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stone italiana

#1
voglio far sapere a tutti la mia esperienza con questa azienda cercando di essere solo obiettiva.
ho acquistato presso il rivenditore della mia zona, che si chiama Oceania Arredamenti, il piano di lavoro e il lavello della ditta Stone Italiana, ho scelto il materiale Jaipur perché si presenta non liscio e richiama l' irregolarità della pietra naturale. questa ditta offre una garanzia di anassorbenza valida 10 anni sul materiale Jaipur.
ma cosa succede quando il piano Jaipur non supera il test e da subito inizia a macchiarsi?
non parlo di liquidi particolari oppure detersivi ( ho sempre usato sgrassatori delicati), parlo della semplice acqua, infatti il mio piano ha iniziato subito ad assorbire le gocce d' acqua che ci cadevano sopra, presentando aloni opachi della stessa precisa forma delle gocce che ci sono cadute!!!
ma io non mi sono rivolta all' azienda per non essere troppo rompi, fino a quando circa 1 anno dopo, scolando l' acqua della pasta, sento un vistoso "crack" provenire dal lavello e mi accorgo che è solcato per tutta la lunghezza da una crepa...insomma è crepato da una parte all' altra!!!!!!!!!!
a questo punto corro dal rivenditore che mi assicura che risolverà il problema, ovviamente omettendo di essere in fase di chiusura per fallimento e che quindi non avrebbe mai preso in carico il mio problema.
a questo punto chiamo la ditta Stone Italiana che mi risponde dicendomi che sicuramente abbiamo utilizzato male il lavello per ottenere un danno del genere. alla mia domanda su cosa intendesse per utilizzo sbagliato mi sento rispondere che su questo materiale non si deve buttare acqua bollente per non danneggiarlo e non ci si può appoggiare troppo peso....
quindi non bisogna scolare l' acqua della pasta nel lavello e non bisogna entrarci dentro.........credo non serva commento.
a questo punto coinvolgo un avvocato e decido di rivendicare anche la garanzia di 10 anni di anassorbenza, dato che intanto il piano di lavoro è massacrato da tutto quello che ha assorbito.
vi dico solo che sono passati 2 anni e io ancora ho un catino sotto il lavello, perché ovviamente dalla crepa esce acqua ogni volta che apro il rubinetto e i signori della Stone Itaiana non solo non si sono degnati di offrirmi nessuna assistenza, ma mi hanno completamente ignorato, non hanno fatto nessun sopralluogo e non hanno neanche provato a dimostrare interesse, proprio come fanno molte aziende con il consumatore che ormai il prodotto lo ha acquistato.
il mio consiglio è quindi di rivolgersi al marmista che trovate nella vostra zona, che con molti meno soldi e sicuramente più competenza e assistenza, vi fornirà il piano di lavoro del materiale che volete.

