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Re: Scelta piastra induzione

#121
elise ha scritto:in realtà basta un dispositivo di protezione contro i sovraccarichi tarato opportunamente sotto la portata massima dell'impianto.
La protezione contro i sovraccarichi devi garantirla comunque, ma questo non rende conforme l'allacciamento di un utilizzatore fisso ad un circuito che non sia stato dimensionato per la sua potenza nominale. Le stesse Norme ammettono comunque la possibilità di sovraccarico perchè, con più utilizzatori connessi al medesimo circuito, è possibile applicare dei coefficienti di contemporaneità.
Se consideriamo i punti presa destinati ad un impiego generico, qui si arriva ad una situazione ridicola: l'utente può decidere di accendere contemporaneamente 5 stufette da 2 kW ciascuna, collegate ad uno stesso circuito prese da 16 A che è stato dimensionato nel pieno rispetto delle Norme per una potenza di 3 kW e correttamente protetto con magnetotermico da 16 A.. abbiamo un sovraccarico di ben 7 kW rispetto alla potenza prevista ma l'utente ha ragione se ha utilizzato tutti gli apparecchi nel pieno rispetto delle istruzioni!
Il magnetotermico, finchè funziona, eviterà comunque il surriscaldamento della linea.
"Oggi si vuole ricostituire l’unità politica dei cattolici, ma generalmente si dimentica che il liberalismo è il principale avversario della dottrina sociale della Chiesa." Don Ennio Innocenti

Re: Scelta piastra induzione

#122
elise ha scritto:in realtà basta un dispositivo di protezione contro i sovraccarichi tarato opportunamente sotto la portata massima dell'impianto.
Ovviamente ci sono tutte le protezioni opportune essendo un impianto di livello 2 (parzialmente domotico).
C'è stata solo un'incomprensione riguardo alla scheda tecnica del piano cottura.

Federal, come ho già scritto, imposterò il limitatore a 4,5kw e l'impianto è stato realizzato con una portante da 6kw (potenza che richiederò dopo essermi trasferito).
Se permetti, 10KW sono esagerati per l'uso contemporaneo dei vari carichi presenti in casa.

"Condizione necessaria (ma non sempre sufficiente!) per contenere il dimensionamento entro i 6 kW è accontentarsi di un modello di piano cottura a induzione con potenza nominale molto ridotta, tipicamente intorno ai 3kW."

Dissento completamente: ho scelto un piano con una potenza più elevata proprio perché intendo utilizzare DUE zone contemporaneamente, anche se non alla massima potenza, il che sempre stando al manuale da sui 4,6kW.

Re: Scelta piastra induzione

#123
Federal Republic ha scritto:
elise ha scritto:in realtà basta un dispositivo di protezione contro i sovraccarichi tarato opportunamente sotto la portata massima dell'impianto.
La protezione contro i sovraccarichi devi garantirla comunque, ma questo non rende conforme l'allacciamento di un utilizzatore fisso ad un circuito che non sia stato dimensionato per la sua potenza nominale. Le stesse Norme ammettono comunque la possibilità di sovraccarico perchè, con più utilizzatori connessi al medesimo circuito, è possibile applicare dei coefficienti di contemporaneità.
Se consideriamo i punti presa destinati ad un impiego generico, qui si arriva ad una situazione ridicola: l'utente può decidere di accendere contemporaneamente 5 stufette da 2 kW ciascuna, collegate ad uno stesso circuito prese da 16 A che è stato dimensionato nel pieno rispetto delle Norme per una potenza di 3 kW e correttamente protetto con magnetotermico da 16 A.. abbiamo un sovraccarico di ben 7 kW rispetto alla potenza prevista ma l'utente ha ragione se ha utilizzato tutti gli apparecchi nel pieno rispetto delle istruzioni!
Il magnetotermico, finchè funziona, eviterà comunque il surriscaldamento della linea.
infatti fino al magnetotermico l'impianto dovrebbe essere dimensionato per l'assorbimento massimo dell'utilizzatore. Dopo la protezione il dimensionamento dell'impianto lo da la protezione termica stessa.
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Re: Scelta piastra induzione

#124
elise ha scritto: infatti fino al magnetotermico l'impianto dovrebbe essere dimensionato per l'assorbimento massimo dell'utilizzatore. Dopo la protezione il dimensionamento dell'impianto lo da la protezione termica stessa.
Allora abbiamo detto la stessa cosa.

