avvertenza: lungo e polemico!
quando capitano momenti come quello di ieri sera vorrei avere davanti la hogg ed estivill insieme con tutti i loro adepti e farli bruciare in un enorme falò collettivo.
dopo alcune notti in cui guglia ha iniziato a svegliarsi incomprensibilmente prima alle 4.00, poi alle 3.00,
ieri sera ho provato a metterlo a nanna alle 21.30, anticipando l'ultima poppata delle 22.00 alle 21.00 anche per assecondare il suo ritmo sonno veglia che lo portava a crollare già verso le 20.00 e, conseguentemente, a doversi svegliare per l'ultimo pasto.
appena messo nella culla non ci sono stati problemi, ninnananna, carezze e il suo peluche colorino da abbracciare. esco dalla stanza che lui è ancora sveglio. tempo pochi minuti e inizia a frignare. rientro dopo nemmeno un minuto e ripeto tutto il rituale. esco e riattacca. e così via per una mezz'oretta buona, lo tranquillizzo, si calma, esco e inizia a piangere. ovviamente, a ogni ciclo il pianto si fa più straziante. ecco, perché secondo me questo dettaglio nessun guru della nanna lo rivela. che sia il metodo dell'estinzione graduale (estinzione della specie umana, genere mamma?) o quello del tiralo su/mettilo giù, il (mio) bambino arriva ad un grado di frustrazione che non si può descrivere a parole ma solo provare sulla propria pelle (d'oca).
ora vi chiedo, ma secondo voi, un bambino che piange piange e piange come il mio ieri per un'ora e mezza, si addormenta perché ha capito che deve addormentarsi da solo o perché è sfinito? io dopo un pianto come si deve mi ritrovo anche a combattere con una cefalea notevole, le narici in fiamme, e il naso gonfio e gocciolante (lo so è un quadro che fa schifo). perché per un bambino dovrebbe essere diverso?
non so voi ma quando mio figlio piange io vado in tilt, cerco di restare calma e serena per tranquillizzarlo ma in realtà in quel momento mi sento incredibilmente cretina e vergognosamente crudele. e continuo a chiedermi "MAPPORCA, SE E' COSI' SEMPLICE, COSA, COSA, COSA DIAMINE HO SBAGLIATO?"
quindi finisce quasi sempre che lo prendo in braccio mentre maledico tutte le più fantasiose scuole di pensiero sull'addormentamento dei bambini. e per non maledire anche me stessa cerco di ignorare il fatto che, anche se non piange più, continuano quei singhiozzi di chi ha pianto troppo, o, perlomeno, troppo perché una mamma possa sopportarlo.
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