Re: stone italiana

#2
milu perugia ha scritto:voglio far sapere a tutti la mia esperienza con questa azienda cercando di essere solo obiettiva.
ho acquistato presso il rivenditore della mia zona, che si chiama Oceania Arredamenti, il piano di lavoro e il lavello della ditta Stone Italiana, ho scelto il materiale Jaipur perché si presenta non liscio e richiama l' irregolarità della pietra naturale. questa ditta offre una garanzia di anassorbenza valida 10 anni sul materiale Jaipur.
ma cosa succede quando il piano Jaipur non supera il test e da subito inizia a macchiarsi?
non parlo di liquidi particolari oppure detersivi ( ho sempre usato sgrassatori delicati), parlo della semplice acqua, infatti il mio piano ha iniziato subito ad assorbire le gocce d' acqua che ci cadevano sopra, presentando aloni opachi della stessa precisa forma delle gocce che ci sono cadute!!!
ma io non mi sono rivolta all' azienda per non essere troppo rompi, fino a quando circa 1 anno dopo, scolando l' acqua della pasta, sento un vistoso "crack" provenire dal lavello e mi accorgo che è solcato per tutta la lunghezza da una crepa...insomma è crepato da una parte all' altra!!!!!!!!!!
a questo punto corro dal rivenditore che mi assicura che risolverà il problema, ovviamente omettendo di essere in fase di chiusura per fallimento e che quindi non avrebbe mai preso in carico il mio problema.
a questo punto chiamo la ditta Stone Italiana che mi risponde dicendomi che sicuramente abbiamo utilizzato male il lavello per ottenere un danno del genere. alla mia domanda su cosa intendesse per utilizzo sbagliato mi sento rispondere che su questo materiale non si deve buttare acqua bollente per non danneggiarlo e non ci si può appoggiare troppo peso....
quindi non bisogna scolare l' acqua della pasta nel lavello e non bisogna entrarci dentro.........credo non serva commento.
a questo punto coinvolgo un avvocato e decido di rivendicare anche la garanzia di 10 anni di anassorbenza, dato che intanto il piano di lavoro è massacrato da tutto quello che ha assorbito.
vi dico solo che sono passati 2 anni e io ancora ho un catino sotto il lavello, perché ovviamente dalla crepa esce acqua ogni volta che apro il rubinetto e i signori della Stone Itaiana non solo non si sono degnati di offrirmi nessuna assistenza, ma mi hanno completamente ignorato, non hanno fatto nessun sopralluogo e non hanno neanche provato a dimostrare interesse, proprio come fanno molte aziende con il consumatore che ormai il prodotto lo ha acquistato.
il mio consiglio è quindi di rivolgersi al marmista che trovate nella vostra zona, che con molti meno soldi e sicuramente più competenza e assistenza, vi fornirà il piano di lavoro del materiale che volete.


La scritta che ho rimarcato non centra una beata mazza con il piano. Il problema della rottura potresti averlo avuto anche con un piano preso da un marmista.
Per quanto riguarda il problema vero (non la stupidata di cui sopra) bisogna dividere in due la cosa:

- lo jaipur soffre l' assorbimento e lo specificano (se non ricordo male) infatti forniscono un kit di manutenzione che evita l' assorbimento dei residui dell' acqua. Io avviso sempre (in fase di trattavitva) quando mi chiedono lo jaipur di queste problematiche (che si possono riscontrare anche con i graniti scuri con effetto "grezzo" o fiammato;

- la spaccatura è difficile dare sentenze.



Senza foto non ti si può aiutare oltre.
Certo un coinvolgimento maggiore da parte di stone sarebbe gradito.

Quando noi diciamo di non credere a queste garanzie decennale passiamo per lobbisti.....................

Re: stone italiana

#3
infatti la rottura potrei averla avuta con qualsiasi piano, di qualsiasi materiale, di qualsiasi marmista, ma ovviamente quello che volevo dire è che di certo avrei avuto una maggiore assistenza e disponibilità se mi fossi rivolta all' artigiano della mia zona, perché sarei potuta andare di persona tutti i giorni a rendergli la vita impossibile.

per quanto riguarda i problemi di assorbenza del jaipur
mi hanno consegnato all' acquisto tanto di certificato unito alla garanzia che garantisce anassorbenza del jaipur stesso e nessuna menzione a nessun kit di manutenzione.

per quanto riguarda la rottura capisco che una persona che vende piani in jaipur abbia difficoltà a sentenziare.

intanto io sto decidendo se andare avanti con la causa o no e da 2 anni vivo con un catino sotto il lavello

Re: stone italiana

#4
milu perugia ha scritto:infatti la rottura potrei averla avuta con qualsiasi piano, di qualsiasi materiale, di qualsiasi marmista, ma ovviamente quello che volevo dire è che di certo avrei avuto una maggiore assistenza e disponibilità se mi fossi rivolta all' artigiano della mia zona, perché sarei potuta andare di persona tutti i giorni a rendergli la vita impossibile.

per quanto riguarda i problemi di assorbenza del jaipur
mi hanno consegnato all' acquisto tanto di certificato unito alla garanzia che garantisce anassorbenza del jaipur stesso e nessuna menzione a nessun kit di manutenzione.

per quanto riguarda la rottura capisco che una persona che vende piani in jaipur abbia difficoltà a sentenziare.

intanto io sto decidendo se andare avanti con la causa o no e da 2 anni vivo con un catino sotto il lavello


Incredibile come riusciate a storpiare quello che diciamo.
Allora:


milu perugia ha scritto:infatti la rottura potrei averla avuta con qualsiasi piano, di qualsiasi materiale, di qualsiasi marmista, ma ovviamente quello che volevo dire è che di certo avrei avuto una maggiore assistenza e disponibilità se mi fossi rivolta all' artigiano della mia zona, perché sarei potuta andare di persona tutti i giorni a rendergli la vita impossibile.


