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#31
per quanto riguarda l'inserimento nel mondo del lavoro invece...sempre più spesso ultimamente la differenza l fa non tanto il voto (se non c'è la lode i voti alla fine son praticamente visti tutti allo stesso modo), la differenza la fa il fuoricorso: non andarci fa la differenza di rosa di scelta, di stipendio, di carriera.
e 'sta cosa...sadicamente...non mi pare nemmeno troppo sbagliata.
(anche qui io con la lode e il tessoro con il fuoricorso la pensiamo in modo diametralmente opposto) :wink:

#32
alessia275 ha scritto:
Bambola ha scritto: Ripeto, nella prossima vita ingegnere o medico o dentista... :roll:

Ti parlo da ingegnere... io faccio parte di quella schiera di ingegneri fortunati che a 5 anni (non a 6 mesi!) dalla laurea prende i suddetti 1400€
Mio marito invece fa parte di queglli sfigati che a quattro anni dalla laurea ne prende 920!!!!!
Ovviamente le mie prospettive di crescita sono pressocchè nulle xchè comunque faccio la metalmeccanica e nel giro di poco spero di andare in maternità! .... carriera finita, ma va bene così!
Per quanto riguarda il maritino... dopo quattro anni di esperienza sta ancora scontando di non aver preso almeno 105 e le grandi aziende scartano il suo CV senza nemmeno leggerlo! E menomale che siamo entrambi laureati con laureati quinquennali e non col 3x2!!!!

Che io sappia anche i medici cominciano a guadagnare veramente solo dopo molti anni....laurea, specializzazione, tirocinio, praticantato....idem per i dentisti!

In pratica, come te, ai miei figli sconsiglierò di andare all'università.... i miei colleghi (ma anche amici) coetanei diplomati prendono già più di me perchè con dieci anni alle spalle hanno preso un paio di livelli e gli scatti di anzianità... solo che hanno avuto uno stipendio per almeno 5/6 anni di più.... ergo loro hanno potuto mettere da parte i soldi per comprare casa!!!!! Con i soldi che ho messo io da parte (e non sono assolutamente una spendacciona!) ci pagavo giusto il notaio e le spese di accensione del mutuo!

Il problema è il mito dell'università... chissà che pensavamo di farci! E forse siamo stati anche mal consigliati (ovviamente in buona fede) dai nostri genitori.... quando loro avevano la nostra età, la laurea era veramente un gradino più in alto.... come potevano immaginare un tale sfacelo?

Comunque in bocca al lupo per la tua ricerca! Se orari e stanchezza te lo permettono.... buttati nelle ripetizioni!
esco un attimo OT e mi scuso per questo.

Ciò che affermi è sicuramente vero per la grande azienda. Non andrei però a rinnegare l'università come tale .... guadegnarenno anche di più ... perlomeno in una prima fase iniziale ..... ma ciò che viene ad essere acquisito negli anni dell'università è un bagaglio culturale che differenzia in maniera netta da coloro che hanno perseguito un sentiero formativo diverso. Quello che però non capisco è "l'immobilismo" ... concedimi il termine ... mentale di molti neolaureati. Questi escono dall'Università come se tutto fosse loro dovuto. Intendiamoci .... non è solo colpa loro .... vero è che l'Università proprio non insegna al fare "impresa" che in termini più diretti e chiari ..... "al darsi da fare". Parlo per la mia diretta esperienza .... ma ogni volta che devo selezionare dei "neo" ..... mi viene il mal di pancia ..... e parlo specie per gli "ingegneri"...... Tutti che escono con il mito della "grande azienda" .... che il altre parole significa (perlomeno nel loro intendimento) garanzia di posto fisso ..... tutti a guardare ad Accenture, Telecom, Fiat, Pirelli, ect ect ..... per carità pregevole indirizzo ..... ma quasi mai si arriva a comprendere che in quelle realtà si diventa solo dei "numeri" (nel gergo ..... carne da macello) e non si ottengono (perlomeno in una fase iniziale) delle siginificative soddisfazioni economiche. Nel momento in cui .... una piccola azienda .... ricerca questo tipo di figure .... da inserire in ruoli poliedrici .... si sicura crescita professionale ..... con possibilità di una rapida assunzione di responsabilità ..... e in definita per svolgere attività di eccellenza..... ci si sente porre .... in risposta alla classica domanda conclusiva di un colloquio "ha qualche chiarimento/domanda da pormi"? ...... quanti siete? .... quale sarà il mio sentiero di carriera? ...... avete la mensa? ...... ma il ticket quant'è? ...... ma le trasferte dai clienti saranno frequenti? ...... gli orari di lavoro quali sono? ......nel mentre in cui uno si aspetterebbe invece maggiore curiosità rivolta all'attività ..... ed in sintesi maggiore entusiasmo. Scusate .... piccolo sfogo di chi nel tempo si è trovato ad essere selezionato e ad oggi a dover selezionare...

