La Redazione Consiglia

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#706
Senza contare che ieri sera a matrix è andata in onda una bellissima puntata sulla "Casta dei Magistrati"..
:?

ma.. forumisti di dx.. per favore.. qualche volta INTERVENITE nella discussione/rassegna stampa.. per farci capire come fate a fidarvi ancora del vostro PdC. io non mi capacito...
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Questo è il nostro segreto profondo: il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. <3

#707
irresistibile intervista di Stella a Beppe Grillo... che castiga sonoramente il PD bollandolo per lento e vecchio! ve la posto tutta :)
http://www.corriere.it/politica/09_lugl ... aabc.shtml


«Questo Pd è la polizza-vita del premier
Ma al congresso vi farò una sorpresa»


«Se io fossi stato al posto loro...». Se fosse stato al posto loro? «Avrei detto: caro Grillo, lascia perdere, non possiamo tesserarti perché sono anni che ci prendi per il "censured". Però se vieni al congresso sei un ospite gradito. Vieni e ci dici la tua. Sarebbe stata una risposta politica. Avrebbero fatto bella figura. Ma tirare in ballo il paragrafo tre dell'articolo nove! Quella non è una risposta politica: è burocrazia. Allora la politica non serve a niente. Basta un apparato con dei regolamenti. Boh...». Fallito l'assalto alla segreteria del Pd, Beppe Grillo affonda con appetito la forchetta in un piatto di gnocchetti sardi alla bottarga: «Perché ci ho provato? Perché mi fa rabbia vederli così...». «Glielo dico io perché», irrompe ridendo la moglie: «Beppe era in spiaggia, si annoiava, pensava e ripensava. Era una domenica. A un certo punto fa: quasi quasi mi candido a segretario dei democratici... Così è andata». Lui ride, e torna ad affondare la forchetta con l'allegria impiegata ad affondare il coltello nelle piaghe del Partito democratico.

Ma alle elezioni per chi ha votato?
«Domanda imbarazzante. Io sono un non votista. Vorrei che resettassimo un po' la nostra mente. Cos'è la destra, cos'è la sinistra? Parole. Cambiamole, queste parole».

L'ha votato mai, il Pd?
«Mai. Ma il punto non è questo. Di questa sceneggiata la cosa che mi ha dato più fastidio è sentire che io sarei a capo di un movimento ostile. "Ostile" è una brutta parola. Io non sono per niente "ostile" al Pd».

Il «Giornale» dice che ha lanciato addirittura un'Opa ostile per conto di Di Pietro.
«Io? Per conto di Tonino? Ma dai... Per dire che uno è ostile devi vedere il suo programma. Il mio programma qual è? L'acqua pubblica, le energie rinnovabili, la mobilità, il Wi-Fi gratuito, la raccolta differenziata... Questa, per loro, è l'ostilità. Perché il loro programma sono le discariche, il cemento, l'acqua privatizzata, gli inceneritori che fanno venire il cancro...».

Tornando alla candidatura...
«È nato tutto nel gennaio 2005, col mio blog. Adesso siamo tra i primi al mondo ma all'inizio non sapevo neanche che cosa fosse. Scrivevo una roba, cercavo di far parlare su questo argomento della gente... Ho cominciato a capire. La Rete è la grande trasformazione di questo secolo».

Eppure aveva cominciato spaccando il computer...
«E continuo a spaccarne. Ma perché mi fa rabbia quando non funzionano. I virus, i problemi... Non perché io sia un luddista. La Rete è fantastica. Sullo stesso argomento economico puoi far parlare un Nobel come Stiglitz e un operaio dell'Italsider. Da lì siamo partiti. Poi abbiamo deciso di calare le idee nel concreto. Renderle fisiche. Per attuare sul territorio le cose teorizzate sul blog. Parliamo di 560 gruppi. Circa 90mila ragazzi... Siamo in Australia, America, Giappone... Da lì è nato il V-Day. Voi dei giornali non ve siete neanche accorti».

Questa poi! Era su tutte le prime pagine...
«"Io" sono finito su tutte le prime pagine. E dopo, non prima: "dopo". Solo io e non il milione e mezzo di persone nelle piazze che hanno raccolto 350.000 firme per le nostre proposte di legge popolare: via i parlamentari condannati, non più di due legislature, voto di preferenza come base della democrazia. È stata la più grossa manifestazione degli ultimi trent'anni. E la sinistra, che cosa ha fatto?»

Vi ha dato dei qualunquisti.
«Esatto. Qualunquisti. Populisti. Demagoghi... Io non ho mica capito. Perché invece non ci ha abbracciato? Cosa c'era di sbagliato nelle nostre idee contro i pregiudicati, per una politica più pulita, per le preferenze, per una legge sul conflitto di interessi, per una riforma delle regole finanziarie? Un partito sveglio avrebbe dovuto capire. Purtroppo c'era Veltroni... Topo Gigio... Di politica non c'è più niente là dentro. Io ho cercato di riempire il nulla con un programma».

Cacciari dice che lei voleva solo sputtanare il Pd.
«Come fai a sputtanare una cosa che non esiste? Torniamo all'"ostile": come potrei essere ostile agli elettori del Pd? Il mio obiettivo era semplice: andare al congresso e parlare. Esporre il nostro programma. Dire: "Venite fuori, trentenni con le palle. Mandate via tutti quelli che non hanno più niente da dire"». E adesso? «Andiamo avanti. Facciamo le nostre primarie online invece che con la carta e la matita. Andiamo avanti con le nostre liste "cinque stelle". Dove i nostri sono entrati, prendendo dal 3 al 10%, hanno cambiato il modo di fare politica. Immagini solo cosa vuol dire trasmettere in diretta sul Web un consiglio comunale dove i cittadini vedono cosa dice Tizio, cosa vuole Caio... Questo è il controllo democratico. Se hai delle idee buone, sensate, a bassi costi, sono costretti a seguirti. Loro non hanno idee. Destra, sinistra... Non hanno più idee. Ma dicevo: io sono ostile a sei, sette, dieci persone».
Cioè? «I soliti. D'Alema, Rutelli, Latorre, Fassino... I soliti che vediamo da anni. E che sono un tappo che frena le energie. Ci sono milioni di elettori nel Pd che condividono le nostre battaglie. Mi hanno votato in 270.000, sul Web».

Eppure anche la Serracchiani...
«All'inizio diceva d'essere d'accordo, poi deve aver avuto una telefonatina. Cosa vuole, è una suora in un bordello».

Non ha messo nell'elenco Bersani e Franceschini.
«Ma sì, anche loro... Come fai a votare Franceschini? Cosa vuole Franceschini? Qual è il programma di Franceschini? Non ce l'hanno, un programma. Io sono un comico ma un programma che l'ho. Degli obiettivi ce li ho».

Ma se lei voleva distruggere i partiti, perché tentare la scalata a una segreteria? Non è un'incoerenza?
«I partiti si sono distrutti da soli. Mica li ho distrutti io. Non hanno più senso. Nella democrazia della Rete, la democrazia dal basso, il partito non rappresenta più nessuno».

Anche Gheddafi dice che non è questa la democrazia, che è inutile eleggere un Parlamento...
«Lui è un despota. Dice che la democrazia non esiste: "La democrazia sono io". Io non dico questo. Dico che la democrazia rappresentativa è finita ed è cominciata la democrazia partecipativa. In Svizzera fanno dei referendum su ogni cosa, decidono i cittadini ed è fatta».

