di Natale...


Forse è stato un caso, o forse era voluto, ma mi è venuta in mente una vecchia canzone di Guccini che si intitolava “Dio è morto” e che tutti, prima o poi, abbiamo ascoltato.


Guccini cantava la disillusione di una generazione che ha perso ideali , che ha smarrito la via, che non sa più ritrovare se stessa e vaga, vaga senza meta in un mondo che non riconosce più, che non gli appartiene più, che rifiuta, perchè non riesce più a spiecchiarvisi... Concludeva, però, con moto di ottimismo (particolarmente strano, per lui): “Noi tutti sappiamo che se Dio muore è per tre giorni, poi risorge”.


E mi sono rivisto in questa canzone, e mi sono rivisto in quel titolo del topic...


Babbo Natale è morto.... Dio è Babbo Natale? O forse abbiamo semplicemente “modernizzato” la figura di Dio ai nostri tempi? Dio ci ha donato l’Eden, e poi la Terra, e gli animali, e i cieli... ma ci ha anche tolto tutto, uccisi col fuoco, annegati nella pioggia, ci ha dato carestie e ci regalato manna.

Un Novello Babbo Natale che ci guarda dall’alto e decide, super partes, come distribuire carbone e balocchi, TV al Plasma e bigliettini d’auguri riciclati...

Ma non siamo forse noi a fare tutto questo? Non siamo forse noi a comprare i regali e a scrivere i bigliettini? Siamo forse noi, i Babbo Natale di noi stessi? Siamo noi, il nostro Dio?

E se Babbo Natale è morto, siamo morti anche noi?


Di certo è morta la magia, è morta la spensieratezza, è morto l’affetto sincero, è morto lo stupore per il semplice, la sola idea di potersi abbandonare, fuori dallo spazio e dal tempo, al sogno, al ricordo, all’illusione, dimenticando per qualche ora che si tratta di una fantasia...

Tutto è così maledettamente reale, tutto così gretto, tutto così razionale e freddo... tutto è così... moderno... contemporaneo...

E anche i nostri sentimenti, le nostre teste.... lamine di acciaio che si inseriscono presso-fuse in lastre di vetro, rettangoli di affilato wengè che separano con un taglio netto ciò che è da ciò che non è... Guggenheim di Bilbao, pareti curve, scintillanti che riflettono i raggi del sole e non gli permettono di entrare, impermeabili all’acqua, incorruttibili dalla ruggine...

Andiamo avanti, per le nostre strade sempre più strette, così strette che spesso l’idea di percorrerle in due ci da quasi fastidio, ci fa sentire calustrofobici, ci fa desiderare di stare da soli.

Andiamo avanti senza seguire il sentiero, ma tracciandolo noi stessi, disegnando rette con squadre e righelli, convinti che la meta sia lì, esattamente dove tutti ci indicano, dove la TV ci prospetta un paradiso di merendine e culi su monitor di cellulari all’ultima moda, dove le persone che ci hanno preceduti, i genitori, i nonni, ci giudicano solo in base a dove stiamo andando, alla velocità con cui ci stiamo arrivando ed alla probabilità, o meno, di giungerci in tempo....

Soli.

Ma non soli perchè siamo brutti, antipatici, cattivi... soli perchè gli altri non riescono a starci dietro, o non vogliono starci dietro, o noi non li vogliamo perchè ci ostacolano, o peggio... perchè potrebbero godere dei nostri risultati senza esserseli guadagnati!!

Ci troviamo, alle volte, a sopportare a fatica la persona che amiamo, o a leggere insofferenza negli occhi da cui vorremmo ricevere amore, scoppiamo perchè immersi in noi stessi tanto da non riuscire a capire i problemi degli altri.


Non c’è tempo, per la comprensione, devo tracciare la mia retta e seguirla.

Non ho tempo per l’amore, devo occuparmi di me stesso.


Io mi sono trovato solo, all’inizio di quest’anno.


La mia vita, così come la conoscevo, non esisteva più. I miei amici, quelli che credi che ti staranno accanto per sempre, hanno voltato le spalle. Non avevano tempo di fermarsi e darmi una mano a rialzarmi... stavano tracciando le loro rette, affrettando il passo.

Ed io sono stato lasciato indietro, ad affondare lentamente nel fango... e sono morto.

Io, mio Dio, mio Babbo Natale, mio unico mondo, così pieno di me da essere sufficiente a me stesso, da essere talmente impermeabile alla sofferenza da non accorgermi di quella che causavo e si accerchiava intorno a me, così spavaldo da non mettermi mai in discussione, così bello da non poter essere mai tradito, così duro da non poter soffrire, tutto ad un tratto non sono più nemmeno riuscito ad alzarmi da un letto, a mangiare, a dormire, soffrivo, soffrivo terribilmente di una sofferenza mai provata prima, non ero più sicuro nemmeno di sopravvivere al dolore... e, lentamente, mentre il fango si richiudeva sopra la mia testa, sono morto.


È stato allora che qualcuno mi ha teso la mano... poche persone... due, forse tre...

Persone che hanno avuto il coraggio di aiutarmi, nonostante io, come il Lupo-Rutger Hauer di LadyHawk che finisce nel lago ghiacciato, graffiassi e mordessi i miei salvatori, loro non mi hanno lasciato...e poi se ne sono aggiunte altre, e poi altre, ed ancora...

Ed ho scoperto che il mio sentiero è elastico, che dove ci sta una persona, ce ne stanno anche 4 o 10...

Ed ho scoperto che quando il cuore smette di battere, prima o poi ricomincia, che quando le labbra smettono di muoversi, prima o poi si muoveranno ancora e che quando il tuo corpo si dimentica il corpo degli altri, prima o poi lo riscopre.


Ed ho scoperto che quando Dio muore, è per 3 giorni, poi risorge...



Ed eccomi, Cyberjack, o Giacomo, o con qualsiasi altro nome vogliate chiamarmi! Io sono io, sono tornato ad essere il mio Dio, il mio Babbo Natale.

Ma non sono più un Dio che elargisce morte o salvezza, non sono più un Babbo Natale che elargisce carbone o "censured" da Centro commerciale.

Sono un Dio che risplende di vita, e che ogni vita con cui entra a contatto è in grado di donargli un nuovo riflesso, una nuova sfaccettatura, un nuovo gradino di comprensione di se e per gli altri.

Sono un Babbo Natale che regala se stesso a chi soffre, che non si vergogna dal mettersi nudo al giudizio degli altri, che non si copre più con false mutande rosse e bianche della Coca Cola, che ha sofferto e che ne è orgoglioso, che soffre e che trova nella sua sofferenza uno stimolo per andare avanti.


Questo è il mio bigliettino di auguri alle persone che sono state importanti per me e che forse non lo leggeranno mai.

A mia madre e a mio padre, per primi, perchè se avessero potuto donarmi un’altra vita l’avrebbero fatto a discapito della loro.

Ad Adriano, perchè di un’intera compagnia è stato l’unico che si è fermato per starmi vicino.

A Laura, perchè sebbene non mi conoscesse nemmeno e sebbene vivesse a 600 km di distanza, è stata la persona che in assoluto mi è stata più vicina, trascurando se stessa per me, trascurando il suo personalissimo Dio per un povero idiota che a quasi 30 anni non aveva ancora capito un "censured" della vita.

A Davide, che come ci avrei giurato, è comparso dalle nebbie del tempo alla mia prima richiesta d’aiuto.


E poi... a tutti quelli che sono arrivati in seguito, chi prima chi dopo, a darmi una pacca sulla spalla, a farmi capire che la morte non è la fine, ma un nuovo inizio.

In questo Natale ringrazio la comunità di Arredamento.it perchè quando avevo bisogno di sentirmi orgoglioso di me stesso, mi hanno fatto sentire importante e quando avevo bisogno di ridere mi hanno fatto ridere, e quando avevo bisogno di tornare a sentire il gusto del dolore, me lo hanno fatto riassaporare con le loro storie di quotidiana umanità e quotidiana tragedia.


E ringrazio Silvia, che come una leonessa mi ha fatto giocare, mi ha fatto provare nuovamente il brivido della caccia, che mi dato la forza di provare nuovamente un passione... Dolce come l’Amarula, dura come la realtà.


E ringrazio Barbara, che mi ha illuminato di coraggio e fiducia in me stesso, che mi ha dato la forza di dire a me stesso “Continua, sei grande!”


E poi ringrazio chi ha condiviso con me il proprio dolore, la Sirena, Alessandra e tutte le persone che hanno sofferto e alle quali ho provato a tendere la mia mano, così come altri l’hanno tesa a me, scoprendo che la passione e l’amore parlano una lingua universale, che unisce tutti gli uomini e tutte le donne, di tutte le età, estrazioni sociali e culture.


E ringrazio Monica, la prima ragazza che ha avuto il coraggio ti appoggiare le sue labbra alle mie, e che non ha la minima idea di quanto sia stato importante per me.


E ringrazio tutte le donne e le ragazze che ho conosciuto e che mi hanno fatto capire cosa posso desiderare da una donna. E quanto. E come.

Tutte le ragazze che mi hanno parlato, che mi hanno fatto ridere e che mi hanno consolato, tutte quelle che mi hanno fatto una carezza, che mi hanno fatto sentire importante e desiderabile.

Ringrazio tutte le ragazze che mi hanno fatto capire la differenza tra reale e apparente, che in pochissimo tempo hanno ribaltato la mia scala dei valori, che hanno preso il massimo a cui tendevo e l’hanno messo all’ultimo posto.

Che mi hanno rivoluzionato la vita.

E per questo le ringrazio.


E ringrazio “Barroso” il toro che a Pamplona mi è rovinato addosso, schicciandomi tra lui e lo spigolo di una casa. Lo ringrazio perchè mi ha fatto provare la paura di morire, quando pensavo che non mi interessasse più vivere.


E, all’apice del mio egocentrismo, ringrazio me stesso, Giacomo, il mio io, il mio Babbo Natale, il mio Dio.


Auguri a tutti.
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#27
Visto? Basta poco per far sembrare le mie parole poca cosa! :wink: :lol: :lol: :lol:

Cyber auguri anche a te

Grazie bubu ;) Gli auguri te li ho gia' fatti.

#28
bubu ha scritto:Laura tanti auguri anche a te ed..... al folletto brontolone! :lol:
che sarebbe poi uno gnomo... comunque... :roll:
colazione da Tiffany

#30
Auguri alla Laura che c'è in Domo :lol:
Buon Natale ancora
"la fuga è invece l'unica scelta dignitosa quando non puoi cambiare più nulla, e non vuoi neppure lasciarti coinvolgere, diventare complice" Pino Cacucci