CONTINUO CON LE COSE INUTILI DEL VENERDI POMERIGGIO!
Una volta, consultando l'elenco del telefono, poteva succedere di scoprire di avere un omonimo, con il stesso nostro nome e cognome, di cui ignoravamo l'esistenza. Oggi grazie a internet, Google e alla globalizzazione delle informazioni e dei dati personali è facile scoprire di avere omonimi che vivono in altre città, magari in altri Paesi. Si tratta del fenomeno dei "gemelli di nome" detti Googlegängers (neologismo decretato dall'American Dialect Society il più creativo coniato lo scorso anno).
L'americana Angela Shelton ha scritto un libro sulle sue omonime rintracciate via Internet (da
www.survivors-heaven.co.uk) RICERCA DEGLI OMONIMI - Molte persone, in particolare negli Stati Uniti, hanno fatto della ricerca dei propri omonimi una missione di vita. Alcuni di loro sono addirittura già riusciti a speculare sulla storia dell'incontro con i propri analoghi anagrafici, come la scrittrice Angela Shelton che, dopo aver incontrato le sue Googlegängers, ha scritto un libro sull'argomento. L'omonimia sul web però può causare anche problemi e non tutti la gradiscono: le identità degli omonimi infatti vengono spesso confuse creando problemi nel lavoro e nella vita privata. C'è ci vorrebbe la propria pagina web tra i primi risultati di Google e invece deve competere con i siti dei gemelli di nome, chi ha già trovato il proprio nome assegnato come dominio a qualcun altro, e così via. Oltre a Google, primario strumento utilizzato per l'ego surfing, in rete esistono molti siti espressamente dedicati alla ricerca dei propri Googlegängers: dalle pagine di SameNameAsMe (, a blog personali e ai gruppi di Facebook, dove si sono riuniti 1.224 Mohammed Hassan.
IL PIACERE DELLA SOMIGLIANZA - Secondo gli esperti di scienza sociale l'innata predilezione e il desiderio di stabilire un legame con chi ha il nostro stesso nome deriva da un'inconscia attrazione verso chi ci somiglia. «Si tratta di un egotismo innato» secondo il dottor Pelham, scrittore e ricercatore della Gallup Organization. Esiste anche una teoria chiamata «effetto lettera del nome» che afferma che le persone inconsciamente tendono a preferire le lettere dell'alfabeto che sono anche contenute nel proprio nome, in particolare le proprie iniziali. E alcune statistiche condotte durante la campagna elettorale americana del 2000 hanno confermato la teoria: effettivamente la maggior parte delle persone il cui nome inzia con la lettera B hanno prevalentemente votato per Bush, mentre quelle con iniziale G hanno votato per Gore. E anche secondo Jeremy Bailenson, direttore del laboratorio che studia l'interazione umana alla Stanford University, «l'affinità (di qualcuno) con noi stessi è una delle motivazioni che influenzano maggiormente il nostro comportamento sociale». É una tendenza diffusa essere attratti da qualcuno che ci assomiglia fisicamente oppure che condivide con noi la data di nascita. Ma è ancor più frequente scegliere di frequentare chi appartiene al nostro stesso gruppo etnico, chi ha simili aspirazioni. C'è anche chi crede che il nostro nome influenzi il nostro destino, ma per ora la validità di questa teoria non è dimostrata.
La mia omonima l'avevo già trovata, è un'artista anche abbastanza famosa, autrice di quadri sinestetici e libri sull'argomento