Sta teorizzando il rapporto diretto tra il leader e il popolo attraverso la rete senza l'ingombro del Parlamento? Un rischio mortale...
«No, no. Sulla Rete non puoi imbrogliare. Se non hai credibilità e reputazione ti massacrano. Ci vogliono le palle per reggere, in Rete. Parlo anche per me. Per questo Berlusconi non si sogna di affacciarsi online. Ci ha provato Clemente Mastella, a fare un blog contro di me. Ne è uscito con le ossa rotte. Lo hanno subito clonato con un blog quasi identico ma irresistibile: "Demente Mastella". Poveraccio...».

Fatto sta che questo rapporto diretto online tra il leader e il popolo...
«Cerchi di capirmi, Obama cosa fa? Prima di fare una legge la mette online per sentire cosa ne pensano i cittadini».

E sarebbe questa la nuova democrazia?
«Democrazia... Libertà... Parole. Sbandierate spesso da chi non ci crede più. Probabilmente la democrazia come la conosciamo è finita. Ci sarà qualche altra forma. Quando hanno messo in onda Annozero su YouTube la gente interveniva in diretta. Non puoi raccontare balle, online».

Oddio, magari ne puoi raccontare ancora di più...
«Ma vieni subito smascherato. Sta cambiando il mondo. E loro (loro) non l'hanno capito. Fanno ancora le primarie coi foglietti di carta. Fondano le televisioni coi soldi pubblici e non sanno cosa farne. Sono vecchi. Come è vecchio lo psico-nano».

Cioè Berlusconi?
«Murdoch, che è molto più bravo e ha dei figli più svegli, sta già investendo sulla rete. Compra "MySpace". Ha capito. Lo psico-nano insiste invece col digitale terrestre. Roba già morta prima ancora di essere diffusa. È come il Pd, il digitale terrestre. Ma lei ha visto cos'è successo alle Europee? Abbiamo eletto Sonia Alfano con 160.000 voti senza neanche un'apparizione televisiva. Fatto trionfare De Magistris. Raddoppiato i voti a Di Pietro...».

Perché dice «noi»?
«Perché Sonia Alfano appartiene un po' ai "grillini". Anche De Magistris ha ringraziato la Rete... Anche Di Pietro, quando con un po' di sforzo ha capito...».

E allora perché lei non ha investito sull'Italia dei valori, invece che sul Pd?
«Il partito di Di Pietro insiste sulla figura di Di Pietro...».

Insomma: lei ha votato lui?
«Sì. È sempre stato con noi, fin dalla nostra nascita, condividendo i nostri obiettivi».

Allora perché il Pd?
«È il secondo partito del Paese. Ma è guidato da fossili che non danno risposte su niente. Vogliono l'acqua pubblica o quella privatizzata? La raccolta differenziata o gli inceneritori? Il nucleare o l'energia rinnovabile? Rispondano. Io mi rivolgo ai giovani che sono dentro il Pd. Sono loro che devono impossessarsi del partito. Sono stato alla fiera di Verona del "solare", la più grande d'Europa dopo Monaco. Fantastica. Non c'era un politico. Erano tutti a inaugurare l'inceneritore di Acerra. Roba vecchia».

Fatto sta che la tessera non gliela danno.
«Eh già...». Quindi non si iscrive più. «Non posso andare dove non mi vogliono. Prendo atto che per loro io sono un movimento ostile. Il fatto è che questi qui, quando tornano a casa, si tolgono i baffi, si tolgono i capelli e sono uguali a Berlusconi».

È quello che dicono i democratici: cosa viene a fare con noi se pensa che siamo tutti uguali?
«Allora lo ripeto: non ho detto che gli elettori del Pd e del Pdl sono uguali. Ho detto che sono uguali i dirigenti, la parte sinistrorsa del comitato d'affari nazionale. Io ce l'ho con quei dieci che guidano il partito, che le hanno perse tutte e sono la polizza-vita di Berlusconi. Il quale, finché ci sono loro, sta tranquillissimo. Io voglio non rinnovare più quella polizza. Sarebbe già morto, politicamente, con un'opposizione diversa. A partire da tutti gli errori di Veltroni. Un uomo solo aggettivi e sostantivi».

Con Bersani sembra meno duro...
«Ma per carità... Ha fatto il ministro del tutto. Le farmacie... I tassisti... Basta. Non volete me? Benissimo. Ma pigliatevi dei giovani. Gio-va-ni. Basta con questa gente laureata trent'anni fa. Obama ha 46 anni e si circonda di ragazzi... Ci sono consiglieri delle banche online che hanno 15 anni! Quindici! Questi qui non hanno la sinapsi».

Prego?
«Sono lenti! Lenti! Lenti! Se non si libera di gente così, il Pd è morto. Pace. Noi andiamo avanti. Continueremo a presentare liste... A organizzare il terzo V-day per il 4 ottobre... A chiederci come fanno quelli del Pd a non capire».

Andrà lo stesso congresso?
«Ma no... Come fai ad andare dove non ti vogliono? Mi inserirò in contemporanea, online, mentre sta parlando Bersani...». Come un hacker? «Come un ologramma. Mah... Poveretti... Vorrei tanto consolarli. Offrire loro la mia spalla. Come si fa coi vecchi che non ci si raccapezzano più. Spiegargli con gentilezza: dai, non fare così, vieni via... È finita. Andiamo a casa...».


Gian Antonio Stella
16 luglio 2009
Nell'Italia dei Borgia ci sono stati massacri, terrore, assassinii e hanno prodotto da Vinci, Michelangelo e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto 500 anni di pace e amore fraterno, e cos'hanno fatto? L'orologio a cucù.

#708
Travaglio. Lo scudo fiscale.
Luglio 14, 2009 di spacepress

Ricettatori di Stato – Marco Travaglio

Fonte: StaffGrillo



Testo:

“Buongiorno a tutti, scusate il ritardo ma è un problema con gli aerei.

Oggi vorrei parlare di politica di Partito Democratico, di primarie e di tregua, sapete che la tregua è una pausa in una guerra, c’è la guerra, poi c’è la tregua, poi ricomincia la guerra, le tregue definitive sono trattati di pace, questo è importante sempre per l’uso delle parole che dobbiamo preservare perché quotidianamente le parole vengono violentate per portarci fuori dalla realtà, per depistarci.

La tregua

Quando c’era stato il terremoto dell’Abruzzo ai primi di aprile, c’era stato un appello dei vertici istituzionali, il Capo dello Stato, il Presidente della Camera a una tregua tra i partiti perché la terra tremava, la gente moriva e quindi non stava bene in emergenza, in lutto dividersi su questioni di politica politicante.

Dopodiché le opposizioni, centro-sinistra, interruppero immediatamente qualunque tipo di polemica nei confronti del Governo anche se come abbiamo visto diverse volte, le responsabilità del Governo e della protezione civile nella mancata prevenzione del sisma e poi nel promettere cose impossibili o nel fare decreti abracadabra che manipolavano denaro spostandolo di qua e di là, denaro virtuale soprattutto, avrebbero richiesto da parte dell’opposizione delle reazioni molto dure, si disse: non è questo il tempo delle polemiche, verrà poi il momento in cui si valuteranno le responsabilità, passata la festa, in questo caso il funerale, gabbato lo santo, nessuno ha mai preso in mano il capitolo delle colpe.

