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Marina B. ci pensa davvero. E Capezzone sogna...
Marina Berlusconi, figlia di Silvio, fa sul serio. Vuole scendere in politica, succedere al padre. Vuole avere nell’area del centro destra un organo di stampa come Il Giornale e, per questo, più volte si è opposta alla vendita di una testata che pure, parola del premier, ha creato problemi alla tenuta di governo e maggioranza. Un’operazione nella quale dice di credere proprio l’attuale condirettore de "Il Giornale" Alessandro Sallusti, che sabato scorso lo ha confidato al "Fatto":
«Dopo Silvio c’è solo Marina».
Sa che dopo l’abbandono del padre potrebbe contare comunque su un brand elettorale, il proprio cognome, in grado di raccogliere consensi sufficienti a perpetuare la protezione politica dell’impresa di famiglia. E pure su uno staff che, al momento, vedrebbe in pole position come consigliere l’attuale portavoce del Popolo della libertà
Daniele Capezzone. Non è un mistero che entrambi i figli di primo letto di Berlusconi abbiano per lui un’elevata stima. Certo contano le passate simpatie radicali di Piersilvio, ma la fiducia che anche Marina ripone in lui ne fa un candidato di tutto rispetto a giocare un ruolo di primo piano in quella che potrebbe essere ribattezzata come l’«operazione lady di ferro».
D’altra parte
è stata già definita addirittura «una donna con gli attributi». Caratteristiche che le consentirebbe un buon amalgama, almeno politico, col personaggio a lei speculare nel mondo leghista: quel buontempone indulgente di Renzo Bossi, “il trota”.