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#2956
13 aprile 2010
Irene Pivetti ovvero una donna per tutte le stagioni. Dal parlamento alla tv, dalla presidenza della Camera agli schermi di Mediaset insieme a Platinette con il taglia e cuci di "Bisturi", dalle collaborazioni con il "Messaggero" e "Libero" alla pista di "Ballando con le stelle". L’intransigente Pivetti, che fece spostare i quadri di Montecitorio perché raffiguranti immagini un po’osé, è stata una delle donne più desiderate nei sogni proibiti degli italiani, spiata durante le sue performance atletiche a Villa Borghese; di lei si invaghì anche il suo addetto stampa. Dal tailleurino da sciuretta al look alla Gabanelli, passando da quello sadomaso, l’ex presidente della Camera prima accetta il ruolo di assessore al Lavoro al comune di Berceto (provincia di Parma), di circa duemila anime, poi va in tv alla "Vita in diretta" per annunciare la fine del secondo matrimonio con Alberto Brambilla, che l’aveva accusata di avere un’irrefrenabile "voglia di apparire", il primo con Paolo Taranta era stato annullato dalla Sacra Rota. Fine di lady Pivetti? No, la donna per tutte le stagioni è indomabile.

La notizia è passata un po’ in sordina; la collaboratrice di Maurizio Costanzo a “Buona domenica” è stata nominata, sentite sentite, niente di meno che: presidente dell’Iptv (Internet protocol television), l’associazione costituita nel gennaio 2009 dai principali operatori di rete fissa (Telecom Italia, Fastweb e Wind), che gestisce la piattaforma tecnologica delle tv digitali e che permetterà di accedere ai servizi di pubblica utilità messi a disposizione dalle varie amministrazioni. Nell’era del digitale finalmente la persona giusta al posto giusto. Dicono di lei i soci che, con voto unanime, l’hanno nominata: "Ha una certificata esperienza televisiva". Esatto: è stata davanti ad una telecamera. Aggiungono: "Ha la capacità di comunicare ai più alti livelli istituzionali".

Vero: prima alla Lega, poi dopo l’espulsione voluta da Bossi fonda il movimento Italia Federale che confluisce in Rinnovamento Italiano di Lamberto Dini, infine nell’Udeur di Mastella di cui è presidente per due anni. La Pivetti non è il primo caso di scelta esemplare. Alcuni esempi: il socialista Gianni De Michelis alla presidenza della Lega basket, il democristiano Franco Evangelisti alla Federbox, il giornalista Maurizio Costanzo a capo dei Gialli Mondadori. Appena nominato dichiarò: “Ottima occasione per conoscere i nuovi autori italiani”. Ancora una volta si conferma quanto, nel nostro paese, valgono le competenze e i meriti professionali. La prima dichiarazione ufficiale del neo presidente Iptv Pivetti ci rasserena: "L’argomento lo conosco".

Da il Fatto Quotidiano del 13 aprile
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... _per_tutto
omnia munda mundis