La stessa cosa era avvenuta nel 2003, credo fosse novembre, quando ci fu la strage di Nassiriya, quando i nostri soldati tra militari e civili morirono, credo 19 persone nella caserma di Nassiriya per un kamikaze che si scagliò con un auto imbottita di tritolo contro la nostra caserma e anche lì era chiara la responsabilità del nostro comando militare, perché il kamikaze aveva potuto raggiungere la caserma direttamente dalla strada, senza incontrare alcun ostacolo, sapete che in quei territori di guerra anche se le chiamiamo missioni di pace, ci sono degli sbarramenti, fili spinati, cavalli di frisia, sacchi di sabbia il minimo, invece no il kamikaze arrivò indisturbato alla caserma, provocando la detonazione e i morti, anche lì si disse: adesso ci sono i funerali, non è questo il momento di fare polemica sulle responsabilità politico – militari, verrà poi il momento, mai più sentito nessuno!

Oggi è sotto processo il comando militare davanti al Tribunale militare di Roma che non protesse quella caserma collaborando in qualche modo colposamente con gli attentatori, adesso abbiamo la nuova tregua, perché il Capo dello Stato in vista del G8 la detto: per il bene del paese etc. sospendiamo stampa e opposizioni sospendano le polemiche nei confronti del Presidente del Consiglio e lo ha detto in pieno scandalo di puttanopoli, nei giorni in cui si scopriva che orde di prostitute o di ragazze a pagamento che gentilmente vengono chiamate ragazze immagine, anche se non si capisce bene di quale immagine stiamo parlando, entravano e uscivano senza controllo nelle residenze del Presidente del Consiglio, presidiate peraltro da scorte pubbliche e da forza pubblica, basta con le polemiche per i giorni del G8, adesso il G8 è passato, non è servito assolutamente a niente, il G8 come avete capito è una grande carnevalata, una baracconata, è come il Gay Pride, è un carnevale dei capi di Stato degli 8 sedicenti paesi più industrializzati, adesso esteso ai 14, a chi volete voi, tende di Gheddafi first lady, gaglioffate varie, hanno buttato via un sacco di soldi, hanno costruito in tempo di record lussuosissimi appartamenti che avrebbero potuto meglio impiegare per dei sobri appartamenti per i terremotati che vivono ancora nelle tende ai 40 gradi all’ombra con i servizi igienici a distanza di chilometri, non hanno concluso nulla, tutte dichiarazioni di intenti alle quali non seguirà nulla di concreto, anzi nel giorno in cui si diceva che l’Italia era capofila nella lotta all’inquinamento atmosferico il Senato, proprio quel giorno, approvava il ritorno dell’Italia al nucleare in barba al famoso referendum dove la stragrande maggioranza degli italiani avevano votato contro il nucleare e non mi pare di aver notato una grande reazione delle opposizioni, proprio perché approfittando della tregua per il G8 hanno fatto passare pure il nucleare ma l’opposizione era in tregua, almeno quella del Partito Democratico, adesso finito il G8 uno dice: va beh ricominciamo a parlare dei problemi, ricominciamo a dire cosa sta combinando questo governo, ricominciamo a raccontare le porcherie delle residenze private del Capo del Governo, no, il Capo dello Stato fa un’altra intervista al Corriera della Sera in cui dice: proseguiamo la tregua, allora non è più una tregua, allora vuole dire che la guerra è finita, andiamo a vedere chi ha vinto, chi ha perso, se è il caso di interrompere la guerra, il Presidente del Consiglio è cambiato nell’ultima settimana, è diventato un’altra persona? Si è trasfigurato? Ha subito una metamorfosi? Mistero, gli hanno fatto tutti i complimenti semplicemente perché non ha toccato il "censured" alle signore, non ha fatto le gare di rutti e non ha indetto il concorso di chi ce l’ha più lungo tra gli 8 capi di stato e di governo dei paesi più industrializzati della terra e questo già ci è sembrata una grande prova da statista perché eravamo abituati corna, toccatine, battute grevi, barzellette sporche, gaffe, volgarità.Peraltro in quei giorni il Presidente del Consiglio ha più volte insultato giornalisti, giornali che fanno il loro lavoro, ha più volte insultato le opposizioni, segno evidente che lui la tregua l’ha capito cos’è, la tregua non è una cosa che si fa in due, è una cosa che fanno le opposizioni e la stampa mentre lui può continuare a fare i suoi porci comodi, poi in quel momento gli conveniva dare un’immagine un po’ meno gaglioffa di sé stesso, visto che veniva dipinto come un clown da tutta la stampa e la diplomazia internazionale, quindi si è travestito da persona normale, pronto domani a ricominciare perché? Perché è sempre lui, ha 73 anni, è evidente che uno non può cambiare!

Quindi sarebbe il caso di domandarsi: cos’è cambiato rispetto a prima del G8 per giustificare la cessazione delle ostilità? Non la tregua ma la fine della guerra, ammesso che qualcuno avesse mai cominciato a farla, perché se poi escludete Di Pietro, due o tre giornali, neanche più le trasmissioni televisive perché Annozero è in vacanza, non è che si sia vista gran guerra, si sono visti semplicemente dei giornali, soprattutto stranieri che davano delle notizie, pubblicavano delle foto, raccontavano delle cose che non sono mai state smentite e che Berlusconi non ha mai spiegato, quindi adesso c’è un fervido dibattito se sia il caso di interrompere per sempre le polemiche nei confronti del Presidente del Consiglio, naturalmente chi se ne può avvantaggiare di questo? Il Presidente del Consiglio, si è sempre detto che fare polemica sulle cose che lui fa e non fa, sottolineare i suoi scandali, significa fare il suo gioco, questo è quello che lui vuole che si creda in giro, questo è quello che lui vuole che le opposizione pensino, tant’è che è terrorizzato dalle polemiche, guardate i giornali, ancora stamattina, ma è una costante da anni, il giornale di Berlusconi ben consapevole di ciò che conviene a Berlusconi e di ciò che non gli conviene, spara a zero su Di Pietro un giorno sì e un giorno pure, oggi gli danno dell’incivile, non trovo il giornale, meglio per voi, soltanto perché ha detto no alla tregua prolungata definitiva, tombale, proposta dal Capo dello Stato, che più che una tregua è un condono tombale sugli scandali di Berlusconi, proprio mentre stanno venendo e stanno per venire fuori altre rivelazioni, proprio mentre altre indagini si annunciano all’orizzonte, sta per chiudersi quella milanese su un’altra tranche degli scandali Mediaset , c’è un’indagine sulla Arner Bank di cui parleremo prossimamente, di cui ha parlato questa settimana l’Espresso, è la banca dove hanno i conti molti membri della famiglia del Presidente del Consiglio, ci sono le indagini che vanno avanti a Napoli sulla monnezza e soprattutto ci sono i processi di Palermo, nei quali come ci siamo già detti, sono emerse all’ultimo istante (vedi processo Dell’Utri e processo Ciancimino) carte clamorose come la famosa lettera che ora si scopre essere stata scritta da Provenzano all’On. Berlusconi per promettergli appoggio nel suo impegno politico tra il 1993 e il 1994 in cambio della disponibilità di una televisione, chi di voi ricorda certe rubriche di certi programmi Fininvest, sa che quelle televisioni non c’era neanche di metterle a disposizione perché c’erano delle note rubriche di programmi Fininvest che nel 1994/1995/1996 si sono date al massacro dei magistrati antimafia e degli investigatori antimafia più duri e più perbene, più capaci e alla difesa di noti imputati eccellenti di mafia.
Il nuovo condono fiscale
Quindi c’è tutto questo che bolle in pentola e su questo si vorrebbe stendere un velo pietoso chiamandolo “tregua”, bisognerebbe anche stendere un velo pietoso su quello che il governo quotidianamente continua a fare, la settimana scorsa il nucleare, questa settimana abbiamo lo scudo fiscale, ci era stato garantito, sono testimone, Tremonti era venuto a Annozero più volte a dire: mai più condoni! Perché i condoni sono un incentivo a evadere, al nero, cos’è lo scudo fiscale? Traduzione in italiano, così sappiamo di cosa stiamo parlando, è uno scudo protettivo per i criminali, per le grandi organizzazioni mafiose che accumulano fondi neri e soldi sporchi all’estero con il traffico di droga, con il riciclaggio, con il traffico di armi, con il traffico di persone umane e che poi vogliono spenderli questi soldi e per spenderli cosa devono fare? Devono ripulirli e come fanno a ripulirli? Oggi li danno alle organizzazioni atte al riciclaggio, le quali prendono 100 Euro sporchi e ne restituiscono 50 o 60 puliti, lo Stato propone di meglio, lo Stato propone di riciclare lui i soldi sporchi per chi li fa rientrare in Italia, noi non sappiamo quali sono i contorni di questo scudo fiscale, sappiamo però come era lo scudo fiscale del 2002, già firmato da Tremonti, di cui questo sarà il degno erede continuatore, cos’era quello scudo fiscale? Era così concepito: chi ha i soldi sporchi fuori Italia, li può far rientrare in Italia, li mette su una banca italiana, paga un 2,5% che è una specie di pizzo che paghi alla banca che poi li devolve allo Stato, perché la banca funge da esattore delle tasse da pagare su quei soldi, già, ma quelli sono enormi capitali, sui quali tu non hai pagato una lira di tasse e avresti dovuto pagare circa un’aliquota del 50%, invece del 50 ti fanno lo sconto e ne paghi il 2,5% e in più in forma anonima.

