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Re: ATTENZIONE ALLE BIOPISCINE

Inviato: 11/06/13 18:42
da simonecap
ciao concordo con noemi
sono uno studente di agraria e volevo aggiungere che nel tuo caso bisogna scegliere delle piante che ossigenano l'acqua e che si nutrono di ciò che si nutre l'alga perchè se no le alghe sono sempre li in agguato a comparire
e un altra cosa sarebbe l'ossigenazione del'acqua attraverso ruscelli , dislivelli salti ecc che io li non vedo

Re: ATTENZIONE ALLE BIOPISCINE

Inviato: 11/03/14 11:42
da Biolaghi e Giardini
Buongiorno, leggo con interesse e curiosità la sua segnalazione e la discussione che ne è seguita.
Ne sono dispiaciuto ma non sorpreso.
Il motivo che ha spinto me e altri 4 amici e colleghi a costituire, proprio a fine 2013, l’associazione Biolaghetto Italia Onlus, dopo oltre un decennio di progettazione, realizzazione e sviluppo di biolaghi in Italia è stato proprio il constatare che nel nostro Paese ancora mancano cultura e reale conoscenza del concetto di piscina naturale anche, purtroppo, da parte di coloro che dovrebbero essere i professionisti. Per questo motivo abbiamo dato vita a un magazine informativo e culturale, http://www.biolaghiegiardini.it, che la invito a visionare, fiducioso che qui possa trovare molte informazioni utili a lei e a chiunque per comprendere cosa sia realmente un biolago e le sue potenzialità quando ben fatto.
Non ho sufficienti dati, né voglio, in questa sede, analizzare nel dettaglio il caso che lei porta a dimostrazione. Quello che mi preme, invece, è condividere con lei e con chi partecipa a questa discussione ciò che, professionalmente e ancora prima privatamente, posso dirle sui biolaghi che, non a caso, tanto successo hanno avuto e stanno avendo nei Paesi del Nord Europa, dove la cultura del benessere, della naturalità e del risparmio energetico è decisamente evoluta e praticata.
Il biolago è uno specchio d’acqua costruito dall’uomo replicando i processi biologici che avvengono in natura, tramite un processo di fitodepurazione a mezzo di piante acquatiche (supportate generalmente da sistemi di pompe meccaniche), così da ottenere un’acqua pura, non trattata chimicamente e paragonabile a quella dei laghi alpini.
Partiamo dal presupposto che il biolago può non essere balneabile ma, per esempio, ornamentale, per pesci, per piante acquatiche e, chiaramente, in questo caso l’acqua può avere parametri di salubrità diversi.
Parlando però di piscine naturali voglio precisare che un biolago balneabile ben studiato e ben fatto è a tutti gli effetti un organismo autorigenerante che, come i laghi di montagna appunto, garantisce acque limpide e naturali, in cui non è necessario gestire la carica batterica tramite cloro e prodotti chimici, spesso aggressivi per la nostra salute (questo articolo in cui si mettono a confronto le acque di piscina tradizionale e naturale potrebbe forse essere di suo interesse: http://www.biolaghiegiardini.it/scheda. ... rticolo=29). A tal proposito le segnalo l’esperimento di una tesi sviluppata con l’Università di Siena sul modello delle prove igieniche che nei Paesi nordici vengono fatte con regolarità da anni: iniettati in 100 mc d’acqua batteri ad altissima carica patogena (es. escherichia coli, enterococco fecalis, ecc.), è stato verificato che in 90 ore la fitodepurazione ristabilisce le condizioni di purezza e balneabilità (http://www.biolaghiegiardini.it/scheda. ... rticolo=28).
Bisogna però anche dire che chi sceglie un biolago è una persona che ama la natura e vuole riscoprire un contatto con essa. Non è quindi una persona che può aspettarsi - ma in genere neppure li vuole - gli standard di sterilizzazione chimica delle piscine trattate con cloro. Così come la presenza di alcuni elementi naturali (qualche alga, qualche insetto, etc,) in giusta misura sono non solo normali ma graditi. Immergersi in una piscina naturale significa immergersi in un’acqua naturale, non aggressiva su pelle e capelli, godere dei profumi e dei ritmi della natura.
Del resto, chi sceglie un biolago vuole proprio avere un elemento naturale che, come tale, durante i mesi invernali non va coperto con un telo o svuotato, ma vive la sua stagionalità di organismo vivente. Un biolago in autunno, con le foglie che cadono, o coperto di neve di inverno e magari ghiacciato fa proprio parte dell’esperienza sensoriale di chi sceglie questa tipologia di piscina naturale. È un piacere da godere tutto l’anno. E sì, può capitare, come successo a lei, che disattivando il sistema filtrante in autunno/inverno le acque si intorbidiscano, ma il riavvio del sistema e la filtrazione naturale dovrebbero garantire, nel giro di pochi giorni, il ripristino della situazione di normalità.
L’argomento, mi creda, sarebbe molto molto lungo, oltre che indubbiamente affascinante, ma in questa sede mi sono probabilmente già dilungato troppo. Quello che posso fare è permettermi di invitarla a navigare il sito che abbiamo appena inaugurato proprio per parlare di biolaghi e mettermi a sua disposizione per qualsiasi altra necessità.

Giovanni Muccinelli – presidente Biolaghetto Italia Onlus

Re: ATTENZIONE ALLE BIOPISCINE

Inviato: 01/09/15 10:13
da AIABN
Ho letto il dibattito che si è aperto sull’opportunità o meno di realizzare una biopiscina in Italia anche nella parte meridionale e sulla bontà del prodotto biopiscina (dette anche piscine naturali, biolaghi, laghi balneabili).
Mi chiamo Maurizio Vegini e sono il presidente dell’Associazione Italiana per le Acque Naturali Balneabili (AIABN, http://www.acquebalneabili.it) affiliata al sistema europea IOB (International Organization for natural Bathing waters) che riunisce i costruttori europei di biopiscine qualificati e garantisce che i propri soci abbiano una minima preparazione per non commettere gli errori che si sono verificati nella biopiscina oggetto della discussione.

Le cose da dire sono molte e vorrei sviluppare le argomentazioni per punti:
1. In Italia esiste uno sparuto gruppo di aziende serie che si è specializzato in questo campo. Diffidate dai venditori di fumo o meglio di acqua sporca e richiedete sempre di vedere alcune loro realizzazioni prima di conferire l’incarico. Soprattutto realizzazioni che abbiano almeno 3-4 anni
2. Se uno acquista una piscina tradizionale mal funzionante imputa la responsabilità al costruttore e non al prodotto. Nel caso delle biopiscine avviene il contrario mettendo sempre in dubbio il tipo di prodotto e non la singola azienda che l’ha realizzata.
3. Sono state costruite con successo biopiscine in tutte le latitudini italiane. Personalmente ne conosco una molto bella in val di Noto in Sicilia la cui proprietaria è entusiasta.
4. Chi decide di realizzare una biopiscina deve mettere in conto una manutenzione il cui livello è in funzione della “naturalità” che si vuole mantenere. Il Nord Europa gradisce una gestione molto minimale mentre il cliente medio italiano desidera avere una biopiscina con poche superfici ricoperte di alghe.
5. Gli anni critici sono dal secondo al 2°/3°, poi avviene una stabilizzazione che rende il sistema molto equilibrato e quindi con fioriture algali estremamente contenute
6. In una biopiscina ben costruita l’acqua è sempre limpida, tranne nel caso di carico in cui venga eccessivamente utilizzata associato a una giovane età di costruzione.
7. Nel caso concreto gli errori costruttivi effettuati sono evidenti, tanto da essere stati percepiti da una persona non di formazione tecnica specifica.
Maurizio Vegini
Presidente AIABN

Re: ATTENZIONE ALLE BIOPISCINE

Inviato: 01/09/15 11:07
da 5amuel
tutti questi neoiscritti solo per parlare di biopiscine? Mi sento un tantinello preso per il chiulo.