Pagina 162 di 722

Inviato: 03/03/10 9:24
da kimikalli
http://www.corriere.it/editoriali/10_ma ... aabe.shtml
Da quel che si può capire, e soprattutto si mormora, sono mesi, diciamo dalla famigerata notte di Casoria, che le maggiori insidie vengono a Berlusconi e al suo governo non già dall’opposizione ma proprio dalla sua stessa parte, se non addirittura dalle stesse cerchie a lui più vicine. Al di là di ogni giudizio morale tutto ciò non fa che mettere in luce un problema importante: perché mai la destra italiana, durante la bellezza di quindici anni, e pur in condizioni così favorevoli, non è riuscita che a mettere insieme la confusa accozzaglia che vediamo? Perché non è riuscita a dare alla parte del Paese che la segue, e che tra l’altro è quasi sicuramente maggioritaria sul piano quantitativo, niente altro che questa misera rappresentanza? Certo, hanno influito di sicuro la leadership di Berlusconi e la sua personalità. Il comando berlusconiano, infatti, corazzato di un inaudito potere mediatico- finanziario, non era tale da poter avere rivali di sorta assicurandosi così un dominio incontrastato che almeno pubblicamente ha finora messo sempre tutto e tutti a tacere; la personalità del premier, infine, ha mostrato tutta la sua congenita, insuperabile estraneità all’universo della politica modernamente inteso. E dunque anche alla costruzione di un partito. La politica, infatti, non è vincere le elezioni e poi comandare, come sembra credere il nostro presidente del Consig l i o ; è prima a v e r e un’idea, poi certo vincere le elezioni, ma dopo anche convincere un paese e infine avere il gusto e la capacità di governare: tutte cose a cui Berlusconi, invece, non sembra particolarmente interessato e per le quali, forse, un partito non è inutile.

Inviato: 03/03/10 12:00
da kimikalli
3 marzo 2010
Invece di circondarsi di geni e visagisti, il Cav. faceva meglio a recuperare il funzionario di partito

In mezzo a tanta fioritura di geni (strateghi elettorali, uomini del fare, curatori d’immagine – e qui una sola parola d’ordine s’impone: “Wilma, prendi la clava!”), col bel risultato dell’incasinamento firmaiolo, sarebbe opportuno il ritorno al posto d’onore di qualche cretino. Da intendere: cretino per ormai radicata e stupida considerazione, non il cretino di fatto mediaticamente mutato in genio fittizio. Più attenti procacciatori di firme, in qualche caso, e meno di carie, sarebbe ottimo punto di partenza. Con gran sconforto – a destra e a manca, ma onestamente più a destra che a manca – serve una sola cosa: il ritorno del funzionario di partito.
L’omino oscuro con la cartella di similpelle sotto il braccio come gli amministratori di condominio, un po’ forforoso nel caso, di non radicale depilazione in un altro, di poco gadget e più sostanza, uno che conosca pure Apicella e magari qualche normativa vigente, un cristo qualunque che sappia mettere in sintonia almeno gli orologi finiani e quelli berlusconiani, così che mezzogiorno sia mezzogiorno per tutti (e non solo di fuoco). Ognuno ad affannarsi a ravanare geni o bellezze o portaborse e chincaglieria varia per i listini, e invece un paio di funzionari poco appariscenti e meno indifferenti avrebbero forse salvato tanto il voto quanto l’anima. Più che la serva, il funzionario serve: qui si mettono le firme, queste quelle che occorre, segnatevi l’ora, ecco i moduli, attenti ai simboli, andate satolli e staccate i telefonini… Moduli e moduli e moduli, la bassa cucina che fa ben figurare il menù – branchi di esperti si occupano di cravatte, plotoni di strateghi esaminano i manifesti, pattuglie di conoscitori scelgono i colori: ciò che fu cazzeggio si muta in supremazia, ciò che era sostanza si spiaggia tra la necessità di una pagnottella e residui rompicoglioni che si fanno vivi sul filo di lana.
Casini, che è Casini ma è pure democristiano, buone cose ha tenuto a mente, così ha snocciolato un sensato bignamino sul come si fa: a presentare le liste a Milano va uno di Roma, quello dorme in albergo (solo: a volte si può), le liste sotto il materasso, e al mattino se ne va, anonimo e sconosciuto, verso il felice approdo. E per non virare verso la mistica del funzionario comunista (l’uomo di ghiaccio, sempre inteso, che il partito prima e tutto dopo), basterebbe riandare con il pensiero (nel Pdl qualche residuato gira) alla saggezza che in certi frangenti riusciva a mettere in campo il mitico Sbardella, e ti squadernava fogli e fogli di gente che chiamava gente, che controllava elettori, che incolonnava firme, che regolava orologi. L’estendersi patologico della fighetteria (intesa in ambo i sessi, per carità, quale piacioneria al massimo grado), se esteticamente conforta razionalmente produce danni che rendono impresa titanica persino la fila per consegnare una lista. Il rischio è piuttosto che, ora che il funzionario torna a servire come il pane e almeno quanto una massaggiatrice, non se ne trovi più.Persino Bersani, che con illuminata preveggenza aveva indicato quale obiettivo una bocciofila (lì c’è gente che sa di boccino e di firme) e la volontà di rimandare indietro i Rifkin che vengono a conferenziare, così da utilizzare la buona prebenda per instillare nelle capocce militanti la formulazione di una delibera, la lettura di un bilancio, la sottoscrizione di una lista (anche se poi è finito dentro la triste performance sanremese: il piano inclinato che conduce al risotto da Vespa). Nella benemerita università liberale che il Cav. vorrebbe inaugurare, imponga con forza un corso di modulistica, non solo di estetica – e ci mandi i migliori, pur se non i più belli. “Voi siete uomini del fare, non funzionari di partito”, disse un dì ai suoi deputati – e infatti si è visto. E la Carfagna: “Si vergogni chi ha fatto il funzionario del Pci” – tu quoque, Mara? Un funzionario sprovvisto di mascara (grazie): questo urgentemente serve. E non sarebbe male rammentare che il mitico Cencelli (in confronto a quelli del Pdl un Nobel per la matematica) era solo un modesto funzionario democristiano. Sennò la prossima volta, a fare la fila, magari ci spediscono quelli scartati dai provini del Grande Fratello.
http://www.ilfoglio.it/soloqui/4556

