Forse è ot ma...credete che le case abbiano un'anima?
#1.
Ultima modifica di JoannePotter il 23/07/13 1:00, modificato 1 volta in totale.
Peppezi ha scritto:Rinuncia al pavimento e buttati sugli esorcisti
In effetti non è una cattiva ideaPeppezi ha scritto: Rinuncia al pavimento e buttati sugli esorcisti
Verocanarino ha scritto: da quanto tempo sei sposata? poco?
poi di figli ne hai solo uno...
insomma, un po' di margine dovresti averlo, no?
Non avevo dubbimia_wallace ha scritto:Peppezi ha scritto:Rinuncia al pavimento e buttati sugli esorcisti
quoto
Ciao, ho già letto il romanzo che mi consigli, nutrendo una malsana passione per sai King13 febbraio ha scritto:se ne hai voglia, potresti leggere questo
http://www.ibs.it/code/9788845918742/in ... irley.html
Stephen King dice che la Jackson è stata per lui fonte di ispirazione.
e di King, "La casa del buio", comunque è un argomento che tratta in diversi libri.
"Il crollo della casa degli Usher" di E.A.Poe
se cerchi il tema delle "case in cui ci si sente", ti saltano fuori un sacco di spunti.
poi però, vatti a vedere "La casa dei nostri sogni"
http://www.youtube.com/watch?v=vlYvFEniFTQ
Anzitutto vi ringrazio per le vostre risposte "vere", era una domanda su cui era facile fare battute piuttosto che rifletterci.Lietta ha scritto: Io riesco ad amare una casa solo se la riempio di oggetti che hanno una memoria, storica, o di vita familiare, o di esperienza personale.
Appena varco la soglia, la faccio subito mia in questo modo, gradualmente.
Non riuscirei ad amare una casa vuota, o riempita solo di oggetti che non abbiano questo tipo di significato, per quanto possano essere bella la casa e belli gli oggetti.
È il motivo forse per cui preferisco le case vecchie a quelle nuove, trovo amabile il fatto che parlino già di qualcosa, di qualcuno.
La casa che ho amato più in assoluto era di mia nonna, teatro della mia infanzia e adolescenza, e vent'anni dopo casa mia. Aveva già un'anima.
Ho sofferto molto per la sua vendita e successiva scriteriata demolizione, al punto che pensavo che mai più sarei riuscita ad trovare quel senso di appartenenza.
Un po' credo sia così, le mie vicissitudini mi hanno portata ad un certo disincanto, per cui sento che ci son cose più importanti dell'amore per una casa.
Tuttavia piano piano della mia mi sono ancora una volta innamorata, ripercorrendo lo stesso percorso della memoria e aggiungendoci gradualmente pezzi di vita.
Re: Forse è ot ma...credete che le case abbiano un'anima?
Messaggio da Tieregale » 23/07/13 10:28
Sono nata in un appartamento al quarto piano di un condominio. Ho amato quella casa moltissimo, ci sono rimasta fino ai miei 17 anni e ho pianto molto quando ci siamo trasferiti. Non per gli amici, siamo andati a soli 2 km e nella mia vita non è cambiato nulla. Ho pianto per la casa, temevo che non mi sarei trovata bene nella casa nuova, dove abitava una signora molto anziana prima di noi, rimasta vedova, e che aveva arredato con mobili scurissimi ed opprimenti. Ero arrabbiata coi miei genitori per aver scelto quella villetta (Che a me sembrava quasi spettrale) e pensavo che avrei "assorbito" quella cupezza che la contraddistingueva.
Poi ci siamo entrati. Abbiamo aperto le finestre, smantellato le ombre, fatto entrare aria fresca.
Ora la casa ha un nuovo sapore, delle nuove luci un nuovo "sentimento".
L'anno scorso ho comprato casa con il mio fidanzato, è da un anno che la aspetto (Ce la consegneranno il 1 agosto), e sono convinta che amerò moltissimo anche questa.
Non penso che una casa sia solo un contenitore, ma credo che il modo in cui la "riempiamo" possa davvero cambiarla
Carissima Joanne, non si tratta di fare battute piuttosto che riflettere, si tratta del fatto che i tuoi 10-12 interventi sul forum sono tutti identici, in sezioni diverse e messi giù in modo diverso, ma sono sempre gli stessi pseudo-filosofeggianti messaggi di anima della casa e compagnia bella.JoannePotter ha scritto: Anzitutto vi ringrazio per le vostre risposte "vere", era una domanda su cui era facile fare battute piuttosto che rifletterci.
Tieregale: la mia paura è proprio quella di assorbire la negatività che ora sento in quella casa, anche se da un punto di vista puramente estetico mi piace molto. "Smantellare le ombre" è un'espressione bellissima, e credo che il punto sia proprio questo: fare entrare un'aria nuova, fare uscire quello che ha assorbito finora e farci entrare la "nostra" aria.
Lietta: anch'io preferisco le case con una storia, ma il destino (e il portafoglio) ci ha portati in questa casa semi nuova, che prima di noi ha avuto solo una famiglia, che lì non è stata felice (anche se avranno avuto anche molti momenti felici tra quelle mura, come posso saperlo?). Riempire la casa di oggetti che parlano di noi è una mia priorità, e spero che questo, insieme ai ricordi che ci costruiremo, possa farcela amare come la casa dove viviamo ora. Quando siamo venuti in questa casa non sentivo nulla: è una casa di trent'anni, e l'ultima inquilina era una anziana signora mancata però due anni prima che noi venissimo a vivere qui. Per due anni è stata vuota, e quando siamo arrivati non c'era nemmeno un mobile che testimoniasse chi viveva qui prima. Era una tavolozza vuota, così io la percepivo, e l'unico proplema era riempirla di nuovo. L'altra casa, invece, l'ho vista (ed è attualmente) abitata, piena quindi delle cose e dei "sapori" di chi la vive ora. Per questo, forse, l'ha sento più "nemica" (probabile che ora arriveranno nuove battute su esorcismi e film horror) .
Carissima mia wallace, non avevo mai parlato dell'anima della casa. Se hai tempo/voglia potresti linkarmi i post in cui pongo la stessa domanda? Come vedi da altre risposte altre persone si sono sentite a disagio in una casa nuova con una storia alle spalle: è una questione personale. Io credo che le case ci comunichino qualcosa, prima, durante e dopo che noi iniziamo a riempirle: alcune persone che conosco si sono innamorati di una casa appena entrati, provando un feeling che va oltre la questione puramente estetica o di arredo. Una delle case che avevamo visitato nella nostra estenuante ricerca mi aveva subito procurato un senso di benessere, appena entrata, e non sapevo nulla dei precedenti proprietari o della storia di questa casa: purtroppo era una casa che non potevamo permetterci, ma quel sentimento l'ho provato senza pensare a che bella vista ci fosse o quanto fossero grandi le stanze, o se la casa fosse rivolta a nord o a sud. La casa che abbiamo acquistato ci piace, è in una bella zona, possiamo permettercela (grazie intesa san paolo!), ma non ho provato un immediato feeling entrandoci: forse il fatto che sia ancora abitata mi ha condizionato (come le torve occhiate dell'attuale inquilina, se non avessi visto la tua casa sospetterei che sia tu!) (scherzo).mia_wallace ha scritto:Carissima Joanne, non si tratta di fare battute piuttosto che riflettere, si tratta del fatto che i tuoi 10-12 interventi sul forum sono tutti identici, in sezioni diverse e messi giù in modo diverso, ma sono sempre gli stessi pseudo-filosofeggianti messaggi di anima della casa e compagnia bella.
Ma se vuoi una "risposta seria e vera" dal momento che le battute fatte per farti capire che ne bastava uno di questi messaggi non le accetti/non le vuoi capire, ecco cosa penso: io preferisco una casa nuova scintillante piuttosto che una casa vecchia con una storia, perché se la storia non è la mia ma di una famiglia a me sconosciuta, meno tracce ci sono e meglio è... inoltre le battute stile film hottor nascono spontanee perché a me personalmente sembra ridicolo il sentirsi a disagio se in una casa ci ha abitato una famiglia che ha avuto delle disavventure.
Che la casa abbia 100 anni con una gloriosa storia dietro o che sia appena stata costruita, a me non cambia assolutamente nulla, in entrambi i casi farei in modo che al mio arrivo la casa fosse una tabula rasa in modo da poterla "riempire" con le mie cose e iniziare a scrivere la mia storia.
JoannePotter ha scritto:.
Hai ragione, scusa, ma avevo cancellato il messaggio prima della ultime risposte, quando pensavo che avrebbe solo suscitato facili battute e quindi fosse inutile condividere qualcosa di personale. Ho recentemente comprato casa: è un appartamento di sei anni, in una bella zona, carino e grande abbastanza per la nostra famiglia (futuri allargamenti compresi ). E' stato sempre abitato da una sola famiglia, che non è stata molto fortunata: in sei anni marito e moglie si sono separati e sono stati ricoperti di debiti, hanno dovuto vendere il loro negozio e la moglie da oltre un anno non paga affitto e bollette, con conseguente sfratto degli attuali proprietari (noi comunque andremo a viverci solo quando a questa signora avranno dato la casa popolare che aspetta). La casa mi piace, ma entrandoci dentro non ho provato una bella sensazione; amo molto invece l'attuale casa dove viviamo, e chiedevo quindi se altri avessero vissuto un'esperienza simile, e avessero amato poi allo stesso modo due o più case diverse. Credo che lasciare una casa voglia dire anche lasciare una parte di sè, e la cosa mi spaventa (il trasloco era comunque inevitabile, ora siamo in affitto). Ho paura di lasciare una casa che amo moltissimo e non sentire mai l'altra completamente mia, ma credo che sia un timore che già altri hanno provato e che si attenua nel tempo, quando la nuova casa inizi a riempirsi di nuovi ricordi. Tu cosa ne pensi?Miremiry ha scritto: JoannePotter ha scritto:.
mi piacerebbe partecipare alla discussione ma....... qual è la discussione??
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