Il problema degli artigiani è che non hanno in genere stimoli particolari alla crescita dimensionale dell'azienda: l'importante è massimizzare l'utilità del proprio vincolo di bilancio temporale in quanto "azienda" e "persona" coincidono.
Una volta impegnato il proprio tempo disponibile l'utilità marginale aumenta con ricarichi maggiori o minori costi (non certo con forniture/clienti addizionali): da qui il generale disinteresse a mantenere il cliente.
L'assenza di ricambio generazionale può essere causa di questa assenza di stimoli.
Ovviamente con tutte le eccezioni del caso eh...quindi artigiani, non "saltatemi addosso"!
P.s. Confermo ciò che dice byste. Scena classica: l'artigiano entra in negozio da noi e ci dice (ovviamente solo in dialetto brianzolo) "gli armadietti a misure li faccio io...ma il gruppo letto non mi conviene è un cinema...cosa avete di non riconoscibile? Vengo qui con il mio furgone e la carico e la monto io...i cartoni meglio senza etichette mi raccomando! Che sconto mi fate? No perchè mi deve rimanere attaccato qualcosa e non posso buttargli fuori un prezzo assurdo perchè se va in un negozio e fa un confronto mi frega..."
Quindi un cliente va dall'artigiano per saltare un "passaggio" e, a volte, (solo a volte!) ne fa uno in più: fabbrica, negozio, artigiano...anche perchè ad esempio le grosse aziende ovviamente si rifiutano di fornire una (1 sola) camera ad un artigiano dicendogli "si rivolga ad un nostro rivenditore".