Inviato: 03/03/10 15:15
da kimikalli
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... le=2448607
Se lui e Bottista leggessero almeno il giornale su cui scrivono, scoprirebbero da Ferrarella che il Tribunale non nega che il Cdm sia un legittimo impedimento, anzi afferma che lo è, e pure “assoluto”. Infatti ha chiesto a B. una data libera, cancellando tre udienze; B. ha indicato il 1° marzo; i giudici hanno fissato l’udienza; il 24 febbraio B. ha piazzato un Cdm proprio il 1° marzo senz’alcuna urgenza (sei giorni prima) e senza dimostrarla; dunque, siccome per la Consulta le esigenze di giustizia e di governo sono di pari livello, l’impedimento stavolta non è legittimo. Cioè: Bottista e Franco, come Minzolingua, hanno raccontato balle. Che infatti sono rimaste in pagina. Non si censurano le balle, ma la verità.

Inviato: 04/03/10 9:25
da kimikalli
Giustamente Lorella, elettrice di fede berlusconiana, nell’apposito sito dell’apposito partito, si domanda: “Ma chi hanno mandato, Gianni & Pinotto, a Roma? Che figura!”. Mentre la maratona oratoria va avanti gli elettori del centrodestra, per la prima volta quasi in massa, insorgono. E lo fanno direttamente sul sito di Silvio (dove, fresco di stampa, Lui sponsorizza il suo nuovo libro: “L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”, ha qualche possibilità di meno con l’incapacità) e su quello della Polverini. “E’ incredibile come si possa dilapidare un patrimonio di consenso in questo modo. Se il Cav. non fa qualcosa si va verso il disastro elettorale”. E anche. “Vergogna! Vergogna! Per mettere un nome in lista, lasciano la piazza ai lupi: stavolta siamo fregati”. Stavolta sono gli stessi elettori di centrodestra che non vogliono sentir ragioni – oddio, qualche ricaduta verso i giudici comunisti c’è pure, un filo di sospetto sulla tenuta democratica dei cancellieri anche, senza contare quel Fini di mezzo, amico dei nemici, consolazione dei sinistrorsi, mica come il “direttore Minzolini” che saldo e all’erta sta.
Ma insomma, la situazione alla fine risulta la seguente: “Abbiamo fatto una figura di m…, vogliamo candidarci a governare e non sappiamo presentare una lista”, taglia corto Emilio. “Abbiamo i c… pieni!”, fa presente Gino. “Grazie a questi personaggi incompetenti siamo esclusi dal Lazio e abbiamo fatto la figura dei peracottari”, è la felice sintesi di VelaAzzurra.
Anche i giornali di maggior riferimento, che di solito vigilanti sul fronte democratico stanno, come manco le oche capitoline rispetto agli assalitori, si sono fatti largamente beffe dell’approssimazione di tanti e tali “uomini del fare” con questo bel risultato. Libero si è situato a metà tra una formula matematica e un titolo del Male: “Pdl = Polli della libertà”, il Giornale ha preso atto della situazione confortato dalla recente fiction in tv su Basaglia: “Un partito di matti”.http://www.ilfoglio.it/soloqui/4563