#2957
Che il governo italiano non abbia in simpatia Gino Strada e la sua organizzazione, Emergency, è stranoto.
Che questa antipatia si rifletta in un caso diplomatico delicato che vede coinvolti tre italiani è decisamente grave.
Ricapitoliamo. Tre uomini di Emergency, con un curriculum ultrapacifista, vengono arrestati a Lashkar Gah con delle accuse davvero sbalorditive. Preparazione di attentati contro la popolazione civile e contro il governatore della provincia di Helmand, omicidio di Adjmal Nashkbandi, l’interprete di Daniele Mastrogiacomo, il giornalista di Repubblica, che proprio Gino Strada contribuì a far rilasciare. L’unica evidenza: armi ed esplosivi ritrovati dentro l’ospedale che Emergency gestisce nel sud dell’Afghanistan.
I rapporti non certo cordiali tra Emergency e il governo Karzai, le prese di posizione contro i bombardamenti Nato che coinvolgono la popolazione civile e un’attività tesa a curare chiunque ne abbia bisogno, talebani compresi, avrebbero dovuto suggerire (al minimo) di maneggiare con cura le accuse.
Invece ecco il rosario di prese di posizione. Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato: “Siamo in tanti ad avere dubbi sui rapporti di Strada in giro per il mondo… È triste vedere tanta ambiguità nei confronti dei terrorismo… Strada ha molte cose da spiegare”.
Il ministro della Difesa Ignazio La Russa: “Sarebbe più saggio se Strada prendesse le distanze dai suoi collaboratori. Può sempre succedere di avere accanto degli infiltrati. È successo al Pci con le Br e al Msi con i Nar”.
Franco Frattini, ministro degli Esteri: “Da italiano prego con tutto il cuore che le accuse non siano vere”.
Succede poi che, con l’andar delle ore, le cose si chiariscano almeno un poco. Le armi c’erano, ma qualcuno potrebbe averle messe a posta. Gli italiani arrestati non hanno affatto “confessato” come troppo precipitosamente era stato accreditato.
E Frattini subito a correggersi: “Cattiva informazione”.

E se tutto si rivelerà un complotto, si scuseranno Gasparri e La Russa? O la lor avversione per Gino Strada sarà superiore?
Possibile che tutto, comprese questioni così serie, si traduca in questo Paese in lotta contro l’avversario politico?
http://riva.blogautore.espresso.repubbl ... erlusconi/
omnia munda mundis

#2958
Casomai non fosse ancora del tutto chiaro e a qualcuno servisse qualche ulteriore prova della collusione tra il governo e la mafia e di come sono state truccate le elezioni per arrivare ad un colpo di stato silenzioso che ha messo l'italia in mano ai mafiosi, ecco le registrazioni delle telefonate tra i politici e gli esonenti di spicco delle famiglie mafiose dei Casalesi:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... 4&ref=hpsp

buon ascolto.
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#2959
La lista degli intoccabili è trasversale e include i tre maggiori partiti. Porta la data del 16 ottobre del 2007 e si apre con Alleanza Nazionale per finire con i Ds, passando per Forza Italia. Un anonimo dirigente di Equitalia, la società dalla forma privata e dall’azionariato pubblico, creata appositamente per riscuotere i tributi, scrive alla sua controllata “Equitalia Gerit”, che si occupa di Roma e del Lazio: “Per i contribuenti sotto indicati attendere istruzione da parte della capogruppo (per cui astenersi anche da eventuali solleciti di pagamento)”. Il documento è stato mostrato da Giovanna Boursier durante la puntata di Report di domenica scorsa dedicata proprio a Equitalia. Il settimanale L’espresso, con un servizio di Primo Di Nicola del 2008, aveva raccontato già dell’esistenza di questo documento che “Il Fatto Quotidiano” pubblica integralmente. Lo scandalo non sta tanto in quello che c’è scritto ma nel fragoroso silenzio che è seguito alla puntata. Report ha mostrato l’implacabilità di Equitalia contro i cittadini inermi che si vedono ipotecata l’abitazione per un debito di poche migliaia di euro. (Leggi tutto)
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... blog=96578
omnia munda mundis

#2961
chiaretta ha scritto:cyber!! ma che ci fa don zauker lì sotto?
.....ti facevo + tipo da luana :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
Non mi toccate la bebisitter!!!

:lol:
L'amarezza della bassa qualità permane a lungo dopo aver dimenticato la dolcezza del basso prezzo.

#2962
chiaretta ha scritto:cyber!! ma che ci fa don zauker lì sotto?
.....ti facevo + tipo da luana :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
ultimamente è l'unico prete di cui ci si possa fidare...
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#2963
cyberjack ha scritto:
chiaretta ha scritto:cyber!! ma che ci fa don zauker lì sotto?
.....ti facevo + tipo da luana :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
ultimamente è l'unico prete di cui ci si possa fidare...
io leverei anche l'ultimamente :roll:

#2964
Leggendo l’intervista rilasciata ieri a La Stampa dall’onorevole La Russa verrebbe da chiedersi con il poeta: che anno è, che giorno è? Il ministro della Difesa rispolvera gli interminabili Anni Settanta per informarci che anche Gino Strada potrebbe aver allevato nel suo seno degli infiltrati «come accadde al Pci con le Br e al Msi coi Nar», trattando Emergency alla stregua di un partito, diviso in frange più o meno estremiste. Non vi è dubbio che le responsabilità dei tre italiani fermati in Afghanistan andranno accertate e nel caso punite, ma è inaccettabile la tentazione di trattare questa vicenda come se fosse una questione di politica interna. Nel compilare il proprio autoelogio, il ministro ricorda i tanti «esponenti di sinistra che abbiamo salvato negli scenari di guerra». E non allude a un parlamentare del Pd strappato ai talebani o a un banchiere delle cooperative rosse preso in ostaggio dai pashtun. Intende riferirsi a giornalisti, medici, pacifisti: tutta gente che nelle zone di guerra ci va per vocazione o per mestiere, certo non per conto di uno schieramento politico. Solo da noi un cittadino all’estero viene considerato dal suo governo un «esponente» di destra o di sinistra, invece che semplicemente un connazionale da tutelare.
Pensate al presidente americano più ideologico degli ultimi tempi, il repubblicano Bush. Bene, nemmeno lui si è mai vantato di aver salvato dei democratici, ma sempre e soltanto degli americani. Da dove nasce questo bisogno tutto italiano di catalogare le persone in base alle appartenenze ideologiche? Destri-sinistri, rossi-neri, guelfi-ghibellini. Il nostro eterno bipolarismo da bar sport, incomprensibile al di là di Chiasso. Incomprensibile e drammaticamente provinciale. Sintomo di un Paese appeso al suo stesso ombelico, che osserva il mondo dal pertugio dei propri interessi di bottega e riduce i drammi planetari alle dimensioni del cortile di casa.

Se il riferimento continuo agli anni di piombo testimonia l’immaturità di una classe dirigente che non riesce a scrostarsi di dosso i fantasmi giovanili, l’atteggiamento che La Russa e in parte Frattini hanno tenuto nei confronti della vicenda di Emergency testimonia ancora una volta l’assenza di uno spirito nazionale autentico e condiviso. Di fronte a una crisi, la reazione istintiva è stata di schierarsi dalla parte delle proprie alleanze (il governo afghano) e non dei propri connazionali. Anche la sinistra, sia chiaro, tende a comportarsi alla stessa maniera. Ricordiamo ancora i commenti salaci con cui fu accolto in certi ambienti il sacrificio di Quattrocchi - il «body guard» rapito e ucciso in Iraq - considerato un fascista e un mercenario immeritevole di pubblici onori. A sei anni dalla morte, oggi Quattrocchi sarà commemorato nella sua Genova, ma il Comune guidato dal Pd ha preteso di far pagare l’affitto della sala.

Mai come in questo campo c’è una sintonia assoluta fra la Casta e il Paese reale. Tranne un mese ogni quattro anni, durante i campionati del mondo di calcio (e a patto che si vincano), l’italiano non si sente membro di una Nazione, ma di un clan: familiare, affettivo, politico. Però vale qui lo stesso discorso fatto a proposito della corruzione: dai politici ci aspetteremmo che dessero il buon esempio, non che esaltassero con la forza del loro ruolo la «mala educación» generale.


http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplR ... ID_blog=41
omnia munda mundis

#2966
http://www.unita.it/rubriche/Oppo/97377

Da Moggi a Dio tutti colpevoli
Interessante, ma molto triste, la puntata dell’Infedele dedicata allo scandalo dei preti pedofili. Triste perché ci saremmo aspettati qualcosa di meglio dalle tesi difensive messe in capo da studiosi del livello di Lucetta Scarraffia. Ci potevamo aspettare, per lo meno, che i suoi argomenti non coincidessero affatto con quelli del trucido Sallusti, vice di Vittorio Feltri, il cui preciso mandato è fare quello che Feltri si vergogna di fare e cioè obbedire all’ordine: vai e uccidi in tv. Invece, sia la Scarraffia che Sallusti hanno fatto appello alla statistica, per sostenere che i pedofili ci sono all’interno della Chiesa, né più né meno che in tutte le altre categorie sociali. Ora, a parte il fatto che così non si capisce che cosa resterebbe della missione spirituale della Chiesa e del suo messaggio di salvezza, c’è anche da considerare che l’autodifesa «tutti colpevoli, nessun colpevole», è la stessa tentata con nessuna fortuna da Bettino Craxi. Per non parlare di Luciano Moggi.
omnia munda mundis

#2967
Ecco, a noi pare molto strano che un uomo di Chiesa non si renda conto di quanto sia oltraggioso imputare di reato l'omosessualità, associarla alla pedofilia. Noi non abbiamo la presunzione di sapere che cos'è l'omosessuale né qual è la maniera meglio accettata da Dio di definire o di praticare la sessualità in genere. Ma tutti, anche Bertone e il clero di Roma, sanno che la pedofilia è un reato, un feroce abuso e invece l'omosessualità - sia una scelta o sia imposta dalla natura - è comunque legittima tanto quanto l'eterosessualità. Hanno gli stessi titoli. A nessun cardinale è venuto in mente di giustificare o soltanto di associare con argomenti scientifici lo stupro con l'eterosessualità: ci sono eterosessuali stupratori e ci sono eterosessuali pedofili, maschi e femmine, come ci sono ladri calvi e ladri capelloni. Non è il capello che fa l'uomo ladro, illustre cardinale.

E però è così facile replicare al cardinale Bertone che mentre scriviamo stiamo ancora a chiederci che cosa sta succedendo nella nomenklatura della Chiesa di Roma. Noi sappiamo bene che ci sono molti preti all'avanguardia nella battaglia contro la pedofilia e la depravazione violenta. Sarebbe dunque grossolano sostenere che tutti i preti, in quanto celibi, sono pedofili, perché appunto ne vediamo tanti che si danno anima e corpo a difendere i bambini, a proteggere la loro ingenuità, a rilanciare l'immagine evangelica dei pargoli che vanno a Cristo.

Fosse solo dal punto di vista della comunicazione, i pastori di Roma non ne indovinano più una. Sembrano non custodire più il gregge, non proteggere più le pecorelle. Invece di limitarsi a rimediare ai propri difetti e a ripulire la propria comunità dai vizi, rispondendo ovviamente nel merito a chi eccede e a chi attacca per anticlericalismo preconcetto, si arroccano in una difesa aggressiva che è più deleteria degli attacchi subiti. L'idiozia di evocare un complotto sionista perché il New York Times appartiene a un ebreo è una tecnica tipica dei cavernicoli, da Polifemo che accecato dal suo dolore accusava Nessuno, ai falsi protocolli di Sion che imputavano agli ebrei di attentare alla cristianità. Anche la minimizzazione del quotidiano americano, definito "un tabloid", è roba da polemisti di provincia. Da uno dei poteri più antichi, sapienti e collaudati, ci si aspetterebbe un'intelligenza e una spiritualità più attrezzate.

