La Redazione Consiglia

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#931
:lol: SSTT Ghedini sta studiando...ma non è una querela....
:lol: Depositate le memorie dai legali della procura di Milano e del premier
Il 6 ottobre l'udienza: dalle prime indiscrezioni prevarrebbe il no alla legge
"Lodo Alfano privilegio illegittimo"
alla Consulta parte la guerra legale
di LIANA MILELLA


Angelino Alfano
ROMA - "Privilegio illegittimo" per una legge "criptopersonale". Il lodo Alfano "incostituzionale" come il suo recente antenato, il lodo Schifani. La Consulta lo bocciò, era il 20 gennaio 2004, e adesso non può che mettere l'identico timbro sul suo figlioccio che lo riproduce in fotocopia. La procura di Milano e il suo avvocato, il presidente dei costituzionali italiani Alessandro Pace, versus il duo Niccolò Ghedini-Pietro Longo che sostengono le ragioni del Cavaliere. Guerra legale a colpi di memorie fresche di deposito nel palazzo che fronteggia il Quirinale e dove solo dalla prossima settimana si riprenderà a lavorare in un clima sospettoso e blindato.

Meno 21 giorni all'appuntamento giudiziario più importante dell'anno, l'udienza pubblica del 6 ottobre alla Consulta sul lodo Alfano, lo scudo che consente di sospendere i processi per le quattro più alte cariche dello Stato, ma che finora ha congelato "solo" tre processi di Berlusconi, Mills e diritti tv a Milano, compravendita dei senatori a Roma. Legge bocciata ad horas da oltre cento costituzionalisti che la etichettarono come incostituzionale e che altri 36 difesero. Giuristi progressisti contro conservatori.

Meno 21 giorni e lo scontro si svolgerà nell'aula delle udienze, tutta oro e stucchi, della Consulta. Poi sarà camera di consiglio super segreta. Il presidente Francesco Amirante vorrebbe una pronuncia rapida per via di un viaggio che due giorni dopo lo porterà a Lisbona, ma tutto dipenderà dalla discussione e dagli schieramenti. Le prime indiscrezioni danno un primo possibile esito: su 15, otto per la bocciatura, cinque contrari, due incerti. Da questi dipenderà il destino della legge che, se cassata, metterà in seria crisi il governo.

"Incostituzionale". Non ha dubbi il professor Pace. Lo argomenta in due lunghe memorie (44 e 36 pagine) che fanno da contraltare a quelle più smilze di Ghedini-Longo (sette più sette). :lol: (poteva allungare con tanti "ma va la") 8) Se i due sostengono che il lodo "non è un'immunità", anzi garantisce "il diritto alla difesa" di Berlusconi e soprattutto ha tenuto in buon conto la bocciatura della Consulta della vecchia legge, Pace la pensa all'opposto. Cita a mo' d'esempio la famosa sentenza della Suprema Corte Usa del '97 in cui, quando Clinton si difendeva dalle accuse di sexual harassment di Paula Jones e chiedeva una sospensione del processo per i suoi impegni di presidente, si beccò un secco niet perché quei reati non attenevano alla sua funzione pubblica.

E poi il governo "si è mosso illegalmente come aveva fatto cinque anni prima", mettendo nel cestino la sentenza della Consulta che, bocciando la Schifani, aveva provocato la ripresa del processo Sme. Il vulnus più grave è proprio la mancata costituzionalità della legge che, per Pace, la Corte "implicitamente" aveva già sanzionato quando parlava della violazione degli articoli 3 e 24 della Costituzione, uguaglianza e diritto alla difesa che "in quanto norme parametro si pongono a un livello gerarchico superiore". Qui restano i punti critici, la parità di trattamento tra il premier e un cittadino comune violata, pur per reati comuni, l'automatismo di un lodo senza alcun filtro, l'irrazionalità di un premier che gode di un "privilegio" che i ministri non hanno (e neppure il presidente della Consulta e i governatori regionali), un processo che si allunga a dismisura contro la "ragionevole durata". Il Guardasigilli Alfano, con una mano, vuole contenerlo in sei anni, ma con l'altra, per Berlusconi, viola la regola che lui stesso ha posto. Paradosso di una legge "criptopersonale".

#932
loremir77 ha scritto:
chiaretta ha scritto:
L’opinione di tutti gli stranieri che capita di incontrare da qualche mese a questa parte è unanime: “Non ci stupisce più il vostro premier, ma ci stupiscono gli italiani che ancora sopportano di esser rappresentati da un simile personaggio”.
è vero... ed è triste che sia vero.

Sullo stipendio di Vespa, pensavo prendesse addirittura di più... Sia perchè pare che il programma si paghi da solo con le pubblicità, sia dopo aver saputo ieri quanto danno a Baby Bossi, 20 enne al primo impiego e con un cv che sarebbe eufemistico definire scarno...
inutile negare che solo il 15-20% degli italiani compra un quotidiano e il restante 80% guarda il tg per informarsi.
certo se danno retta solo a quelli.. SB è un semidio.
:roll:
comunque ieri sera l'ho visto a spizzichi.. non ce la facevo.. ma anche Vespa quando SB ha detto che era meglio di De Gasperi ha tentennato.. :roll:

INCREDIBILE mi sembra poi l'affermazione che la televisione di Stato in quanto tale NON DEVE criticare il governo.
ma quando c'era la sinistra allora si?!?

quello che mi fa in...are è che ti rigirano le cose a loro uso e consumo.
fanno affermazioni che poi smentiscono... "io.. non le ho mica dette queste cose.. colpa dei comunisti! sono loro che mettono in giro falsità".. io non so come fanno ancora a credere a qualsiasi qualsiasi qualsiasi cosa che esce da quella bocca.
:?
Io non l'ho visto, ho spento la TV.

Probabilmente continuano a votarlo perchè rappresenta un modello: sono come lui o aspirano ad essere come lui (tralasciamo per pietà i discorsi che ho sentito quest'anno al mare....)
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#933
non sarà mai peggio di quello che mi disse che SB era già ricco di suo quindi era + facile che non avrebbe rubato qualcosa agli italiani. prodi invece era poveraccio quindi era + facile che gli venisse voglia di intascarsi qualcosa. :roll: :roll: :roll:
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#934
E poi, (leggendo Repubblica), è illuminante come, in tre ore di monologo di cui due abbondanti passate a sparare bordate contro la stampa e i "comunisti" (ma nessuno gli deve aver detto che il suo amicone Putin è..... comunista :lol: ), abbia liquidato la questione Fini... per la serie "il partito è mio e si fa come dico io, agli elettori dico di votarmi per farmi fare come mi pare":


"Berlusconi su Fini: "Problemi suoi non miei, due concezioni diverse del Pdl

A Porta a Porta il premier lancia una stoccata al presidente della Camera

"Lui professionista della politica, io no. Vedo i partiti come movimenti"

ROMA - Nel giorno in cui sale la tensione nel Pdl con la lettera dei parlamentari ex An che chiedono più collegialità nelle decisioni, il presidente del Consiglio usa la tribuna di Porta a Porta, ufficialmente dedicata alla ricostruzione in Abruzzo, per spiegare la sua posizione nella querelle che lo oppone al presidente della Camera Gianfranco Fini. E le sue parole non sembrano molto concilianti: "Non ci sono problemi da parte mia. E' una situazione che è stata evocata dal presidente della Camera. Io non ho problemi riguardo al funzionamento del Pdl. Ci sono due concezioni diverse in campo". E poi spiega: "Io sono per un movimento aperto, che si organizza per affrontare il momento elettorale. Per Fini, invece, come per i professionisti della politica, i partiti devono avere funzioni più allargate, discutere le decisioni che vengono poi prese dai gruppi...".

Democrazia interna, lo interrompe Vespa. "Democrazia interna? In Forza Italia ce n'era fin troppa. Ho sempre detto che era un partito anarchico".

Il Cavaliere rivendica però di aver "introdotto una nuova moralità nella politica: ho detto prima con chi mi sarei alleato, su quale programma, chi sarebbe stato il presidente del Consiglio, introducendo anche il nome Berlusconi sul simbolo elettorale".

Ma Fini non è stato coinvolto poco nelle decisioni del Pdl? "Ma Fini - replica Berlusconi a Vespa - fa il presidente della Camera. Tutte le volte che mi ha chiamato perchè riteneva di dover discutere con me, sono andato...". Inoltre, aggiunge il premier, le decisione prese nel partito dalla fondazione ad oggi sono state prese "tutti d'accordo" tra i coordinatori, "uno dei quali è Ignazio La Russa".

Sulla lettera dei parlamentari ex-An, il premier sembra più disponibile, anche se la sua risposta resta abbastanza sul terreno tecnico. Berlusconi dice che sarebbe il "più felice di tutti" se potranno essere discusse le proposte all'interno del Pdl attraverso la creazione di un "organo informale", un sorta di "caminetto" con i coordinatori del partito ed i capigruppo di Camera e Senato. Questo organismo potrà valutare - ha tra l'altro detto il premier - anche le le materie oggetto degli incontri con Bossi ad Arcore.
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#935
loremir77 ha scritto:non sarà mai peggio di quello che mi disse che SB era già ricco di suo quindi era + facile che non avrebbe rubato qualcosa agli italiani. prodi invece era poveraccio quindi era + facile che gli venisse voglia di intascarsi qualcosa. :roll: :roll: :roll:
Ahimè, questo discorso l'ho già sentito anch'io....
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#936
Comunque... il puntatone celebrativo ha fatto il 13% di share.. :lol:

ha vinto Grabriel Garko.. :lol: :lol:
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#937
"Il coltello del potere

Giuseppe D'Avanzo

Ora che si annuncia il character assassination di Gianfranco Fini, come per la brutale liquidazione del direttore dell'Avvenire, non tiene conto discutere di chi preme il grilletto.

Quel che conta è mettersi dinanzi la figura del mandante, le ragioni della sua mossa intimidatoria per fermare l'immagine della scena distruttiva in cui siamo precipitati. Quel che accade, non c'è altro modo per dirlo: Silvio Berlusconi, con il suo giornale, avverte il partner che, en passant, è anche la terza carica della Repubblica. Lo minaccia con formule che fanno venire il freddo alla nuca: "Ultima chiamata per Fini... Fini ha l'esigenza immediata di trovare una ricollocazione: o di qua o di là. Non gli è permesso... Deve risolversi subito... E ricordi che, bocciato un Lodo Alfano, se ne approva un altro". E infine, lo scintillio del coltello: "Ricordi che delegare i magistrati a far giustizia politica è un rischio. Perché oggi tocca al premier, domani potrebbe toccare al presidente della Camera. E' sufficiente - per dire - ripescare un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza nazionale per montare uno scandalo. Meglio non svegliare il can che dorme".

Nella "strategia della tensione" (le Monde), inaugurata per l'autunno dal capo del governo, il giornalismo diventa strumento di intimidazione e minaccia. Ce ne possiamo meravigliare? L'avevamo già visto all'opera contro Dino Boffo, quel giornalismo assassino. Quel che conta è scorgere dietro quell'alterazione dell'informazione, la manovra politica, seguire i passi del manovratore. Anche quel dispositivo si era avvistato per tempo. Dopo il rimescolamento nell'informazione controllata direttamente o indirettamente dall'Egoarca, era già chiaro in luglio che sarebbe cominciato il tempo dell'aggressività. Non era difficile prevedere che una stagione di prepotenza avrebbe demolito deliberatamente i non-conformi, degradato i perplessi, umiliato gli antagonisti. Dentro la maggioranza o nell'opposizione. Dentro la politica o fuori della politica. Nel mondo dell'impresa, della società, della cultura, dell'informazione. Nessuno oggi - si deve aggiungere - può dirsi al sicuro dalle ritorsioni dell'Egoarca. Non lo è stata la moglie del premier, la madre dei suoi figli, che per prima ha subito un mortificante rito di degradazione. Non lo è stata la Chiesa dei vescovi italiani, umiliata con le accuse taroccate al direttore dell'Avvenire. Ora tocca al presidente della Camera al quale viene interdetto, con la minaccia di "uno scandalo", di manifestare il proprio pensiero, che poi dovrebbe essere un suo diritto costituzionale. Vale la pena di parlare di Costituzione. Nel lavoro assegnato dal capo del governo al suo giornale, c'è innanzitutto la distruzione dei principi della Carta. L'Egoarca sa che la Corte costituzionale potrebbe cancellare la legge che lo rende immune e fa sapere che se ne impiperà. Farà approvare una nuova legge. Disporrà che sia "immediatamente in vigore". I giudici sono avvisati. Del Parlamento l'Egoarca non se ne cura, è un trascurabile accidente. Se il presidente della Camera ritiene di doversi mettere di traverso, magari rispettando i regolamenti, sappia che finirà nel tritacarne di uno scandalo che non c'è, ma che i media controllati faranno credere vero e infamante. Fini è anche co-fondatore del partito del presidente del Consiglio, è un uomo libero che liberamente - anche se in contrasto con il partner politico - esprime le sue convinzioni su temi (immigrazione, fine-vita) sensibili e controversi. Il presidente del Consiglio gli fa sapere che deve tacere, adeguarsi, rendere le sue idee conformi. In caso contrario, la "macchina della calunnia", che ha organizzato in Sardegna e ad Arcore quest'estate, lo stritolerà.

Il paradigma che informa, in questa stagione, l'Egoarca è soltanto un fragoroso, orientale abuso del potere. Berlusconi ha rinunciato anche all'obiettivo dichiarato di ridurre i poteri plurali e diffusi a vantaggio di una forma politico-istituzionale accentrata nella sua figura di premier cancellando il quadro politico dove competono le forze sociali e politiche, rivendicando le sue decisioni direttamente in televisione in nome della legittimità conquistata con il voto. Oggi, Berlusconi non reclama più nemmeno la legittimità di quel potere. Preferisce mostrarne, senza alcuna finzione ideologica, con immediata concretezza, soltanto la violenza pura. Gli interessa soltanto alimentare l'efficienza di una macchina di potere che non vive di idee, progetti, discussioni, riforme, alterità, ma di brutalità, imperio, conformismo e terrore. Quel che si intravede è un uomo solo, circondato da cattivi consiglieri, prigioniero di una sindrome narcisistica, incapace di fare i conti con una realtà che non controlla più, che non riesce più annullare. Illiberale fino alle midolla, avverte il declino e vede ovunque oscuri pericoli. Nella stampa estera, nelle cancellerie europee, nell'Ue, tra i suoi alleati di governo e di partito, nelle gerarchie ecclesiastiche, nella magistratura, nell'informazione pubblica. Ogni dissenso - anche il più motivato e amichevole - gli appare un atto persecutorio cui replicare "colpo su colpo". Questa deriva rende oggi Silvio Berlusconi un uomo violento e pericoloso. Nella sua crisi trascinerà lo Stato che rappresenta. Lo abbiamo già detto e ogni giorno diventa più vero. La scena in cui siamo precipitati è la decadenza di un leader che non accetta e non accetterà il suo fallimento. Trascinerà il Paese nella sua sconfitta, dividendolo con l'odio."



Fin troppo lucida come analisi....
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#938
a leggerlo mi vengono i brividi.. :shock:
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#939
Mi è capitata recentemente sott'occhio questa dichiarazione di Franceschini, che spiega purtroppo con lucido cinismo il perchè le persone continuano a non preferire il centro sinistra:

"La destra italiana in questi 15 anni ha avuto stabilità negli assetti e un leader unificante.
Così ha potuto costruire una identità, percepita da tutti, attorno ad alcuni messaggi chiari: sicurezza, libertà di fare ogni cosa, meno Stato.

Il nostro campo nello stesso periodo ha avuto instabilità totale nei leader, nei partiti, che si sono sciolti, ricostituiti, sostituiti, nei governi fragili. E così non siamo riusciti a trasmettere che sensazioni indistinte, non messaggi chiari e univoci.

Se voti destra sai cosa voti.
Se voti di qua non sai cosa voti.

E’ questo, più di ogni altra cosa, che spiega la sconfitta dello scorso anno e i risultati negativi delle amministrative e delle europee."


:roll:
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#940
Da ilcapoluogo.com, quotidiano on line de L'Aquila:

Non è facile dire quale delle due condizioni esistenziali sia la peggiore: se essere liberamente ingannati e presi in giro delle massime autorità dello Stato o se esserne consapevoli, averci fatto l’abitudine ed esserne miseramente rassegnati.

Una cosa è certa: l’inganno è facilmente sovvertibile, la rassegnazione molto meno.

Dopo oltre 5 mesi dal sisma, il centro storico del capoluogo abruzzese, ad esclusione di due sole strade, è ancora interamente chiuso.

Due sole le strade aperte al pubblico, avvolte da un silenzio surreale, interrotto dal vociare sommesso di pochi curiosi, reporters e cittadini ancora troppo increduli. L’assenza di ogni forma di vita animale è la curiosa dimostrazione di una città lasciata in balia di gru, operai e protezione civile. Nient’altro.

Nel disperato tentativo di mostrare una normalità ancora inesistente, il sottosegretario e capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, annunciava con macerato orgoglio la riapertura al traffico (pedonale ed automobilistico) della tristemente celebre Via XX Settembre in occasione della visita del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, avvenuta il 6 settembre scorso.

Ieri, 11 settembre 2009, la via in questione era ancora completamente chiusa. Accessibile solo ai mezzi di Protezione Civile e Vigili del Fuoco. Nessun altro può metterci piede.

E’ solo l’ultima delle grandi prese in giro che stanno rendendo i cittadini aquilani nuovi protagonisti delle barzellette governative, in sostituzione degli ormai antiquati Carabinieri.

Il primo maggio, all’unisono, Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso promettevano con sicurezza la consegna delle C.A.S.E. per 13 mila persone entro settembre o ottobre. La chiusura dei lavori per alcuni dei cantieri viene oggi datata 31 dicembre, data a cui vanno aggiunti tempi di collaudo e di sistemazione delle famiglie per ottenere la data finale di "reale utilizzo".

Pochi giorni dopo il terribile sisma il governo prometteva una sistemazione immediata e sicura per l’intera popolazione sfollata. Lo ha ribadito, soprattutto per bocca del suo "comandante", il Presidente Silvio Berlusconi, nei giorni successivi. E lo ribadisce ancora oggi.

In base alle cifre fornite dal censimento ufficiale della Protezione Civile, 36 mila sono le persone che non potranno riavere la propria abitazione se non nel giro di qualche anno, perché completamente (o quasi) rasa al suolo. 15 mila i posti-letto messi a disposizione del Piano C.A.S.E. e dai M.A.P. (i pochi moduli abitativi in legno).

Le altre 21 mila persone? Stando alla realtà dei fatti, sparsi tra gli alberghi della regione per anni, ed anni, ed anni.

Il giorno di Ferragosto Berlusconi annunciava per il 4 settembre l’apertura del cantiere di Cese di Preturo. Oggi, 12 settembre, il cantiere è ancora in piena attività.

Nelle prime conferenze stampa post-disastro, Berlusconi annunciava lo stanziamento di 8 miliardi iniziali per la ricostruzione. Il decreto "Ricostruzione" approvato in Parlamento stanzia 5,8 miliardi di euro fino al 2032. E 2,9 miliardi aggiuntivi, ma disponibili solo a partire dal 2033.

Per la ricostruzione privata 3,1 miliardi. Per il sisma in Umbria vennero stanziati 3,5 miliardi in 10 anni. E per una popolazione di sfollati pari a un terzo di quella aquilana.

Il 27 luglio il Ministro Tremonti prometteva l’annullamento del ripristino del pagamento delle tasse previsto per il 1° gennaio prossimo, attraverso apposita ordinanza della Protezione Civile.

L’ordinanza non è mai stata approvata.

Allo stato delle cose attuale, i cittadini aquilani pagheranno le imposte e gli arretrati dovuti tra 4 mesi.

Aspettiamo la prossima bugia. Ed prossimo articolo "di verità" dedicato. Perché la rassegnazione alla menzogna in questo paese, a dispetto delle apparenze, non può avere diritto d’asilo.
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#941
ALLEGRIA! :lol: :lol:
CONOMIA L'opposizione contro il piano del governo: faremo l'inferno. L'emendamento
fatto proprio dal Tesoro trasforma il rientro dei capitali in un maxicondono
Scudo, sanato il falso in bilancio
e niente segnalazione di riciclaggio
di ROBERTO PETRINI

ROMA - Colpo di spugna sul falso in bilancio, su una vasta gamma di reati fiscali e tutela garantita dalle norme antiriciclaggio. Inoltre gli atti, i documenti e le attestazioni delle pratiche relative al rimpatrio di capitali non potranno essere usati come prova nei confronti di chi ha un procedimento penale in corso. Lo scudo fiscale torna, come era previsto nelle bozze circolate prima dell'estate e poi accantonate, un vero e proprio condono generalizzato per chi ha esportato capitali all'estero. Sono queste infatti le modifiche messe a punto dalla maggioranza, con parere favorevole del governo, e condensate nell'emendamento Fleres presentato martedì in tarda serata in Commissione Bilancio del Senato.

Ieri, dopo lunghe riunioni notturne della maggioranza, l'atteggiamento del governo e del ministero dell'Economia non è cambiato: si attende ora la prossima settimana quando martedì riprenderà la discussione del provvedimento e potrebbe riunirsi il consiglio dei ministri per varare la Finanziaria da 4 miliardi e esaminare anche la questione dello scudo fiscale.

"E' un emendamento inaccettabile", ha osservato la capogruppo del Pd Anna Finocchiaro. "Faremo l'inferno in aula per evitare che venga approvato: basti pensare che con questo testo le prove, gli atti o i documenti in un procedimento penale per corruzione o per traffico di organi, nonostante siano elementi a disposizione dello Stato, e siano state offerte spontaneamente per far rientrare i capitali, non si possono utilizzare. Si tratta di una questione enorme e ingiustificabile".

L'emendamento Fleres, infatti rispetto alla versione attuale della norma, impedisce l'utilizzo delle prove ricavate dalle pratiche dello scudo nei procedimenti penali in corso; inoltre allarga l'esclusione della punibilità per chi partecipa allo scudo, oltre che ai due reati fisiologici di omessa e infedele dichiarazione, anche una serie di reati tributari, a tutti i reati di falso e al falso in bilancio. Infine, una seconda versione dell'emendamento, presentata ieri, esclude anche l'obbligo per gli intermediari di segnalare le operazioni sulle quali grava il sospetto di riciclaggio di denaro sporco.

Una serie di modifiche che hanno provocato la rivolta dell'opposizione che con Zanda (Pd) parla di "copertura del malaffare" e che riscuotono le critiche anche del Consiglio dei commercialisti. Benché lo stesso senatore del Pdl, Salvo Fleres, ieri abbia confermato che l'impianto del suo emendamento non cambierà, che non è prevista una riscrittura ma solo una "verifica tecnica", non è escluso che alcune correzioni vengano avanzate: una di queste consisterebbe nell'impedire l'utilizzo dell'adesione allo scudo come prova solo nei provvedimenti giunti alla soglia del rinvio a giudizio e non nella fase successiva. Per questo ieri la Finocchiaro si è rivolta direttamente a Tremonti: "Disconosca in aula l'emendamento e lo ritiri, o ci opporremo con tutti i mezzi a disposizione".

(18 settembre 2009)

#942
non so se avete visto la puntata di ieri di ballarò..

parte iniziale ovviamente sui militari morti..

parte finale sul terremoto..
con Bersani che chiedeva spiegazioni a Tremonti sul perchè nella puntata autocelebrativa di Porta a Porta non era stato detto che quelle consegnate NON erano le C.A.S.E. del governo ma quelle realizzate dalla Regione Trentino e dalla Croce Rossa.
(invece le hanno fatte passare per le sue.. truccando i cartelli all'accesso del cantiere)

l'unica cosa che ha detto Tremonti è che: ma loro hanno fatto una piccolissima parte il lavoro grosso che segue lo facciamo noi..
(peccato che ti sei fatto bello col lavoro degli altri. :roll: )

altra cosa.
intervistato il responsabile della provincia dell'aquila del coordinamento dopo-terremoto.
han fatto un calcolo e risulta che dalle case rimangono fuori un 20.000/25.000 persone.
questi tra qualche mese quando saranno assegnate le abitazioni risulteranno SENZATETTO. e che ci saranno gravi problemi di gestione delle persone.. dato che esiste una graduatoria.. e non tutti saranno contenti se verranno esclusi.
:roll:
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#943
loremir77 ha scritto:non so se avete visto la puntata di ieri di ballarò..

parte iniziale ovviamente sui militari morti..

parte finale sul terremoto..
con Bersani che chiedeva spiegazioni a Tremonti sul perchè nella puntata autocelebrativa di Porta a Porta non era stato detto che quelle consegnate NON erano le C.A.S.E. del governo ma quelle realizzate dalla Regione Trentino e dalla Croce Rossa.
(invece le hanno fatte passare per le sue.. truccando i cartelli all'accesso del cantiere)

l'unica cosa che ha detto Tremonti è che: ma loro hanno fatto una piccolissima parte il lavoro grosso che segue lo facciamo noi..
(peccato che ti sei fatto bello col lavoro degli altri. :roll: )

altra cosa.
intervistato il responsabile della provincia dell'aquila del coordinamento dopo-terremoto.
han fatto un calcolo e risulta che dalle case rimangono fuori un 20.000/25.000 persone.
questi tra qualche mese quando saranno assegnate le abitazioni risulteranno SENZATETTO. e che ci saranno gravi problemi di gestione delle persone.. dato che esiste una graduatoria.. e non tutti saranno contenti se verranno esclusi.
:roll:
si ma ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che questi sono dei pasticcioni a cui dell'interesse e del bene pubblico frega proprio nulla. Potere per potere ... non poter per servizio. Punto.

Il resto è tutta propaganda. Non siamo governati da gente seria ma purtroppo per noi ... e per il futuro dei nostri figli .... da un bel gruppo di pagliacci.

#944
loremir77 ha scritto:non so se avete visto la puntata di ieri di ballarò..

parte iniziale ovviamente sui militari morti..

parte finale sul terremoto..
con Bersani che chiedeva spiegazioni a Tremonti sul perchè nella puntata autocelebrativa di Porta a Porta non era stato detto che quelle consegnate NON erano le C.A.S.E. del governo ma quelle realizzate dalla Regione Trentino e dalla Croce Rossa.
(invece le hanno fatte passare per le sue.. truccando i cartelli all'accesso del cantiere)

l'unica cosa che ha detto Tremonti è che: ma loro hanno fatto una piccolissima parte il lavoro grosso che segue lo facciamo noi..
(peccato che ti sei fatto bello col lavoro degli altri. :roll: )

altra cosa.
intervistato il responsabile della provincia dell'aquila del coordinamento dopo-terremoto.
han fatto un calcolo e risulta che dalle case rimangono fuori un 20.000/25.000 persone.
questi tra qualche mese quando saranno assegnate le abitazioni risulteranno SENZATETTO. e che ci saranno gravi problemi di gestione delle persone.. dato che esiste una graduatoria.. e non tutti saranno contenti se verranno esclusi.
:roll:
Quell'intervista ovviamente non poteva andare in onda martedì che c'era da celebrare Principe Silvio (o celebrare il funerale di Kim Silvio II° come ha scritto Travaglio).

Poi non so se avete notato quando Tremonti al resposabile della provincia ha dato dell'irresponsabile (o peggio, ho rimosso l'espressione di Tremonti perchè faceva pena...)...

Ma come direbbe Silvio anche la Provincia è governata da pericolosi comunisti sobillatori....
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#945
Poi, sempre a proposito di cifre del terremoto, interessante questo raffronto con altri terremoti del passato:

"Il miracolo de L'Aquila

Antonello Caporale, La Repubblica, 17/09/09

E' un vero miracolo di efficienza quello dell'Aquila? Non sono possibili paragoni al mondo? Si sono abbattuti i costi e i tempi di reinsediamento? E' stata messa a frutto tutta l'esperienza accumulata in Italia nella gestione della fase della prima e della seconda emergenza? Sono domande utili a farsi. I dati storici e le comparazioni con gli altri eventi ci aiuteranno a stabilire la misura e la qualità della fatica realizzata.

Un avvertimento è d'obbligo: la comparazione è naturalmente limitata alla fase attuale dell'emergenza abruzzese. In Abruzzo la ricostruzione in cemento armato non è ancora iniziata; in Irpinia e in Molise non è invece mai finita producendo uno scandaloso spreco che Repubblica negli anni, non ha mai smesso di denunciare. Quindi ci fermiamo ad oggi. E puntiamo i fari unicamente sull'emergenza.

L'emergenza ha due fasi. Una prima, nelle ore immediatamente successive al sisma, e una seconda. Nella prima sono generalmente da considerarsi gli alloggiamenti in tende. Nella seconda la predisposizione di sistemi abitativi provvisori. I cosiddetti moduli. Essi possono avere due caratteristiche: essere del tipo "leggero" (containers e roulottes) e "pesanti" (casette in legno o in prefabbricato composto). I tempi di realizzazione di questi secondi, nella media nazionale stilata secondo i dati storici (terremoti del Friuli, di Campania e Basilicata, Umbria e Marche e infine Molise), sono di 211 giorni. Una media appunto: dalle prime consegne (in 62 giorni a San Giuliano di Puglia, alle ultime, con il completamento di tutto il piano di reinsediamento abitativo (360 giorni in Irpinia). Nel mezzo la progressiva e graduale sistemazione.

Se dunque volessivo davvero stilare una classifica delle prime case assegnate (m.a.p., moduli abitativi provvisori) con caratteristiche e in numero simili a quelli celebrati ad Onna, dovremmo segnalare questo ordine d'arrivo:

1) Molise (San Giuliano di Puglia), 30 moduli a 82 giorni dal sisma
2) Umbria, 30 moduli a 98 giorni dal sisma
3) Irpinia, 30 moduli a 105 giorni dal sisma
4) Abruzzo, 30 moduli a 116 giorni dal sisma

In effetti le prime case consegnate a L'Aquila datano 2 luglio, realizzate dalla provincia di Trento a Coppito e destinate al personale della Guardia di Finanza. I primi senzatetto ad essere ospitati abitano invece a San Demetrio e le hanno ricevute ("a tempo di record", ha scritto il Giornale) il 21 agosto. In estate infatti sono stati consegnati trenta moduli (21 a San Demetrio e 9 in località Stiffe).

Ritorniamo per un momento alla prima emergenza. Quel che segue è un raffronto tra il punto più alto dell'efficienza organizzativa (l'Abruzzo) e il punto più basso (l'Irpinia).

A L'Aquila sono state assistite circa 73mila persone nella settimana successiva al terremoto tra alberghi e tendopoli allestite. In quelle ore i temporaneamente sfollati (che hanno ricevuto solo cibo e cure) ammontano a più di centomila.

29 anni fa in Irpinia (l'area, ad esclusione del Friuli, più lontana da Roma, 340 chilometri dall'epicentro contro i 119 dell'Aquila) ma molto più grave per entità del danno e ampiezza geografica furono assistite 300mila persone circa. Duecentomila persone in tendopoli, ottantamila persone in roulotte, 20.900 persone in 451 alberghi. I temporaneamente sfollati (assistiti con cibo e cure sanitarie) ammontavano a circa 500mila. (Pubblicazione 18 marzo 1981, depositata alla Camera dei deputati).

I tempi di allestimento. 90 mila persone hanno trovato riparo in tendopoli entro sette giorni dal sisma (30 novembre-1 dicembre 1980). Altre 50mila entro 15 giorni dal sisma (5-8 dicembre 1980). Il resto della popolazione entro il 15 dicembre 1980.

I costi di reinsediamento. A L'Aquila si è deciso di saltare un passaggio che, nei precedenti storici, era ritenuto essenziale: la costituzione nella prima emergenza di roulottopoli e moduli abitativi in containers. La scelta ha avuto perciò un costo umano (la vita in tenda è durissima) ed economico.

L'assistenza completa per le persone ospitate soltanto in tendopoli è costata in sei mesi 114 milioni di euro. A ciò si devono aggiungere i costi in alberghi e in private abitazioni per il resto della popolazione. Proprio in questi giorni la Protezione civile sta rinegoziando con gli albergatori il prezzo del soggiorno (all inclusive) pro-capite: 50 euro a persona. Se questa cifra è esatta, per una famiglia di quattro persone si spendono circa 6mila euro al mese.

Il governo ha accettato questi costi e ha impegnato tutte le risorse disponibili (circa 700 milioni di euro) per la realizzazione delle C.a.s.e., abitazioni tecnologicamente avanzate ed ecocompatibili. Il loro completamento, previsto per fine dicembre 2009, permetterà di accogliere circa 4500 famiglie. Il costo a metro quadrato dell'abitazione (sono inclusi i costi di urbanizzazione primaria e secondaria) è di 2400 euro. Si deve ritenere che l'abitazione, sebbene durevole, sia comunque provvisoria perché gli assegnatari sono titolari di un distinto contributo per la ricostruzione in cemento della propria casa distrutta.

Sono circa tredicimila le famiglie ad oggi senzatetto. E molte di esse dunque devono essere ancora per molto tempo assistite altrove.

In Irpinia, quindi nel luogo dove più bassa è stata la capacità organizzativa e realizzativa, il piano di reinsediamento aggiornato al 30 giugno 1981 - in tempi dunque analoghi a quelli previsti per L'Aquila - prevedeva la installazione di 13.500 prefabbricati pesanti (simili a quelli consegnati a Onna e che oggi vengono chiamate case) nei 36 comuni del cratere e altri 10mila nei 76 comuni dell'area extraepicentrale. Il costo al metro quadro attualizzato (al netto però delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria che incidono per il 20-30 per cento) è di mille euro.

Al 15 novembre 1981, circa un anno dopo il sisma, il piano di reinsediamento, in ritardo sul cronoprogramma di circa 45 giorni, sono stati completati e consegnati, su 25586 prefabbricati, 18462 alloggi monoblocco con finanziamenti pubblici. A cui si aggiungono 2248 prefabbricati donati da enti vari e già consegnati."
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