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#2176
Il fondamentalismo padano: una “Jihad” in salsa lumbard
di Massimo Boschi, da Il Fatto, 14/01/2010

Additato come nemico, il modello più vicino all’intolleranza del Carroccio è proprio il fanatismo islamico

Entrambi auspicano una guerra santa, entrambi vogliono i propri simboli religiosi sulle bandiere nazionali, entrambi utilizzano la religione per pura propaganda e alimentano la paura per volontà di potere.

Le vicinanze tra i fondamentalisti islamici e i leghisti nostrani non sono mai state così evidenti. Ovviamente fare propaganda alla guerra santa tra i campi profughi piuttosto che nei bar della Padania produce effetti diversi. La violenza da una parte è solo evocata, dall’altra praticata ma, nei fatti, i leghisti inseguono gli integralisti sul loro stesso terreno.

Un esempio è l’articolo del 29 dicembre scorso sulla Padania dove Enrico Macchi attacca la Chiesa “schiacciata com'è su posizioni solidaristiche del tutto perdenti” e invoca una nuova battaglia di Lepanto “perché a volte la guerra, metaforica o meno, è necessaria per ottenere la pace”. Dalla Padania, quindi, l’invito a tutti i cristiani a coalizzarsi contro i mussulmani come fece Pio V a Lepanto. Una “Lega santa” per una “Jihad” in versione “lumbard”. Che i leghisti si ispirino ai fondamentalisti è poi esplicitato da loro stessi. Si veda la proposta di un referendum contro le moschee in Italia in nome di una presunta reciprocità: “là niente chiese, qua nessuna moschea”. In Marocco, però la Chiesa cattolica è presente con 18 chiese che possono ospitare i 20.000 fedeli presenti. In Tunisia le parrocchie sono 6, mentre i luoghi di culto in generale sono circa 15. La chiesa cattolica è presente persino in Pakistan con sette diocesi. É invece in Arabia Saudita, terra di Bin Laden, che sono proibiti gli edifici cristiani. Non risulta, però che la maggior parte degli immigrati presenti in Italia sia di origine saudita. Senza contare che centinaia di moschee sono presenti in Germania, Francia, Olanda. Evidentemente la Lega ha altre fonti di ispirazione e preferisce il modello saudita.

Ultimamente gli unici europei che stanno simpatici ai leghisti sono gli svizzeri solo perché hanno votato contro i minareti. Anche se la Svizzera ospita comunque 200 tra moschee e luoghi di preghiera islamici. Restano proprio solo i sauditi. Altrove hanno compreso che se si chiede il rispetto per la propria religione si deve rispettare quella dell’altro. In caso contrario si rischia di arrivare a quella guerra santa che sembra tanto affascinare i fanatici di ogni religione. Quelli che insieme al fanatismo coltivano un identico vittimismo.

Si legga quanto scriveva Bin Laden nel sua “fatwa” del 1996: “Non dovrebbe venirvi nascosto che il popolo dell’Islam ha sofferto per le aggressioni, le iniquità e le ingiustizie infertegli dall’alleanza di crociati e sionisti e dai loro collaboratori; a tal punto che il sangue dei musulmani è diventato quello meno prezioso e il loro benessere è il bottino nelle mani dei nemici. Il loro sangue è stato versato in Palestina e in Iraq. Le orrende immagini del massacro di Cana, in Libano, sono ancora vive nella nostra memoria. Massacri in Tajikistan, (...) Filippine, Somalia, Eritrea, Cecenia e Bosnia. Massacri che danno i brividi e scuotono le coscienze”.

Questo “invece” (si fa per dire), ha scritto il Gruppo Consiliare della Lega Nord in Emilia Romagna nell’introduzione all’opuscolo Islam e immigrazione. I numeri di un’invasione: “Nelle capitali dei paesi islamici si assaltano sedi diplomatiche, si bruciano simboli dell’odiato occidente, si distruggono chiese e si uccidono preti e missionari, si mettono bombe per annientare quel poco che resta delle comunità cristiane che da centinaia di secoli popola quei paesi”.

Da “Al Qaeda” alla Lega: stesso tono, stesso vittimismo, stesso invito alla rivolta contro il nemico religioso. Così, se da una parte si semina il terrore, dall’altra una più gestibile “fifa”, ma intanto si innalza il muro attraverso una propaganda assillante su quanto “l’altro” sia pericoloso, tra provocazioni reciproche. E se da un parte si bruciano le bandiere occidentali, dall’altra si cammina con i maiali sui terreni adibiti alle costruzione delle moschee.

