Non sono soddisfatto della casa (paturnie?)
Inviato: 13/12/08 0:11
Ovvero come mai è un appartamento carino (se preso vuoto di mobili) in un bel condominio eppure non mi piace?
Metterò in piazza un po’ di cavoli miei, se qualcuno avrà la pazienza di leggermi.
Alcuni anni fa, per motivi che non sto a spiegare (ma che magari qualcuno può intuire), sono "ritornato in casa con i miei genitori”… un bell’appartamento di taglio classico, 3 camere, doppi servizi, zona centrale, secondo me in uno dei palazzi più belli di Pistoia, disegnato dall'architetto Giovanni Michelucci a fine anni 60, in affitto, alcune stanze arredate in stile classico, altre moderne con mobili scelti da me e da mia sorella.
Successivamente la casa è diventata troppo grande, visto che ci abitavamo solo io e mio padre.
Io volevo comprare una casa nuova, diversa, di taglio più moderno ma più piccola, mentre mio padre non voleva saperne di schiodarsi da quell'appartamento, e non potevo comunque lasciarlo da solo in una casa grande, troppo grande per una persona sola, e troppo pesa da mantenere solo con la sua pensione, con un condominio con tutte le utenze centralizzate in cui tutti gli anni, al conguaglio annuale, ci trovavamo a pagare degli autenti salassi.
Quindi, all’inizio del 2007, ho iniziato a cercare un oggetto da acquistare, della taglia del trilocale, possibilmente con due camere grandi. Ne ho visti diversi, alcuni non mi sono piaciuti, altri non piacevano a mio padre (mica potevo tirargli una randellata in testa per portarlo via : ).
A dir la verità avevo anche trovato un bilocale, per il quale Vi avevo chiesto un parere per la zona giorno, nel periodo di settembre 2007, ma poi ci ho rinunciato perché dovevo comunque pensare anche a mio padre.
Alla fine del 2007 c’è stato un “ridimensionamento economico” e, essendo sfumata la possibilità di un acquisto mi sono orientato alla ricerca di qualcosa in affitto, tenendo presente la spada di Damocle del mese di Maggio 2008 nel quale scadeva il contratto di affitto della vecchia casa, scadenza che avrebbe comportato un aumento del canone, che è stato poi concretizzato in quasi un 40% in più rispetto al precedente.
Naturalmente passavano i mesi, passavano le case viste, e ci siamo trovati a metà del mese di Maggio con 2 appartamenti tra i quali decidere, uno più grande ma in peggiori condizioni, in zona peggiore, con minori spazi esterni, più vicino al mio “attuale” posto di lavoro e più distante da dove abita mia sorella, e quello che abbiamo invece scelto.
E’ più distante da dove lavoro, è più piccolo, ma ha begli spazi esterni, è in condominio e non in una corte a comune… è comunque un appartamentino carino (o almeno così appariva visto da vuoto), con soggiorno, cucinotto separato, disimpegno notte, camera, camerina –ina-ina, bagno con spreco di spazio, giardino su due lati, con un olivo, pianticelle di erbe e una felce che ci ho lasciato, e canne ed erbacce che ho sradicato, un garage bello ma poco praticabile, e nel condominio ci sono diverse signore anziane con le quali mio padre ha fatto subito amicizia, e poi è carino come rifiniture, infissi color wengè, soglie di marmo sui davanzali, una bella monocottura bianca in tutta la casa tranne che nel bagno dove è beige.
Eppure ho una sensazione strana, e non sono per nulla contento.
Sarà che ne abbiamo parlato in casa, anzi ci abbiamo “dormito sopra” sulla questione per un anno e mezzo per poi ritrovarsi nell’imminenza della scadenza a decidere per il primo appartamento “decente” che ci è capitato sottomano (visto che qualche agenzia ha avuto la faccia tosta di proporci delle topaie a prezzi pari a quelli dell’appartamento che stavamo lasciando).
