fedelyon ha scritto:Federinik ha scritto:Quoto Anna73 e Alice7.
Se danno i soldi al figlio per la casa che risulta intestata a lui in percentuale maggiore, questa cosa ha rilevanza solo in caso di separazione, cioè quando le cose vanno male... finchè va tutto bene, niente impedisce a lui e lei di godere della bella casa in egual misura.
L'ottica di questo accorgimento guarda al momento in cui le cose nn dovessero funzionare... e mi sembra il minimo voler tutelare il proprio figlio. Avere un po' di riguardo per tutelare i sudati risparmi dei genitori mi sembra il minimo.
Sì, ma parte già dal presupposto di lasciare la moglie in brache di tela, senza sapere a quali rinunce andrà incontro la moglie per il matrimonio.
Io capisco perfettamente l'imbarazzo del marito di fronte alla moglie e ai futuri suoceri.
Come dire "Siete dei poveracci e tutto ciò che è mio sarà solo e solo mio".
Alla faccia della costruzione della famiglia.
L'istituto della comunione dei beni era stato istituito proprio per tutelare
il coniuge piu' debole..leggi la moglie casalinga (e' del 1975, le donne erano meno presenti nel mondo del lavoro)
detto da una che vuole vedere l'istituzione matrimoniale preferibilmente col binocolo
...chi trova la comunione dei beni inconcepibile forse ha qualche problema col concetto di matrimonio, almeno dal punto di vista materiale (poi per carita'..l'abito bianco piace a tutti
)
mi sembra che questi genitori vedono il matrimonio come una societa' di capitali
art 143 cod. civ. (il grassetto e' mio
)
143. Diritti e doveri reciproci dei coniugi. Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri
Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione .
Entrambi i coniugi sono tenuti,
ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia