come volevasi dimostrare...http://www.corriere.it/cronache/09_otto ... aabc.shtml
E d'improvviso la vita nei campi è diventata ancora più insopportabile. «Jì l'ero ittu a maggio», lo avevo detto a maggio. Corradino Tarquini trema di freddo e di rabbia. È un anziano di 73 anni, occhi chiari, barba sfatta, un cappuccio di lana in testa. Mostra il pavimento di tela della sua tenda completamente zuppo di acqua e fango. Il vento l'ha quasi sradicata, dalle fessure alla base entravano rivoli di pioggia. «
Se ci avessero ascoltato, avrebbero messo subito i prefabbricati, e poi avrebbero requisito le case sfitte. E adesso saremmo tutti qui, non sparsi chissà dove, negli alberghi e al mare. E io non sarei solo come un cane, come mi sento in questo momento».http://www.ilcapoluogo.com/e107_plugins ... tent.20605
Non chiamiamoli IRRIDUCIBILI, per favore, ma persone a cui era stato promesso che entro ottobre avrebbero avuto una casa. Sono stati illusi da qualcuno che ora deve assumersi le proprie responsabilità"
L'Aquila, 15 ott - "Non chiamiamoli IRRIDUCIBILI, per favore, ma persone a cui era stato promesso che entro ottobre avrebbero avuto una casa. Sono stati illusi da qualcuno che ora deve assumersi le proprie responsabilità"così esordisce il vice presidente del Consiglio Regionale, Giorgio De Matteis, questa mattina in conferenza stampa.
"Noi siamo a disposizione per trovare soluzioni al problema abitativo e non per mettere i bastoni tra le ruote, questo deve essere chiaro! Non voglio fare la parte della cassandra ma questa sistuazione drammatica era stata ampiamente prevista e sollevata. All'Aquila bisognerebbe allestire container, moduli provvisori o su ruote e sistemarli sulle aree gia' attrezzate e disponibili dove prima sorgevano le tendopoli, in modo da dare un ricovero ai seimila sfollati che ancora vivono nelle tende".
"Le
strutture alternative come le casette di legno, le case mobili, i container non potevano essere presi in considerazione allora, altrimenti il Progetto C.A.S.E. come sarebbe decollato? Chiediamocelo perchè nei centri limitrofi le case di legno si sono potute fare e, all'Aquila, invece, è l'ultima ratio di una situazione ingestibile. Non e' possibile - ha continuato De Matteis - che in questa situazione alcuni facciano la figura dei salvatori della patria e altri dei rompiscatole. Chi ha creato questa situazione - ha concluso il consigliere - lo risolva"
"Tra gli spazi disponibili, la caserma Campo Mizi (600 posti), quella della Guardia di Finanza (1.500 posti) e i diversi appartamenti sfitti le cui requisizioni - secondo De Matteis - vanno ancora troppo a rilento.
Container e moduli provvisori, inoltre, potrebbero far risparmiare soldi pubblici poiche' non si dovrebbe piu' pagare i gestori delle strutture dove adesso sono ospitati gli sfollati. Lo Stato - ha continuato De Matteis - per una famiglia ospitata durante l'estate in albergo ha speso in media circa 6.500 euro, una cifra che andra' inevitabilmente a crescere con l'arrivo dell'inverno e a cui bisognera' aggiungere anche il costo dei riscaldamenti". Sul progetto "Case", De Matteis ha continuato - "i 15mila appartamenti che stanno costruendo sono, nei fatti, una new town e resteranno li' per i prossimi sessant'anni".
"Non sta scritto in nessuna legge che la Protezione Civile si debba occupare di ricostruzione come invece sta facendo. Smettiamola con il 'gioco delle parti' tra Bertolaso e Cialente: non si possono contestare le scelte della Protezione Civile in merito al problema abitativo e poi scrivere una lettera insieme per convincere gli aquilani ad andarsene senza aver dato loro alcuna soluzione.
La chiusura delle tendopoli senza un'alternativa dignitosa è un'azione vergognosa: una cosa è dare un tetto e un'altra è dare una casa, e tutti hanno diritto ad avere una casa".
"Bertolaso e' Commissario all'emergenza e risolva l'emergenza che e' ancora in atto e nessuno si azzardi a "minacciare" i cittadini che ancora si trovano nelle tendopoli per 'convincere' gli sfollati a lasciare le tende: non si tratta di persone che hanno scelto di RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE, ma sono solo atti di disperazione di persone alle quali prima era stato detto che le A), le e le C) sarebbero partite quest'estate, e così non è stato;
poi hanno avuto promesse e rassicurazioni che dalle tende sarebbero passate direttamente nelle case; poi sono state convinte ad iscrivere i figli a scuola all'Aquila e ora si trovano costretti a sacrifici per chissà quanto tempo."
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A distanza di più di sei mesi e con tanti censimenti non si hanno dati sulle persone rientrate nelle case, o altri dati per poter fare una programmazione seria. Perchè non escono i dati, i punteggi, le graduatorie? Si abbia l'umiltà di dire che la situazione è sfuggita di mano e non si sa dove mettere le persone: chi ha creato il problema ora lo risolva e non faccia passare gli sfollati per IRRIDUCIBILI ostinati e capricciosi. Io dico che si dovrebbero scrivere meno lettere, comparire meno in televisione e sulla stampa e fare molto di più, come ad esempio il Prefetto Gabrielli che, in silenzio e senza clamori, sta facendo l'impossibile, 24 ore su 24, e con una sensibilità e una concretezza fuori dal comune."
In conclusione De Matteis ha sollevato due ulteriori questioni:in primis l'Ospedale dell'Aquila che non può avere gli stessi 150 posti di qualche mese fa con tutte le persone che ci sono ora. "Non si cerchi di depotenziare questa struttura ma, anzi, di potenziarla. Così come lo scippo che si sta cercando di attuare in merito all'esame per gli avvocati. Nella riunione tecnica per verificare la fattibilità dell'esame era stato deciso che non ci sarebbero stati problemi per gli esaminandi ma ora viene fuori la loro presunta sicurezza in caso di scossa. E noi? siamo forse figli di un dio minore? A noi ci viene detto di stare tranquilli e l'Ordine Forense, invece, sta cercando di spostare l'esame verso altri lidi. Viste le rassicurazioni della Protezione Civile e della Regione si ha il dovere di studiare una soluzione da qui a dicembre anche con strutture mobili e impedire un ulteriore scippo a danno della nostra città".
di Maria Cattini