E questo chi te lo dice? non ne abbiamo la riprova. Se è per quello io non conosco un marmista che abbia provveduto alla sostituzione in garanzia di qualunque top.


Poi:
milu perugia ha scritto: per quanto riguarda i problemi di assorbenza del jaipur
mi hanno consegnato all' acquisto tanto di certificato unito alla garanzia che garantisce anassorbenza del jaipur stesso e nessuna menzione a nessun kit di manutenzione.
Errore del rivenditore a cui ti sei rivolta. Sono anni che la stone fornisce il kit di manutenzione per alcune finiture. Leggi bene la garanzia.


milu perugia ha scritto:
per quanto riguarda la rottura capisco che una persona che vende piani in jaipur abbia difficoltà a sentenziare.

ma che minkia dici?
E' proprio perchè cerco di non venderli, per il problema dell' assorbenza che dico che:
- per esserti di aiuto in modo maggiore bisogna vedere DELLE FOTO.
A me se scrivi che stone si rompe facilmente non me importa nulla. non ho nessun interesse da difendere.
Tanto è vero che sono anni che affermiamo di lasciare perdere, nella valutazione di acquisto, la garanzia decennale.
milu perugia ha scritto:
intanto io sto decidendo se andare avanti con la causa o no e da 2 anni vivo con un catino sotto il lavello

Fai un pò quello che vuoi, per darti un parere bisogna vedere delle foto. Se vuoi che ti diamo ragione perchè hai il catino sottto al lavandino ti diamo ragione.

Ma riuscite a:
- raccontare la vostra esperienza documentando con delle foto?

mamma mia ragazzi.

Re: stone italiana

#5
... ma sei sicura di avere la garanzia contro l'assorbimento? Dai miei test interni nessun quarzo è ad assorbimento ZERO tant'è che si macchiano di solito con il vino rosso. A parte che di critiche sullo Japur ce ne sono state più d'una nel passato ma Normalmente però quello che viene denunciato come assorbimento è invece calcare, spesso insidiosissimo da togliere in quanto non viene con i detersivi normali... lo dico perchè sui laminati, che realmente sono ad assorbimento zero, ogni tanto c'è qualche d'uno che non riesce a pulirlo, poi va di maniere forti con pagliette e cose e poi lo alona con conseguenza irreparabili... senza andare con viakal e cose super-aggressive il calcare si toglie dalla cucina non con prodotti neutri per la pulizia ma con una soluzione acidula... la stessa che quasi tutti usano anche per condire l'insalata ma bisogna abbandonare ogni speranza di toglierlo con detergenti normali.

Quanto alla rottura da parte a parte è un difetto di tutti i quarzi (anche di altre marche): non tollerano gli sbalzi di temperatura.... ecco perchè ci vuole il sottopentola eccetera eccetera. Comunque di solito se hanno fatto un lavello probabilmente quest'ultimo è incollato e di solito se si spacca si spacca dove è incollato... si è spaccato a centro lastra o si è spaccato sull'incollaggio? e l'incollaggio l'ha fatto la StoneItaliana :roll: ?

...il problema di fondo credo sia che il rivenditore è KO... non si perderebbe nemmeno tempo nella discussione se fosse vegeto.
Pax tibi Marce

Re: stone italiana

#7
nicolettaalematte ha scritto:Si é calcare. Gli Jaipur sonoo anni che danno sti problemi. Sul forum qualche utente ha riportato lo stesso problema.
E va be ma il calcare mica è colpa del top.
Pax tibi Marce

Re: stone italiana

#8
Che questa tipologia di piano abbia un po di "problemi" è risaputo oramai da tempo....e penso che anche la ditta produttrice lo possa ammettere.....
Per la crepa del lavello semplicemente non hai aperto l'acqua quando hai scolato la pasta......anche questa è cosa risaputa quando si versa acqua bollente dentro il lavandino......può farlo 1000volte e non accade nulla, ma prima poi succede......mi spiace dirtelo ma per questa cosa non c'è garanzia che copre.
Tu puoi avere tutte le ragioni possibili e immaginabili, ma purtroppo le cause sono da ricercare e far cadere sul tuo mobiliere che non ti avrà spiegato per bene le cose REALI DA VITA VISSUTA riguardanti il materiale.
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Re: stone italiana

#9
... e comunque, per l'ennesima volta, si scopre la figura CENTRALE del rivenditore nel processo di acquisto delle cucine componibili.

Un rivenditore informato, professionale avrebbe fortemente sconsigliato l'inserimento di questa tipologia di piano nella cucina, questo e' certo ed e' l'unica verita'.

La scelta del professionista a cui affidarsi e' il passo fondamentale per un acquisto che vada a buon fine, la ricerca forsennata solo del miglior prezzo sa' molto di Tafazzismo.
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Re: stone italiana

#10
Scusate se mi intrometto, ma vorrei capire bene... visto che sto accingendomi a comprare una cucina nuova e volevamo il piano non in laminato ma in qualche agglomerato naturale.
Quando dite che scolando la pasta bisogna aprire l'acqua fredda (cosa che faccio regolarmente...) lo dite perché nelle avvertenze d'uso dei lavandini in pietra o quarzo che siano, c'è scritto o perché "è buona norma / si sa... etc.." Quello che voglio dire, sono convinto che il rivenditore sia responsabile per eventuali mancanze nei montaggi ( sbagliati, non eseguiti come indicato dal produttore), E' responsabile anche di non specificare aspetti negativi, ma solo positivi di eventuali scelte di materiali per poter vendere di più.
Ma sono convinto che un produttore, nel caso specifico Stone Italiana, debba fornire materiali atti a reggere lo stress dell'uso a cui sono destinati. E' qui secondo me scatta la corresponsabilità del produttore. Insomma se la Stone italiana ha fornito un certificato di anassorbenza ( così dice l'utente) lo avrà fatto a ragion veduta. Oppure è in malafede e fornisce certificati giusto per tranquillizzare i clienti? Oppure in stile clausole polizze assicurative scrive le parti scomode in piccolo, in caratteri bianchi su sfondo bianco in modo che siano praticamente illeggibili :D.
Lo so nel forum ci sono parecchie lamentele a proposito del materiale in questione. Ma questo per me è un aggravante nei confronti di Stone Italiana. I clienti si lamentano, voi operatori del settore immagino abbiate segnalato i problemi alla Stone direttamente o tramite i loro agenti di zona. Allora mi domando perché il materiale è ancora commercializzato? Oppure perché non viene commercializzato con un bel Disclaimer scritto a lettere cubitali in modo che clienti e rivenditori non possano non accorgersi di tali caratteristiche negative?
In ultima analisi, nel caso specifico del lavandino spaccato, permettetemi di dissentire su alcune affermazioni. Lo faccio in modo pacato sperando di non urtare la sensibilità di nessuno. Un cliente, noi tutti siamo clienti ogni giorno, non può essere esperto di tutto quello che compra. Se si compra un lavandino in pietra ( o simili), e nel periodo di garanzia (l'utente denuncia la rottura circa dopo un anno) il lavandino si spacca, poco importa se si spacca lungo una linea di incollaggio, in mezzo, di lato, sopra ,sotto etc. Permettermi anche che la foto, farebbe capire meglio, ma una crepa è una crepa dove sia sia. Ah tutto ciò è valido se quello raccontato dall'utente è vero. Ma non ho nulla per dubitare il contrario. Quello che importa è che il lavandino è spaccato e deve essere sostituito o riparato in garanzia, visto la tempistica. Adesso se il rivenditore è fallito, non è più rivenditore del marchio, o quel che sia, il cliente ha tutto il diritto di rivolgersi alla azienda produttrice. O nel settore dei mobili le regole sono diverse? Se compro un cellulare e si rompe mi rivolgo al centro assistenza di quella marca. Se ho un'auto Fiat mi rivolgerò al concessionario dov'è l'ho acquistata o in un qualsiasi altro centro assistenza a marchio Fiat. In ogni caso in entrambi gli esempi, io, cliente riconosco il marchio del produttore e non certo il rivenditore.
Scusatemi se lo fatta lunga ma anni fa abbiamo avuto problemi con un vetro di un tavolo di una nota marca. Il rivenditore, un nostro amico, non riusciva ad ottenere l'attenzione necessaria tramite l'agente di zona. Allora ci siamo rivolti direttamente alla ditta, che seria qual'e ci ha sostituito il pezzo senza nessun problema. Certo, a fronte di un danno accertato, ma in pochissimo tempo abbiamo risolto.

Re: stone italiana

#11
Cescali concordo totalmente su quello che hai scritto :!: La responsabilità è del produttore che mette in commercio lavelli non adatti all'uso. Cosa avrebbe dovuto dire il rivenditore al momento della vendita? Mica la persona comprava un lavello da cucina per usarlo in un laboratorio di analisi o in un industria chimica ? Il tal caso doveva avvertirlo , ma Il cliente comprava UNA CUCINA ed il lavello le serviva per tutti gli usi compreso scolare la pasta. Aprire il rubinetto dell'acqua fredda al momento di scolare la pasta lo si può fare per tanti scopi compreso il proteggere le tubature, ma molti non lo fanno e non gli si rompe nulla almeno nel breve periodo. Leggo che in questo materiale non ci si può appoggiare troppo peso. E mi domando chi l'ha progettato ha mai fatto una spaghettata con amici ed ha mai scolato la pasta in quella circostanza ? Ed in quei maxilavelli in inox molto sottili ci si può appoggiare molto peso ? Sarebbe bene chiarire anche questo.
E' chiaro che adesso la patata bollente ce l'ha il produttore.
cescali69 ha scritto:Scusate se mi intrometto, ma vorrei capire bene... visto che sto accingendomi a comprare una cucina nuova e volevamo il piano non in laminato ma in qualche agglomerato naturale.
Quando dite che scolando la pasta bisogna aprire l'acqua fredda (cosa che faccio regolarmente...) lo dite perché nelle avvertenze d'uso dei lavandini in pietra o quarzo che siano, c'è scritto o perché "è buona norma / si sa... etc.." Quello che voglio dire, sono convinto che il rivenditore sia responsabile per eventuali mancanze nei montaggi ( sbagliati, non eseguiti come indicato dal produttore), E' responsabile anche di non specificare aspetti negativi, ma solo positivi di eventuali scelte di materiali per poter vendere di più.
Ma sono convinto che un produttore, nel caso specifico Stone Italiana, debba fornire materiali atti a reggere lo stress dell'uso a cui sono destinati. E' qui secondo me scatta la corresponsabilità del produttore. Insomma se la Stone italiana ha fornito un certificato di anassorbenza ( così dice l'utente) lo avrà fatto a ragion veduta. Oppure è in malafede e fornisce certificati giusto per tranquillizzare i clienti? Oppure in stile clausole polizze assicurative scrive le parti scomode in piccolo, in caratteri bianchi su sfondo bianco in modo che siano praticamente illeggibili :D.
Lo so nel forum ci sono parecchie lamentele a proposito del materiale in questione. Ma questo per me è un aggravante nei confronti di Stone Italiana. I clienti si lamentano, voi operatori del settore immagino abbiate segnalato i problemi alla Stone direttamente o tramite i loro agenti di zona. Allora mi domando perché il materiale è ancora commercializzato? Oppure perché non viene commercializzato con un bel Disclaimer scritto a lettere cubitali in modo che clienti e rivenditori non possano non accorgersi di tali caratteristiche negative?
In ultima analisi, nel caso specifico del lavandino spaccato, permettetemi di dissentire su alcune affermazioni. Lo faccio in modo pacato sperando di non urtare la sensibilità di nessuno. Un cliente, noi tutti siamo clienti ogni giorno, non può essere esperto di tutto quello che compra. Se si compra un lavandino in pietra ( o simili), e nel periodo di garanzia (l'utente denuncia la rottura circa dopo un anno) il lavandino si spacca, poco importa se si spacca lungo una linea di incollaggio, in mezzo, di lato, sopra ,sotto etc. Permettermi anche che la foto, farebbe capire meglio, ma una crepa è una crepa dove sia sia. Ah tutto ciò è valido se quello raccontato dall'utente è vero. Ma non ho nulla per dubitare il contrario. Quello che importa è che il lavandino è spaccato e deve essere sostituito o riparato in garanzia, visto la tempistica. Adesso se il rivenditore è fallito, non è più rivenditore del marchio, o quel che sia, il cliente ha tutto il diritto di rivolgersi alla azienda produttrice. O nel settore dei mobili le regole sono diverse? Se compro un cellulare e si rompe mi rivolgo al centro assistenza di quella marca. Se ho un'auto Fiat mi rivolgerò al concessionario dov'è l'ho acquistata o in un qualsiasi altro centro assistenza a marchio Fiat. In ogni caso in entrambi gli esempi, io, cliente riconosco il marchio del produttore e non certo il rivenditore.
Scusatemi se lo fatta lunga ma anni fa abbiamo avuto problemi con un vetro di un tavolo di una nota marca. Il rivenditore, un nostro amico, non riusciva ad ottenere l'attenzione necessaria tramite l'agente di zona. Allora ci siamo rivolti direttamente alla ditta, che seria qual'e ci ha sostituito il pezzo senza nessun problema. Certo, a fronte di un danno accertato, ma in pochissimo tempo abbiamo risolto.
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: stone italiana

#12
Abbiamo comprato da poco una nuova cucina, per il piano abbiamo scelto una quarzite Stone con finitura "rocface" che immagino sia parente della citata "Jaipur" (cioè finitura di aspetto grezzo, non levigato): scelta fatta per motivi estetici e ben consci della maggior delicatezza rispetto alle quarziti lucide.
Confermo che il marmista che ce l'ha fornito ci ha dato il kit di manutenzione
Inoltre dopo l'installazione ha effettuato il trattamento con l'apposito impermeabilizzante (di cui c'è un flacone incluso nel kit per eventuali ritocchi)
Al momento (anche se sono solo 3 mesi!) il piano si comporta abbastanza bene (per foruna però l'acqua nella nostra zona è poco calcarea), alcuni piccoli aloni sono stati facilmente rimossi. Il metodo però è quello: si rimuove l'alone o con i prodoti Stone di pulizia (nel kit ce n'è uno blando e uno più aggressivo) oppure come suggerito con un pò di aceto, poi se necessario si ripristina l'impermeabilizzazione con il terzo prodotto del kit, che dovrebbe a questo punto anche eliminare eventuali alonature.

Domanda per l'autore del primo post: ma il piano in Jaipur è stato trattato all'inizio una volta posato? da quanto racconta, mi sembra veramente troppo delicato, la mia esperienza è che sicuramente bisogna starci attenti, ma non è che ogni goccia d'acqua lascia una macchia!

