cyberjack ha scritto:una cosa tra tutte, per motivare l gente ad andare a votare, che ho letto una pagina o due fa:
Volete che i vostri figli si trovino governati da Renzo Bossi?
prepariamoci ad aprire un bar sulla spiaggia ad Aruba
http://www.italiaoggi.it/giornali/detta ... iTestate=1
Se vince la Lega, sorci verdi per la Marcegaglia
I COMMENTI
Di Edoardo Narduzzi
L'analisi
I sondaggi sono talmente favorevoli che perfino la dirigenza leghista preferisce non commentarli troppo. Alle prossime regionali il partito di Bossi rischia davvero di fare il cappotto al Nord. In Veneto le previsioni indicano un possibile risultato tra il 35 e il 40%, in Piemonte Cota veleggia verso il 20% e in Lombardia i formigoniani iniziano a mettere in conto che, tra i risultati possibili ci sia anche quello dello scavalcamento della Lega, che può diventare il partito di maggioranza relativa in Lombardia. Ma anche in Emilia e in Liguria le cose vanno bene per gli uomini del carroccio. Insomma, a fine marzo, il territorio dove si produce una parte importante della ricchezza annuale italiana e la quota più significativa delle esportazioni potrebbe decretare un federalismo di fatto. Una modifica materiale della carta costituzionale e dei meccanismi di tassazione e di redistribuzione del pil tra le varie regioni del paese. Ma soprattutto rischiano di uscire molto modificati i rapporti economici storici del Belpaese. La Confindustria incentrata sul salotto buono, per esempio, potrebbe diventare un ricordo novecentesco sostituita da una nuova organizzazione federale delle imprese italiane. Una Confindustria molto meno interessata a discutere o a farsi notare a Roma e dintorni e molto più territorializzata. Soprattutto, una Confindustria tagliata in due tra un Nord nel quale il peso delle piccole e medie imprese, dietro la spinta del successo leghista, è destinato a crescere e un Centrosud fermo alle logiche associative tradizionali e stagionate. Presto a viale dell'Astronomia potrebbero essere costretti a pensare in maniera molto diversa anche in termini di leadership. Se la Lega stravincesse alle prossime regionali, diventando un partito cardine per la governabilità dell'economia italiana, allora sarà normale pensare a un prossimo presidente di Confindustria espressione delle province subalpine lombarde oppure del Veneto. I grandi elettori oggi presenti nell'organizzazione imprenditoriale riconducibili all'azionista ministero dell'economia dovrebbero avere tutto l'interesse ad assecondare una nuova stagione di politica della rappresentanza delle imprese: più diffusa, più vicina alle realtà che producono valore aggiunto e competono nei mercati internazionali, più sensibile alle esigenze di modernizzazione della pubblica amministrazione, più distante dalla logica della crescita basata sul disavanzo pubblico che ancora ha troppo ruolo a Roma e dintorni. E soprattutto una dirigenza confindustriale pronta ad avallare la riforma federale del fisco italiano.