La Redazione Consiglia

I migliori articoli su Arredamento.it

#16
tamy79 ha scritto:beh...se fanno il referendum io voto a favore del nucleare!...
tutte le migliori centrali nucleari fatte nel mondo sono realizzate da italiani...e poi come qualcun'altro a scritto...se scoppia una centrale in francia noi siamo coinvolti ugualmente!...
quindi perchè non modernizzarci....è come il ponte in sicilia....è un'opera CHE BISOGNA FARE!!!!
non capisco questo accanimento contro le grandi opere....nel mondo fanno di tutto in italia sempre paurosi e mai pronti a fare un passo per cambiare qualcosa.....in Italia l'importante è CRITICARE....

ovviamente questo è il mio pensiero....che ovviamente non conta nulla :lol:
mah...

asfaltare la Salerno-Reggio Calabria in maniera degna, così che non muoiano più 200 persone all'anno su quel tratto di strada è una cosa da fare...

riformare la giustizia in modo che chi viene condannato abbia la certezza di una pena senza sconti è una cosa da fare...

Rimodernare gli edifici pubblici mettendo i doppi vetri così da non disperdere calore è una cosa da fare...

il ponte sullo stretto, francamente, è una cazzata da non fare.... mi sembra che esistano modi alternativi molto più furbi di spendere il denaro pubblico, che non costruire un ponte in una delle zone più a rischio sismico d'Italia...

questo per dire che io non critico "le grandi opere" tout court, ma solo la politica di gettare fumo negli occhi ai cittadini, confondendo le acque e facendo ingrassare i soliti porci...

tornando alle Centrali Nucleari, il problema delle scorie non sussiste... ci sono troppi "mugabe" al mondo, per pensare che qualche dittatore Liberiano non sia disposto a sacrificare milioni di vite in cambio di ricchezza personale...
Il fatto è che abbiamo bisogno di energia ORA, non tra 30 anni... e che questa energia deve essere RINNOVABILE, e quindi accessibile continuamente senza limiti imposti dal "carburante"...

Non possiamo più essere legati a energie che costano così tanto e che hanno una "data di scadenza" ben precisa...

L'energia Nucleare (di cui, da un lato, sono sostenitore, in quanto decisamente più pulita di altre forme) ha 3 gravi problemi che non saranno MAI risolvibili:
1) Le già citate scorie che non sappiamo dove mettere (e anche se sembra, detto così, un problema minore, vi assicuro che non lo è)
2) I costi di realizzazione (le centrali costano un badalucco, costa costruirle e mantenerle, e per 20 anni di saranno spese di costruzione ingentissime senza alcun introito, quindi per rientrare delle spese, gli investitori faranno pagare l'energia molto più cara)
3) i "costi" di produzione.
su questo punto vorrei spendere due parole... tutti sono convinti che creare energia nucleare sia gratis... bhè, il prezzo dell'Uranio è passato da 20 dollari nel Gennaio 2005 a a 85 dollari nel 2007...
Di questo passo, con l'aumento della richiesta, cosa succederà al prezzo?
Inoltre, l'Uranio non è infinito... sulla terra ci sono riserve di Uranio per 4.7 tonnellate, la maggior parte delle quali tra Kazakhstan, Congo, Namibia, Uzbekistan, Niger, Zimbabwe, Nigeria... tutti paesi politicamente instabili che, ovviamente, nei prossimi anni avranno bisogno di un po' di democrazia (:roll:) con annesse "spese" di democratizzazione....
E quindi, dopo le guerre per procurarsi la materia prima, ci troveremo una nuova volta ad affrontare il problema della fine delle scorte, e saremo ancora da capo.
Anche perchè, da qui al 2030 (anni in cui noi avremo finito la costruzione della prima centrale) la popolazione umana terrestre sarà passata secondo le stime attuale da 6 miliardi a 7.5, con un aumento della richiesta energetica del 150%, sopratutto proveniente dai paesi ora "emergenti" che nel frattempo saranno emersi... Emergendo loro, noi avremo minori disponibilità economiche da investire, quindi avremo delle costosissime centrali, che vanno con un costosissimo carburante e che non avremo i soldi per mantenere....

Nel mondo è già stata pianificata, nei prossimi tre decenni, la costruzione di qualcosa come 251 nuovi reattori nucleari, con un boom di nuove centrali in Giappone, Cina, Russia, Stati Uniti, Francia, India, Pakistan e in parte del Medio Oriente.

Ogni reattore richiede 600 tonnellate di uranio per il completamento e l'attivazione del processo nucleare, ed ulteriori 150 tonnellate (dato sottostimato, giacché molte centrali attive consumano 200 tonnellate l'anno) per ogni anno di attività. I reattori di nuova generazione dovrebbero avere una vita di circa 60 anni.

Le centrali già attive sono circa 450.

Servono circa 150'000 tonnellate di uranio per avviare i nuovi reattori previsti e circa 2,3 milioni di tonnellate per mantenerle attive per 60 anni.

Ma ci sono anche le centrali già in funzione. Ipotizziamo di mantenerle in funzione per 60 anni, sostituendo i reattori vecchi con reattori nuovi. Servono circa 4,2 milioni di tonnellate.

In totale, tra centrali già attive, e centrali previste, utilizzando i dati piu' ottimistici sia sulle riserve sia sui consumi, per alimentare tutti questi 700 reattori nei prossimi 60 anni occorrerebbero 6,5 milioni di tonnellate. Una prospettiva ancora piu' assurda se si immagina che centrali nucleari possano cominciare a nascere anche in Africa.

Cosi' il prezzo dell'uranio è quadruplicato in due anni, nel piu' totale silenzio dei media. Solo nell'ultima settimana, il prezzo è cresciuto di oltre il 10%.

Alla luce di tutto questo, io non penso che il Nucleare sia la via da percorrere.

questo, ripeto, non c'entra niente con la "pericolosità" del nucleare, aspetto che non voglio nemmeno considerare perchè do per certo che le centrali siano stra-sicure
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#17
cyberjack ha scritto: 'Uranio non è infinito... sulla terra ci sono riserve di Uranio per 4.7 tonnellate, la maggior parte delle quali tra Kazakhstan, Congo, Namibia, Uzbekistan, Niger, Zimbabwe, Nigeria... tutti paesi politicamente instabili

Nel mondo è già stata pianificata, nei prossimi tre decenni, la costruzione di qualcosa come 251 nuovi reattori nucleari,

Servono circa 150'000 tonnellate di uranio per avviare i nuovi reattori previsti e circa 2,3 milioni di tonnellate per mantenerle attive per 60 anni.

Ma ci sono anche le centrali già in funzione. Ipotizziamo di mantenerle in funzione per 60 anni, sostituendo i reattori vecchi con reattori nuovi. Servono circa 4,2 milioni di tonnellate.

In totale, tra centrali già attive, e centrali previste, utilizzando i dati piu' ottimistici sia sulle riserve sia sui consumi, per alimentare tutti questi 700 reattori nei prossimi 60 anni occorrerebbero 6,5 milioni di tonnellate.
Cyber grazie per il dettagliato intervento... pur essendo a favore del nucleare non avevo idea del problema "materia prima" che c'è dietro.
Se i calcoli sono corretti i giacimenti esistenti palesemente non soddisfano la richiesta prevista, entro 40-50 anni sarebbero esauriti.
ela78 ha scritto: inizare OGGI il nucleare è una boiata
...
ecco io OGGI questi soldi li investirei diversamente
... cominciare a lavorare sull'energia fornita dalle bio-masse, dagli inceneritori, canalizzare i soffioni boraciferi (in islanda coi geyser han fatto meraviglie...).... insomma studiare per portarci AVANTI non sempre in rincorsa....
Ela parole sante.... puntare sulle energie rinnovabili! Abbiamo il mare, il sole, il vento... in Andalusia ci sono distese di pale eoliche! Prendiamo esempio da chi usa con intelligenza le risorse che la natura ci offre!!
Nell'Italia dei Borgia ci sono stati massacri, terrore, assassinii e hanno prodotto da Vinci, Michelangelo e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto 500 anni di pace e amore fraterno, e cos'hanno fatto? L'orologio a cucù.

#18
.... un po' si informazioni su quello che stanno per fare... così ... a titolo di riflessione ....

===========================================
Da quello che ho potuto leggere, produrre energia elettrica attraverso le centrali nucleari costa tantissimo sul piano economico, ambientale e di qualità della vita.
Partiamo dalla materia prima l’uranio che durante il processo di estrazione emette radon, un gas radioattivo, oltre ad altri prodotti di decadimento altrettanto radioattivi. L’estrazione mineraria di uranio presenta ulteriori pericoli che si sommano a quelli già esistenti nell’attività del minatore. Le miniere di uranio che ovviamente non siano “a cielo aperto” richiedono adeguati sistemi di ventilazione per disperdere il radon. Durante gli anni cinquanta molti dei minatori statunitensi impiegati nelle miniere di uranio svilupparono forme di cancro al polmone.
Una centrale nucleare di ultima generazione costa quattro miliardi di euro e la vita operativa è in genere intorno ai 25-30 anni. Al termine di questo periodo l’impianto va smantellato, il terreno bonificato e le scorie stoccate adeguatamente. Questi aspetti, in parte comuni ad esempio alle miniere ed agli impianti chimici, assumono particolare rilevanza tecnica ed economica per le centrali nucleari, riducendo il vantaggio dovuto al basso costo specifico del combustibile.
Il costo di smantellamento (vedi articolo 2 a seguire) viene oggi ridotto prevedendo un lungo periodo di chiusura della centrale, che permette di lasciar decadere naturalmente le scorie radioattive poco durevoli, costituite dalle parti di edificio sottoposte a bombardamento neutronico. Lo smantellamento di una centrale richiede tempi estremamente lunghi e diverse volte superiori al tempo di costruzione e di funzionamento. Ad esempio l’Autorità inglese per il decommissioning ritiene che per il reattore di Calder Hall a Sellafield in Gran Bretagna, chiuso nel 2003, i lavori potranno terminare all’incirca nel 2115, cioè circa 160 anni dall’inaugurazione, avvenuta negli anni ‘50. Naturalmente deve anche essere trovato un sito atto ad accogliere le scorie ed i materiali provenienti dallo smantellamento.
Per quanto riguarda il rendimento termodinamico, va evidenziato che le centrali nucleari hanno una efficienza di conversione del calore in energia elettrica piuttosto bassa. Infatti solo una parte variabile dal 30% al 35% della potenza termica sviluppata dai reattori è convertita in elettricità, per cui una centrale da 1000 MW elettrici (MWe) ha in genere una produzione di calore di 3000-3500 MW termici (MWt); a titolo di confrono una centrale a ciclo combinato a metano ha rendimenti che raggiungono il 60%. La conseguenza di ciò è la necessità di dissipare enormi quantità di calore in atmosfera, in fiumi o in mare, con un fabbisogno di acqua di raffreddamento veramente molto cospicuo e che può determinare la necessità di ridurre la produzione di energia in caso di siccità. Ad esempio in Francia il raffreddamento delle centrali elettriche nel 2006 ha assorbito 19.1 miliardi di mc d’acqua dolce, cioè il 57% dei prelievi totali d’acqua del paese; una parte di quest’acqua viene restituita ai fiumi (anche se surriscaldata ed inquinata da anticorrosivi ed additivi vari), mentre la quota consumata (cioè utilizzata in torri evaporative ed emesso in atmosfera, con conseguente aumento dell’effetto serra) rappresenta il 22% (1.3 miliardi di mc) di tutta l’acqua consumata in Francia.
Infine ci sono le scorie il problema più critico per l’industria nucleare. Il procedimento di fissione nucleare (come peraltro quello di fusione, seppur in maniera molto inferiore) produce materiali residui ad elevata radioattività che rimangono estremamente pericolosi per periodi lunghissimi (fino a tempi dell’ordine del milione di anni). Si tratta di vari elementi radioattivi leggeri (i prodotti di fissione) e di combustibile esaurito (uranio, plutonio ed altri radioelementi attinoidi pesanti) che vengono estratti dal reattore. Questo materiale, emettendo delle radiazioni penetranti, è molto radiotossico e richiede dunque severe precauzioni nel trattamento e nello smaltimento. Ad oggi applicazioni pratiche di soluzioni realmente definitive non sono ancora state realizzate e collaudate dal tempo.
Detto questo vi invito a leggere gli articoli seguenti che trattano dei possibili luoghi dove vorrebbero costruire le centrali nucleari in Italia (articolo 1), dei costi di smantellamento delle vecchie centrali nucleari italiane (articolo 2), degli incidenti che molto spesso accadono in queste centrali “sicurissime” di ultima generazione (articolo 3), della promessa di indipendenza energetica fra 20 anni grazie alle centrali nucleari, anche se nel frattempo non si pensa a cosa fare (articolo 4), di come siano attualmente in Italia gestite le centrali nucleari dismesse, le scorie e i depositi (articolo 5)

1) NUCLEARE: PRESTIGIACOMO, D’ACCORDO A IMPIANTI ANCHE IN SICILIA
(ANSA) - SIRACUSA, 17 GEN ”La scelta del nucleare mi trova assolutamente d’accordo e se la Sicilia dovesse essere eventualmente individuata come area sulla quale realizzare uno di questi impianti, sicuri e di nuova generazione, da siciliana direi certamente si”’. Lo ha detto a Siracusa il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, a margine della cerimonia di premiazione di un concorso per studenti. ”Ovviamente, in Italia siamo ancora oggi abbastanza lontani da questi programmi, considerato che dovra’ essere approvato in Parlamento il ddl che prevede il ritorno al nucleare - ha continuato - e la costituzione dell’Agenzia sulla sicurezza nucleare. Non appena il provvedimento sara’ approvato si partira’ con la progettualita”’. ”E’ certo - ha continuato - che oggi non esiste modalita’ per produrre energia piu’ pulita che quella del nucleare in centrali di nuova concezione e sicure. Pensiamo, ad esempio, che le centrali non producono neanche le polveri sottili”. Quanto all’informazione sulle questioni ambientali, il ministro ha sottolineato che ”occorre divulgare con la massima trasparenza i dati relativi all’inquinamento, senza creare allarmismi irragionevoli”. (ANSA). P09-TE
2) SOGIN, VIA LIBERA A SMANTELLAMENTO CENTRALE NUCLEARE TRINO

Roma, 16 gen (Velino) - È stato pubblicato oggi il decreto di compatibilità ambientale (Via) per il progetto di decommissioning della centrale nucleare Enrico Fermi di Trino, che raccoglie il parere favorevole della Regione Piemonte, del ministero dei Beni culturali e della commissione per la valutazione di impatto ambientale del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. L’autorizzazione finale per lo smantellamento dell’impianto, che si concluderà nel 2013, è ora attesa entro il primo semestre dell’anno. La centrale nucleare di Trino sarà la prima delle quattro centrali nucleari italiane a essere smantellata. A tal fine, saranno realizzate attività per circa 100 milioni di euro, fra cui quelle di smantellamento dell’isola nucleare, che avverrà dopo il completo trasferimento all’estero del combustibile ancora presente nell’impianto, previsto nel 2011.
Finora, l’attività di decommissioning ha riguardato la parte convenzionale della centrale, fra cui l’edificio turbina. È stata completata la progettazione delle opere necessarie allo smantellamento finale che saranno realizzate entro la prima metà del 2009. Dopo l’impianto Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo, che ha ottenuto l’autorizzazione finale di decommissioning lo scorso mese di novembre e i cui lavori si concluderanno entro la fine dell’anno in corso, Trino sarà il secondo impianto italiano e fra le prime centrali nucleari in Europa a essere completamente smantellata. L’esercizio e lo smantellamento della centrale produrranno complessivamente duemila tonnellate di rifiuti radioattivi che saranno stoccati presso l’impianto fino a quando non sarà disponibile il deposito nazionale.
3) NUCLEARE FRANCESE, UNA FUGA DIETRO L’ALTRA
Gli incidenti francesi si inseriscono in un periodo già molto travagliato per l’atomo europeo dopo l’incidente accaduto ai primi di giugno in Slovenia nella centrale nucleare di Krsko ed i 4 incidenti registrati in Spagna a luglio in soli 12 giorni nella centrale nucleare di Cofrentes nei pressi di Valencia.
A Tricastin lo scorso 8 luglio le autorità francesi resero nota la fuoriuscita nell’ambiente, avvenuta il giorno precedente, di 74 kg di uranio. A Romans – Sur – Isere lo scorso 18 luglio l’Autorithy per la sicurezza nucleare francese ammise la fuoriuscita di acque contaminate da elementi radioattivi, pur assicurando che l’incidente non aveva determinato impatti ambientali. A Saint Alban lo scorso 21 luglio 15 operai vennero contaminati dalla fuoriuscita di liquido radioattivo. Ieri 23 luglio, nuovamente a Tricastin 100 operai sono stati contaminati da elementi radioattivi di cobalto 58 fuoriusciti da una tubatura del reattore numero 4 fermo per manutenzione ed immediatamente evacuati dalla centrale.
Proprio intorno al sito nucleare di Tricastin, fra i più grandi al mondo, che non comprende solo la centrale, ma anche una serie di laboratori che lavorano l’uranio grezzo e depositi per le scorie radioattive, sembrano emergere molti scampoli di realtà, fino ad oggi sottaciuti, in grado d’incrinare più di una certezza riguardo alla capacità francese di gestire al meglio le conseguenze di quella sorta di “patto con l’atomo” che in Francia (dove il 78% dell’energia consumata viene prodotta dalle centrali nucleari) ha creato il mito dell’energia “facile”, pulita ed a buon mercato.
Gli incidenti nel sito di Tricastin avvengono da oltre 30 anni, anche se spesso sia la dinamica sia le conseguenze degli stessi sono state tenute nascoste per evitare polemiche e proteste.
Già dal 1964, prima ancora che sorgesse la centrale, il sito ospitava un deposito di scorie radioattive, provenienti da una vecchia fabbrica militare per l’arricchimento dell’uranio, stoccate senza alcuna precauzione, che avrebbero determinato nel corso del tempo la migrazione di 900 chilogrammi di uranio all’interno delle acque sotterranee che riforniscono i pozzi delle famiglie della zona. Ad esso si è aggiunto il deposito per scorie nucleari della Sogema, la società che a Tricastin arricchiva l’uranio per la costruzione degli ordigni nucleari, che contiene 700 tonnellate di scorie radioattive sepolte sotto un cumulo di quattro metri di terra.
Nel 1986 una fuga di esafluoruro d’uranio dalla centrale portò il livello di radioattività dell’aria a 130 bequerel per metro cubo, “quando il dato normale è di 0.00001”. Nel 1991 si verificò lo sgocciolamento di nitrato d’uranio sulla ferrovia della Sogema,. Nel 1997 si verificò una fuga di uranio arricchito nei terreni. Solamente un paio di settimane fa a due chilometri di distanza dalla centrale sono state trovate falde freatiche e pozzi privati dove il tasso di uranio rilevato dall’Istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare Irsn, arrivava a punte di 64 microgrammi per litro, ben oltre i 15 ammessi dall’Oms per dichiarare potabile l’acqua.
Energia facile, pulita ed a buon mercato che inizia a manifestarsi sempre più lontana da una realtà costretta a specchiarsi con il dramma dei lavoratori sottoposti alla contaminazione radioattiva e degli abitanti dei comuni che sorgono in prossimità del sito di Tricastin, costretti a convivere con la paura e privati perfino dell’acqua, essendo ormai proibito berla, nuotarci, mangiarne il pesce ed irrigare i campi, destinati ad inaridire in questa fetta di pianura francese immolata, come tante altre, sull’altare di un atomo che sta iniziando a scolorare e preoccupare sempre più.
4) PROMESSE NUCLEARI
Silvio Berlusconi in occasione della recente inaugurazione del rigassificatore di Rovigo ha ribadito che in primavera verrà presentato un nuovo Piano Energetico Nazionale all’interno del quale troverà spazio il rilancio dell’energia nucleare, da ottenere attraverso la costruzione di nuove centrali atomiche in Italia.
La volontà del governo di sdoganare l’atomo dalla soffitta in cui giace da vent’anni si evince anche dal testo della legge finanziaria di prossima approvazione dove si attribuisce una delega al governo per l’emanazione entro il 2008 di uno o più decreti legislativi concernenti l’individuazione dei criteri per localizzare le nuove centrali nucleari e stabilire le misure compensative minime da corrispondere alle popolazioni interessate.
Claudio Scajola e altri ministri non hanno in questi ultimi mesi fatto mistero riguardo alle mire nucleariste dell’esecutivo che sembra intenzionato ad avviare una nuova stagione nucleare, ritenendo in tutta evidenza carta straccia il veto nei confronti dell’atomo sancito dal referendum del 1987.
Alla luce dell’indirizzo che il governo intende perseguire per il futuro in ambito energetico occorre sottolineare come la scelta nucleare, oltre che scarsamente democratica dal momento che scavalca in maniera sprezzante la volontà espressa a suo tempo dai cittadini italiani, non si manifesta in grado di rendersi interprete di alcuna velleità di miglioramento per quanto concerne la produzione di energia del nostro Paese, per tutta una serie di motivi che balzano all’occhio non appena si analizza in maniera oggettiva la questione.
Nessuno fino ad oggi è mai stato in grado di calcolare il reale costo economico di 1 KWH prodotto da una centrale nucleare, dal momento che non sono stati fino ad ora individuati sistemi credibili attraverso i quali smaltire le scorie radioattive e pertanto neppure quantificati i costi relativi ad un corretto smaltimento. Chi afferma che l’energia ottenuta con il nucleare risulta economicamente più vantaggiosa rispetto a quella derivante da altre fonti mente sapendo di mentire, dal momento che valuta il costo dell’energia prodotta tramite l’atomo senza inserire nel computo il costo derivante dallo smaltimento delle scorie, semplicemente fingendo che esse non esistano.
Mentre le 439 centrali nucleari che attualmente operano nel mondo ne producono ogni anno oltre 10.000 tonnellate ed una sola centrale nucleare al momento del suo smantellamento produce una quantità di scorie di tre volte superiore a quelle generate nei 40 anni della sua attività.
L’uranio che costituisce il combustibile indispensabile per alimentare le centrali nucleari è una risorsa non rinnovabile destinata ad esaurirsi nel prossimo futuro alla stessa stregua del petrolio e del gas.
L’importanza del nucleare a livello mondiale è assai più scarsa di quanto molti non vogliano far credere, dal momento che copre meno del 7% dei consumi energetici mondiali, una quota uguale a quella coperta dal solare fotovoltaico che però a differenza del nucleare sta incrementando il proprio peso del 40% l’anno.
La maggior parte dei Paesi altamente sviluppati hanno smesso da tempo d’investire nel nucleare e non sostituiranno le proprie centrali quando nei prossimi anni verranno smantellate. Gli Stati Uniti non costruiscono centrali nucleari dal 1978 ed hanno in progetto un solo reattore nucleare nonostante alcuni impianti siano ormai prossimi alla fine del proprio ciclo di vita. La Germania ed il Regno Unito non hanno in progetto la costruzione di alcuna centrale nucleare, nonostante molte di quelle esistenti siano prossime alla chiusura e così la Spagna, la Svezia, la Svizzera, il Belgio, l’Olanda e la Slovenia.
Il costo di una centrale nucleare di nuova generazione è enorme, quantificabile intorno ai 4 miliardi di euro e il tempo necessario per la costruzione e messa in funzione dell’impianto risulta di circa 20 anni.
La tecnologia nucleare presenta elementi di estrema pericolosità tanto per la salute umana quanto per l’integrità dell’ambiente nel quale viviamo. Al pericolo conseguente alle fughe radioattive, di cui Chernobyl rappresenta l’esempio più eclatante, si somma quello molto più consistente determinato dalle scorie nucleari, parte delle quali saranno destinate a mantenere la propria ferale pericolosità per periodi di tempo nell’ordine delle centinaia di migliaia di anni (fino a 250.000 anni) senza che esista neppure in prospettiva la possibilità di renderle inerti o metterle in sicurezza.
Proprio alla luce di queste e di molte altre evidenze risulta difficile condividere la scelta di ritornare all’atomo prospettata dal governo. Mettere in cantiere, come annunciato da Berlusconi, il progetto di una nuova stagione nucleare da realizzarsi attraverso la costruzione di quelle centrali atomiche che la maggior parte dei Paesi sviluppati si appresta a smantellare, non sembra davvero una buona idea, tanto sotto il profilo economico quanto sotto quello sanitario ed ambientale.
Prima di “sognare” il rilancio nucleare, Berlusconi farebbe certo meglio a ragguagliarci sul destino delle centrali atomiche attualmente esistenti in Italia che al momento sono state smantellate solamente nella misura dell’8% e sulla maniera in cui intende stoccare le scorie nucleari prodotte durante il periodo di attività delle centrali, che attualmente si trovano all’estero dove vengono sottoposte a riprocessamento e torneranno dalla Gran Bretagna nel 2017 e dalla Francia nel 2025, senza che attualmente sia ancora stato deciso dove collocarle in maniera definitiva. Tutte operazioni che ci sono già costate svariati miliardi di euro ed altri ne costeranno, sottratti dalle tasche dei consumatori sotto forma di addizionali alla bolletta dell’Enel. Proprio quella bolletta dell’Enel “così costosa” che i nuclearisti prendono a pretesto per giustificare la scelta di un ritorno all’atomo.
5) REPORT: L’EREDITA’
Spegnere le centrali dopo che il referendum dell’87 aveva abrogato il nucleare è costato agli italiani circa 9 miliardi di euro. Soldi usciti dalle tasche delle famiglie con le bollette della luce per risarcire l’Enel del mancato guadagno e per mantenere in sicurezza gli impianti, che dopo 20 anni sono ancora lì con tutto il loro carico radioattivo.
============================================

In ogni caso .... riguardo al punto 5 .... ognuno di noi ha pagato ... e continua a pagare sulla propria bolletta Enel un "addizionale nucleare" legato allo smaltimento delle precedenti centrali... tutt'ora presidiate (e lo saranno ancora per decenni) .... un fiume di quattrini (di fatto una tassa occulta) che nel precedente governo Berlusconi ... il "fantasioso" Tremonti ha dirottato come copertura delle spese correnti dello Stato.

#19
ok piccolo intervento da chi nel settore dell'energia ci lavora (indegnamente direi, perchè ho le ideee moooolto più confuse e informazioni moooolto meno dettagliate di quelle che avete voi) solo su un tema: le energie rinnovabili hanno costi di realizzazione elevati che nonostante i mille incentivi che esistono non le rendono convenienti.
In più la maggiorparte delle fonti rinnovabili non sono programmabili (esempio lampante è l'eolico) e creano quindi problemi di gestione dei flussi non indifferenti e non molto compatibili con i profili di consumo.
In più gli impianti da (alcune) fonti rinnovabili hanno un'efficenza bassa.
Sul nucleare ho le idee confuse, molto. Perchè di mia natura sarei contro per molti dei motivi di cui hanno parlato molti di voi (cyber mi sa che non c'è bisogno di scomodare mugabe qualunque in Campania purtroppo ci sono ancora molte cave da sfruttare...) ma mi sto rendendo conto che il nucleare avrebbe potuto essere una soluzione...
The sisterhood of The Calf 40

#20
stefania_b ha scritto:ok piccolo intervento da chi nel settore dell'energia ci lavora (indegnamente direi, perchè ho le ideee moooolto più confuse e informazioni moooolto meno dettagliate di quelle che avete voi) solo su un tema: le energie rinnovabili hanno costi di realizzazione elevati che nonostante i mille incentivi che esistono non le rendono convenienti.
In più la maggiorparte delle fonti rinnovabili non sono programmabili (esempio lampante è l'eolico) e creano quindi problemi di gestione dei flussi non indifferenti e non molto compatibili con i profili di consumo.
In più gli impianti da (alcune) fonti rinnovabili hanno un'efficenza bassa.
Sul nucleare ho le idee confuse, molto. Perchè di mia natura sarei contro per molti dei motivi di cui hanno parlato molti di voi (cyber mi sa che non c'è bisogno di scomodare mugabe qualunque in Campania purtroppo ci sono ancora molte cave da sfruttare...) ma mi sto rendendo conto che il nucleare avrebbe potuto essere una soluzione...
stef hai ragione a dire che i costi di realizzazione elevati, ma nel momento in cui li stanziano per il nucleare, perchè non dirottarli su queste?

sul fatto che non siano programmabili sono d'accordo, ma l'eolico non è l'unico, nè lo sarebbe, è ovvio che ci dev'essere un'organizzazione ed una pianificazione dietro... i termoconvertitori ad esempio? rifiuti ci saranno sempre...

ripeto con gli stessi anni necessari prima che sia attiva la nucleare (20) si può trovare di meglio in tutti i sensi :wink:
album: http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... 78#p358144" onclick="window.open(this.href);return false;
Immagine

Immagine

#21
Si ok prima che venga messa in funzione passeranno ventanni....ma fra 20anni diremo....bisognava farla 20anni fa....quindi è una ruota che continua a girare....si deve fare e basta...fra 20anni saremmo l'unico paese senza nucleare :? ....è inutile rimandare rimandare e rimandare!!...
Immagine
Immagine

#22
Ela hai ragione.

Il nucleare genera inquinamento da scorie radioattive, per cui io scorgo una contraddizione in termini che non riesco a risolvere.
Ovvero: se l'energia serve per produrre ricchezza, per soddisfare bisogni umani, per vivere, che senso ha produrla con mezzi che rendono impossibile vivere, distruggendo ambiente e salute?
Immagine

Baby is coming shopping e approvvigionamenti per il nuovo arrivo...
Vi presento... con pwd

#23
stanno iniziando a vagliare i luoghi dove costruirle

I possibili siti
Restringendo il cerchio sono stati fatti i nomi di Caorso, nel Piacentino, e Trino Vercellese (Vercelli), perché collocati sulla Pianura Padana, caratterizzata da scarsa sismicità e disponibilità di acqua di fiume. Poi, Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, adatto per scarsa sismicità e acqua di mare. Se si considera invece la lontananza da grandi centri abitati e la stabilità del terreno si possono vagliare la Sardegna, la costa rivolta verso l’Africa della Sicilia (che si è candidata), la Basilicata ed alcune aree della Puglia. Il Veneto, prosegue La Stampa, si è fatto avanti proponendo Porto Tolle (Rovigo). A questi, il quotidiano "Il Giornale" ha aggiunto Monfalcone (Gorizia), Chioggia (Venezia), Ravenna, Termoli (Campobasso), Mola (Bari), Scanzano Jonico (Matera), Palma (Agrigento) e Oristano.

Ma la maggior parte di questi luoghi sono già occupati da impianti energetiche tradizionali: a Porto Tolle c’è già una centrale a olio combustibile da 2500 MW, a Montalto di Castro già ci sono centrali (a carbone e olio) per 3300 MW; a Trino Vercellese una a ciclo combinato da 600 MW.

Mentre non avrebbero le caratteristiche di idoneità i siti del nucleare italiano prima del referendum sul nucleare di Latina e del Garigliano.



a parte tutto... ma il Po non è perennemente in secca??? di che acqua di fiume parlano??

magari le scorie le voglione mettere dentro i piloni del futuro ponte?? :roll:
Mamma di Alessia nata il 14.09.2008 e di Sara nata il 15.01.2011

Si può anche morire per certe carezze...
perché la vita è morire per certe cose non dette

#24
tamy79 ha scritto:Si ok prima che venga messa in funzione passeranno ventanni....ma fra 20anni diremo....bisognava farla 20anni fa....quindi è una ruota che continua a girare....si deve fare e basta...fra 20anni saremmo l'unico paese senza nucleare :? ....è inutile rimandare rimandare e rimandare!!...
questa è demagogia... ed è esattamente il modo in cui vengono fatte passare le cose in questo paese.

Questa cultura del "fare" .... del far pagare ad altri le proprie scelte sbagliate (da un lato) .... e non fatte (dall'altro).

Nessuno sta più investendo un euro sullo sviluppo del nucleare, nessuno sta più costrunedo nuove centrali nucleari ..... nessuno più ritiene che il nucleare sia un'energia economicamente sostenibile.... nessuno ha ancora dato una chiara risposta allo smaltimento delle scorie... e ... Italia inclusa ... tutti quanti pagano cifre folli per l'immagazzinamento delle scorie in siti relativamente protetti .... e noi stiamo qui ancora a dire.... "dobbiamo fare" ..... investento i prossimi decenni su di una tecnologia obsoleta .... a me sembra semplicemente pazzesco.

Sarei veramente curioso di capire invece a quanto ammonti l'investimento effettuato dal nostro paese nella ricerca e sviluppo di tecnologie alternative legate a fonti di energia rinnovabili..... probabile a qualche 0,000% del PIL.... ma forse chissà... magari mi sbaglio......

#26
Federinik ha scritto:Altra cosa che mi sfugge... ma il referendum non conta nulla??
questi stanno andando al bagno con la carta costituzionale... figurati quanto remore si fanno rispetto ad un referendum ....

#27
tamy79 ha scritto:Si ok prima che venga messa in funzione passeranno ventanni....ma fra 20anni diremo....bisognava farla 20anni fa....quindi è una ruota che continua a girare....si deve fare e basta...fra 20anni saremmo l'unico paese senza nucleare :? ....è inutile rimandare rimandare e rimandare!!...
no Tamy, perchè come precedentemente scritto da Cyber la tendenza non sarà quella di continuare, ma quella di smettere.... mentre fra vent'anni molti avranno moooolto più energia alternativa mentre noi inizieremo con il nucleare che sarà ormai una tecnologia di 40 anni prima :roll: :roll: invece potremo usare questi venti anni per altre fonti... rinnovabili... più ecologiche...

caxxo vent'anni parlare di macchine a metano o gpl pareva fantascienza... se non avessero cominciato a lavorarci come potremmo averle oggi???
vent'anni fa le stufe andavano a cherosene, adesso ci sono i pannelli solari..
album: http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... 78#p358144" onclick="window.open(this.href);return false;
Immagine

Immagine

#28
Roby-MI ha scritto: Nessuno sta più investendo un euro sullo sviluppo del nucleare, nessuno sta più costrunedo nuove centrali nucleari ..... nessuno più ritiene che il nucleare sia un'energia economicamente sostenibile.... nessuno ha ancora dato una chiara risposta allo smaltimento delle scorie... e ... Italia inclusa ... tutti quanti pagano cifre folli per l'immagazzinamento delle scorie in siti relativamente protetti .... e noi stiamo qui ancora a dire.... "dobbiamo fare" ..... investento i prossimi decenni su di una tecnologia obsoleta .... a me sembra semplicemente pazzesco.
Sono fondamentalmente d'accordo con te, ma ti contraddico su questo punto: nei prossimi anni sono previsti 251 nuovi reattori nucleari, quindi non siamo gli "unici idioti" ad andare in questa direzione.

il problema è che occorrerebbe iniziare molto di più lo sviluppo di mezzi efficienti per lo sfruttamento delle risorse rinnovabili, in quanto la tecnologia attuale è in passivo, ossia costa di più di quanto permette di guadagnare....
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#30
Mi intrometto anch'io in questa discussione non tanto per dire si o no al nucleare, quanto per appoggiare le energie alternative che non sono solo quelle classiche da voi prima citate, ma mi sento di inserire anche tutto quello che riguarda il risparmio energetico.

Fintanto che ti senti ridere il faccia perche' :"hai speso per fare gli isolamenti della tua casa che tanto finiscono dentro i muri e non si vedono e poi arredi la casa con i mobili ikea perche' non hai soldi" non andiamo da nessuna parte!!!

Scusate, ma non ne posso piu' di persone che guardano solo quello che ti costa ora senza pensare che magari lo risparmi in futuro, o che magari i nostri figli possano gia' trovare normale i pannelli solari e fotovoltaici nel tetto, piuttosto che l'auto elettrica!

Grazie Cla' per il tuo esempio e ti faccio presente che ad esempio gli edifici scolastici del mio comune sono gia' autosufficienti per buona parte dell'anno nell'utilizzo di energia elettrica e acqua calda.