Diciamo la verità: non siamo abituati a una Chiesa che si arrampica sugli specchi, allo smarrimento di una gerarchia ecclesiastica spaventata dagli scheletri negli armadi. Certo Tarcisio Bertone ha il diritto e anche il dovere di difendere la Chiesa e il celibato dei preti, ma offendendo così gli omosessuali tradisce la sua fragilità, espone la sua omofobia, disarma tutti i soldati di Cristo. http://www.repubblica.it/esteri/2010/04 ... a-3334811/
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#2968
La Costituzione ad personam
Da estimatori quali siamo della figura e dell’opera di Maurizio Gasparri, non possiamo non apprezzare la opportunità di vederlo apparire di continuo in tv, come un reality vivente; essendo l’uomo più visibile, come o forse anche più di Berlusconi. Così, martedì sera lo abbiamo ascoltato prima nel dibattito con Rodotà a "Otto e mezzo", poi nel confronto (anche se non c’era proprio confronto) più allargato a Ballarò. Non imbrigliato dal teutonico professionismo di Lilli Gruber, Gasparri era in vena di gaffe più di Mike Bongiorno. E, non sapendo se il suo partito proponga l’elezione diretta del presidente della Repubblica o quella del capo del governo, per una volta, si è trovato a dire addirittura la verità. Alla domanda incalzante su quale fosse il sistema preferito da Berlusconi, il presidente dei senatori Pdl ha risposto di getto: «Il sistema che piace a Berlusconi è quello che fa vincere Berlusconi». Cosicché avremo presto anche la Costituzione "ad personam".
15 aprile 2010
http://www.unita.it/rubriche/Oppo/97426
omnia munda mundis

#2969
La Costituzione ad personam
Da estimatori quali siamo della figura e dell’opera di Maurizio Gasparri, non possiamo non apprezzare la opportunità di vederlo apparire di continuo in tv, come un reality vivente; essendo l’uomo più visibile, come o forse anche più di Berlusconi. Così, martedì sera lo abbiamo ascoltato prima nel dibattito con Rodotà a "Otto e mezzo", poi nel confronto (anche se non c’era proprio confronto) più allargato a Ballarò. Non imbrigliato dal teutonico professionismo di Lilli Gruber, Gasparri era in vena di gaffe più di Mike Bongiorno. E, non sapendo se il suo partito proponga l’elezione diretta del presidente della Repubblica o quella del capo del governo, per una volta, si è trovato a dire addirittura la verità. Alla domanda incalzante su quale fosse il sistema preferito da Berlusconi, il presidente dei senatori Pdl ha risposto di getto: «Il sistema che piace a Berlusconi è quello che fa vincere Berlusconi». Cosicché avremo presto anche la Costituzione "ad personam".15 aprile 2010
http://www.unita.it/rubriche/Oppo/97426
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#2970
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... lverini_me
Un grande elettore laziale, Vincenzo Zaccheo, presenta il conto alla neo-governatrice
Striscia la Notizia mostra le dinamiche della politica laziale: il 'corrispondente' da Latina fa il conto dei voti presi, uno per uno, racconta il suo sacrificio, le traversate a "nuoto". Amore per il partito, amore per la famiglia. Perché il sindaco di Latina nella mano destra offre il sostegno politico, nella sinistra chiede qualcosa in cambio. Un pensiero della Polverini per “le figlie”. Forse l'impegno di Zaccheo vale un doppio regalo: una rivisitazione geopolitica, l'invito a evitare "appalti" per il senatore Pdl Claudio Fazzone, il potente ras di Fondi, il comune in provincia di Latina che il Prefetto voleva sciogliere per infiltrazioni mafiose. Sembra che Fazzone stia lavorando alle caviglie di Zaccheo – con una raccolta di firme – per sfiduciare la sua amministrazione: "Falso allarmismo", aveva spento il fuoco Fazzone.

Il primo cittadino di Latina provava da giorni a incassare il successo della Polverini: "La vittoria di Renata sa davvero di trionfo. Ma mi piace sottolineare, ancora una volta, il ruolo decisivo che Latina ha avuto nel riconquistare al centrodestra la guida della Regione Lazio, piazzando tra gli eletti Stefano Galetto e Giovanni Di Giorgi con i quali ho condiviso la militanza politica in An".

Occhio: An, non Forza Italia né Pdl. E tra baci, abbracci e pacche sulle spalle, de visu, il grande elettore Zaccheo presenta il conto alla governatrice. Che oggi riceve la proclamazione ufficiale.

Da il Fatto Quotidiano del 15 aprile
omnia munda mundis