Re: Lavoro nel sociale

#33
dammispazio ha scritto:stavo x quotare Nico/Ale ed aggiungere cio che scrive Domo
Non potrei mai sconsigliare l Universita a mio figlio, e' un'esperienza unica e formativa, sia bel bene che nel male
Quoto.
Si studia per amore, non per essere sicuri di trovare un lavoro poi. Questo è tutto un altro paio di maniche.
Allo stesso tempo, però, non credo che avere il "pezzo di carta" sia l'elemento per avere un buon lavoro poi.

#34
Trip_Trap ha scritto:
alessia275 ha scritto:
Bambola ha scritto: Ripeto, nella prossima vita ingegnere o medico o dentista... :roll:

Ti parlo da ingegnere... io faccio parte di quella schiera di ingegneri fortunati che a 5 anni (non a 6 mesi!) dalla laurea prende i suddetti 1400€
Mio marito invece fa parte di queglli sfigati che a quattro anni dalla laurea ne prende 920!!!!!
Ovviamente le mie prospettive di crescita sono pressocchè nulle xchè comunque faccio la metalmeccanica e nel giro di poco spero di andare in maternità! .... carriera finita, ma va bene così!
Per quanto riguarda il maritino... dopo quattro anni di esperienza sta ancora scontando di non aver preso almeno 105 e le grandi aziende scartano il suo CV senza nemmeno leggerlo! E menomale che siamo entrambi laureati con laureati quinquennali e non col 3x2!!!!

Che io sappia anche i medici cominciano a guadagnare veramente solo dopo molti anni....laurea, specializzazione, tirocinio, praticantato....idem per i dentisti!

In pratica, come te, ai miei figli sconsiglierò di andare all'università.... i miei colleghi (ma anche amici) coetanei diplomati prendono già più di me perchè con dieci anni alle spalle hanno preso un paio di livelli e gli scatti di anzianità... solo che hanno avuto uno stipendio per almeno 5/6 anni di più.... ergo loro hanno potuto mettere da parte i soldi per comprare casa!!!!! Con i soldi che ho messo io da parte (e non sono assolutamente una spendacciona!) ci pagavo giusto il notaio e le spese di accensione del mutuo!

Il problema è il mito dell'università... chissà che pensavamo di farci! E forse siamo stati anche mal consigliati (ovviamente in buona fede) dai nostri genitori.... quando loro avevano la nostra età, la laurea era veramente un gradino più in alto.... come potevano immaginare un tale sfacelo?

Comunque in bocca al lupo per la tua ricerca! Se orari e stanchezza te lo permettono.... buttati nelle ripetizioni!
esco un attimo OT e mi scuso per questo.

Ciò che affermi è sicuramente vero per la grande azienda. Non andrei però a rinnegare l'università come tale .... guadegnarenno anche di più ... perlomeno in una prima fase iniziale ..... ma ciò che viene ad essere acquisito negli anni dell'università è un bagaglio culturale che differenzia in maniera netta da coloro che hanno perseguito un sentiero formativo diverso. Quello che però non capisco è "l'immobilismo" ... concedimi il termine ... mentale di molti neolaureati. Questi escono dall'Università come se tutto fosse loro dovuto. Intendiamoci .... non è solo colpa loro .... vero è che l'Università proprio non insegna al fare "impresa" che in termini più diretti e chiari ..... "al darsi da fare". Parlo per la mia diretta esperienza .... ma ogni volta che devo selezionare dei "neo" ..... mi viene il mal di pancia ..... e parlo specie per gli "ingegneri"...... Tutti che escono con il mito della "grande azienda" .... che il altre parole significa (perlomeno nel loro intendimento) garanzia di posto fisso ..... tutti a guardare ad Accenture, Telecom, Fiat, Pirelli, ect ect ..... per carità pregevole indirizzo ..... ma quasi mai si arriva a comprendere che in quelle realtà si diventa solo dei "numeri" (nel gergo ..... carne da macello) e non si ottengono (perlomeno in una fase iniziale) delle siginificative soddisfazioni economiche. Nel momento in cui .... una piccola azienda .... ricerca questo tipo di figure .... da inserire in ruoli poliedrici .... si sicura crescita professionale ..... con possibilità di una rapida assunzione di responsabilità ..... e in definita per svolgere attività di eccellenza..... ci si sente porre .... in risposta alla classica domanda conclusiva di un colloquio "ha qualche chiarimento/domanda da pormi"? ...... quanti siete? .... quale sarà il mio sentiero di carriera? ...... avete la mensa? ...... ma il ticket quant'è? ...... ma le trasferte dai clienti saranno frequenti? ...... gli orari di lavoro quali sono? ......nel mentre in cui uno si aspetterebbe invece maggiore curiosità rivolta all'attività ..... ed in sintesi maggiore entusiasmo. Scusate .... piccolo sfogo di chi nel tempo si è trovato ad essere selezionato e ad oggi a dover selezionare...

come non quotarti.
Per quello che riguarda la mia esperienza, ho visto giovani (non che io sia vecchio) laureati dover metteris a studiare listini tecnici di aziende, e materiali perchè all' università (alcuni avevano fatto archittettura con indirizzo arredo d' interni) certe cose non le avevano proprio mai viste.
Allora mi chiedo, ma se l' università deve preparare al mondo del lavoro, in questo caso cosa gli hanno insegnato.
Aldilà del fatto che se una cosa ti piace, impari senza dover studiare manuali tecnici, le cose vengono automatiche.
Sicuramente l' atteggiamento dei neo laureati, al mondo del lavoro non è dei migliori.

#35
rananera ha scritto:per quanto riguarda l'inserimento nel mondo del lavoro invece...sempre più spesso ultimamente la differenza l fa non tanto il voto (se non c'è la lode i voti alla fine son praticamente visti tutti allo stesso modo), la differenza la fa il fuoricorso: non andarci fa la differenza di rosa di scelta, di stipendio, di carriera.
e 'sta cosa...sadicamente...non mi pare nemmeno troppo sbagliata.
(anche qui io con la lode e il tessoro con il fuoricorso la pensiamo in modo diametralmente opposto) :wink:
Direi che è vero se uno studente non fa null'altro che studiare... può essere una "macchia" essere finito fuoricorso per secoli tirando a campare. Se invece dimostra che negli anni dello studio ha fatto anche gavetta lavorativa, specialmente se pertinente (quindi non il barista al sabato sera) la cosa viene vista positivamente ;)
Nell'Italia dei Borgia ci sono stati massacri, terrore, assassinii e hanno prodotto da Vinci, Michelangelo e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto 500 anni di pace e amore fraterno, e cos'hanno fatto? L'orologio a cucù.

#36
rananera ha scritto:per quanto riguarda l'inserimento nel mondo del lavoro invece...sempre più spesso ultimamente la differenza l fa non tanto il voto (se non c'è la lode i voti alla fine son praticamente visti tutti allo stesso modo), la differenza la fa il fuoricorso: non andarci fa la differenza di rosa di scelta, di stipendio, di carriera.
e 'sta cosa...sadicamente...non mi pare nemmeno troppo sbagliata.
(anche qui io con la lode e il tessoro con il fuoricorso la pensiamo in modo diametralmente opposto) :wink:
Quoto tutto. In primo luogo rispettare i tempi, se poi con dei bei voti, tanto meglio.

Re: Lavoro nel sociale

#37
nicolettaalematte ha scritto:non entro nel merito del vostro lavoro.
Probabilmente mi attirerò le ire di molti, ma laureato non vuol dire necessariamente qualità nel proprio lavoro.
Spesso si fa l' equazione laureato= stipendio adeguato, e qui secondo me sta l' errore. Difficilmente il mondo del lavoro riconosce lo studio eseguito, semplicemente perchè lo studio universitario, fatta eccezione per alcuni settori, spesso non coincide con quello che è il mondo del lavoro.
Se un impiegato o un operaio guadagnano di più di un laureato, ci sono dei motivi (aldilà di artifici dovuti a raccomandazioni).
Il mondo del lavoro chiede gente volenterosa, sveglia, disposta a sacrificarsi, poi spesso che sia un laureato o un diplomato poco importa.
Ripeto non voglio e non devo entrare nel merito del tuo lavoro, ma se purtroppo quel settore non ti riconosce il tuo lavoro, cambialo, è purtroppo necessario per te, certamente non dare per scontato che lo stipendio sia adeguato solo per la laurea, purtroppo bisogna dimostrare di saper fare.
ho letto fino qua... e qui mi fermo per quotare!
La laurea da "sapere", ma il "saper fare" si impara sul campo!
L'ideale sarebbe entrambe... :wink:
Ultima modifica di Atomik il 27/07/07 10:25, modificato 1 volta in totale.

#38
Bambola ha scritto:
attila ha scritto:eccomi...
allora come dicevo lavoro in un'agenzia interinale. mi occupo di selezione e fare carriera vuol dire passare al commerciale.
ora il ragionamento è: se io ho studiato per lavorare nelle risorse umane perchè devo darmi al commerciale?
quindi qui non ho prospettive di crescita e di conseguenza lo stipendio sarà sempre questo (più o meno). :?
Ripeto, nella prossima vita ingegnere o medico o dentista... :roll:
Ciao Bambola, io sono laureata in ingegneria informatica e guadagno poco più di 1100 euro.
Per cui sfatiamo il mito degli ingegneri, che se ci penso mi va il sangue al cervello.
E per di più, siccome sono una mamma, il mio dirigente pensa che io non potrò mai gestire responsabilità avendo la testa sempre da un'altra parte :twisted:
Sapessi che delusione. Io che cerco di fare il mio lavoro con passione e con tutto l'impegno possibile: quando la mia bimba sta male chiamo la baby sitter (non ho parenti vicino che mi possano aiutare), se devo fare straordinario chiamo la baby sitter, in condizioni normali, la mia piccola si spara 9 ore di asilo nido, che frequenta da quando aveva 4 mesi....
e mi sento dire che non potrò mai crescere in azienda perché sono mamma :twisted:
Pensa che una mia cara amica, laureata in psicologia, ha lavorato per 5 euro l'ora...ma ci pensi...una persona che aiuta a far le pulizie chiede 8 euro l'ora...alla babysitter di mia figlia (che studia e lo fa ogni tanto) do 6 euro l'ora...
Il fatto è che in Italia le cose vanno da schifo :!:
In bocca al lupo per tutto

#39
nicolettaalematte ha scritto:
Trip_Trap ha scritto:Quello che però non capisco è "l'immobilismo" ... concedimi il termine ... mentale di molti neolaureati. Questi escono dall'Università come se tutto fosse loro dovuto. Intendiamoci .... non è solo colpa loro .... vero è che l'Università proprio non insegna al fare "impresa" che in termini più diretti e chiari ..... "al darsi da fare". Parlo per la mia diretta esperienza .... ma ogni volta che devo selezionare dei "neo" ..... mi viene il mal di pancia ..... e parlo specie per gli "ingegneri"...... Tutti che escono con il mito della "grande azienda" ....
Nel momento in cui .... una piccola azienda .... ricerca questo tipo di figure .... da inserire in ruoli poliedrici .... si sicura crescita professionale ..... con possibilità di una rapida assunzione di responsabilità ..... e in definita per svolgere attività di eccellenza..... ci si sente porre .... in risposta alla classica domanda conclusiva di un colloquio "ha qualche chiarimento/domanda da pormi"? ...... quanti siete? .... quale sarà il mio sentiero di carriera? ...... avete la mensa? ...... ma il ticket quant'è? ...... ma le trasferte dai clienti saranno frequenti? ...... gli orari di lavoro quali sono? ......nel mentre in cui uno si aspetterebbe invece maggiore curiosità rivolta all'attività ..... ed in sintesi maggiore entusiasmo.
come non quotarti.
Per quello che riguarda la mia esperienza, ho visto giovani (non che io sia vecchio) laureati dover metteris a studiare listini tecnici di aziende, e materiali perchè all'università (alcuni avevano fatto archittettura con indirizzo arredo d' interni) certe cose non le avevano proprio mai viste.
Allora mi chiedo, ma se l' università deve preparare al mondo del lavoro, in questo caso cosa gli hanno insegnato.
Quoto entrambi proprio per aver visto questo tipo di atteggiamento.
Il neo si nasconde dietro il pezzo di carta della laurea, l'università si nasconde dietro un dito sostenendo di fornire solo un "metodo" e linee guida di valore "universale" e non propriamente un "mestiere".
Raccomandazione personale: studenti cominciate a lavorare mentre state ancora studiando....
Nell'Italia dei Borgia ci sono stati massacri, terrore, assassinii e hanno prodotto da Vinci, Michelangelo e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto 500 anni di pace e amore fraterno, e cos'hanno fatto? L'orologio a cucù.

#40
Mercury ha scritto: Raccomandazione personale: studenti cominciate a lavorare mentre state ancora studiando....
Io non sono per nulla d'accordo. E' difficile portare avanti due cose ben fatte.

Per quanto riguarda gli stipendi credo che il periodo economico italiano non aiuti. E forse anche il costo del lavoro in Italia.
Di fatto, ho potuto notare che in Italia gli stipendi sono in genere un 30% più bassi che negli altri paesi europei, a parità di costo della vita (quando non superiore, come nel caso di Milano).

#41
Trip_Trap ha scritto: esco un attimo OT e mi scuso per questo.

Ciò che affermi è sicuramente vero per la grande azienda. Non andrei però a rinnegare l'università come tale .... guadegnarenno anche di più ... perlomeno in una prima fase iniziale ..... ma ciò che viene ad essere acquisito negli anni dell'università è un bagaglio culturale che differenzia in maniera netta da coloro che hanno perseguito un sentiero formativo diverso. Quello che però non capisco è "l'immobilismo" ... concedimi il termine ... mentale di molti neolaureati. Questi escono dall'Università come se tutto fosse loro dovuto. Intendiamoci .... non è solo colpa loro .... vero è che l'Università proprio non insegna al fare "impresa" che in termini più diretti e chiari ..... "al darsi da fare". Parlo per la mia diretta esperienza .... ma ogni volta che devo selezionare dei "neo" ..... mi viene il mal di pancia ..... e parlo specie per gli "ingegneri"...... Tutti che escono con il mito della "grande azienda" .... che il altre parole significa (perlomeno nel loro intendimento) garanzia di posto fisso ..... tutti a guardare ad Accenture, Telecom, Fiat, Pirelli, ect ect ..... per carità pregevole indirizzo ..... ma quasi mai si arriva a comprendere che in quelle realtà si diventa solo dei "numeri" (nel gergo ..... carne da macello) e non si ottengono (perlomeno in una fase iniziale) delle siginificative soddisfazioni economiche. Nel momento in cui .... una piccola azienda .... ricerca questo tipo di figure .... da inserire in ruoli poliedrici .... si sicura crescita professionale ..... con possibilità di una rapida assunzione di responsabilità ..... e in definita per svolgere attività di eccellenza..... ci si sente porre .... in risposta alla classica domanda conclusiva di un colloquio "ha qualche chiarimento/domanda da pormi"? ...... quanti siete? .... quale sarà il mio sentiero di carriera? ...... avete la mensa? ...... ma il ticket quant'è? ...... ma le trasferte dai clienti saranno frequenti? ...... gli orari di lavoro quali sono? ......nel mentre in cui uno si aspetterebbe invece maggiore curiosità rivolta all'attività ..... ed in sintesi maggiore entusiasmo. Scusate .... piccolo sfogo di chi nel tempo si è trovato ad essere selezionato e ad oggi a dover selezionare...
Concordo, l'università è un percorso che non garantisce oggi come oggi un posto di lavoro, ma ti insegna ad usare la testa,ad organizzarti il tempo, a pensare....sempre che sia fatta con serietà
Non concorso assolutamente con il discorso dei fuori corso con rana (chissà perchè :roll: :lol: ) perchè non sai mai cosa ti può capitare nella vita, quali sono gli ostacoli che devi affrontare, che ti possono impedire di concludere in tempo la tua formazione, questo però non la inficia assolutamente, alla fine semmai potrebbe essere il voto a fare la differenza
Se dovrò consigliare mio figlio gli dirò di fare ciò che crede, perchè non esiste una strada giusta e una sbagliata, ho un amico che è tornato all'università a trent'anni, l'ha conclusa e fa il lavoro per cui ha studiato, il bianconiglio ha lasciato le superiori e ha trovato il lavoro per cui studiava e adesso assume i suoi vecchi compagni di classe diplomati :roll:

A questo proposito concordo con te trip-trap anche su questo, ai colloqui si sente chiedere "ma non farete mica straordinari? perchè io il sabato lo voglio libero e dopo otto ore voglio tornare a casa", più che giusto, ma la volontà ?

Per il sociale il discorso è diverso, non ci sono possibilità di carriera, e ti trovi ad avere a che fare con gli operatori formati con corsi regionali,ma in questo campo più che negli altri ci vuole passione..e basta...e bisogna scordarsi un buon stipendio
Utente gemellata con Abigaille e Boo

#42
quoto trip trap
gli studenti universitari x certi versi sono detestabili, mentre studiano credono che un esame sia piu importante della fame nel mondo, dopo la laurea sono convinti di aver diritto ad un trattamento di favore...ma de che? E' bene insegnare che nella vita non c'e' niente di dovuto (ma quello andrebbe fatto all asilo nido) ma che impegnarsi porta sempre dei buoni risultati. Sempre!
Continuare a perpetuare il mito che nella vita bisogna avere "censured" o le raccomandazioni o che il pezzo di carta valga qualcosa e' veramente deleterio, deresponsabilizzante e tipicamente italiano, lasciatevelo dire.

Le delusioni ci sono per tutti ma troppo spesso non si e' disposti a fare essun sacrificio. L universita e' una passeggiata in confronto al mondo del lavoro...e' bene affilare le unghie ma restare umili.
The Sisterhood of The Calf 40
less is more, always

#43
Trip_Trap ha scritto: Nel momento in cui .... una piccola azienda .... ricerca questo tipo di figure .... da inserire in ruoli poliedrici .... si sicura crescita professionale ..... con possibilità di una rapida assunzione di responsabilità ..... e in definita per svolgere attività di eccellenza..... .

Il problema è proprio questo...io sto in una delle famigerate grandi aziende (che tu cmq non hai menzionato... ti sei perso/a il settore militare!) ed effettivamente sono solo un numero.... mi conosce personalmente solo il mio diretto superiore.... quello sopra di lui non sa nemmeno se il mio numero corrisponde a un uomo o a una donna...
mio marito sta in una di queste piccole aziende che tu descrivi... e fa tutto questo (è assolutamente vero!) "divertendosi" molto più di me... ma la pagnotta a casa?

Sul fatto che il pezzo di carta in sè fa un po' montare la testa (e senza motivo perchè effettivamente hai fatto solo e solo teoria)... è vero, ma solo nei primi mesi dalla laurea!

#44
Mercury ha scritto:
rananera ha scritto:per quanto riguarda l'inserimento nel mondo del lavoro invece...sempre più spesso ultimamente la differenza l fa non tanto il voto (se non c'è la lode i voti alla fine son praticamente visti tutti allo stesso modo), la differenza la fa il fuoricorso: non andarci fa la differenza di rosa di scelta, di stipendio, di carriera.
e 'sta cosa...sadicamente...non mi pare nemmeno troppo sbagliata.
(anche qui io con la lode e il tessoro con il fuoricorso la pensiamo in modo diametralmente opposto) :wink:
Direi che è vero se uno studente non fa null'altro che studiare... può essere una "macchia" essere finito fuoricorso per secoli tirando a campare. Se invece dimostra che negli anni dello studio ha fatto anche gavetta lavorativa, specialmente se pertinente (quindi non il barista al sabato sera) la cosa viene vista positivamente ;)
Forse questa è l'unica cosa che riesci a fare mentre studi, come pensi di poter fare un lavoro part time o a tempo pieno attinente al tuo lavoro e studiare? Hai provato? Chi ti assume?
La buona volontà di una persona si misura anche dai lavori che ha fatto e perchè no anche dall'umiltà dei lavori che ha scelto, uno che ha fatto il barrista per mantenersi pensi che abbia meno voglia di lavorare di uno che ha fatto tre ore a rispondere al telefono nell'azienda del padre?
Utente gemellata con Abigaille e Boo

#45
dammispazio ha scritto:quoto trip trap
gli studenti universitari x certi versi sono detestabili, mentre studiano credono che un esame sia piu importante della fame nel mondo, dopo la laurea sono convinti di aver diritto ad un trattamento di favore...ma de che? E' bene insegnare che nella vita non c'e' niente di dovuto (ma quello andrebbe fatto all asilo nido) ma che impegnarsi porta sempre dei buoni risultati. Sempre!
Continuare a perpetuare il mito che nella vita bisogna avere "censured" o le raccomandazioni o che il pezzo di carta valga qualcosa e' veramente deleterio, deresponsabilizzante e tipicamente italiano, lasciatevelo dire.

Le delusioni ci sono per tutti ma troppo spesso non si e' disposti a fare essun sacrificio. L universita e' una passeggiata in confronto al mondo del lavoro...e' bene affilare le unghie ma restare umili.

direi che anche il mito delle raccomandazioni, per certi versi sia finito.
Io per la verità ho smesso di dare nominativi (non raccomandazioni) perchè riamsto scottato.
Conosco persone che, raccomandate, han provato a entrare in aziende (private) ma sono uscite dalla porta dopo dieci giorni. E la raccomandazione è finita nel cestino.