Inviato: 04/03/10 9:27
da kimikalli
Ridateci l’avversario
Sarà il pizzetto, sarà il «digiamo», sarà che quando perde la calma sembra subito quello che è. Sarà il brutto vizio della memoria. Fatto è che quando Ignazio La Russa dice «siamo pronti a tutto» parte mentalmente il film di adunate oceaniche con sonoro di passo dell'oca, svaniscono il flut e la ballerina carioca che solitamente indossa al Billionaire e torna il bianco e nero d'epoca, ci si ricorda che di secondo nome fa Benito e che suo padre devoto del Duce lo portava ai comizi bambino. Ignazio Benito La Russa. Incidentalmente ministro della Difesa, che sarebbe quello da cui le Forze Armate dipendono. Certo si chiama Difesa e non Attacco, ma non si può mai dire. Uno che fa quel lavoro lì dovrebbe essere di indole molto calma e riflessiva, non abbiamo avuto né noi né lui questa fortuna. In subordine, conoscendo i suoi limiti di autocontrollo, dal momento che svolge la funzione di ministro in un Paese democratico bisognerebbe che si esercitasse a governare almeno le parole. Non so: yoga, ipnosi, un guru buddista. Esistono dei metodi tecnici buoni anche per un risultato solo di facciata.

Capisco che i tempi sono difficili e per La Russa è una prova durissima. La fusione di An nel Pdl, salutata con esultanza dai colonnelli ex missini passati al soldo del Sultano, si è rivelata un demansionamento che ha ridotto chi prima faceva politica in proprio al ruolo di famiglio di corte. Risulta ormai a tutti evidente che la regola - l'unica superstite - è: si fa come dice Lui. Solo che Lui fa quel che gli conviene: non esattamente un progetto per il Paese, nemmeno un progetto di destra. Lo pensano tutti ma non lo dice quasi nessuno. Una donna, come spesso capita. Flavia Perina, direttrice del Secolo: «Il Pdl non esiste, è un arrembaggio di gruppi e gruppetti. Non basta che Berlusconi si sporga dal predellino per fare un partito». Dunque, la cronaca: Formigoni e Polverini sono al momento esclusi dalle regionali. Hanno presentato tardi e male le liste: non secondo le regole. Non è stata cialtroneria ma un regolamento di conti interno. Provavano a farsi le scarpe. Polverini molto probabilmente rientrerà, non la lista Pdl. Formigoni è più difficile. Sarà interessante sentire l'opinione di Maroni ministro in camicia verde dell'Interno. Berlusconi sa come risolvere il caso: un decreto che sposta i termini. Come dire che se perdete il treno potete tutti, da domani, cambiare gli orari per decreto e pretendere che l'Eurostar torni indietro. Tutti si fa per dire. Alla fine è un brutto spettacolo davvero, un danno non solo per il Pdl ma per il paese intero. Anche per l'opposizione, perché la gara democratica prevede che ci sia un avversario. Vincere senza alternativa è una sconfitta di tutti. Avremmo preferito, preferiremmo che i contendenti ci fossero e che parlassero di progetti.
Ci tocca invece assistere al richiamo alla piazza come se fossero vittime di altri che non di loro stessi. Assistere, lo stesso giorno, agli applausi del centrodestra a Di Girolamo che va in galera invocando Dio e la Provvidenza. Ci tocca mettere in secondo piano di fronte alle urla la legge che aggira l'articolo 18 e che indebolisce i lavoratori. La Provvidenza, certo. La provvidenza siamo noi. Ricordiamocelo la sera alla tv, magari durante la pubblicità.
http://concita.blog.unita.it//Ridateci_ ... 1062.shtml

Inviato: 04/03/10 10:22
da kimikalli
Certi giorni le riunioni a Palazzo Chigi, dove di solito si guidano i destini d’Italia, dovevano essere uno spasso. Secondo i tabulati dei Ros stavano tutti al telefonino.

