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Cucine e "filosofia entry level"

#1
Ho letto qualcosa sul forum riguardo le cucine di primo prezzo che praticamente fanno tutti i marchi.

Mi domandao quale sia la filosofia checi sta alla base e se si tratta di un buon compromesso nel caso di marchi prestigiosi (cioè di qualità e prezzo alti). L'idea che mi sono fatta parlando con qualche rivenditore é che bisogna stare molto attenti perchè in realtà la filosofia varia a seconda del marchio.

In particolare miriferisco alla one di erenstomeda, la indada di dada e quella della Boffi di cui mi sfugge il nome. Ecco le informazioni ricevute da 3 rivenditori:

1) Esclusivista Ernestomeda, non mi aveva nemmeno detto che era una entry level, l'ho scoeprto io guardando il catalogo

2) Rivenditore Dada ed Enrestomeda mi ha detto che la qualità della indada resta superiore a quella della one e che la one di ernestomeda, pur essendo cmq superiore ad una scavolini, perde molto in qualità rispetto ad altri mdoelli del marchio. La indada ha un prezzo più basso giustificato dall'impossibilità di scegliere alcuni materiali, ma non perde qualità nei dettagli interni.

3) Esclusivista Boffi, mi ha dettto che la cucina di primo prezzo non perde nulla in qualità, solo perde in possibilità di personalizzazione quindi avrò una minore scelta di pezzi fuori misura o di colori perchè in questo modo l'azienda riesce a fare magazzino e abbassa il prezzo senza abbassare la qualità ma sfruttando la maggioe quantità.

Sinceramente io non so cosa pensare, il più obiettivo mi sembra il secondo, però è anche possibile che ogni marchio gestisca in modo diverso la scelta di creare cucine meno care....

Vorrei un giudizio obiettivo, voi cosa ne pensate?

Re: Cucine e "filosofia entry level"

#2
a me pare che il rivenditore 1 non ti ha detto nulla ed il rivenditore 2 e 3 hanno detto la stessa cosa.
Come si abbassa il prezzo di una cucina senza toccare la qualità? la manovra più semplice è: si fanno pochi colori che sicuramente vanno (bianco) e si gestisce un magazzino producendo più pezzi anzichè fare 40 colori che non vanno via.... questo ti permette un ottimo abbattimento dei costi ma spesso ci sono già ditte che lo fanno o magari fanno un sistema misto di 2-3 colori a magazzino ad alta rotazione e buon costo e poi 30 colori sfigati che costano l'ira di Dio.... insomma questo è solo un metodo... poi si possono toccare i materiali non necessariamente calando in durata ma dando risultati estetici differenti (non per forza più sgradevoli).
Poi è prassi dei rivenditori buttarti la una classifica con giustificativi "banalotti" tipo questo è meglio di quello ma purtroppo la qualità non è misurabile quindi affermazioni tipo dada è meglio di em che è meglio di scavolini trovano il tempo che trovano in quanto non sono seguite da spiegazioni puntuali...non hanno solide basi tecniche ed ogni marchio si sovrappone di solito abbondantemente in molti altri.
Pax tibi Marce

Re: Cucine e "filosofia entry level"

#3
qsecofr ha scritto:a me pare che il rivenditore 1 non ti ha detto nulla ed il rivenditore 2 e 3 hanno detto la stessa cosa.
Come si abbassa il prezzo di una cucina senza toccare la qualità? la manovra più semplice è: si fanno pochi colori che sicuramente vanno (bianco) e si gestisce un magazzino producendo più pezzi anzichè fare 40 colori che non vanno via.... questo ti permette un ottimo abbattimento dei costi ma spesso ci sono già ditte che lo fanno o magari fanno un sistema misto di 2-3 colori a magazzino ad alta rotazione e buon costo e poi 30 colori sfigati che costano l'ira di Dio.... insomma questo è solo un metodo... poi si possono toccare i materiali non necessariamente calando in durata ma dando risultati estetici differenti (non per forza più sgradevoli).
Poi è prassi dei rivenditori buttarti la una classifica con giustificativi "banalotti" tipo questo è meglio di quello ma purtroppo la qualità non è misurabile quindi affermazioni tipo dada è meglio di em che è meglio di scavolini trovano il tempo che trovano in quanto non sono seguite da spiegazioni puntuali...non hanno solide basi tecniche ed ogni marchio si sovrappone di solito abbondantemente in molti altri.
Se ho capito bene quindi, in linea generale, è possibile che un prezzo più basso (rispetto allo standard del marchio) vada ad inficiare la qualità come può essere che ciò non accada. Se è così devo stare attenta suquale marchi mi dirigo se prendo una entry level?

RIguardo ai rivendtiroi che ho sentito io, il secondo e il terzo hanno detto qualcosa di simile, però il secondo tratta due marchi e mi ha fatto capire che uno dei due marchi va a toccare la qualità per abbassare il prezzo mentre l'altro no. Siccome vende entrambi i marchi mi sembra un giudizio disinteressato.
Il terzo ha detto che per il marchio che tratta lui, l'abbassamento del prezzo della entry level non va a discapito della qualità, però in quel negozio vendono solo quel marchio e peraltro nella sicilia orientale lui è l'unico che vende quel marchio, quindi io non so se posso fidarmi visto anche che non ha quasi nulla in esposizione.

Re: Cucine e "filosofia entry level"

#5
Peppezi ha scritto:Mi gira la testa :shock:

lo so che sono un po' cervellotica e complicata é solo che ogni volta che devo fare un acquisto importante, voglio essere sicura di ottenere il meglio che posso eprmettermi con il mio budget. Insomma inizio a farmi anche domande "filosofiche" :mrgreen:

Re: Cucine e "filosofia entry level"

#6
Il fatto è che non esiste l'acquisto migliore possibile in nessun caso. Esistono esigenze, budget, gusti, estetica, priorità. Tutti parametri soggettivi che quindi non producono risposte oggettive e sensate. Con queste domande si rischia solo di fare confusione. Devi partire dalla scelta di un progetto, soprattutto partendo da un valido progettista. Poi viene il resto sulla base del budget (materiali, eldom, top, accessori) e alla fine arrivano forse i marchi.
L'Ottocento - Stosa - Minimal Cucine
Ripariamo cucine a gas...a domicilio :D

Re: Cucine e "filosofia entry level"

#7
Peppezi ha scritto:Il fatto è che non esiste l'acquisto migliore possibile in nessun caso. Esistono esigenze, budget, gusti, estetica, priorità. Tutti parametri soggettivi che quindi non producono risposte oggettive e sensate. Con queste domande si rischia solo di fare confusione. Devi partire dalla scelta di un progetto, soprattutto partendo da un valido progettista. Poi viene il resto sulla base del budget (materiali, eldom, top, accessori) e alla fine arrivano forse i marchi.
Forse sbaglio io, ma pensavo che, una volta definito il progetto, sarei passata ai preventivi per i modelli di cucine che mi piacciono. Poi però arriverà il momento di confrontare questi preventivi e dovrò scegliere una cucina, a parità di materiali, elettrodomestici, accessori; io pensavo che a quel punto non dovrei basarmi solo su quella che mi piace di più (immagino che quelle che avrò selezionato mi piaceranno tutte) vorrei capire quale vale una certa spesa e quale no; oppure se vale la pena di prendere un certo marchio potrei decidere di risparmiare su qualche accessorio o scendere nella qualità degli eldom per rientrare nel budget. Per questo mi domandavo se il rapporto qualità/prezzo in una entry level scende rispetto ad altri modelli di uno stesso marchio...

Lo so che arriverete ad odiarmi quanto prima :lol:

Re: Cucine e "filosofia entry level"

#8
Certo il rivenditore è importante,ma storicamente si è scelto sempre prima la marca ed il modello di cucina che piace di più. Poi si vede chi vende quello che piace. Allora che senso ha comprare le riviste di arredamento dove tutte le aziende mettono in vetrina i loro modelli. Tanto vale che la rivista propone una lista di rivenditori e facesse il pelo e contropelo a ciascuno di loro. Secondo voi alla fine tornerebbe più utile per il cliente che vedere le cucine :shock: Qui sembra che tutto inizia e finisce con il rivenditore tutto il resto è secondario :shock: Sinceramente mi sembra eccessivo :!:
Ultima modifica di Solaria il 11/11/12 21:31, modificato 1 volta in totale.
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Re: Cucine e "filosofia entry level"

#9
Solaria ha scritto:Certo il rivenditore è importante,ma storicamente si è sempre scelto la marca ed il modello di cucina che piace di più.
Quoto.
Non dubito che il rivenditore sia importante, anzi fondamentale, ma è anche vero che è più difficile consocere le referenze di un rivenditore rispetto allo standard di un prodotto...

Re: Cucine e "filosofia entry level"

#10
Solaria ha scritto: Qui sembra che tutto inizia e finisce con il rivenditore tutto il resto è secondario :shock: Sinceramente mi sembra eccessivo :!:
Mi spiace per te ma è così. Il marchio è la pia illusione di chi compra etichette e non servizi, competenza, capacità progettuali e di montaggio. Solo a parità di tutti i fattori il marchio può essere un metro di giudizio. Io sono dell'ideache un buon punto vendita debba ascoltare le richieste del cliente e in base a queste, progettare dalla A alla Z una cucine adatta. Parlo non solo di composizione, ma di materiali, finiture, accessori e funzioni. Inutile parlare di marchi prima se non come indicazioni di tipo estetico. Poi potete pure credere che una dada sia meglio di una varenna o una EM peggio di una Schiffini, a me queste discussioni appassionano poco o nulla. Discorso diverso se la richiesta del cliente richiede un marchio specifico perché sol quel o quei marchi possono soddisfarla, ma partite da inutili preconcetti o pregiudizi suo marchi (poi su quali basi??) porta mediamente il cliente a distrarsi dalla cucina nella sua essenza per adattarsi a quello che il marchio propone.
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Re: Cucine e "filosofia entry level"

#11
Peppezi ha scritto:
Solaria ha scritto: Qui sembra che tutto inizia e finisce con il rivenditore tutto il resto è secondario :shock: Sinceramente mi sembra eccessivo :!:
Mi spiace per te ma è così. Il marchio è la pia illusione di chi compra etichette e non servizi, competenza, capacità progettuali e di montaggio. Solo a parità di tutti i fattori il marchio può essere un metro di giudizio. Io sono dell'ideache un buon punto vendita debba ascoltare le richieste del cliente e in base a queste, progettare dalla A alla Z una cucine adatta. Parlo non solo di composizione, ma di materiali, finiture, accessori e funzioni. Inutile parlare di marchi prima se non come indicazioni di tipo estetico. Poi potete pure credere che una dada sia meglio di una varenna o una EM peggio di una Schiffini, a me queste discussioni appassionano poco o nulla. Discorso diverso se la richiesta del cliente richiede un marchio specifico perché sol quel o quei marchi possono soddisfarla, ma partite da inutili preconcetti o pregiudizi suo marchi (poi su quali basi??) porta mediamente il cliente a distrarsi dalla cucina nella sua essenza per adattarsi a quello che il marchio propone.

Non ho preconcetti su un marchio o un altro anche perchè non ho l'esperienza nemmeno per fare un discorso in termini "statistici" però immagino dei livelli di qualità in cui pressappoco distribuire diversi marchi. Da quel poco che ho visto non posso mettere una dada a confronto con una veneta. Poi un discorso diverso è vedere quanti soldi ho e capire se posso permettermi una dada (o marchio similare) oppure una veneta o meglio ancora a cosa devo rinunciare per potere acquistare una dada e se è meglio prendere una veneta che con la stessa cifra sarà più grande, più accessoriata etc... Nel frattempo valuterò anche la comptenza del progettista e l'affidabilità del rivenditore, ma visto che le incertezze sono davvero tante, vorrei fissare dei paletti, almeno orientativi

Re: Cucine e "filosofia entry level"

#12
Ma su questo non ci piove. Quello che è stucchevole e fuorviante è discutere su classifiche di marchi di pari livello. Vorrei sinceramente capire che senso ha fare il pelo agli spigoli dei bordi quando i parametri di scelta sono molto più macroscopici. Chi compra una dada, una EM o una varenna ha determinate aspettative che sono diverse da chi sceglie una lube o una arredo 3. Poi potremmo discutere se a parità di budget è meglio "pompare" gli elettrodomestici, il top o gli accessori piuttosto che ammirare le 10 mani di poliestere di un laccato di un marchio medio/alto. Posso dire di aver visto e montato cucine medie superpompate che facevano impallidire cucine blasonate in cui i compromessi fatti per contenere i costi hanno annullato ogni possibile plus estetico del marchio alto. Per questo insisto col dire che un bravo progettista deve esserci dietro sempre e comunque.
L'Ottocento - Stosa - Minimal Cucine
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Re: Cucine e "filosofia entry level"

#13
didi1979 ha scritto:
Solaria ha scritto:Certo il rivenditore è importante,ma storicamente si è sempre scelto la marca ed il modello di cucina che piace di più.
Quoto.
Non dubito che il rivenditore sia importante, anzi fondamentale, ma è anche vero che è più difficile consocere le referenze di un rivenditore rispetto allo standard di un prodotto...


comincio a non capire il senso...
mi pare che dato che tutto sommato l'unica marca di cucine sufficientemente nota al pubblico è Scavolini la gente per capire quali altre marche siano papabili si fa un giro per rivenditori... dei marchi in se io me ne sono sempre strafregato: vedo una cucina, mi piace, la compro... il marchio dentro al cassetto onestamente si vede pochino e la mia cucina non è per me uno status symbol da esibile (...amo poco anche gli altri)... comunque evidentemente la gente pensa di trovare chissà quale ancora di salvezza nei marchi: lo considero l'oppio del consumatore ma se lo vogliono sia.
Il budget immagino che sia buono ma non al top se no non vedo il senso della richiesta... ma non capisco perchè nn guardare anche a 360 gradi un marchio medio che magari per quel budget ti da il suo top di gamma.
Insomma mi pare un po' che si voglia fuggire dal problema invece che affrontarlo: bisogna trovare un bravo rivenditore di fiducia: questo ti deve proteggere con un buon progetto ed un buon montaggio: fanno da soli il 60% della cucina... poi eventualmente se uno ha voglia e tempo si può indagare e cercare di capire con che materiali è stata fatta sta cucina e perchè costa di più o di meno di un'altra... pensare che sposando il marchio si trovi automaticamente la cucina e l'affare della vita è la cosa più idiota che si possa fare.
Pax tibi Marce

Re: Cucine e "filosofia entry level"