Ma l’effetto più assurdo e preoccupante è quello per cui per difendere “le nostre libertà”, i leghisti propongono di limitarle costantemente e in molti, anche a sinistra, si adeguano.

Si veda per esempio la costante “talibanizzazione” delle città italiane. Ovvero il lunghissimo elenco di divieti in cui sono maestri i sindaci leghisti, seguiti purtroppo da primi cittadini di ogni colore politico in cerca di facile consenso. E così ci ritroviamo a vivere in città in cui è vietato lo stazionamento “a più di tre persone nei parchi nelle ore notturne” (come a Novara), in cui si multa un bambino di quattro anni perché mangia un panino davanti a una chiesa (Verona) in cui non si può camminare a torso nudo (Sanremo) o si segano le panchine dei parchi pubblici come a Treviso.

Mentre il ministro dell’Interno, il leghista Roberto Maroni, vieta le manifestazioni davanti ai luoghi di culto. Destino inevitabile, perché quello che spaventa realmente leghisti e fondamentalisti non è la religione altrui, ma la libertà.

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#2177
http://www.ilmessaggero.it/articolo_app ... &desc_sez=#

“Scudo”, “lodo”, “impedimento”: il copia-incolla delle leggi ideate nel laboratorio di Palazzo Grazioli
ROMA (14 gennaio) - Ad personam o ad libertatem, chiamiamole come vogliamo o come vogliono loro (Bersani, nel primo caso, e Berlusconi, nel secondo). Di fatto, è una girandola, una giostra, un viavai, un frullatore, un puzzle, un patchwork, un incastro incompiuto, un copia-incolla e pure un’araba fenice questa delle leggi grandi e piccole sui processi che riguardano magari non soltanto Berlusconi, ma soprattutto anche lui, e che si prendono la scena e il retroscena da quindici anni ormai.

L’altroieri, a un amico che è andato a trovare il premier a Palazzo Grazioli, è apparsa questa scena davanti agli occhi appena è stato introdotto nella stanza berlusconiana: Silvio in maniche di camicia, insieme a Ghedini e ad Alfano, col capo chino sulle sudate carte nelle quali i tre stavano vergando con tanto di pennarelli e di evidenziatori multicolori le nuove linee legislative sulla blocca-processi, sul processo-breve, sul legittimo impedimento e chi più ne ha più ne metta. :shock:

Un laboratorio giuridico aperto h-24, quello nella residenza presidenziale, e che sforna ipotesi di legge a getto continuo. Cambia quella. Riproponi quell’altra. Manda il primo abbozzo di legge a Gianni Letta che poi lo invia sul Colle, vai a riprendere al Quirinale la norma corretta (non più di 45 giorni di sospensione del processo, suggerisce Napolitano) e vedi se puoi accettare quei consigli (non sarebbe meglio 60 giorni, anzi 90?). Resuscita l’idea delle assoluzioni inappellabili (già le propose l’avvocato Pecorella nel 2006 e ora il Cavaliere le rimanda in pista ma nella prima versione furono parzialmente considerate incostituzionali dalla Consulta con sentenza numero 26 del 2007). Fai retromarcia sul blocca processi («Mai pensato di vararlo») e cento ne pensano, mille ne fanno o almeno ci provano. Di solito con scarsi successi.

Contando quelle relative alla materia tivvù, sono una ventina le leggi considerate, a torto o a ragione, pro-Silvio. Ora fuoriescono da Palazzo Grazioli - ma poi rientrano per essere smontate, rimontate e magari accantonate - e prima nascevano anche fuori da lì e comunque portavano nomi diventati leggendari. Come la Legge Cirami sul legittimo sospetto (anno 2002) o la Cirielli che poi diventa ex Cirielli e nel 2005 introduce una riduzione nei termini di prescrizione dei processi.

E davanti a una blocca-processi che muore (ma non è detto, visto che hanno sette vite questo tipo di creature), ecco una processo-breve che s’allarga e si restringe, si avvia in Aula al Senato ma viene rimandata in commissione giustizia a Palazzo Madama dove non la vogliono (ieri il Pd infatti ha abbandonato i lavori) e si carica di speranze e viene caricata di angosce (Fini l’appoggerà fino alla fine? Napolitano non si metterà di traverso?) e quel povero ddl sbattuto di qua e di là lungo i corridoi della politica fa davvero tenerezza in quete ore. Che immane fatica la vita d’una legge ad personam o ad libertatem! Perchè, insomma, sui lodi, sugli scudi e sulle ”ghedinate”, c’è sempre il diavoletto (un dubbio di costituzionalità, una riserva sul carattere d’urgenza del provvedimento) che rovina la festa a quelle leggine e costringe i loro artefici a rimetterci le mani.

