Inviato: 13/03/05 11:51
Sono cresciuta con un padre molto duro e severo e che da me voleva solo il massimo e ogni volta che portavo i miei risultati (credetemi non erano solo sufficienze) a lui non andavano mai bene: potevo fare di +.
Non critico mio padre: infondo a modo suo mi voleva stimolare per il meglio, ma certe stimoli non hanno su tutti gli stessi effetti; su di me hanno avuto la reazione di farmi sentire sempre inferiore a tutti pur magari non essendolo veramente.
Col passare del tempo e con l'ingrandirsi delle varie problematiche che dovevo affrontare, ho cominciato ad avere attacchi di ansia scaturiti sicuramente dal mio non sentirmi adeguata e non all'altezza: di notte mi svegliavo perché non riuscivo a respirare.
Non so come ne sono uscita ma credo che forse in cuor mio so cmq di riuscire a superare gli ostacoli anche se qualcuno pensa che io non sia all'altezza.
Purtroppo questa mia insicurezza si è anche poi manifestata nel campo "amoroso": grazie a 2 relazioni che definire sbagliate forse non è corretto ma che in sostanza mi hanno fatto subire pressionie e maltrattamenti psicologici che non auguro a nessuno.
La bella notizia è che ne sono uscita: sono stata un mese a letto senza uscirne mai ma poi un giorno ho preso coraggio anche grazie agli stimoli di mia madre e mio padre (ha capito in seguito...) e immersa nella vasca da bagno mi sono fatta un grosso esame di coscienza e mi sono guardata e non mi sono trovata per niente incapace o da buttare via.
Però poi ne sono ricaduta grazie alla seconda relazione sbagliata: avevo attacchi di ansia e per fortuna ho avuto solo un attacco di panico.
E' successo durante una pausa di lavoro (per fortuna non ero davanti al radar..) ma ho reagito: mi sono alzata con l'intento di dover fare qualcosa per vincere la paura che avevo... e sono andata a respirare.
Ora non ne ho più: per aiutarmi ho cercato di prendere coscienza di chi sono e di quello che ho... ho fissato dei cardini ai quali mi aggrappo per non perdere l'orientamento; il mio lavoro è diventato la mia salvezza, la mia droga.
In sostanza credo che bisognerebbe trovare in se stessi degli appigli di forza che possano costituire delle basi solide e convincersi che ce la si può fare e magari avere la forza di non piegarsi su se stessi e di reagire davanti alle difficoltà, siano esse vere o presunte, e di imparare a non dare mai troppa importanza a quello che ci spaventa perché se gliene dessimo, faremmo diventare una briciola, una valanga.
Non critico mio padre: infondo a modo suo mi voleva stimolare per il meglio, ma certe stimoli non hanno su tutti gli stessi effetti; su di me hanno avuto la reazione di farmi sentire sempre inferiore a tutti pur magari non essendolo veramente.
Col passare del tempo e con l'ingrandirsi delle varie problematiche che dovevo affrontare, ho cominciato ad avere attacchi di ansia scaturiti sicuramente dal mio non sentirmi adeguata e non all'altezza: di notte mi svegliavo perché non riuscivo a respirare.
Non so come ne sono uscita ma credo che forse in cuor mio so cmq di riuscire a superare gli ostacoli anche se qualcuno pensa che io non sia all'altezza.
Purtroppo questa mia insicurezza si è anche poi manifestata nel campo "amoroso": grazie a 2 relazioni che definire sbagliate forse non è corretto ma che in sostanza mi hanno fatto subire pressionie e maltrattamenti psicologici che non auguro a nessuno.
La bella notizia è che ne sono uscita: sono stata un mese a letto senza uscirne mai ma poi un giorno ho preso coraggio anche grazie agli stimoli di mia madre e mio padre (ha capito in seguito...) e immersa nella vasca da bagno mi sono fatta un grosso esame di coscienza e mi sono guardata e non mi sono trovata per niente incapace o da buttare via.
Però poi ne sono ricaduta grazie alla seconda relazione sbagliata: avevo attacchi di ansia e per fortuna ho avuto solo un attacco di panico.
E' successo durante una pausa di lavoro (per fortuna non ero davanti al radar..) ma ho reagito: mi sono alzata con l'intento di dover fare qualcosa per vincere la paura che avevo... e sono andata a respirare.
Ora non ne ho più: per aiutarmi ho cercato di prendere coscienza di chi sono e di quello che ho... ho fissato dei cardini ai quali mi aggrappo per non perdere l'orientamento; il mio lavoro è diventato la mia salvezza, la mia droga.
In sostanza credo che bisognerebbe trovare in se stessi degli appigli di forza che possano costituire delle basi solide e convincersi che ce la si può fare e magari avere la forza di non piegarsi su se stessi e di reagire davanti alle difficoltà, siano esse vere o presunte, e di imparare a non dare mai troppa importanza a quello che ci spaventa perché se gliene dessimo, faremmo diventare una briciola, una valanga.