1) Angelo Balducci (presidente del consiglio nazionale dei lavori pubblici, ora detenuto) si intratteneva con certo Chinedu Thomas Ehiem, nigeriano, 40 anni, all’anagrafe “religioso”, che lo chiamava dal Vaticano per proporgli ”una situazione cubana”, “una situazione napoletana”, “un ballerino Rai”, “un tedesco appena arrivato dalla Germania”, “una situazione che non ti dico altro: è alto 2 metri per 97 chili, 33 anni”.

2) Silvio Berlusconi invece organizzava sue prossime serate a Palazzo Grazioli con il molto efficiente Giampiero Tarantini, conosciuto durante i party a Villa La Certosa, ordinava ragazze “con poco trucco e un vestitino nero, mi raccomando”, oppure commentava le serate appena trascorse. E quello, da Giovinazzo, prendeva appunti, prenotava escort, biglietti aerei e driver, immaginava appalti.

3) Guido Bertolaso chiamava il costruttore Diego Anemone per incursioni lampo, con scorta e gps, nel suo Salaria Sport Village, per un certo dolorino alla cervicale e prenotava massaggiatrici che il suddetto Anemone equivocava, visti i tempi, allertando tutt’altro, compreso un servizio ripulitura preservativi usati. Che naturalmente fece flop.

4) Gianni Letta, infine, che di suo non avrebbe chiamato nessuno, ma siccome tutti stavano al telefono, tanto vale. Peccato che parlando a così bassa voce, un sussurro appena, nelle suddette intercettazioni non sia rimasto nulla del sottosegretario, tranne il borotalco.
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/

Inviato: 04/03/10 13:39
da kimikalli
Protezione Gabibbo
Bloccato il servizio di “Striscia” sull’appalto Scuola Marescialli De Santis e il “pizzino” per far intervenire Paolo Berlusconi

Non bastavano le soffiate dai vertici della Procura di Roma, i rapporti con il capo dei servizi segreti, quelli con il direttore del Tg1 e con il direttore generale della Rai. Il “sistema gelatinoso” degli appalti truccati che aveva il suo vertice nel dirigente della presidenza del consiglio e poi delle infrastrutture, Angelo Balducci, è riuscito a invischiare nella sua melma, fermandolo, anche il Gabibbo.
Il pupazzo rosso simbolo di Striscia la notizia è stato bloccato mentre stava accendendo il faro su uno dei grandi scandali dei grandi eventi coordinati dalla Presidenza del consiglio e dalla Protezione Civile guidata da Guido Bertolaso: il cantiere eterno della Scuola dei marescialli dei carabinieri a Firenze.
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... blog=96578

Inviato: 04/03/10 14:10
da kimikalli
Vent’anni di governo (se venisse rieletto) dovrebbero sembrare troppi (e lo sono per tutti) a chiunque di buon senso. Molti costituzionalisti lo avevano avvisato che la sua rielezione eventuale sarebbe stata invalidata per rispetto della legge che prevede solo due mandati: lui sarebbe al quarto, ma diamogli per buono il primo quando fu eletto dal consiglio regionale. Vuole il primato: un ventennio, come quello passato e funesto. Dai tempi del liceo al Manzoni di Lecco (dove è nato nel 1947), compagno di scuola del futuro Castelli, lui il “regime” se l’è costruito con pazienza e con determinazione, dall’ufficio di via Copernico, dove alla guida di Cl predicava amore e solidarietà. Figlio benerito di don Giussani, coltivò fin da ragazzo un’idea un po’ militaresca della sua missione: voleva la falange e mise in piedi la Compagnia delle Opere, una straordinaria macchina per affari d’ogni genere, raccomandando «obbedienza, povertà e verginità», confondendo in un unico calderone chiesa e partito (all’inizio la Dc).
E’andato molto in là nella sua impresa: non c’è angolo della sanità in cui non abbia sistemato uno dei suoi soldati, non c’è appalto che la Compagnia delle opere non annusi. Qualche incidente è sembrato frenarlo: questioni di rifiuti, di benzina, di inquinamento. Ha un assessore arrestato in diretta tv (Prosperini), Rosanna Gariboldi, moglie del suo aiutante di campo (Abelli, vicecoordinatore nazionale del Pdl) nei guai per gli affari in combutta con il re delle bonifiche ambientali, Giuseppe Grossi, ciellino doc. Ma lui, immarcescibile, continua. Europarlamentare, deputato, senatore in attesa di ministero alla sua altezza, ha sempre preferito la Lombardia: guai a perdere le radici. Berlusconi gli ha fatto ingoiare il rospo: si è ritrovato nella lista l’igienista dentale del capo.
http://www.unita.it/news/italia/95788/i ... _pirellone