Ti rilasciano un certificato in cui ti dicono che hai fatto rientrare la somma tot, che è segretissimo, tu lo tirerai fuori soltanto quando un Magistrato o la Guardia di Finanza, ti contesterà un reato fiscale, tributario, contabile, relativo a quelle somme, allora tirerai fuori che quello che è il lascia passare, lo scudo Tremonti, nessuno ti potrà più fare niente per le conseguenze penali di quei fondi neri accumulati magari con quei traffici illeciti.

Quindi lo Stato offriva alle organizzazioni criminali condizioni di superfavore rispetto ai canali del riciclaggio, perché? Perché il riciclatore ti chiede il 40% per ripulirti i soldi sporchi, lo Stato ti chiede il 2,5%, ora vedremo quale sarà il pizzo che dovranno pagare questa volta i criminali, facendo rientrale i soldi dall’estero, si parla, ma è una bozza, del 10/12%, è comunque 1/5 di quello che avrebbero dovuto pagare.
Naturalmente a furia di fare condoni, il risultato qual è? Lo raccontava Repubblica, lo scudo fiscale precedente che avrebbe dovuto portare nelle casse dello Stato decine di miliardi di Euro, così ci era stato annunciato e sono stati poi messi a bilancio, in previsione di incassare chissà cosa, quanti soldi ha fruttato? Ha fruttato 2 miliardi, 2 miliardi di Euro è nulla se pensiamo agli enormi capitali che sono rientrati, allora? Allora è molto semplice, lo scudo fiscale non serve a niente, perché? Perché a furia di fare condoni, la gente non accede neanche più ai condoni, perché? Perché aspetta sempre quello dell’anno dopo che sarà sempre a condizioni più vantaggiose di quelle dell’anno prima, altri non lo fanno neanche il condono, ma perché uno dovrebbe fare il condono se non ha nessuna possibilità di essere preso? Ma uno fa il condono se ha paura di essere preso e di essere mazzuolato, ma se uno non teme di essere preso perché la nostra amministrazione finanziaria è un colabrodo e ogni anno vengono scoperte lo 0,8% delle evasioni fiscali, questa è la percentuale che viene recuperata di evasione fiscale ogni anno, è evidente che le possibilità di essere presi sono talmente infime e nessuno rischia di essere preso, quindi per quale motivo uno dovrebbe andare a pagare anche un 2,5%, quando può continuare a non pagare niente e a lasciare i soldi dove li ha!
Quindi è una legge immorale, criminogena, è un condono mascherato, e non porta neanche gettito, è la solita marchetta che il governo fa di tanto in tanto alle organizzazioni criminali con un aspetto peggiorativo, come fai a distinguere i soldi che hai nascosto in Italia, dai soldi che hai nascosto all’estero?

Tutti quelli che hanno evaso le tasse in Italia e non hanno mai portato il malloppo fuori dall’Italia, potranno approfittare dello scudo fiscale andando in banca a dire: questi soldi li avevo all’estero, ora li ho fatti rientrare, così potranno sanare anche le loro evasioni fiscali fatte in Italia, quindi questo è semplicemente e puramente un condono fiscale mascherato, questo è, lo chiamano emersione di attività detenute all’estero e prevede l’esclusione della punibilità per tutti i reati tributari, valutari, societari e fallimentari compresi i falsi in bilancio, bancarotte, evasioni fiscali etc., collegati a quei capitali e cosa dovrebbe fare l’opposizione? La tregua? In un paese del genere con un governo del genere che fa leggi del genere, l’opposizione fa la tregua? Ma l’opposizione mette a ferro e a fuoco il Parlamento in un paese democratico, altro che tregua e il primo a doversi riservare ai suoi poteri costituzionali, dovrebbe essere il Capo dello Stato, nei cui poteri previsti dalla Costituzione non c’è la raccomandazione alle opposizioni perché la smettano di opporsi, il Capo dello Stato è il custode della Costituzione e noi sappiamo benissimo che le democrazie costituzionali funzionano quando c’è un governo che governa e un’opposizione che si oppone! Non esiste in natura uno Stato democratico costituzionale nel quale il Capo dello Stato, continuamente intima alle opposizioni e alla stampa di non opporsi al governo, è una cosa mai vista, è incredibile quello che sta facendo il Capo dello Stato e è incredibile che si trovino così poche persone che glielo dicono di rientrare nei ranghi e di smetterla di fare la quinta colonna del Governo, perché il Governo non c’entra niente con il Capo dello Stato, quest’ultimo ha il compito di sindacare sull’incostituzionalità manifesta delle leggi che fanno il Governo e il Parlamento, soprattutto se il Governo si è sostituito al Parlamento come potere legislativo a furia di decreti e di colpi di fiducia e quindi per quale ragione continua a fare il Difensore d’ufficio del governo più indifendibile della nostra storia, questa è una cosa gravissima di cui bisogna essere consci, è un altro dei poteri di garanzia che se ne vanno, il fatto che continui imperterrito a elogiare un Presidente del Consiglio che ci fa vergognare nel mondo e che prepara continuamente porcherie come quella che vi ho appena illustrato o come il nucleare della settimana scorsa.