Re: stone italiana

#13
Al solito non si è capito un c4zzo.
La Stone Italiana stante alle mie informazioni fa delle lastre di agglomerato di quarzo: FA LE LASTRE... tali lastre poi vanno da marmisti ed artigiani vari che su commessa del rivenditore o su commessa del produttore della cucina realizzano alzatine, lavelli, angoli e quel che serve al consumatore finale. Va da se che la Stone italiana sta alla cava come il quarzo sta al marmo di Carrara. Se si è rotto in due il quarzo si può indagare su Stone Italiana, se si è rotta la giuntura si deve indagare su chi ha fatto la giuntura. Purtroppo come al solito non è dato di sapere una benemerita fava perchè il rivenditore è svampato.
Quindi, cortesemente, prima di dire ecco che vergogna e lanciare palate di m€rda contro un produttore vediamo di informarci debitamente e vedere come stanno le cose.
Punto 2: io non sono stato li a scaricarmi le schede tecniche di questi materiali ne ho intenzione di farlo ma è cosa arcinota che (come le pietre, i vetri e le ceramiche, temono gli sbalzi di temperatura perchè sono rigidi e presumo che sulle schede prodotto e manutenzione ci siano riferimenti chiari... sui laminati c'è una normativa europea molto lunga e complessa che tocca dai liquidi, al calore, ai graffi... sui quarzi non mi è dato di sapere ma presumo abbiano pari norme. In presenza di tali norme c'è poco da chiedere--> StoneItaliana dorme i sonni più tranquilli di questa terra e l'avvocato farebbe bene a suggerire al suo cliente di pagarsi il top nuovo anzichè chiedergli la parcella... se non ci sono invece queste norme o le avvertenze (--> ma i concorrenti qualcosa hanno<---) allora si può contestare a ragione la vendita per uno uso non adatto: hai voglia--> significherebbe che nessun quarzo può essere più venduto uso top da cucina... come direbbe il mio prof di matematica abbiamo dimostrato per assurdo che il nostro amico c'è l'ha nel cuIo e se lo tiene.






cescali69 ha scritto: In ultima analisi, nel caso specifico del lavandino spaccato, permettetemi di dissentire su alcune affermazioni. Lo faccio in modo pacato sperando di non urtare la sensibilità di nessuno. Un cliente, noi tutti siamo clienti ogni giorno, non può essere esperto di tutto quello che compra. Se si compra un lavandino in pietra ( o simili), e nel periodo di garanzia (l'utente denuncia la rottura circa dopo un anno) il lavandino si spacca, poco importa se si spacca lungo una linea di incollaggio, in mezzo, di lato, sopra ,sotto etc. Permettermi anche che la foto, farebbe capire meglio, ma una crepa è una crepa dove sia sia. Ah tutto ciò è valido se quello raccontato dall'utente è vero. Ma non ho nulla per dubitare il contrario. Quello che importa è che il lavandino è spaccato e deve essere sostituito o riparato in garanzia, visto la tempistica. Adesso se il rivenditore è fallito, non è più rivenditore del marchio, o quel che sia, il cliente ha tutto il diritto di rivolgersi alla azienda produttrice.
Pax tibi Marce

