Buongiorno,
alle sue domande dovrebbero corrispondere altrettante risposte, ma il problema è più complesso: dipende da quanto vuole spendere. Un impianto efficiente lo è se tutte le componenti lo sono. Se ha una caldaia vecchia, tubazioni non coibentate e radiatori in ghisa mi sembra difficile che possa esserlo. Inoltre, sarebbe da evitare l'utilizzo di radiatori di materiali completamente diversi per capacità termica ed emissività (ghisa ed alluminio nello stesso impianto), in quanto per loro caratteristiche non avranno mai una corretta resa.
Un impianto che ad oggi si tende a suggerire, in caso di ristrutturazione, è composto da caldaia a condensazione (con potenza nominale in relazione alla potenza effettiva dei corpi scaldanti e non "a caso" o "perché il vicino ha fatto così") e radiatori in alluminio in modo tale chela caldaia possa lavorare a bassa temperatura (45 gradi) sfruttando appunto i vapori di condensazione e con conseguente maggiore efficienza. I radiatori devono essere dimensionati in base a calcoli specifici (volume da riscaldare, posizione della stanza, gradi giorno, fascia climatica dell'abitazione, ponti termici, parti disperdenti, eventuali altre fonti di calore come stufe o caminetti e perdite per ventilazione-vedi aspiratori, fori per aerazione,...). Pertanto non è possibile dare una risposta completa. Se desideriamo migliorare davvero le performance dell'impianto e risparmiare sul riscaldamento cambiare una caldaia ovviamente non basta, così come non basterebbero i serramenti nuovi. E' l'insieme di tutti gli interventi che permette di ottenere risultati apprezzabili. Riassumendo, il connubio ghisa-alluminio è da evitare (l'una lavora per inerzia termica ad alte temperature, l'altro per elevata resa a basse), una caldaia a condensazione a parità di potenza termica più o meno si equivale ad un'altra (si valuti la reperibilità del tecnico e l'assistenza piuttosto che concentrarsi su un modello soltanto).
Il defangatore, a volte abbinato ad un filtro ad Y per maggiore efficacia, ripulisce l'acqua di un impianto nel caso in cui sia datato e nel suo caso potrebbe essere utile, ma non risolve sicuramente i problemi dei costi elevati e dell'efficienza in generale. Per l'addolcitore, bisogna considerare il costo di manutenzione e cambio delle cartucce. E poi, l'acqua proveniente da un addolcitore non è sempre il massimo, tant'è che spesso si ricorre ad un filtro a carboni attivi per rendere il gusto più pregevole. Ma qui sono altri costi.
Re: consiglio impianto di riscaldamento per appartamento 60
#1Without style, Life would be a mistake