Il PD di D’Alema e Veltroni

In tutto questo abbiamo il congresso del Partito Democratico, congresso che sarà preceduto dalle primarie di fine ottobre e che da un lato è un segno di salute perché meno male c’è qualche partito che fa delle elezioni primarie e poi fa dei congressi, onore al merito, abbiamo visto qual era il congresso del Popolo della Libertà, una specie di incoronazione di Napoleone o di Carlo Magno, una specie di autoinvestitura alla Ceaosescu con il pappone delle mignatte in terza fila perché si è scoperto che il fornitore ufficiale di escort e anche di droghe era in terza fila insieme a alcune delle sue girls al congresso, quindi è un segno di salute il fatto che si facciano le elezioni primarie per scegliere i candidati che poi si fronteggeranno nel congresso del PD, d’altro canto è un segno di distrazione, perché? Perché già il PD faceva poca opposizione prima, adesso che hanno pure le loro beghe congressuali, praticamente si occupano solo di quelle e non fanno più opposizione, non si sente più una voce su quello che sta combinando il governo, per cui ancora una volta l’opposizione dopo quel rush finale che ha fatto Franceschini con un pizzico di polemica contro Berlusconi nelle ultime due o tre settimane della campagna elettorale, si è evaporato all’improvviso per cui adesso l’unica opposizione è tornata nelle mani di Di Pietro e questo è molto pericoloso perché attualmente Di Pietro rappresenta in Parlamento il 4%, anche se in Europa ha preso l’8%, per cui ci sarebbe bisogno di un’opposizione unita, forte, compatta, adeguata alla gravità delle cose che continuano a fare e che continueranno ad avvenire perché chi si illudeva che il fattore gnocca potesse rovesciare Berlusconi è rimasto deluso, avete visto come controllando l’informazione e purtroppo avendo una sponda come quella che c’è al Quirinale, si riesce a trasformare in un trionfo diplomatico una nullità assoluta come il G8 di cui siamo stati appena spettatori.

Quindi parlano solo del congresso e è un congresso piuttosto noiosetto, si fronteggiano l’ex vice di D’Alema e l’ex vice di Veltroni. D’Alema e Veltroni travestiti da Bersani e Franceschini continuano a farsi una guerra che hanno iniziato quando avevano i pantaloni corti alla fine degli anni 60 nella FIGC, forse sarebbe il caso che si trovassero in una stanza, se dessero un fracco di legate di santa ragione, poi ne uscissero, ci raccontassero chi ha vinto e la facessero finita perché sono 40 anni che litigano sulla pelle della sinistra italiana, lasciandola nelle condizioni in cui la vedete.

Poi si è candidato Ignazio Marino che è il vero outsider, ha una debolezza Ignazio Marino, essendo medico di altissimo livello, esperto in questioni bioetiche eticamente sensibili è forte su quei temi, molto meno sugli altri, l’economia, il sociale, gli esteri, gli interni etc., però ha già dimostrato di saperci fare, per esempio quando è venuta fuori la storia di questo presunto stupratore, dico presunto perché l’hanno già tutti dipinto come un mostro ma potrebbe anche darsi che non sia lui, la Questura di Roma è reduce dai famosi arresti dei rumeni che dovevano essere i mostri della Caffarella e poi non c’entravano niente, quindi teniamo presente di chi stiamo parlando!

Questo presunto stupratore sicuramente era già stato coinvolto una decina di anni fa in un altro caso di tentato stupro e era riuscito a uscire dal processo grazie al fatto che i suoi Avvocati avevano dimostrato che era caduto in preda a raptus e che quindi era non processabile in quanto non fuori di testa e era stato sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio.

La domanda è: ma come poteva essere a capo di un circolo del Partito Democratico un signore coinvolto su tutti i giornali 10 anni fa in un caso di tentato stupro, sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio, si dirà: è guarito, ha diritto a rifarsi a una vita, certo, ma non ai vertici di un circolo di un partito, ma come li scelgono i candidati? Con i mattinali delle questure? Possibile che non chiedano garanzie, che non prendano informazioni in giro prima di scegliere il leader di un circolo di un partito? Quindi ha straragione Ignazio Marino quando pone il problema non tanto della questione morale, qui non c’era la questione morale, qui c’entra la rigorosità delle regole nella selezione delle classi dirigenti, non basta neanche il certificato penale, bisogna sapere la biografia delle persone a cui si dà un ruolo di responsabilità, poi può essere che ti sfugga qualcosa, certamente, non puoi mica sapere tutto, non risulta dal certificato penale di questa persona il fatto che gli avessero fatto il Tso, allora a quel punto ti scusi, il partito si scusa con i suoi elettori per non essere riuscito a scoprire una cosa che altrimenti avrebbe dovuto impedire a questa persona di ricoprire quell’incarico, questa è una cosa seria che andrebbe detta da un partito serio che vuole differenziarsi dagli altri.

Noi chiediamo il certificato penale, purtroppo non è bastato, ma questi neanche il certificato penale chiedono, tant’è che continuano a pontificare Enzo Carra che è un noto pregiudicato per avere mentito davanti ai giudici di Milano sulla maxitangente Enimont, si chiama falsi dichiarazioni al PM, è un reato gravissimo nei paesi seri!

Chi ha paura di Beppe Grillo?

Adesso arriva Grillo, che si candida, siamo in casa sua, quindi… poi non l’ho neanche sentito, non saprei cosa dire, però mi hanno telefonato alcuni colleghi delle agenzie dei giornali per chiedermi cosa ne pensavo, ho detto chiaramente cosa ne penso, dubito che Beppe abbia intenzione di finire la sua carriera di comico per diventare segretario del Partito Democratico, neanche glielo auguro onestamente, perché deve essere una vita di inferno, credo che lui abbia deciso un’altra volta di movimentare e di influenzare un appuntamento politico importante, forse decisivo, le primarie del Partito Democratico sono l’ultimo appello, da quelle dipenderà la qualità dell’opposizione nei prossimi anni, gli anni decisivi nei quali si vedrà se Berlusconi va a casa o no.
Quindi avendoci provato con il referendum, bloccati in Cassazione con la scomparsa di qualche centinaia di migliaia di firme, dopo averci provato con le leggi di iniziativa popolare, arenate nel Parlamento Vizzini, la commissione, sapete tutto, adesso ci prova, dopo averci provato con le liste civiche, peraltro con ottimi risultati perché ha infiltrato in molte assemblee comunali e provinciali almeno un rappresentante armato di telecamera e di occhio vigile, adesso ci prova buttando un sasso nello stagno delle primarie, la cosa interessante, più interessante ancora della candidatura di Grillo è la reazione del poliburo del Partito Democratico, questi parrucconi indignati, vergogna, Grillo, teniamolo fuori dalla porta, una provocazione, non ha i titoli, ci ha attaccati e quindi non può entrare, queste muffe che stanno lì incrostate dalla notte al Jurassic Park, non si rendono conto questi poveretti perché ormai fanno anche pena, sono mucchietti di ossa, che più si incazzano e più rendono interessante la partita, non si rendono conto che più si incazzano e più dimostrano che se hanno paura di Grillo, essendo comunque i titolari del 26 e qualcosa per cento dei voti, pare perdano mille voti al giorno, vuole dire che sono proprio alla canna del gas, perché? Perché i casi sono due: o Grillo alle primarie prende pochi voti e allora loro potranno dire: avete visto, era un bluff, ai nostri elettori non piace, ha sbagliato partito e quindi perché preoccuparsi, oppure invece Grillo prende molti voti e allora dovrebbero domandarsi il perché, perché chi è che va a votare alle primarie del Partito Democratico per Beppe Grillo? Elettori del Partito Democratico che condividono quello che dice Grillo, allora forse invece di occuparsi di Grillo, del suo linguaggio, della sua barba, della sua figura e fisionomia, forse farebbero bene a domandarsi perché una parte degli elettori del Partito Democratico, nonostante che Grillo abbia sempre bastonato il Partito Democratico, magari condividono quello che dice lui, non sarà che per sentir parlare di ambiente, di lotta al nucleare e di rifiuti zero bisogna andare sul blog di Grillo? Non sarà che per sentir parlare di acqua pubblica bisogna andare sul blog di Grillo? Che per sentir parlare del caso Aldrovandi, possibilmente prima della sentenza che ha condannato i poliziotti bisogna andare sul blog di Grillo o a partecipare al V day e che per sentir parlare dei condannati in Parlamento bisogna andare da quelle parti lì e che per sentir parlare di tante altre cose importantissime, pensiamo soltanto a tutto il tema dello sviluppo, della decrescita, dell’auto verde, tutti temi che sono sulla punta delle dita di Obama e che Grillo tratta da anni e che il centro-sinistra non tratta, allora forse se vogliono sconfiggere Grillo alle primarie dovrebbero provare a cominciare a rubargli il mestiere, a cominciare a parlare di alcune di queste cose che sono tutt’altro che robe qualunquiste o comiche, sono cose normali per una politica normale, invece si incazzano, strillano, preparano codicilli per sbarrargli la strada, credo che anche se dovesse durare soltanto una settimana, questa candidatura ha già sortito i suoi effetti, perché ha già mostrato quale parte del Partito Democratico è morta e sepolta e quale invece ha ancora una speranza. 8)

#709
L'intervista. Il racconto di Vernola, escluso dalle europee:
tra le candidate-sexy c'era anche Patrizia D'Addario
"La Brambilla chiedeva per le liste
nomi di belle ragazze con il book"
Le foto dovevano valorizzare il lato estetico delle aspiranti europarlamentari
di ANTONELLO CAPORALE


Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo
E' il suo ultimo giorno da eurodeputato. Raccoglie le sue cose, prima dell'addio a Strasburgo. Marcello Vernola, pugliese e figlio di papà (dc, ministro dei Beni culturali) si è reso protagonista di una plateale contestazione a Berlusconi dopo non essere stato ricandidato. Superlativo il ricordo che ha affidato ai giornali delle ragioni che - a suo avviso - hanno interrotto la brillante carriera politica. Secondo Vernola, Denis Verdini, coordinatore del partito, alle sue rimostranze per l'ingiustizia che stava per subire, gli domandò: "Tu mica c'hai le poppe?".

Verdini ha smentito.
"Ho buona memoria e ricordo anche che con una nota di colore - quasi a rincuorarmi - riferì che quando si tenne quello stravagante seminario politico per belle donne, sua moglie gli avesse chiesto di tornarsene a casa: "Oramai che ci fai lì?"".

Chiunque potrebbe dire che lei parla per vendicarsi.
"Chiunque ha delle responsabilità in quel partito sa che io dico la verità. Il senatore Quagliariello e il ministro Frattini mi confidarono le loro perplessità a tenere lezioni di politica a una platea così originale ed eccentrica".

Le cui fila era stato chiamato in qualche modo a infittire.
"Avevo aderito ai Circoli della libertà della Brambilla, divenendone membro dell'esecutivo nazionale. Alle politiche Michela ci chiese di proporre per la candidatura nomi di ragazze corredando i curricula con book fotografici".

Book?
"Donne di bella presenza. Il corredo fotografico doveva servire a rendere percepibile il lato estetico della candidatura".

Lei selezionava e inviava alla Brambilla.
"E la Brambilla inoltrava a Berlusconi".

Qual è stato il criterio adottato?
"Io indicavo donne che avessero una storia da proporre, una cifra culturale o imprenditoriale. Per esempio ho proposto Gabriella Genisi, organizzatrice del festival letterario di Polignano a mare. Un appuntamento culturale molto noto a cui, siamo nel luglio 2007, non manco di partecipare Sandro Bondi".

Quando iniziano i suoi problemi in Forza Italia?
"L'adesione a quei circoli mi rese nemico acerrimo di Raffaele Fitto. La nomenklatura di Forza Italia subì come un grave affrontò la corsa solitaria al potere, allora pareva inarrestabile, della Brambilla".

Non era gradito.
"Ricordo perfettamente che alle Europee le ragazze da candidare dovevano essere otto. E ricordo altrettanto nitidamente le voci sui nomi di Patrizia D'Addario e Angela Sozio".

Chi glieli aveva comunicati il numero delle veline e i nomi?
"Ambienti bene informati. E ho la convinzione che lo fossero davvero. Capito che il mio destino era segnato, chiesi udienza a Berlusconi che mi ricevette nella caserma di Coppito. Mi disse: "Ho in mente una rivoluzione. Voglio candidare ragazzi e ragazze"".

E capì.
"Capii che per me era finita, anche se lui mi aveva garantito la ricandidatura. Con il senno del poi compresi quella domanda che mi aveva fatto lasciandomi interdetto: "Ma quand'è che mi presenti le tue amiche baresi?"".
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Questo è il nostro segreto profondo: il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. <3

#710
Madame Carlà, l’ex italiana che non si mescola alle altre
di Stenio Solinas
Strumenti utili
Se la tira? Sì, se la tira. L’idea di snobbare le altre First Ladies del G8 e presentarsi direttamente all’Aquila, fa parte di quel birignao ideologico-mondano che Madame Sarkozy incarna alla perfezione, un combinato disposto di Terzo mondo e musica rock, lotta alla povertà e personal trainer, guerra alla fame e cibi vegetariani, con non più di una coppa di champagne ai pasti per mandar giù meglio i germogli di soia...
Gli abruzzesi sono gente tosta, non li ha piegati il terremoto, sopravviveranno alla iattura, miagolii e sorrisini, della First Lady che già fu italiana. Speriamo che a nessuno venga in mente di metterle in mano una chitarra, perché alla tristezza c’è pur sempre un limite e le nenie canore della cantante-presidentessa ispirano per lo più propositi di suicidio.
Non contenta, mentre le «prime donne» di Svezia e India, Giappone e Regno Unito, Stati Uniti e Messico sciamavano fra Vaticano e Campidoglio, la Première Dame di Francia ha pensato bene di farsi intervistare dal Guardian e dire la sua sull’Africa. Lei non è di quelle che vanno ai cocktails, girano per i musei e fanno compere nelle boutiques, ci mancherebbe... Lei ha a cuore le diseguaglianze, le malattie, la povertà. Non per nulla è ambasciatrice del Fondo mondiale per combattere l’Aids, la tubercolosi e la malaria. Anche il grande Lino Banfi è qualcosa di simile, ma non l’ha mai messa giù così dura.
Noi abbiamo molta simpatia per Carla Bruni. Ci piaceva quando sfilava come modella, ci siamo appassionati alle sue storie sentimentali, abbiamo stoicamente comprato i suoi dischi, ci siamo rassegnati al suo matrimonio con un marito-presidente bruttino e non proprio il massimo dell’eleganza, richiamandoci alla ragion di Stato. Vedevamo in lei una via di mezzo fra Caterina de’ Medici e il cardinale Mazzarino, due italiani che fra trono e alcova fecero la Francia...
Non ci aspettavamo però che quella che giornalisti impertinenti ribattezzarono per il suo allure Bonjour Stronsesse, adattando un calembour di Ennio Flaiano, si sarebbe data alla politica: un aiutino alla terrorista malata, un aiutino all’assassino in fuga, una polemichetta contro il suo Paese d’origine, cose così, fra un accordo di chitarra e l’altro... Adesso è la volta del G8 dei potenti e del Lamento per l’Africa, frasi fatte e niente più, naturalmente, ma si sa come vanno queste cose: più grande è la causa, più gode la retorica.
Domani l’ex italiana felice di non esserlo più sarà alla Chiesa di Santa Maria del Suffragio, il monumento scelto dalla Francia per contribuire alla ricostruzione con un investimento di oltre sei milioni di euro. L’Aquila non è l’Africa, ma bisognerebbe avvertire Carla Bruni che lei non è il dottor Schweitzer. E neppure Madre Teresa.
11 luglio 2009
Il Giornale accusa la Bruni di snobismo e il premier si scusa


Il Giornale critica la première dame de France e il suo tuor tra le macerie a L'Aquila e il presidente del Consiglio si scusa.
«Molto contrariato e profondamente dispiaciuto» si definisce in una nota Silvio Berlusconi per i contenuti «di articoli apparsi su quotidiani italiani tra cui Il Giornale, aventi per oggetto dei giudizi e delle espressioni offensive nei confronti della signora Carla Bruni, sposa del Presidente della Repubblica francese».
In quella che definisce «questa disdicevole evenienza» il premier con una nota rinnova «alla signora Carla Bruni e al Presidente Sarkozy i sensi» della sua «stima e amicizia».