@Telstar: se in quelle condizioni vuoi un impianto a norma, sulla dichiarazione di conformità non potrà mai comparire un piano cottura con potenza nominale di 7,2 kW.
L'installatore utilizzerà un espediente (dichiarare la predisposizione per un piano cottura con potenza nominale opportunamente inferiore) e farà in modo di non lasciare prove che possano dimostrare l'avvenuto allacciamento di quel piano cottura da parte sua. E' teoricamente possibile dichiarare la conformità alla regola d'arte in deroga alle Norme CEI, ma la teoria è una cosa e la realtà e un'altra, non c'è alcun vantaggio nell'esporsi a questo rischio. Il committente è il primo a rischiare, perdendo la copertura dell'eventuale assicurazione e sollevando il produttore del piano cottura da ogni responsabilità.

Comunque esistono piani a induzione con 2 zone che possono funzionare contemporaneamente (anche se non alla massima potenza), costano meno a parità di marca e qualità rispetto alle versioni a 4 zone, occupano meno spazio e hanno in media una potenza nominale di circa 3,6 kW.
Spendendo qualcosa in più rispetto al singolo piano da 4 zone ne puoi installare 2 affiancati, con l'accorgimento di allacciarli ad un semplice commutatore a camme bipolare che ne impedisca il funzionamento contemporaneo. In questo caso nessun installatore e nessun progettista (quando obbligatorio) avrebbe motivo di preoccuparsi di dichiarare un fattore di contemporaneità pari a 0,5 , ma questo è possibile anche senza il commutatore, basta associare la scelta di quel fattore ad una precisa indicazione del committente riguardo le condizioni previste per il funzionamento dei piani cottura. Un vantaggio è la possibilità di poter cucinare se un piano cottura subisce un guasto, poichè hai l'altro..
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Re: Scelta piastra induzione

#125
Federal Republic ha scritto: non c'è alcun vantaggio nell'esporsi a questo rischio.
Io ne vedo tanti di vantaggi, e impostando subito il limitatore a 4,5Kw non vedo neppure nessun rischio (tranne in caso di guasto che lo fa saltare).
Secondo me stai creando una serie di problemi che in pratica non sussistono.

Re: Scelta piastra induzione

#126
Chiediti perchè alcuni produttori hanno sviluppato, appositamente per il mercato italiano, piani cottura a 4 zone con potenza nominale ridotta a non più di 3,6 kW , nonostante avessero già a catalogo alcuni modelli apparentemente identici ma con potenza nominale di circa 7,2 kW e limitatore attivabile all'occorrenza.
Avevano soldi da buttare o si sono resi conto dell'esistenza di un problema reale? Problema che gradualmente cesserà di esistere a partire dal 1 gennaio 2018, allineando il mercato nazionale a quello europeo.
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Re: Scelta piastra induzione

#129
Edit: pensavo fosse una domanda e non una risposta.

Quei produttori si sono informati in merito alla normativa italiana, trovando una soluzione adatta per chi vuole passare all'induzione a 4 zone affrontando pochi disagi e spendendo poco, conservando un impianto elettrico preesistente e dimensionato per potenze non superiori a 6 kW. Ovviamente gli acquirenti devono accontentarsi delle prestazioni di quel prodotto, non si può avere tutto con poco..
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Re: Scelta piastra induzione

#130
cerchiamo di capirci...
se metto un magnetotermico da 25A (fase + neutro) in prossimità del piano cottura l'impianto domestico è sufficiente sia dimensionato per 25A/6KW (escludendo il collegamento piano-interruttore che dovrà essere per 32A).
Questo a prescindere dalla presenza di un limitatore sul piano cottura.
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Re: Scelta piastra induzione

#131
Partiamo dal piano cottura, nel caso specifico abbiamo una potenza nominale di 7,2 kW.
Se vogliamo alimentarlo in monofase, otteniamo per il circuito in oggetto una corrente di impiego Ib pari a 31,3 A (considerando cos fi = 1) e questo è il dato di partenza.

Il magnetotermico dovrà avere una corrente nominale In di almeno 32 A (relazione Ib minore o uguale a In), nel caso specifico possiamo scegliere tranquillamente 32 A perchè si arriverà all'assorbimento di corrente di 31,3 A solo in casi estremi e solo per un tempo limitato. Il buonsenso porterebbe a scegliere una corrente nominale di un gradino superiore, ovvero 40 A, in situazioni differenti in cui il carico deve funzionare per molte ore alla potenza nominale, perchè lo sganciatore termico si riscalda notevolmente quando percorso per molto tempo da una corrente prossima a quella nominale.

La linea dovrà avere una portata Iz almeno pari a 32 A (relazione In minore o uguale a Iz), quindi utilizzando i normali conduttori unipolari di tipo N07V-K posati entro tubo sotto traccia è necessaria una sezione minima pari a 6 mm^2, corrispondente ad una portata di 41 A in assenza di declassamento.
Anche qui vale il discorso di preferire la sezione immediatamente superiore, ovvero 10 mm^2, in casi differenti in cui dovrà scorrere per lungo tempo una corrente prossima alla portata massima.
Da verificare la caduta di tensione ed il vincolo dell'energia specifica passante.

Fin qui abbiamo effettuato un parziale dimensionamento del circuito per l'alimentazione del piano cottura a induzione, chiaramente nella distribuzione ai livelli superiori avremo valori crescenti di corrente nominale (anche per la selettività delle protezioni) e di sezione dei conduttori.
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Re: Scelta piastra induzione

#134
Federal Republic ha scritto:Partiamo dal piano cottura, nel caso specifico abbiamo una potenza nominale di 7,2 kW.
Se vogliamo alimentarlo in monofase, otteniamo per il circuito in oggetto una corrente di impiego Ib pari a 31,3 A (considerando cos fi = 1) e questo è il dato di partenza.

Il magnetotermico dovrà avere una corrente nominale In di almeno 32 A (relazione Ib minore o uguale a In), nel caso specifico possiamo scegliere tranquillamente 32 A perchè si arriverà all'assorbimento di corrente di 31,3 A solo in casi estremi e solo per un tempo limitato. Il buonsenso porterebbe a scegliere una corrente nominale di un gradino superiore, ovvero 40 A, in situazioni differenti in cui il carico deve funzionare per molte ore alla potenza nominale, perchè lo sganciatore termico si riscalda notevolmente quando percorso per molto tempo da una corrente prossima a quella nominale.

La linea dovrà avere una portata Iz almeno pari a 32 A (relazione In minore o uguale a Iz), quindi utilizzando i normali conduttori unipolari di tipo N07V-K posati entro tubo sotto traccia è necessaria una sezione minima pari a 6 mm^2, corrispondente ad una portata di 41 A in assenza di declassamento.
Anche qui vale il discorso di preferire la sezione immediatamente superiore, ovvero 10 mm^2, in casi differenti in cui dovrà scorrere per lungo tempo una corrente prossima alla portata massima.
Da verificare la caduta di tensione ed il vincolo dell'energia specifica passante.

Fin qui abbiamo effettuato un parziale dimensionamento del circuito per l'alimentazione del piano cottura a induzione, chiaramente nella distribuzione ai livelli superiori avremo valori crescenti di corrente nominale (anche per la selettività delle protezioni) e di sezione dei conduttori.
ma se hai 6KW metti una linea diretta con protezione dedicata da 25A subito dopo il contatore e il peggio che può capitarti è che salti quella protezione, con il vantaggio di dimensionare tutto l'impianto sottotraccia per 25A invece che 32.
Se hai un contratto da 4,5 KW puoi mettere anche una protezione da 20A e ridurre ulteriormente la sezione. Certo fino alla protezione i cavi dovrebbero essere di sezione più generosa ma sono corti e non credo siano un problema.
Il magnetotermico salterà solo quando si supererà davvero il suo valore di sgancio, caso alquanto raro in presenza di limitatore correttamente impostato sul piano cottura.
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Re: Scelta piastra induzione

#135
Come già spiegato, il dimensionamento parte dal carico e quella è la sua potenza nominale, non si può declassare sfruttando il limitatore, anche se la linea è comunque protetta contro le sovracorrenti. Alle Norme si aggiungono le prescrizioni del produttore del piano cottura.
Discorso diverso per altre categorie di elettrodomestici, per es. alcuni modelli di lavastoviglie professionali prevedono diverse modalità di connessione a cui corrispondono diversi valori di potenza nominale, a seconda che siano collegate o no le resistenze addizionali tramite la morsettiera di allacciamento dell'apparecchio.
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