A spostare una virgola qua, ad aggiungere un micro-comma là, ad accentuare (o a limare) un accento in quel paragrafo, a inserire una variante in quel passaggio. E non ci si stanca mai di sudare su questo castello di carte sempre uguale e sempre diverso da se stesso. Così, il Lodo Schifani del 2003 (poi dichiarato incostituzionale) diventa una sorta di Lodo Schifani Bis, prendendo però il nome di Lodo Alfano (varato nel 2008 e impallinato nel 2009 dalla Consulta) e il Lodo Alfano promette adesso di diventare Lodo Alfano Bis e poi magari Lodo Alfano Ter e anche Lodo Alfano Quater. O, a quel punto, Quartet: come se fossimo in un disordinatissimo concerto di free jazz.
omnia munda mundis

#2178
:shock: :shock:
Cellulari, decoder, computer, lettori mp3: qualunque dispositivo abbia una memoria verrà colpito da una nuova "tassa", fra qualche giorno. È quanto deciso dal decreto firmato il 30 dicembre dal ministro dei Beni e delle attività culturali Sandro Bondi. Il decreto aggiorna ed estende, a livelli inauditi in Europa, il cosiddetto "equo compenso": una somma che i produttori di beni tecnologici devono versare a Siae, a "compenso" della copia privata. Cioè del fatto che l'utente può usare quelle tecnologie per fare un (legittima) copia personale di cd e film acquistati.
http://www.repubblica.it/tecnologia/201 ... i-1953830/
omnia munda mundis

#2179
Che ne pensate della riabilitazione (o quasi beatificazione) che la figura di Craxi sta avendo in questo periodo?

#2180
chojin ha scritto:Che ne pensate della riabilitazione (o quasi beatificazione) che la figura di Craxi sta avendo in questo periodo?
Ammè inquiesta.
Oltre al fatto che non riesca a comprenderne fino in fondo i motivi.

Parliamo di un condannato, passato in giudicato, latitante. Perché, dopo vent'anni, abbiamo deciso di fargli cambiare faccia?
Allora ero troppo giovane, e adesso sono troppo poco sgamata, per comprendere appieno che sta succedendo...

#2181
Si, dai servizi del TG sembrava quasi mancasse poco alla beatificazione....allucinante! :roll: :roll:
L'eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai.
(Coco Chanel)

#2182
boo ha scritto:
chojin ha scritto:Che ne pensate della riabilitazione (o quasi beatificazione) che la figura di Craxi sta avendo in questo periodo?
Ammè inquiesta.
Oltre al fatto che non riesca a comprenderne fino in fondo i motivi.

Parliamo di un condannato, passato in giudicato, latitante. Perché, dopo vent'anni, abbiamo deciso di fargli cambiare faccia?
Allora ero troppo giovane, e adesso sono troppo poco sgamata, per comprendere appieno che sta succedendo...


quoto.
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#2183
boo ha scritto:
chojin ha scritto:Che ne pensate della riabilitazione (o quasi beatificazione) che la figura di Craxi sta avendo in questo periodo?
Ammè inquiesta.
Oltre al fatto che non riesca a comprenderne fino in fondo i motivi.

Parliamo di un condannato, passato in giudicato, latitante. Perché, dopo vent'anni, abbiamo deciso di fargli cambiare faccia?
Allora ero troppo giovane, e adesso sono troppo poco sgamata, per comprendere appieno che sta succedendo...
Idem. Intuisco che c'e' sotto qualcosa - mi sembra una cosa insensata e inutile, non puo' essere fine a se stessa! - ma non afferro che cosa sia.
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Baby is coming shopping e approvvigionamenti per il nuovo arrivo...
Vi presento... con pwd

#2185
chojin ha scritto:Che ne pensate della riabilitazione (o quasi beatificazione) che la figura di Craxi sta avendo in questo periodo?
Stavo cercando questo topic proprio per scrivere lo stesso commento. :?
Mi "consola" pensare che al sondaggio de La7 sul commento di Schifani "Craxi vittima sacrificale" il 94% dei votanti ha detto NO. Magra consolazione, però. :roll:
Mi chiedo cosa stiano combinando (tutti). :evil:

#2186
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Beh.. secondo me la riabilitazione ha il suo bel motivo ovvio:
secondo me, negli anni '80 Berlusconi emergente, non poteva non essere un protetto di Craxi ad altissimi livelli che Tangentopoli non è riuscito a scalfire.
Notoriamente Craxi e le leve più alte del pentapartito avevano consolidato un sistema di favori di scambio sopratutto con l'imprenditoria milanese.
E poi non bisogna dimenticare infatti cha grazie alla presidenza socialista ed ai socialisti milanesi proprio il 'mangiacomunisti' ha consolidato ed accresciuto a livello nazionale il suo potere di imprenditore/editore (chi non ricorda il cd. 'Decreto Berlusconi' per salvaguardare il trust televisivo Mediaset, dell'84?).. :roll:

#2187
lot ha scritto:
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Beh.. secondo me la riabilitazione ha il suo bel motivo ovvio:
secondo me, negli anni '80 Berlusconi emergente, non poteva non essere un protetto di Craxi ad altissimi livelli che Tangentopoli non è riuscito a scalfire.
Notoriamente Craxi e le leve più alte del pentapartito avevano consolidato un sistema di favori di scambio sopratutto con l'imprenditoria milanese.
E poi non bisogna dimenticare infatti cha grazie alla presidenza socialista ed ai socialisti milanesi proprio il 'mangiacomunisti' ha consolidato ed accresciuto a livello nazionale il suo potere di imprenditore/editore (chi non ricorda il cd. 'Decreto Berlusconi' per salvaguardare il trust televisivo Mediaset, dell'84?).. :roll:
ok allora non sono l'unica ad aver pensato queste cose...

#2188
http://www.corriere.it/politica/10_genn ... aabe.shtml

ve ne trascrivo un pezzo:

LA CELEBRAZIONE - Nel suo intervento su Craxi, Schifani ha ricordato che il leader socialista «per la sua cultura non concepiva la politica al di fuori dei partiti e, pur avendo più di ogni altro compreso le fragilità e la necessità di una riforma del sistema, ad esso rimase fino all’ultimo fedele». Il presidente del Senato ha citato «quel famoso intervento» pronunciato da Craxi il 2 luglio 1992 alla Camera: «Un forte richiamo alla responsabilità collettiva di tutti gli attori del sistema politico di allora di fronte alla crisi morale, istituzionale ed economica che toccava in quei giorni il suo momento più alto». «Una crisi - ha sottolineato Schifani - legata anche a fenomeni diffusi di corruzione della vita pubblica e che, come si vide negli anni seguenti, chiuse l'esperienza della "Repubblica dei partiti", segnandone la fine. Una crisi che vide offerta, da un ceto politico intimorito ed esausto, come "vittima sacrificale", la figura dello statista che qui oggi ricordiamo. E da qui l'aggressione (non solo morale), il processo, la condanna, la forte determinazione a trascorrere gli ultimi anni di vita all'estero e la morte che lo colse in terra straniera». Schifani ha concluso: «Ritengo che gli anni trascorsi ci consentano di esprimere oggi quel giudizio storico più sereno e obiettivo che quei momenti drammatici ormai lontani non consentirono di dare».

...resto basita. Come si può parlare di richiamo alla responsabilità da parte di uno che ha rubato e che si è sottratto per anni alla giustizia? uno che le sue responsabilità non se le è mai assunte, scaricandole sugli altri? che razza di esempio è? il fatto che all'epoca facessero tutti così nulla toglie alle sue responsabilità, nè lo giustifica.

Riabilitano craxi x riabilitare il berlusca, facendoci abbassare sempre di più la fragile asticella della morale e dell'etica nella vita pubblica... che depressione. voglio tornare tra i koala!!
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Casa Spozilli
Babyzillo

#2189
da la stampa:

Vendola: ma ormai sono impermeabile

GUIDO RUOTOLO
ROMA
Anche Nichi Vendola, governatore della Puglia, pensa a «possibili strumentalizzazioni delle indagini», per dirla con il procuratore di Bari, Antonio Laudati. Anzi, il governatore vede un complotto dietro la fuga di notizie che a poche ore dalle primarie sul candidato a guidare lo schieramento del centrosinistra ha rivelato che è indagato per concussione: «E’ una costante strumentalizzazione di vicende che non hanno alcun rìlievo penale e che rischiano di diventare un’arma impropria della politica. Dietro quest’offensiva c’è una macchinazione violenta che cerca di colpire la mia persona».

Governatore, chi vuole impallinarla politicatamente?
«Non sono più interessato a smascherare, a conoscere il mio denigratore. Mi sento impermeabile ai suoi schizzi di fango. Sono impegnato in una battaglia politica molto dura su più fronti: target del centrodestra ma anche bersaglio di fuoco amico. Sono da sei mesi al centro di un tentativo di strumentalizzazione: le mie foto vengono associate alle inchieste sulla prostituzione e sulla cocaina. La mia convocazione in Procura è stata preannunciata una settimana prima con un clamore mediatico senza precedenti».