Inviato: 04/03/10 14:38
da paprina
kimi ormai ha ipreso il via eh :lol: :lol: :lol:

Inviato: 04/03/10 17:38
da kimikalli
Quel che non ha funzionato in modo clamoroso è l’organizzazione elettorale del Pdl, che non ha messo insieme in modo preciso le firme necessarie proprio in due città, Milano e Roma, nelle quali il primo partito italiano può contare anche sul niente affatto trascurabile seguito personale di cui godono il governatore Roberto Formigoni e il sindaco Gianni Alemanno. Si vedrà come andrà a finire con gli ulteriori ricorsi, ma tutti dovrebbero sperare che il confronto elettorale avvenga alla fine tra schieramenti in grado di scendere in campo e di confrontarsi con tutti i candidati che hanno scelto, ma se ciò non accadesse è chiaro che la responsabilità sarebbe di chi ha commesso errori e affastellato pasticci e improvvisazioni, non di chi ha deciso di sanzionarli con rigore.
Comunque vada a finire si è scoperchiata una pentola e si è visto che la più forte formazione politica italiana è attraversata da crepe e fratture che ne rendono l’azione sul territorio confusa e l’orientamento generale incerto. È più di un campanello d’allarme, ma non è ancora una campana a morto: tutti i problemi si possono affrontare se li si guarda con l’attenzione e la preoccupazione che meritano, senza cercare la facile via di fuga della denuncia del solito «complotto» altrui
http://www.avvenire.it/Commenti/Il+past ... 070000.htm

Inviato: 04/03/10 17:41
da kimikalli
Il personale del Tar della Lombardia ha dovuto riaprire gli uffici per consentire ai legali rappresentanti della lista Formigoni di depositare il ricorso. L’avvocato Luca Giuliante si è presentato davanti ai cancelli chiusi del tribunale amministrativo regionale alle 13.10, dieci minuti dopo il regolare orario di chiusura di tutti gli uffici amministrativi. Non è certo che il ricorso verrà ammesso
http://www.ilpolitico.it/?p=26138#more-26138

Inviato: 04/03/10 19:11
da kimikalli

Inviato: 05/03/10 9:52
da kimikalli
Tranquilli, è Cartoonia
Cartoonia. Vista da chi non sia purtroppo costretto a viverci - vista da fuori - l'Italia deve sembrare Cartoonia, il regno dei cartoni animati popolato da pupe e gangster, supereroi e sbruffoni, giocattoli che credono di saper volare e conigli parlanti, caricature devote tipo il senatore Di Girolamo che se le liste le presenta la ‘ndrangheta è sempre puntualissima, i brutti non sono cattivi è solo che li disegnano così. Non è più la repubblica delle Banane, no: siamo molto oltre. Siamo nel giorno in cui al posto di Annozero va in onda "La carica dei 101", non è uno scherzo, è piuttosto uno sfregio o forse un sofisticato quiz: di chi sarà la parodia Crudelia De Mon? A chi ci si riferisce mandando in onda la storia del marito bonaccione che non crede alle malefatte della capa della moglie? E i cuccioli di cane, le vittime designate, nel mondo reale chi sono?

Dunque, con ordine. I 101 dalmata vanno in onda al posto di Santoro perché l'intransigente direttore Rai Masi, già piuttosto oberato dalle richieste di Susanna Smit sua compagna e del di lei fratello Anthony oltreché impegnato in fittissime conversazioni telefoniche con la cricca degli Anemone-Balducci che gli riparano i guasti in casa, Masi insomma è implacabile nel dare interpretazione restrittiva alla par condicio: è iniziata la campagna elettorale, niente politica. Se ne deduce che persino Masi è al corrente del fatto che la campagna elettorale sia effettivamente iniziata il giorno 28, un mese prima del voto. La corsa è partita. Purtroppo, per ragioni che nessuno ormai più attribuisce ai panini di Milioni ma più realisticamente a faide fra alleati sui nomi in lista, il Pdl non è arrivato in tempo o ha fatto pasticci nel depositare le carte in Lazio e Lombardia, le due più importanti regioni d'Italia. Formigoni e Polverini sono azzoppati da irregolarità da loro stessi commesse. Niente paura: ecco che arriva superB. (solo dopo l'esclusione di Formigoni, però. Di Polverini gli importava già di meno): facciamo un decreto per ridurre i tempi della campagna elettorale, dice. Prego? Quale campagna? La prossima? No, questa: quella cominciata l'altro giorno. Lo facciamo solo per il Lazio e la Lombardia però. Una decreto ad paninum. Così quelli che hanno perso il treno restano lì fermi e - mentre gli altri sono già partiti - il capotreno torna indietro a prenderli. Se ci pensate è sensazionale solo averlo concepito. Un gesto da Batman, non da Sultano. Da Uomo elastico: allunga il braccio e li riporta in pista. Nemmeno i bambini ci provano, a ricreazione: se il gioco è cominciato le regole non si cambiano più, pazienza. Se si cambiano vale per il prossimo gioco. Se uno piange la maestra lo prende da parte e gli spiega, se picchia il compagno lo mette in punizione. Bussare al Quirinale con una proposta così è da persona in età prescolare con difficoltà di carattere, in alternativa da persona adulta che si crede un supereroe dei fumetti. Quando chi guida un paese prova a farlo così in ogni altra parte del mondo si dice: metodi da colpo di stato. Ma qui siamo a Cartoonia, tranquilli. Al massimo avremo un gulp di Stato, poi di nuovo fumetti in tv. http://concita.blog.unita.it//Tranquill ... 1065.shtml

Inviato: 05/03/10 13:07
da kimikalli
di Mauro Evangelisti
Il bello in Italia è che nessuno è mai responsabile di nulla: i partiti se la prendono sempre con qualche potere occulto, con qualche forza misteriosa che ha tramato contro di loro. Autocritica? Per carità. Meglio accusare leggi anacronistiche e paludose come quelle che chiedono timbri, firme e rispetto degli orari per la presentazione delle liste. Se qualcosa va male, si lamentano quasi fossero i partiti d’opposizione di Myanmar di fronte alle elezioni indette dalla giunta militare. Senza andare a inseguire paninazzi, faide interne, pasticci last minute, toghe rosse, radicali guerrafondai, una cosa va detta: i partiti scivolati nella macchia d’olio di questa normativa cavillosa e traditrice che ora corrono a lamentarsi sono al governo - con qualche pausa - praticamente da quindici anni.
Quale forza, occulta, misteriosa, maligna ha impedito loro di modificare le leggi che regolano la presentazione delle liste? Ah, forse erano troppo impegnati ad approvare sanatorie sulle multe fatte ai partiti che attaccavano manifesti abusivi.Il messaggero

Inviato: 05/03/10 14:07
da kimikalli
Facciamo un sogno: che il governo chieda scusa pubblicamente ai cittadini; che l'opposizione risponda con un significativo silenzio; che la Camera tutta riconosca autocriticamente che la vita politica italiana da troppo tempo non è all'altezza delle aspettative dei cittadini; che tutte le parti politiche promettano di comportarsi lealmente e consensualmente. Purtroppo è solo un sogno.
In queste ore se a sinistra si nota una grande discrezione - non è chiaro se per senso di responsabilità o per incertezza su come comportarsi - nel centrodestra regna confusione completa. A parte il tirarsi fuori polemico e sarcastico degli uomini della Lega, il berlusconismo affronta il suo momento peggiore perché inatteso nella forma e nella sostanza. Ma indirettamente paga il suo vizio di fondo. Infatti il leader factotum che deve pensare a tutto ha bisogno di esecutori, tecnici, collaboratori, sostenitori - non di soggetti politici che interagiscono democraticamente con lui. Le istituzioni e le procedure poi appaiono fastidiose, fanno perdere tempo. Quando non sono considerate per principio strumenti ostili in mano agli avversari. Come tentano ancora di dire alcuni rappresentanti del centrodestra.

E' probabile che il leader factotum in questo momento, dopo aver incrociato le dita affinché passi indenne la bufera, stia pensando di ricorrere alla tecnica politica più diretta che gli è cara: trasformare la prossima consultazione regionale in un plebiscito personale. Ma per fare questo ha bisogno non già di una classe politica ma di una compagnia di sostegno, fatta da uomini e da donne che gli fanno da coro. E di un apparato mediatico che per un malinteso scrupolo professionale ha rinunciato al suo ruolo e ha paura della sua ombra. Siamo daccapo.
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplR ... e=&sezione