Re: stone italiana

#14
qsecofr ha scritto:Al solito non si è capito un c4zzo.
La Stone Italiana stante alle mie informazioni fa delle lastre di agglomerato di quarzo: FA LE LASTRE... tali lastre poi vanno da marmisti ed artigiani vari che su commessa del rivenditore o su commessa del produttore della cucina realizzano alzatine, lavelli, angoli e quel che serve al consumatore finale. Va da se che la Stone italiana sta alla cava come il quarzo sta al marmo di Carrara. Se si è rotto in due il quarzo si può indagare su Stone Italiana, se si è rotta la giuntura si deve indagare su chi ha fatto la giuntura. Purtroppo come al solito non è dato di sapere una benemerita fava perchè il rivenditore è svampato.
Quindi, cortesemente, prima di dire ecco che vergogna e lanciare palate di m€rda contro un produttore vediamo di informarci debitamente e vedere come stanno le cose.
Punto 2: io non sono stato li a scaricarmi le schede tecniche di questi materiali ne ho intenzione di farlo ma è cosa arcinota che (come le pietre, i vetri e le ceramiche, temono gli sbalzi di temperatura perchè sono rigidi e presumo che sulle schede prodotto e manutenzione ci siano riferimenti chiari... sui laminati c'è una normativa europea molto lunga e complessa che tocca dai liquidi, al calore, ai graffi... sui quarzi non mi è dato di sapere ma presumo abbiano pari norme. In presenza di tali norme c'è poco da chiedere--> StoneItaliana dorme i sonni più tranquilli di questa terra e l'avvocato farebbe bene a suggerire al suo cliente di pagarsi il top nuovo anzichè chiedergli la parcella... se non ci sono invece queste norme o le avvertenze (--> ma i concorrenti qualcosa hanno<---) allora si può contestare a ragione la vendita per uno uso non adatto: hai voglia--> significherebbe che nessun quarzo può essere più venduto uso top da cucina... come direbbe il mio prof di matematica abbiamo dimostrato per assurdo che il nostro amico c'è l'ha nel cuIo e se lo tiene.
Concordo con te soprattutto con il non si è capito un c4zzo :)
Ma se non si è capito, forse la colpa è da ricercare nei rivenditori/ produttori che volutamente o no ( non sta a me deciderlo) non spiegano bene le caratteristiche dei materiali ai propri clienti.
Nel caso specifico, come già affermato nel mio post precedente, mi sembra che l'autore del post, abbia riferito di non avere ricevuto nessuna indicazione su un kit di manutenzione, e tanto meno avvertenze in merito a fantomatici assorbimenti di liquidi e/o particolari sensibilità al calore del piano che stava acquistando. Io stesso in fase di preventivi per la cucina che dovremo comprare, valutando un materiale ho ricevuto assicurazioni, da parte del rivenditore sulla totale resistenza al calore del piano che stavamo guardando. Ha parlato di usare un cannello per fare la prova. E' chiaro che di fronte a queste affermazioni mi sono fatto delle domande e nel caso sceglierò quel tipo di top cercherò quante più notizie in merito, ma è anche vero che potrei o dovrei potermi fidare del rivenditore.
Per quanto riguarda il lavello, hai ragione quando dici che la Stone Italiana fornisce il materiale e basta. Ma anche questo è stato detto al cliente? Magari il messaggio passato era di fornitura di top e lavello direttamente da Stone Italiana. Bisogna anche capire quali tipi di documenti ha in mano l'autore del post a riguardo di tutta la fornitura ricevuta. Magari dai documenti riuscirà capire da dove arriva il lavello.

In ogni caso se non fosse spaccato in prossimità di un incollaggio allora la responsabilità ricadrebbe sul produttore del materiale. Sono andato sul sito Stone Italiana ed ho trovato il pdf su uso e manutenzione dei loro piani.
Ho trovato queste affermazioni:
"I piani cucina di Stone Italiana non assorbono ma le macchie devono essere rimosse entro 16 ore dalla loro formazione e questo vale per qualsiasi tipo di macchia".
ed ancora:
"I materiali Stone Italiana resistono al calore secco sino a 180°, ma le diverse tipologie di pentolame presenti sul mercato a doppio, triplo ed anche quadruplo fondo, per mantenere il calore di normale cottura dei cibi, sviluppano temperature molto più elevate dei 180° e pertanto, come per tutti i materiali per piani cucina, si deve sempre appoggiare la pentola calda (caffettiere e pirofile comprese) su di un sottopentola, mai direttamente sul piano: lo schock termico derivante potrebbe creare la rottura del piano stesso."

Per la prima ci sta che se l'autore del post fosse stato avvertito nel modo giusto avrebbe potuto eliminare le macchie di cui sopra.
Nel caso di acqua bollente dovremmo essere ben al disotto dei 180°c giusto? L'acqua di cottura dovrebbe essere sui 100°C. Non so se fa differenza il discorso di calore secco da acqua calda. Sono leggermente ignorante :( .
Però quello che proprio mi da fastidio e il fatto che un consumatore arrivi ad essere disarmato quando succedono queste cose. Quasi è una colpa non essere esperti di quello che si compra.

Re: stone italiana

#15
Q non sono d'accordo con quanto dici, il lavello si è ciaccato in due con l'acqua bollente e cosa si dovrebbe buttare in un lavello di cucina ? Qui non è un problema di montaggio, ma di materiale inidoneo. Se non si può scolare la pasta , un lavello in quel materiale non lo produci. Punto! Io, in passato ci ho buttato anche l'olio bollente a temperatura più elevata e non è successo mai niente con i lavelli in inox.
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero