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Niente più DIA! - ci siamo! -

#1
Per ora è ancora un abbozzo, quindi c'è comunque una probabilità che quello che sto per scrivere non verrà concretizzato. Il Governo sta studiando delle norme - in parte legate al Piano Casa, in parte no - di modifica al Testo Unico dell'Edilizia (D.P.R. 380/01) che rivoluzioneranno in particolare il settore della piccola edilizia, quali le ristrutturazioni degli appartamenti.

In particolare, le norme allo studio specificano che per i lavori di manutenzione straordinaria non sarà più necessario richiedere il titolo edilizio (cioè la DIA), finchè i lavori rimarranno all'interno della singola unità immobiliare e solo se non vengono toccate parti strutturali del fabbricato. Sembra anche che sia possibile variare la destinazione d'uso dell'immobile in modo semplificato, se questo non richiede l'esecuzione di opere edili.

Questo si preannuncia come una vera e propria rivoluzione del settore edile delle piccole ristrutturazioni. Molto spesso, commentando proprio su questo forum, è venuto fuori il problema che la DIA, in alcuni casi, sembra proprio essere un eccessiva burocraticizzazione del settore (la DIA è necessaria anche per spostare una porta, o per demolire e ricostruire un muro di soli 20 cm più in là). Il toglierla completamente mi sembra comunque eccessivo (mancherà il controllo - anche se formale - della direzione lavori e della progettazione, che tutela in qualche modo sia il Committente che la Pubblica Amministrazione), comunque fatto sta che da qui a breve dovremmo cambiare il modo di comportarci nelle piccole ristrutturazioni. Immagino (leggete: "spero") che sia dato l'obbligo almeno di produrre una qualche comunicazione all'amministrazione, in cui il committente dichiara di voler svolgere delle attività edilizie sul proprio immobile.

qualche link:

http://www.edilportale.com/news/2009/04 ... 23_23.html

http://www.architettiroma.it/archweb/notizie/11180.aspx

Rimarrà comunque il nodo del catasto: torneremo alla vecchia deregulation totale sui riaccatastamenti? sicuramente è un tema su cui si discuterà molto, e non è escluso che il passaggio dal "periodo DIA" al "periodo non regolamentato" sarà doloroso, creando problemi interpretativi da varie parti.

Vi ripeto, il tutto è ancora da confermare. Mi sembra comunque giusto parlarne soprattutto rivolgendomi a chi è in procinto di ristrutturare la propria abitazione, considerando che se magari posticipa i lavori di qualche tempo potrebbe avere notevoli facilitazioni amministrative.

Anche il permesso di costruire sembra perdere il suo potere...staremo a vedere.

Non ho voluto approfondire i miei commenti positivi e negativi perchè entrerebbero troppo nello specifico tecnico che forse non sono appropriati in un forum d'arredamento, ma chiunque volesse esprimere i suoi commenti, anche approfonditi, sono ovviamente ben accetti. :)
Ultima modifica di Marcvsrvs il 22/03/10 11:56, modificato 1 volta in totale.
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#2
La bozza di decreto legge continua a slittare di settimana in settimana, man mano che si svolgono i vari incontri con le pubbliche amministrazioni interessate dalla modifica.

Oggi (29/04/09) ci sarà un confronto decisivo con la conferenza delle regioni che vorrebbero chiedere l'introduzione di una dichiarazione di un progettista iscritto all'ordine circa la rispondenza delle opere alle varie normative di legge, il che - detto fra noi - non sarebbe affatto sbagliato e, anzi, sarebbela corretta via di compromesso tra l'abolizione completa della DIA e una forma molto più "lieve" di burocrazia del settore. Di fatto, il tecnico non farebbe nulla in più di quello che faceva prima: si dichiara che quanto si realizzerà (o quanto si è già realizzato) sia conforme alle varie normative di settore, probabilmente attraverso la redazione din un elaborato grafico ante/post operam e una piccola relazione tecnica delle opere stesse.

Questa situazione, cosi come impostata, consentirebbe da una parte di tutelare la pubblica amministrazione circa la conformità delle opere e, dall'altra, viene incontro ai cittadini che non dovranno più adempiere a complesse pratiche burocratiche per fare lavorazioni definibili "semplici". Rimarrà sempre lo spettro della legge sulla sicurezza dei cantieri mobili (d.lgs. 81/08), di cui il committente (ovvero chi paga i lavori) sarà sempre responsabile anche dal punto di vista penale.

Tutto questo si tradurrà in minori costi (se si è ben capito, scomparirà la responsabilità della direzione lavori, che, essendo una cosa alquanto gravosa per il tecnico, consentirà notevoli risparmi) e minori tempi morti (essendo attività edilizia libera, dovrebbero scomparire i 30gg di silenzio assenso prima dell'inizio delle opere). Soprattutto, verrà di fatto tolta la questione annosa della conformità dell'ante operam, che oggi crea tanti problemi. Se, per esempio, ho una casa che ha subito delle lavorazioni "abusive", quindi "autorizzabili" ma fatte senza aver chiesto il titolo, oggi dovrei auto-denunciare quelle opere e pagare pesanti sanzioni (nella regione lazio sono 2.000 euro; in buona parte d'Italia è 516 euro). Con questo meccanismo tutto questo scomparirà, perchè le opere eventualmente fatte abusivamente oggi potrebbero essere realizzate senza titolo.

Certamente rimarranno invariate le questioni legate al DURC.

Nel ristrutturare la vostra casa con questa nuova legge (se dovesse passare) dovrete comunque fare attenzione al fatto che, non essendoci più la figura del direttore dei lavori (anche se non è escluso che la reintroducano secondo un altra forma...), tutte le responsabilità penali di eventuali mancati adempimenti circa la sicurezza o la regolarità contributiva dei lavoratori ricadrebbero su di voi. E le sanzioni non sono leggere, perchè prevedono anche l'arresto. :|
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#3
Ieri c'è stata una Conferenza Unificata per cercare di trovare un punto di convergenza tra Governo e Regioni sugli ultimi punti fondamentali da discutere:

- il tema della valutazione ambientale strategica
- il tema del 55% di recupero fiscale per chi ristruttura la propria abitazione in modo tale da renderla sicura contro i sismi (attenzione: non significa consentire ad un edificio esistente non antisismico di rispettare a pieno le nuove norme tecniche antisismiche)
- sempre riguardo l'introduzione di più restrittive normative antisismiche, le regioni chiedono che vengano autorizzate nuove assunzioni di tecnici da parte dei Comuni per valutare i progetti di rinforzo antisismico (se il 55% di sgravio fiscale è legato ad opere di rinforzo, queste dovranno essere valutate idonee da una commissione o da tecnici interni alla pubblica amministrazione...ma forse ci si potrebbe appoggiare al genio civile?)

L'incontro non è andato molto bene, perchè praticamente il Governo non ha risposto a quasi nessuna delle obiezioni delle Regioni, ma oramai la strada è intrapresa e sembra che comunque non si torni indietro.

Per tornare ai temi principali, la questione della liberalizzazione delle manutenzioni straordinarie (ossia il tema della DIA non più obbligatoria per spostamenti di muri o opere interne in generale) non è in discussione, perché è stato accettato dalla Conferenza delle Regioni come un tema valido. Il provvedimento però è legato in un unica proposta di legge (il piano casa, appunto) con i temi di cui sopra, e finchè non vengono risolti tutti i punti non si va avanti.

Ad ogni modo, dovremmo quasi esserci.
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#4
magari,quante rogne ho avuto con quelle cose......se s fanno le cose perfetttamente a norma talvolta è uno sbattimento continuo...

#5
lukameraweb ha scritto:magari,quante rogne ho avuto con quelle cose......se s fanno le cose perfetttamente a norma talvolta è uno sbattimento continuo...
purtroppo il decreto è ancora fermo, e gli aumenti di volumetrie verranno fatti attraverso leggi regionali e non attraverso un decreto governativo, a cui è legata questa deregulation.

La mossa mediatica però è stata sbagliata: il solo aver annunciato queste innovazioni ha bloccato il comparto edile che rimane in attesa di notizie...e il tempo continua a passare senza che nessuno - tra governo e regioni - faccia un passo indietro rispetto alle proprie richieste. Nel frattempo il mercato edilizio è fermo (ho appunto un paio di clienti che si sono fermati "in attesa di vedere come va a finire"), e si continua a chiacchierare o a fare nuovi proclami lasciando indietro e mettendo nel dimenticatoio quanto promesso appena ieri.

Comunque la bozza di decreto è pronta da marzo: basterebbe solo votarla... :?
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#6
Sembra che la bozza di decreto di cui stiamo discutendo sia stata ripresa in mano dal governo.

http://www.edilportale.com/news/2009/06 ... 84_15.html

ormai quasi tutte le Regioni hanno emanato leggi specifiche per l'attuazione della parte del Piano Casa che riguarda gli aumenti volumetrici, e forse proprio il completamento degli iter burocratici regionali stava aspettando il governo per riprendere il cammino di questa parte di decreto, relativa alla semplificazione.

Se la bozza di decreto passasse così com'è stata presentata lo scorso 7 maggio vi sarebbe, inoltre, un ulteriore sottolineatura della non necessità di alcun titolo abilitativo per l'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, anche se la norma a cui ci si riallaccia (d.lgs. 115/08 ) è concepita più che altro per essere una norma transitoria fino all'emanazione di apposite leggi regionali più che un vero e proprio dettame nazionale, e il dpr 380/01 già definisce (all'art.123) gli impianti solari o fotovoltaici come estensione dell'impianto esistente (e, quindi, implicitamente li definisce opere di manutenzione ordinaria, e quindi attività libera).

staremo a vedere gli eventuali sviluppi...sperando anche che si diano una mossa perchè tutta la questione è rimasta sospesa per fin troppo tempo.
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#7
come spesso accade, per prendere una decisione più tecnica che politica su una legge importante passano mesi se non anni.

ora, dalle interviste fatte all'on. Fitto dagli inviati della trasmissione Report, sembra che si voglia riprendere il dibattito parlamentare e con le Regioni relativo all'ipotesi originaria di rendere non più necessaria la DIA per opere di manutenzione straordinaria.

http://www.edilportale.com/news/2009/10 ... 81_15.html

probabilmente è la solita bugia dovuta alla sindrome da intervista, però non sia mai che sia vero.

secondo le indiscrezioni, sembra che la DIA verrà sostituita con un asseverazione di un tecnico, che si potrà fare alla fine dei lavori (quindi facendo i lavori intanto senza dire niente a nessuno), in cui verrà prodotta una planimetria con una dichiarazione in cui si dimostra che i lavori fatti sono conformi ai vari regolamenti vigenti al momento della firma del documento.

intanto chi è interessato all'argomento può vedersi dal sito della RAI la trasmissione di Report di domenica scorsa (11 ottobre 2009), in cui il primo servizio (di una quindicina di minuti) è proprio relativo alla burocrazia legata alla DIA in Italia, raffrontata con quanto avviene in Germania (il confronto è devastante, e ti fa capire quanto questo paese sia servo della burocrazia e del potere oscuro che la governa. comunque imho è una cosa da vedere assolutamente).
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#8
Da vedere ma da prendere con le pinze, mi è sembrato particolarmente superficiale,
tutta la storia della pratica per chiudere una porta,
"Se devo alzare un muretto per la doccia o per la lavatrice devo
chiedere l'autorizzazione al comune"
"Devo andare al comune a chiedere le mappe della casa, i tecnici si
prendono 10 gg, se tutto va bene"

insomma...
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#9
è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il ddl di semplificazione che era rimasto arenato e di cui abbiamo parlato finora

http://www.edilportale.com/news/2009/11 ... 66_15.html

Dovrà ancora passare per il vaglio della Conferenza Unificata Stato-Regioni (ma i nodi principali erano tutti legati al Piano Casa, e questo, di fatto, è un decreto a parte) e poi finalmente arriverà alle camere: non è escluso che qualcosa venga modificato ancora in questi ulteriori passaggi.

Viene introdotto l'obbligo di comunicare l'inizio dei lavori al municipio o Comune prima dell'inizio materiale delle opere, e l'indicazione dell'impresa esecutrice (anche per poter usufruire delle detrazioni fiscali): da qualche parte, poi, dovrebbero infilare una certificazione obbligatoria di un tecnico che dichiara (o dichiarerà a fine lavori: non si sa) che le opere sono conformi ai vari regolamenti. Questo poi verrà normato dalle singole amministrazioni comunali, comunque sembra certa la volontà di mantenere una qualche forma di responsabilità da parte di un tecnico.

Verrà anche modificato l'articolo 5 del dpr 380/01 in cui verrà introdotto il concetto che le pratiche edilizie devono necessariamente poter essere trasmesse anche per via telematica, e sempre per tale canale si devono poter ricevere le varie comunicazioni dagli uffici.

Ribadisco che tutta questa normativa non andrà a modificare, invece, i rapporti con il Catasto: se si fanno delle opere che vanno a modificare la planimetria, rimane l'obbligo di denunciare la variazione con le modalità attuali.
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#11
sembra che il ddl con lo "snellimento" delle pratiche edilizie sia da un paio di mesi in mano alla conferenza stato-regioni (ricordiamoci sempre che le regioni hanno una forte competenza in urbanistica - che questo sia un bene o un male è difficile a stabilirsi), ma che li si sia arenato, con tutto che il governo avrebbe avuto una discreta urgenza di volerlo approvare.

nel frattempo, questo post sta per fare un anno :lol:
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#12
A quasi un anno dalle prime "voci" su questo famoso decreto, siamo finalmente arrivati ad un documento approvato dal Consiglio dei Ministri. Il testo, non ancora diffuso, dalle indiscrezioni sembra comunque identico a quello che circolava un anno fa (e, quindi, ci chiediamo: serviva aspettare tutto questo tempo? vabbè...), testo che va a modificare l'art. 6 del testo unico dell'edilizia, facendo rientrare tra l'edilizia libera i lavori di manutenzione straordinaria eseguiti all'interno degli appartamenti, purchè tali lavori non vadano a toccare le parti strutturali del fabbricato (nel qual caso serve la DIA e il progetto dello strutturista) e, ovviamente, che i lavori non siano finalizzati al frazionamento/fusione degli immobili o che comunque non ci sia variazione delle superfici totali, della sagoma e del volume originario dell'unità abitativa.

rimarrà - a mio avviso, a meno che non cambino anche li le cose - sempre obbligatorio fare il nuovo accatastamento a fine lavori.

Interessante anche la "liberalizzazione" dalla burocrazia per l'installazione di pannelli solari termici o fotovoltaici (con alcune limitazioni), anche se alcune Regioni, come il Lazio, già avevano provveduto a deregolamentare il settore.

A questo punto, mi sembra opportuno fare delle considerazioni di tipo tecnico ma anche di tipo personale, perchè, come sempre, da questa operazione ci sono dei pro e dei contro. A mio avviso, i "pro" sono più validi dei "contro", comunque ad ognuno il suo guidizio.

pro:

- non dovendo più presentare una DIA, si accorciano i tempi burocratici da che si decide di fare i lavori a quando si potrà effettivamente cominciare: quindi niente più 30 giorni di silenzio-assenso, niente più perdite di tempo per la ricerca dei documenti per la legittimità urbanistica;
- non ci sarà più spreco di quintali di carte (una DIA non impegna meno di un centinaio di fotocopie);
- gli uffici tecnici dei municipi potranno finalmente dedicare maggiore tempo alle questioni ben più importanti, come il controllo sull'abusivismo edilizio o la monitorizzazione del degrado degli edifici pubblici;
- le lavorazioni liberalizzate, alla fine sono opere che non possono incidere in alcun modo sul territorio, e la cui realizzazione non può arrecare danno a nessuno (a parte i piccoli problemi agli appartamenti limitrofi, ma qui intendo danni come violazione delle distanze minime tra fabbricati, variazione abusiva dei prospetti degli edifici, etc), quindi non vedo perchè non debbano essere rese libere.
- molto spesso il tecnico veniva incaricato solo della redazione della pratica amministrativa, e, quindi, di fatto non metteva (quasi) mai piede in cantiere, assumendosi quindi delle responsabilità che poi non poteva gestire in modo pratico. Con questa legge, scomparirà questo modo di lavorare, che da al tecnico un incarico "a metà", in cui formalmente fa una cosa, ma di fatto ne fa un altra.
- per la redazione di una DIA era sempre necessario ricostruire la "storia urbanistica" dell'immobile, e documentare ogni passaggio anche solo per dimostrare che, per esempio, quella porta spostata lungo un muro fu al tempo autorizzata: è ovviamente una procedura "sproporzionata" per delle piccole opere edilizie. Con questa modifica alla legge, tutto questo iter, a volte lungo e laborioso, viene superato, anche sempre a vantaggio degli uffici comunali che avranno meno carico di lavoro e meno file agli sportelli.

contro:

- le responsabilità circa le opere da realizzare saranno praticamente tutte a carico del committente, che potrebbe non essere completamente conscio di quante e quali siano. Soprattutto, e questo è un punto nodale, una persona che non ha una formazione "tecnica" potrebbe non conoscere come applicare le varie norme igienico-sanitarie - che comunque vanno rispettate! - ma sarebbe comunque sua responsabilità la loro corretta applicazione
- chi intende fare una ristrutturazione potrebbe pensare che i tecnici, a questo punto, non servano proprio a nulla: ma ovviamente così non è! la parte burocratica, in verità, è una noia e un appesantimento più per il tecnico che non per il committente, e affidare la progettazione e direzione delle opere da realizzarsi ad un tecnico qualificato significa comunque avere un progetto di qualità, realizzato sotto il controllo vigile di chi ha visto centinaia di cantieri, e, soprattutto, avere una persona che vi "protegge" e vi "scherma" dai possibili "extra capitolato" dell'impresa, difficili da quantificare e verificare se non si è tecnici (insomma, la presenza del tecnico vi evita di essere raggirati).
- alcuni criticano il fatto che è vero che le opere sulle parti strutturali non devono essere considerate attività libera ma, dall'altro, chi garantirà che così non sarà? in realtà, sempre sul committente ricadranno le pesantissime responsabilità di aver danneggiato una struttura, quindi non è che nessuno pagherà per questo...ma si torna sempre allos tesso punto: una persona che non ha fatto degli studi "tecnici" è in grado di stabilire quali parti di un fabbricato sono strutturali e quali no? pensiamo per esempio agli edifici costruiti verso gli anni 20, con degli schemi strutturali misti di muri portanti e calcestruzzo...

come già accennavo, tutto considerato i pro sono più validi dei "contro", anche se la questione sulle responsabilità che cadono integralmente sul committente mi lasciano perplesso. ricordo che è comunque facoltà di chi intendesse fare dei lavori, di nominare un "responsabile dei lavori", che potrebbe essere un tecnico, che si faccia carico di tutti questi aspetti normativi.

Attenzione: non è detto che queste norme vengano applicate dal momento della pubblicazione in gazzetta ufficiale! alcune Regioni potrebbero emanare delle "norme transitorie" per "ammortizzare" il passaggio dal regime "DIA" al regime libero, oppure potrebbe essere richiesta comunque la produzione di un atto di comunicazione di inizio lavori ai comuni, magari con degli elaborati grafici allegati.

alcuni link per approfondire:

http://www.edilportale.com/news/2010/03 ... 07_15.html

http://www.architettiroma.it/archweb/notizie/12227.aspx
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#13
Come hai ricordato tu, è una novità che comporta i suoi pro e contro. Mi chiedo solo se gli italiani anche in questo caso si distingueranno dagli altri e sfrutteranno questo espediente per eseguire opere strutturali o altre che non siano consentite da regolamento.
Per evitare questo a mio avviso l'unica soluzione è intensificare i controlli in cantiere.
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#14
ma lo snellimento si avrebbe anche se i lavori di ristrutturazione andrebbero a toccare la facciata per nuove aperture, finestre, porte...
grazie

#15
BartSimpson ha scritto:ma lo snellimento si avrebbe anche se i lavori di ristrutturazione andrebbero a toccare la facciata per nuove aperture, finestre, porte...
grazie
per vedere così nel dettaglio la questione, dovremo attendere la pubblicazione definitiva. Consideriamo comunque che i Comuni, su queste questioni più "ambigue" certamente stabiliranno, ciascun per se, quali e quante opere richiedano la DIA oppure no.

A rigor di logica, anche le modifiche alle facciate dovrebbero essere considerate manutenzione straordinaria che non incide sulla struttura, quindi andare in attività libera. Ciò non ci esime dal richiedere l'autorizzazione all'assemblea condominiale.
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