#14
Peppezi ha scritto:Ma su questo non ci piove. Quello che è stucchevole e fuorviante è discutere su classifiche di marchi di pari livello. Vorrei sinceramente capire che senso ha fare il pelo agli spigoli dei bordi quando i parametri di scelta sono molto più macroscopici. Chi compra una dada, una EM o una varenna ha determinate aspettative che sono diverse da chi sceglie una lube o una arredo 3. Poi potremmo discutere se a parità di budget è meglio "pompare" gli elettrodomestici, il top o gli accessori piuttosto che ammirare le 10 mani di poliestere di un laccato di un marchio medio/alto. Posso dire di aver visto e montato cucine medie superpompate che facevano impallidire cucine blasonate in cui i compromessi fatti per contenere i costi hanno annullato ogni possibile plus estetico del marchio alto. Per questo insisto col dire che un bravo progettista deve esserci dietro sempre e comunque.
Discorso chiarissimo e lo condivido pienamente. Non voglio fare classifiche e soprattutto non voglio credere che se ne possano fare di completamente esatte, ma non ti nascondo che ho paura che alcuni marchi costosi siano tali in parte epr la qualità ed in parte per il "nome". Insomma nelle cucine di fascia alta ce n'è inparticolare una che passa spot pubblicitari, tant'è che di altre sono venuta a conoscenza solo cercando notizie su siti o riviste specializzate. Allora ho iniziato a pensare che il prezzo di una dada (o similari) sia più giustificato che per em. Quello però riguarda solo veramente la paura di spendere male i propri soldi.
qsecofr ha scritto: comincio a non capire il senso...
mi pare che dato che tutto sommato l'unica marca di cucine sufficientemente nota al pubblico è Scavolini la gente per capire quali altre marche siano papabili si fa un giro per rivenditori... dei marchi in se io me ne sono sempre strafregato: vedo una cucina, mi piace, la compro... il marchio dentro al cassetto onestamente si vede pochino e la mia cucina non è per me uno status symbol da esibile (...amo poco anche gli altri)... comunque evidentemente la gente pensa di trovare chissà quale ancora di salvezza nei marchi: lo considero l'oppio del consumatore ma se lo vogliono sia.
Il budget immagino che sia buono ma non al top se no non vedo il senso della richiesta... ma non capisco perchè nn guardare anche a 360 gradi un marchio medio che magari per quel budget ti da il suo top di gamma.
Insomma mi pare un po' che si voglia fuggire dal problema invece che affrontarlo: bisogna trovare un bravo rivenditore di fiducia: questo ti deve proteggere con un buon progetto ed un buon montaggio: fanno da soli il 60% della cucina... poi eventualmente se uno ha voglia e tempo si può indagare e cercare di capire con che materiali è stata fatta sta cucina e perchè costa di più o di meno di un'altra... pensare che sposando il marchio si trovi automaticamente la cucina e l'affare della vita è la cosa più idiota che si possa fare.
Io non so cosa consoce il pubblico, posso dirti cosa conosce io e posso dirti che da quando il discorso inizia ad interessarmi concretamente, sono venuta a consocenza di marchi ottimi e che sconoscevo. non cerco una cucina da esibire ma una cucina che mi piaccia e che duri nel tempo; una cucina da usare intensamente, che non tema qualche maltrattamento ogni tanto, che non tema le macchie nè i detergenti etc... una cucina funzionale e pratica, dove tutto è messo nel modo più comodo ed efficiente. cerco che il progetto sia fatto bene, che non sia sovradimensionata rispetto alle misure della stanza e che, se anche non proprio alla moda, sia fatta tenendo in considerazione le mie esigenze, abitudini e comodità quando cucino....
Quello che voglio evitare è proprio l'errore di pagare il marchio. In tutti i campi ci sono cose che costano quanto valgono e cose che costano molto di più solo perchè hanno un certo nome oppure ci sono marchi made in italy poco sponsorizzati che contengono i costi e hanno un ottimo rappporto qualità/prezzo.

Il mio budget è alto ma non al top. Appena decido la "forma" della mia cucina vado a fare i rpeventivi e li farò dei marchi tra i quali ho trovato modelli che mi piacciono (dada ernestomeda, binova, snaidero, veneta) poi farò tutte le valutazioni a seguire. Ho già escluso alcuni eldom perchè troppo scarsi e altri perchè troppo costosi, poi nel mezzo ci sono tanti scalini. Sul rivenditore dovrò fidarmi dell'impressione che avrò durante il progetto e i preventivi, non ho altri elementi per valutarli purtroppo

Re: Cucine e "filosofia entry level"

#15
Tu allora con quale criterio scegli un marchio da vendere nel tuo negozio.Lo tiri a sorte :D
Non svalutiamoli oggi Varenna ,Ernesto meda e Dada sono i marchi più venduti nella fascia medio alta-alta. Penso che un motivo ci sarà o è solo tutto merito dei rivenditori :?:
Peppezi ha scritto: Poi potete pure credere che una dada sia meglio di una varenna o una EM peggio di una Schiffini, a me queste discussioni appassionano poco o nulla. .
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero