La poltrona
Elda prodotta dal 1965 da un'azienda di Meda, la Comfort, è uno dei primi successi di Joe Colombo, al secolo Cesare, fratello dell'artista Gianni Colombo.
Gianni, tra l'altro, sarà tutt'altro che un personaggio di secondo piano nell'ambito artistico milanese, ma sopratutto sarà d'esempio per Joe, il quale si sentirà coinvolto a cimentarsi nel design industriale. Gianni Colombo inoltre, metterà a frutto le sue ricerche cinetico-visuali collaborando con Joe, e progettando a quattro mani la pluripremiata lampada da tavolo
Acrilica per Oluce, nel 1962 (sotto), derivata appunto da un precedente sistema di illuminazione a soffitto con prismi in plexiglass realizzato per un hotel in Sardegna.
La poltrona, che porta il nome della moglie di Joe, è stata progettata due anni prima della sua messa in produzione, ed è uno dei primi oggetti d'arredamento in cui il materiale plastico è rinforzato dalla fibra di vetro. Joe credeva nel futuro e nella tecnologia applicata anche alla casa (sue le prefigurazioni più note
'..terremo i telefoni in tasca..' e che si sarebbe progettato presto con l'ausilio del
'cervello elettronico'..) e, per la
Elda, pensò di bandire l'uso della scocca in legno per gli imbottiti (usato in tutte le poltrone dell'epoca, come per quelle progettate da Giò Ponti), ispirandosi alla tecnologia di costruzione degli scafi delle barche per ottenere con il materiale composito una struttura leggera ed insieme resistente.
La struttura autoportante poggia su una base tonda girevole, mentre la parte concava è rivestita di elementi imbottiti tubolari in gommapiuma e pelle, rimovibili. Con la sua forma avvolgente l'artista/designer rispondeva alle tradizionali poltrone che imperversavano negli anni '50 ma anche alla più innovativa
Egg chair di Jacobsen ed alla serie
Tulip di Saarinen (1956 e 1958) - sulla cui forma a calice della scocca trasse qualche spunto - creando uno spazio nello spazio, in cui ci si sente in pieno relax, comodi isolati e protetti, anche acusticamente.
Ma la ricerca sui nuovi materiali di Colombo è ricca e varia: saggia e realizza i suoi progetti non solo in ABS (che all'epoca veniva adoperato sopratutto per la componentistica delle auto, e la Kartell cha ancora non si occupava dell'arredo di casa, realizzava esclusivamente questo tipo di prodotti) ma anche in poliuretano, resine e laminati plastici, vetro, lamiera, eternit, perspex e plexiglass.
Esemplare il destino di un altro pezzo di Colombo nato nello stesso anno della
Elda che contribuisce alla svolta epocale nel settore dell'arredo in Italia: è la sedia
Universale ), della Kartell del 1965 (sopra), inizialmente studiata dal designer milanese per essere prodotta in alluminio, poi in ABS infine, riducendo di colpo tempi e costi, in un unico stampo di polipropilene. Inizia la
plastic age in Italia, esplode il boom economico, fiorisce la produzione di mobili in ABS e la Montecatini - grazie alle scoperte di Giulio Natta, premiato col Nobel nel '63 - converte gli stabilimenti nella produzione di massa di prodotti in
moplen e materiali plastici.
Da annoverare infine, le altre, spettacolari poltrone progettate da Colombo nel corso della sua breve vita, stroncata a soli 41 anni:
dalla
Roll per Confort (1963), a
Nastro per Bonacina (1965), alla bellissima
Poltrona a elementi curvati per Kartell (1964) pensata in soli tre pezzi di multistrato ed assemblata senza il bisogno di nessuna vite, alla poltrona
Superleggera per Comfort (dal 1964, oggi B-Line),
alla mitica
Universale per Kartell, comoda come una poltroncina vera e propria, alla incomparabile
Tube chair per Flexform (dal 1969, ora Vitra) alla
Multi chair per Sormani (1970).
Infine, il sito di Joe Colombo:
http://www.joecolombo.com/index2.htm
