Un'occhiata, per chi vorrà approfittare di una visita nell'Urbe, alle splendide location che si ammirano nel film vincitore dell'Oscar. Ma già da tempo i tour operator organizzano su questo film tour ad hoc, specie per i turisti d'oltreoceano. Piaccia o non piaccia la pellicola, la città ne è l'indiscussa protagonista, è 'La grande bellezza', indipendentemente dalla fascinazione e dai clichés degli americani su Roma.
Si va dalla vista sul Colosseo dalla casa del protagonista Gambardella-Servillo (che richiama un altro attico, quello di Carlo Verdone coprotagonista del film, che però è a Trastevere, con una casa affollata di pezzi di design)..
Alla terrazza del Gianicolo con panorama mozzafiato del centro storico. Prima di arrivare alla spianata, da cui proviene il tuono del cannone alle 12 di tutti i giorni, su un altro 'balcone' sulla città è visibile lo scenografico invaso della Mostra dell'Acqua Paola (capolavoro dell'architettura barocca di Flaminio Ponzio, 1612, su commissione di papa Paolo V Borghese) realizzata in occasione del ripristino dell'Acquedotto Traiano, tutt’ora funzionante. Ma per quelli del quartiere di Monteverde è semplicemente il Fontanone. Incredibile da qui il panorama. Il migliore punto di vista, trovo, perché più ravvicinato, è quello che si gusta di fronte all'ospedale pediatrico del Bambin Gesù in cui si percepiscono distintamente gli edifici, le cupole, e quasi si ha l'impressione di toccarle con mano.
A 50 metri dalla fontana si ammira, all'interno di un cortile chiuso da una piccola porta di ferro, il piccolo Tempietto realizzato dal Bramante, proprio accanto alla chiesa quattrocentesca di San Pietro in Montorio, un'opera che riassume il rinascimento italiano. Ennesima veduta sul rione Trastevere: raggiungibile in 5' attraverso una piccola scala contornata da una Via Crucis.
O le rovine gigantesche delle Terme di Caracalla (216 dC), d'estate quinta eccezionale per l'Opera..
Immancabile il giro nella Piazza Navona, il cui andamento ellittico ripete il presistente Stadio di Domiziano (85 dC); come nel film, è meglio visitarla di notte o nelle prime ore della mattina. La piazza è stata trasformata da Gian Lorenzo Bernini in 'cortile privato' dei Pamphilj che vi abitavano. Delle tre fontane la più bella e complessa è quella centrale, la Fontana dei Fiumi il cui progetto iniziale fu presentato da Bernini al papa Innocenzo X Pamphilj come un dono, su di un vassoio in argento, per essere ammesso di nuovo alle commissioni papali (1648). La Fontana - ingegneristicamente innovativa perché forata al centro ed allo stesso tempo sostiene un obelisco egizio - è una sorta di teatro barocco 'vivente', naturalistica contraffazione di un gioco che coinvolge scultura, natura e musica (rocce e acqua) e che dialoga in armonia con gli edifici che si affacciano sulla piazza, come la chiesa di Sant'Agnese in Agone ed il Palazzo Pamphilj. Entrambi borrominiani, il primo è una sorta di museo di scultura secentesca, il secondo decorato da Pietro da Cortona.
Per passare all'altra piazza-salotto, la Piazza Farnese che prende il nome dall'omonimo palazzo, per la cui costruzione intervenne (anche) Michelangelo, le cui stanze sono decorate da Annibale Carracci e la scuola bolognese e rappresentano uno dei vertici della pittura d'età barocca e contr'altare dell'altro 'polo' costituito a Roma dal realismo di Caravaggio e dei suoi sodali.
O la zona del Campidoglio e, tra le numerose 'emergenze' come i tre palazzi michelangioleschi, il pavimento stellato, i Musei Capitolini e la Pinacoteca, Villa Caffarelli, la statua del Marforio su cui è appoggiato Jep e quella equestre di Marco Aurelio, della quale l'originale, una volta restaurata, è stata preservata, musealizzandola all'interno dei Capitolini, in una grande sala.
O le altre residenze patrizie, come Palazzo Altemps, a due passi da Piazza Navona, oggi distaccamento del Museo Nazionale Romano. Al suo interno vi è una sala dedicata solamente al gruppo ellenistico del Galata suicida.
Ancora Piazza Navona, che è chiusa nel lato sud dalla facciata corta del neoclassico Palazzo Braschi, sede del Museo di Roma, di cui è assolutamente da percorrere il grande scalone..
Su un altro colle romano (Colle Oppio) l’ottocentesco Palazzo Brancaccio di Gaetano Koch con il suo giardino, non a caso sede di banchetti e di eventi importanti..
Invece più nascosto, come fosse un piccolo tesoro, il ninfeo cinquecentesco di Bartolomeo Ammannati all'interno della Villa Giulia, bella indipendentemente dai tesori etruschi che ospita (Museo Etrusco di Villa Giulia), posta tra la Villa Borghese ed il quartiere Flaminio..
E poi, la Villa Medici, con un'altra veduta mozzafiato sul Campo Marzio, e l'ingresso massiccio, lato Pincio, accompagnato da una deliziosa fontana..
E poi, meno conosciuta, l'ennesima gemma - una delle rare realizzazioni architettoniche di Giovan Battista Piranesi noto soprattutto per l'attività di incisore 'visionario' della città - è la Piazza dei Cavalieri di Malta con accanto la vicina chiesa di Santa Maria del Priorato (1765) nel cuore del rione Aventino, quest'ultima visibile su richiesta. Invece, arcinota è la vista del cupolone attraverso il foro della serratura di uno dei portoni della piazza, come pure un altro classico romano, per approfittare d'estate della frescura del Ponentino, è la passeggiata al Giardino degli Aranci..
Poi, abbandonando il centro, nel quartiere di San Lorenzo, il Verano, il cimitero storico della città, realizzato nell'800..
E, sempre verso il quadrante est della città, occorre prendere la Metro A per raggiungerlo, il Parco degli Acquedotti e il Parco della Caffarella, che fanno da quinta paesaggistica al popoloso quartiere del Tuscolano..
E per gli sportivi, la corsa, da praticare lungo il percorso dei lungotevere a bordo fiume, che offre una vista eccezionale: quando si suda arreca sollievo vedere San Pietro illuminata, dopo che si è inanellate le arcate di Ponte Sisto e di Ponte Sant'Angelo (quest’ultimo ancora su progetto di Gian Lorenzo Bernini, vero regista della città barocca)..
..e per chi ha più resistenza sarà premiato dal nuovo Ponte della Musica (Buro Happold, 2010), mentre, semicentrale, lontano dal Tevere la cinepresa offre il campo anche al recente cavalcaferrovia ostiense (Francesco del Tosto, 2012).
Infine, ancora verso est, quasi sul limitare del Grande Raccordo Anulare, in zona Tor Tre Teste è la chiesa Dives in Misericordia nota ai romani come 'chiesa delle Vele', progettata dall'architetto americano Richard Meier in occasione del Giubileo del 2000.
La Grande Bellezza: i luoghi del film.
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