Il mio insano amore per la sigaretta è nato quando avevo 13 anni.
E' morto quando ne avevo circa 26, e facevo fuori un pacchetto e mezzo al giorno. All'epoca lavoravo in un ufficio di fumatori e il fumare era il compagno dei momenti difficili, dei momenti di pausa e di tanti piccoli gesti quotidiani.
La mia famiglia non l'ha mai saputo, credo che mio padre mi avrebbe presa a ceffoni.
La molla per smettere nel mio caso sono stati gli amici, tutti non fumatori, e in seguito l'introduzione della legge antifumo negli spazi lavorativi.
Ho lasciato a metà un pacchetto e l'ho chiuso nel cassetto. E mi sono sforzata di lasciarlo lì dentro. Di accendini ne avevo in giro un sacco... li ho buttati tutti. Così se proprio avevo la tentazione dovevo andarmi a cercare i fiammiferi...
Quello che mi piaceva meno era la sensazione di vincolo, il non poter essere libera di farne a meno, l'avere sempre una borsetta grande abbastanza per tenerci oltre a soldi e cellulare anche le sigarette.
Ogni tanto ci sono ricascata per brevi periodi grande stress, anche se la prima boccata -dopo che smetti- fa sostalzialmente molto
molto schifo.
Una cosa che inizi a notare quando smetti è il sapore dei cibi e gli odori di ciò che hai intorno, come se di colpo avessero tolto un coperchio. Ho bisogno decisamente di meno condimenti a tavola per questo motivo... pepe, olio, sale, aceto, salse... Ai sommelier è praticamente vietato fumare.
Con le sigarette ho smesso, ma ammetto di avere da parte dei sigari al cognac per le grandi occasioni. Da un certo punto di vista, fumare non ha mai smesso di piacermi anche se difficilmente ricomincerei con le sigarette.... come tabacco non è granchè.
Anche il mio ragazzo era un accanito fumatore, ha smesso da tempo, fondamentalmente per volontà. Anche lui un bel giorno non ne ha più comprate. All'inizio per è stata dura, ora non sopporta più neanche l'odore. Il suo più grande pentimento è che a causa del fumo gli si sono un po' macchiati i denti