Sarà che se mi fossi reso conto prima di come era “micro” la cameretta di mio padre non l’avrei presa
Sarà che mi pesa la distanza dal mio attuale posto di lavoro (anche se è probabile che non ci sia più tra qualche mese ) (ridete pure, voi abitanti di grandi città, che vi spostate da un capo all’altro delle stesse, ma per un provinciale nato a Pistoia e che non aveva mai varcato il Serravalle come residenza, trasferirsi in Valdinievole e impiegare 30 minuti per ogni tragitto casa-lavoro, uno si stufa… eppure se vado a fare una girata nei weekend 300/400km di auto non mi pesano, e fino a 6 anni fa mi facevo comunque per lavoro un Pistoia-Montevarchi quasi una volta alla settimana...)
Sarà che ne avevo vista un’altra, in un altro blocco di nuovissima costruzione, tempo addietro, ai tempi in cui la volevo comprare, e poi è venuto fuori che il costruttore in alternativa a venderli li affittava anche, e mi mangio le mani per non averlo preso, anche se è ancora più distante dal mio attuale posto di lavoro. (anche se i tragitti casa-lavoro sarebbero diventati di 45 minuti l’uno), tanto è che continuo a farmi del male ad andare a vedere quella lottizzazione perchè ci sono passato davanti anche 10 giorni fa.
Sarà che sono 10 anni che leggo le riviste di arredamento, e che stavolta avrei voluto finalmente poterci mettere tutti i mobili come volevo io (cosa che non ho potuto fare nemmeno quando sono uscito di casa), e grazie alla fretta della scelta non l’ho fatto, e credo che certe cose, come il mobile di salotto che mi sta sullo stomaco ci rimarrà fino a quando non ricambio casa.
Sarà che ho un sacco di scatole in garage, e mi piange il cuore a dover tenerci libri e Cd e modellini perché non ho spazi idonei per contenerli, e non ho nemmeno voglia di ammattire per metterli nei mobili che ho.
Sarà che mi ci sono voluti 6 mesi per decidermi a riattaccare il lettore di DVD alla TV.
Sono l'unico a cui l'aver voluto cambiar casa ha portato a questo genere di reazioni una volta in cui nella casa ci è tornato ad abitare?
Ufffffffffffffffffffffffffffffff
Metterò in piazza un po’ di cavoli miei, se qualcuno avrà la pazienza di leggermi.
Alcuni anni fa, per motivi che non sto a spiegare (ma che magari qualcuno può intuire), sono "ritornato in casa con i miei genitori”… un bell’appartamento di taglio classico, 3 camere, doppi servizi, zona centrale, secondo me in uno dei palazzi più belli di Pistoia, disegnato dall'architetto Giovanni Michelucci a fine anni 60, in affitto, alcune stanze arredate in stile classico, altre moderne con mobili scelti da me e da mia sorella.
Successivamente la casa è diventata troppo grande, visto che ci abitavamo solo io e mio padre.
Io volevo comprare una casa nuova, diversa, di taglio più moderno ma più piccola, mentre mio padre non voleva saperne di schiodarsi da quell'appartamento, e non potevo comunque lasciarlo da solo in una casa grande, troppo grande per una persona sola, e troppo pesa da mantenere solo con la sua pensione, con un condominio con tutte le utenze centralizzate in cui tutti gli anni, al conguaglio annuale, ci trovavamo a pagare degli autenti salassi.
Quindi, all’inizio del 2007, ho iniziato a cercare un oggetto da acquistare, della taglia del trilocale, possibilmente con due camere grandi. Ne ho visti diversi, alcuni non mi sono piaciuti, altri non piacevano a mio padre (mica potevo tirargli una randellata in testa per portarlo via : ).
A dir la verità avevo anche trovato un bilocale, per il quale Vi avevo chiesto un parere per la zona giorno, nel periodo di settembre 2007, ma poi ci ho rinunciato perché dovevo comunque pensare anche a mio padre.
Alla fine del 2007 c’è stato un “ridimensionamento economico” e, essendo sfumata la possibilità di un acquisto mi sono orientato alla ricerca di qualcosa in affitto, tenendo presente la spada di Damocle del mese di Maggio 2008 nel quale scadeva il contratto di affitto della vecchia casa, scadenza che avrebbe comportato un aumento del canone, che è stato poi concretizzato in quasi un 40% in più rispetto al precedente.
Naturalmente passavano i mesi, passavano le case viste, e ci siamo trovati a metà del mese di Maggio con 2 appartamenti tra i quali decidere, uno più grande ma in peggiori condizioni, in zona peggiore, con minori spazi esterni, più vicino al mio “attuale” posto di lavoro e più distante da dove abita mia sorella, e quello che abbiamo invece scelto.
E’ più distante da dove lavoro, è più piccolo, ma ha begli spazi esterni, è in condominio e non in una corte a comune… è comunque un appartamentino carino (o almeno così appariva visto da vuoto), con soggiorno, cucinotto separato, disimpegno notte, camera, camerina –ina-ina, bagno con spreco di spazio, giardino su due lati, con un olivo, pianticelle di erbe e una felce che ci ho lasciato, e canne ed erbacce che ho sradicato, un garage bello ma poco praticabile, e nel condominio ci sono diverse signore anziane con le quali mio padre ha fatto subito amicizia, e poi è carino come rifiniture, infissi color wengè, soglie di marmo sui davanzali, una bella monocottura bianca in tutta la casa tranne che nel bagno dove è beige.
Eppure ho una sensazione strana, e non sono per nulla contento.
Sarà che ne abbiamo parlato in casa, anzi ci abbiamo “dormito sopra” sulla questione per un anno e mezzo per poi ritrovarsi nell’imminenza della scadenza a decidere per il primo appartamento “decente” che ci è capitato sottomano (visto che qualche agenzia ha avuto la faccia tosta di proporci delle topaie a prezzi pari a quelli dell’appartamento che stavamo lasciando).
Sarà che se mi fossi reso conto prima di come era “micro” la cameretta di mio padre non l’avrei presa
Sarà che mi pesa la distanza dal mio attuale posto di lavoro (anche se è probabile che non ci sia più tra qualche mese ) (ridete pure, voi abitanti di grandi città, che vi spostate da un capo all’altro delle stesse, ma per un provinciale nato a Pistoia e che non aveva mai varcato il Serravalle come residenza, trasferirsi in Valdinievole e impiegare 30 minuti per ogni tragitto casa-lavoro, uno si stufa… eppure se vado a fare una girata nei weekend 300/400km di auto non mi pesano, e fino a 6 anni fa mi facevo comunque per lavoro un Pistoia-Montevarchi quasi una volta alla settimana...)
Sarà che ne avevo vista un’altra, in un altro blocco di nuovissima costruzione, tempo addietro, ai tempi in cui la volevo comprare, e poi è venuto fuori che il costruttore in alternativa a venderli li affittava anche, e mi mangio le mani per non averlo preso, anche se è ancora più distante dal mio attuale posto di lavoro. (anche se i tragitti casa-lavoro sarebbero diventati di 45 minuti l’uno), tanto è che continuo a farmi del male ad andare a vedere quella lottizzazione perchè ci sono passato davanti anche 10 giorni fa.
Sarà che sono 10 anni che leggo le riviste di arredamento, e che stavolta avrei voluto finalmente poterci mettere tutti i mobili come volevo io (cosa che non ho potuto fare nemmeno quando sono uscito di casa), e grazie alla fretta della scelta non l’ho fatto, e credo che certe cose, come il mobile di salotto che mi sta sullo stomaco ci rimarrà fino a quando non ricambio casa.
Sarà che ho un sacco di scatole in garage, e mi piange il cuore a dover tenerci libri e Cd e modellini perché non ho spazi idonei per contenerli, e non ho nemmeno voglia di ammattire per metterli nei mobili che ho.
Sarà che mi ci sono voluti 6 mesi per decidermi a riattaccare il lettore di DVD alla TV.
Sono l'unico a cui l'aver voluto cambiar casa ha portato a questo genere di reazioni una volta in cui nella casa ci è tornato ad abitare?
Ufffffffffffffffffffffffffffffff