Il governo Monti ha deciso di realizzare l’unica patrimoniale realizzabile in pochi giorni in Italia, ovvero un inasprimento delle tasse che gravano sugli immobili, da sempre il bene dove confluisce il nostro risparmio. Una forma di patrimoniale che tra l’altro conserva un carattere benvenuto di progressività, perchè chi ha più immobili pagherà molto di più in rapporto a chi ha una sola casa. Chi sostiene che manca la patrimoniale dice quindi una falsità, e tende anche ad ingannare le persone proponendo una ricetta che farebbe più bene che male. Un eventuale prelievo forzoso sui conti correnti avrebbe avuto un forte effetto recessivo in una fase di forte contrazione della liquidità, e avrebbe evidenziato una maggior iniquità.
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E’ vero però che nuove forme di tassazione delle grandi ricchezze vanno trovate in futuro, ma queste non si realizzano in pochi giorni, come è stato costretto a fare l’attuale governo dal diktat Merkel-BCE. Chi ha molti soldi tende ad essere molto bravo a nasconderli, e tassarli in modo equo deve tornare ad essere la sfida della politica, in primis delle forze progressiste.
Chi critica anche a ragione l’attuale manovra per la sua pesantezza, dovrebbe dire dove recuperare risorse
senza ingannare i tanti cittadini giustamente arrabbiati per un salasso inevitabile.
A Bobo Maroni hanno spiegato che adesso deve fare opposizione. Dev’essere durissimo, inflessibile, mostrarsi come un ferro inossidabile. E lui, che nemmeno ricorda cosa ha detto l’altro ieri, si è convinto di poter fare il capo dell’opposizione. Oggi spiega che i soldi chiesti da Monti sono una rapina. E non sa, perchè appunto non gli viene in mente, cosa fecero i suoi colleghi e lui stesso al governo. E se ricorda non c’entra perchè lui era in un altro posto quando si sprecavano i miliardi sotto i suoi occhi, quando il suo partito difendeva gli inquisiti di camorra in Parlamento e lui, da ministro dell’Interno, stava zitto. Gli hanno detto che Ruby era la nipote di Mubarak e ci ha creduto. Giusto. Lui, uomo del Nord, ha assistito silenzioso al più grande spreco nella storia recente d’Italia: quella giostra immonda che ha consumato mezzo miliardo di euro per realizzare, sulle spalle del terremoto dell’Aquila, la più grande soap del dolore. Il G8 degli afflitti. Ma Bobo non c’era. Cosa volete che ne sappia un ministro dell’Interno! Badava ad assistere i poliziotti e ad arrestare i latitanti, i delinquenti. Infatti a Fondi, una città piena di camorra fino al collo, hanno cacciato a calci nel sedere chi denunciava i malandrini e lasciato a piede libero (e a mani piene) i politici coinvolti negli affari sporchi. Bobo non sa e non ricorda. E se sa, non era lui.
C”è sempre un Bobo che è in noi. E allora il pensiero va alle pernacchiette del suo capo, un altro statista del nostro tempo, il grande Umberto Bossi.
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http://www.unita.it/rubriche/oppo/le-co ... 4409&pos=0
Mentre nei dibattiti televisivi, il ritornello degli ex esponenti governativi è sempre lo stesso: se lo spread sale, vuol dire che la colpa della crisi non era di Berlusconi. Se poi lo spread scende, vuol dire che il Paese non è messo tanto male, come appunto sosteneva Berlusconi.
Ma basta un po’ di logica per dimostrare che gli effetti nefasti del governo Berlusconi durano ancora oggi. Infatti i più ingiusti dei tagli proposti da Monti sono indotti dall’ex premier, che ha messo il veto alla patrimoniale sugli straricchi, benché a chiederla siano loro, perché non vuole pagarla anche lui.