Lei lanciò accuse al vetriolo contro il pm Digeronimo...
«Per me è concluso il ciclo delle emozioni legate alle inchieste giudiziarie. Sono estraneo a qualunque illecito penale. Capisco di essere un’anomalia e non riesco a darmi una spiegazione sul perché mi ritrovi coinvolto in vicende giudiziarie dalle quali mi sento profondamente estraneo».
Un’anomalia rispetto a cosa?
«Un’anomalia politica. La Puglia è un laboratorio di riformismo radicale. Peccato che qualcuno l’abbia voluto trasformare in lotta di potere, mandando a quel paese una stagione di successi indubitabili».

Ce l’ha con Massimo D’Alema che da Taranto profetizza una sua vittoria alle primarie e una sconfitta alle elezioni?
«Disco incantato. Lo diceva anche nel 2005, e le cose andarono diversamente».

Come ha reagito il suo elettorato di fronte alla notizia di Vendola indagato per concussione?
«Con una diffusa indignazione. I pugliesi in generale, non solo i miei sostenitori, percepiscono una macchinazione violenta che cerca di colpire la mia persona».

Sarà certamente innocente, ma converrà, governatore, che un politico indagato dovrebbe farsi da parte...
«Per quella telefonata nella quale mi schiero per il ritorno in Puglia di un grande cervello emigrato negli Stati Uniti, il professore Giancarlo Logroscino? Ripeto, questi cinque anni di governo della Puglia sono un’anomalia che vogliono cancellare».

Sarà, ma non può negare che la sanità pugliese oggi si coniuga come questione criminale e giudiziaria...
«La nostra reazione, a fronte di un solo avviso di garanzia che ha coinvolto un nostro assessore che si è subito dimesso (Alberto Tedesco, ndr), è stata cristallina: non abbiamo fatto finta di nulla, non ci siamo dichiarati vittime di un complotto politico-giudiziario. Ci siamo assunti le nostre responsabilità politiche».

Ha ricucito i rapporti con il sindaco di Bari, Michele Emiliano?
«Emiliano è una delle espressioni più importanti del centrosinistra al Sud. E’ un grande sindaco degno di passare alla storia».

#2190
E per le Regionali il Cavaliere diventò un po’ juventino
:shock: :shock: Girando per Montecitorio in tempi di crisi economica e di elezioni regionali ci si imbatte sempre più spesso in conversazioni preoccupate. Qualche giorno fa, per esempio, il berlusconiano Paniz si rivolgeva al suo intrelocutore dicendogli che «vista da dentro la situazione è molto più grave di quello che sembra. Domenica sono stato a Verona e... il punto critico non è Ferrara». Problemi politici con la Lega alla vigilia della campagna elettorale? Tensioni nel Pdl della città estense? Qualche attimo e i dubbi vengono meno: «Stasera viene appositamente a Roma Cobolli, ci vediamo a cena per capire come affrontare la situazione...». Non crisi economica, dunque, ma di gioco! L’avvocato Paniz è il presidente dello Juventus club Montecitorio, l’influentissimo circolo bianconero e, qualche giorno prima dell’odierno match clou con la Roma, ha deciso di vedersi con l’ex presidente della Juve per capire come aiutare la Vecchia Signora ad affrontare la crisi. Con l’obiettivo di un tornaconto non solo sportivo ma anche politico.Il Piemonte è una delle regioni più difficili per la destra e per il Cavaliere intestarsi la rinascita della Juventus (che domenica scorsa Galliani ha calorosamente augurato a Bettega in tv) potrebbe essere un merito non da poco. Pazienza per Roma e per le sue squadre. :shock: Troveranno un loro modo per farsi voler bene dalla politica. Anzi, a dire il vero ci stanno già provando. Non passa settimana senza che il presidente della Lazio Claudio Lotito corra a far visita al presidente della Camera Fini o al sottosegretario Letta. Il noto imprenditore vorrebbe una candidatura con Renata Polverini, magari nel “listino” in modo da risparmiarsi la ricerca delle preferenze necessarie all’elezione: il momento difficile attraversato dalla sua gloriosa società rende infatti improbabile una pioggia di preferenze. Lotito dai banchi della Pisana potrebbe vedere realizzato il suo sogno: “La Città dello Sport”, con lo “Stadio delle Aquile”(fascino dell’impero), da costruire su terreni di sua proprietà. Un progetto ambizioso al quale si era opposto il sindaco Veltroni, e che invece ha trovato in Alemanno un’accoglienza decisamente più calorosa. Se in caso di vittoria della destra anche la Polverini ci stesse...
23 gennaio 2010 UNITA'
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