«La moglie del presidente francese è stata criticata dalla stampa italiana -scrive il Daily Telegraph - per aver ignorato il programma ufficiale del vertice».
Tema ripreso anche da Le Figaro che titola «Carla Bruni-Sarkozy sotto il fuoco delle critiche in Italia». Il quotidiano conservatore francese riporta la risposta dell'Eliseo: «La Bruni non ha partecipato nè allo scorso G8 in Giappone nè al G20 a Londra. Ha fatto un'eccezione per essere all'Aquila, a fianco delle vittime»
11 luglio 2009

#711
Secondo me Grillo dovrebbe creare un partito suo invece di volersi ostinatamente iscrivere a quello dei Poveri D.........

Sono sicuro che farebbe sfracelli. :wink:

Vi dico anche che probabilmente lo voterei se da solo......meglio un comico al governo che Franceschini o altri dello stampo PD !!!!
I have climbed highest mountain
I have run through the fields
Only to be with you
Only to be with you
I have run I have crawled
I have scaled these city walls
Only to be with you
But I still haven't found
What I'm looking for

#712
IL MESSAGGERO
Dalle corna alla serietà, così è cambiata
la diplomazia berlusconiana


L'AQUILA (10 luglio) - Il G8 delle paure e delle polemiche sui rischi di uno "sputtanamento" planetario dell'Italia, si sta concludendo in tutt'altro modo e non solo per la scomparsa dei giornalisti stranieri che all'Aquila avevano promesso domande imbarazzanti e invece si sono presentati timorosi e sparuti all'appuntamento con le conferenze stampa.

Tutti i leader giunti nella caserma di Coppito, chi con maggiore enfasi chi con minore convinzione, ha lodato l'Italia e l'organizzazione messa a punto dal governo italiano, e questo deve aver convinto anche molti media stranieri al passo indietro. Silvio Berlusconi gongola e si appresta a tirare le conclusioni del summit, convinto che gli "affossatori" hanno mancato il loro obiettivo.

Non c'è dubbio però che un buon contributo al successo d'immagine e di serietà del Paese, rispetto alle note vicende che hanno riguardato la vita privata del premier, sia venuto dallo stesso presidente del Consiglio. Berlusconi, se si esclude l'improvvisazione come direttore d'orchestra un paio di giorni fa, ha mantenuto un atteggiamento molto serio e compassato.
Da padrone di casa non ha avuto bisogno di chiamare a gran voce il presidente americano («Obama! Obama!»), come accaduto all'ultimo G20 di Londra, né organizzare foto ricordo ad uso dei media internazionali, come quella con Obama e il russo Medvedev, o prestarsi a salaci gesti della mano a forma di corna come accaduto anni fa in Spagna. Anche se il vertice si va concludendo senza particolari momenti concreti, se non la decisione di cancellare molto presto lo stesso formato del summit ad Otto, resta a Berlusconi il merito di aver contribuito ad "amalgamare" leadership che la crisi economica e finanziaria ha reso molto sospettose tra loro.

Il tempismo non ha mai fatto difetto al Cavaliere, e così è accaduto ieri alla cena offerta dal capo dello Stato, quando ha cambiato i cartellini a tavola e si è seduto tra Obama e Gheddafi, che poco prima si erano calorosamente salutati. E' difficile non intestare al Cavaliere anche questo "disgelo", vista la tenacia con la quale ha difeso il Colonnello anche quando, nel corso della sua recente visita a Roma, ha attaccato gli Stati Uniti paragonandolo a Osama Bin Laden.

A Coppito non si sono viste le first lady, e questo può aver sicuramente contribuito a non far cadere in tentazione il premier che in quanto a battute salaci non è secondo a nessuno. Resta il fatto che il format del G8 si è presentato con un paio di leadership, quella dell'inglese Brown e della tedesca Merkel, fortemente ridimensionate in vista di appuntamenti elettorali e crisi di governo date per imminenti.

Al suo terzo summit, Berlusconi è riuscito a tenere assieme istanze molto diverse dei paesi partecipanti, partendo dal presupposto che su clima e regole dei mercati finanziari occorre attendere rispettivamente Copenaghen e Pittsbrgh, mentre l'Africa si sarebbe accontentata di un altro contributo. Non restava che lavorare per spuntare tra gli Otto e tra i Quattordici, quel clima di grande informalità e affabilità che è divenuto il segno distintivo della diplomazia berlusconiana. Senza intemperanze personali ed esuberanze, anche al Cavaliere sembra andar meglio

#713
L'INCHIESTA. In un circolo boom del 366%. A Torre del Greco si via il commissario
In città 80mila iscritti, quattro volte quelli di Roma
Napoli, da Fuorigrotta al Vomero
viaggio tra i baroni delle tessere

di ALBERTO STATERA

NAPOLI - Sei milioni di euro. Occorrono non più di sei milioni, a 15 euro a tessera, per fare un'Opa totalitaria sul Pd. Neanche quel che costa rilevare una microazienda in difficoltà, forse meno di quello che Berlusconi spende ogni anno per Villa Certosa. I baroni delle tessere napoletani, cui piace la quantità, si sono così scatenati alla vigilia del congresso non tanto per la scalata al partito, ma per conservare in loco la genia intramontabile dei castosauri partenopei, la "cacicchità" degli amministratori locali evocata da Massimo D'Alema quando citò come esempio non proprio commendevole i capi delle comunità tribali nell'America centro-meridionale ai tempi dell'occupazione spagnola.

Per godere di visibilità congressuale contano le percentuali, per cui a Milano se si vuole contare basta spendere poco e avere ottomila tesserati (120 mila euro), invece degli 80 mila, quattro volte quelli di Roma e cinque quelli della Liguria, che la principesca megalomania partenopea impone, conquistando più di un quinto del totale nazionale delle tessere. Ma, si sa, qui le cose si fanno in grande.

Prendiamo un caso piccolo, ma - come dire? - di scuola. Circolo piddì di Fuorigrotta, via Cariteo 59, stesso stabile del municipio di zona, intonaci dei balconi che cascano, marciapiedi coperti di eiezioni canine, inquinamento a mille nell'ingorgo perenne, in un quartiere di melting pot assoluto, disoccupati, operai, impiegati, professori, professionisti. Al primo piano, sotto un ritratto di Lenin, vigila di pomeriggio il segretario Giorgio, che ha al suo attivo un record: l'incremento del 366 per cento delle tessere, lievitate da poche centinaia a 2.177. Il quartiere, ultima roccaforte di sinistra, partecipa più degli altri. Ma si narra che di quelle tessere sia effettivo titolare il consigliere regionale Tonino Amato, bassoliniano, se nel frattempo la topografia rapidamente mutevole non ne ha cambiato la location. Tanto più che alle primarie del 2007, in piena crisi dei rifiuti, fu qui che si cercò un'oasi favorevolmente fresca per la candidatura di Bassolino all'assemblea fondante del Pd, ma a sorpresa prevalse l'ignota signora Fortuna Caccavale, operatrice sociale, che poi non ci mise molto a farsi cooptare dal pupillo bassoliniano Andrea Cozzolino, assessore regionale e neoparlamentare europeo.

Cambio scena rispetto alla calura olezzante di Fuorigrotta. Salerno l'altro ieri: quaranta forzuti impediscono, tra schiaffi e scontri corpo a corpo, che si tenga il congresso dei Giovani democratici. Il segretario regionale Michele Grimaldi dice che sono "camorristi fascisti", sia pur tesserati Pd. Off the record, come si dice, sarebbero invece i "bravi" del sindaco di Salerno democratico Vincenzo De Luca, storico nemico di Bassolino.

Sarà vero? Ridacchia amaro, al racconto dei dettagli di battaglia metropolitana salernitana, il consigliere comunale di Torre del Greco Pier Paolo Telese che se la vide con le "presenze inquinanti" e i "loschi figuri" tesserati della sua città: "Contammo persino dei latitanti in quella massiccia affluenza degenerata". Fu azzerato il tesseramento e nominato commissario Aldo Cennamo, che si è appena dimesso perché dice che il partito continua ad essere inquinato da "guerre per bande", come non esita a definirle anche Telese. Storiacce di provincia profonda?

Macché, giura Telese, che propende per la segreteria nazionale del partito a Bersani, ma non cambierebbe una virgola di quel che dice Ignazio Marino: "Torre del Greco come tutta la Campania è la fotografia del sistema feudale che vige a Napoli e probabilmente a Roma: vassalli, valvassori, valvassini. Geografia identica di un partito amorfo e pieno di lupi voraci".
"Sì - filosofeggia il professor Eugenio Mazzarella, deputato lettiano, nel senso di Enrico Letta - c'è il confuso assemblaggio di destini personali di un ceto politico alla ricerca di una scialuppa di salvataggio". Ma secondo lui è persino meglio così che la realtà di un partito "non scalabile fino al compiersi tardivo del ciclo biologico, come quello di Berlusconi". Ma è difficile leggere come un segno di salute il dato di un partito come il Pd apparentemente contendibile con un'Opa tutto sommato poco costosa sulle tessere. Anche se a Berlusconi la Lega Nord costò meno in termini monetari.

Marco Follini, ex segretario dell'Udc e oggi senatore campano del Pd, ha vissuto nella Dc la sindrome del partito delle correnti e delle tessere e oggi, smaliziato, fa la morale: "Sa qual è la vera sindrome? La somma del tesseramento stile democristiano, più il vecchio apparato comunista, più la propensione meridionale". Propensione a che, lui non lo dice, ma è abbastanza evidente che si riferisca al "familismo amorale", come lo battezzò il sociologo americano Edward C. Banfield. Soccorre, semmai, per spiegare gli effetti della sindrome, lo statuto del Pd, un documento che sembra scritto da un autore pazzo medievale. O da Stranamore, come sostiene l'ex presidente del Senato Franco Marini. "Un dottor Stranamore non solo pazzo, ma per di più di pessimo umore", aggiunge Follini, che rivendica il ripensamento urgente e totale di un sistema che si è rivelato un mostro, cercando invano di mettere insieme l'happening delle elezioni primarie con le esigenze bulimiche dell'apparato dell'ex Pci.

Persino a Firenze le primarie che incoronarono Matteo Renzi, nuovo sindaco-ragazzo, si narra che furono gonfiate dalle truppe berlusconiane di Denis Verdini. E, per di più, gratis. "Ah, Fanfani!": pure questo va registrato nel "confuso assemblaggio" del Pd della vigilia congressuale. Debora Serracchiani? Il buon giovanotto Giuseppe Civati? Diceva il saggio Fanfani, come sadicamente ricorda Follini: "Hovvia! Chi l'è bischero, l'è bischero anche a vent'anni!".
Resta da stabilire chi sono i principali baroni napoletani delle tessere, i castosauri partenopei i cui nomi da Fuorigrotta al Vomero, dalla Riviera di Chiaia a Castel dell'Ovo, pochi osano pronunciare. Eppure, sono sulla bocca di tutti. Primo Andrea Cozzolino, il pupillo ex socialista di Bassolino, indagato tra l'altro per la costruzione di una centrale a biomasse a Caserta.

E' un miracolo vivente: da assessore regionale è diventato parlamentare europeo con 120 mila preferenze per un partito ridotto in Campania al 23 per cento. Secondo, il boss della sanità Angelo Montemarano, la cui potenza fu testata quando suo figlio Emilio, sfrecciante in Porshe cabriolet per via Caracciolo, risultò primo degli eletti in consiglio comunale con 7.500 preferenze e nominò tra i suoi amici un assessore del comprensivo sindaco Rosetta Russo Iervolino. Come direttore demitiano dell'Asl numero 1 di Napoli il suo papà già tanti anni fa aveva avallato un contratto per la gestione degli immobili con Alfredo Romeo, il re degli appalti pubblici truccati. Non va invece a Strasburgo, pur con 80 mila preferenze, Pasquale Sommese, che di Romeo fu il primo sponsor nella Regione dell'era bassoliniana. Incidenti. Ma Bassolino rivendica orgogliosamente la sua storia di cacicco. Chi portò nel 2006 quelle poche decine di migliaia di voti che consentirono a Prodi di salire a Palazzo Chigi? I baroni a Napoli sono di casa. Lasciategli la terra da coltivare, se no con pochi soldi fanno l'Opa.

#714
Gianfry ha scritto:Secondo me Grillo dovrebbe creare un partito suo invece di volersi ostinatamente iscrivere a quello dei Poveri D.........

Sono sicuro che farebbe sfracelli. :wink:

Vi dico anche che probabilmente lo voterei se da solo......meglio un comico al governo che Franceschini o altri dello stampo PD !!!!
Ripongo la questione: visto che è tanto vicino alle posizioni dell'IdV, perchè non se lo prende Di Pietro? Ma nell'IdV non ce lo vuole, chissà perchè?

Ah, domanda personale x Gianfry: visto che Beppe Grillo ha fatto comunque le proprie liste civiche in tutta Italia per le amministrative, suppongo che con l'affermazione che hai fatto tu abbia votato per lui alle elezioni comunali o provinciali, o sbaglio?
Ultima modifica di Art69 il 16/07/09 12:56, modificato 1 volta in totale.
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#715
loremir77 ha scritto:Senza contare che ieri sera a matrix è andata in onda una bellissima puntata sulla "Casta dei Magistrati"..
:?

ma.. forumisti di dx.. per favore.. qualche volta INTERVENITE nella discussione/rassegna stampa.. per farci capire come fate a fidarvi ancora del vostro PdC. io non mi capacito...
Ai tempi dei nostri genitori si parlava di "turarsi il naso e votare DC".... forse non so se sia sufficiente per votare PDL....
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#716
Gianfry ha scritto:Secondo me Grillo dovrebbe creare un partito suo invece di volersi ostinatamente iscrivere a quello dei Poveri D.........

Sono sicuro che farebbe sfracelli. :wink:
dai risultati elettorali che ha ottenuto alle ultime amministrative, direi che lo sfracello l'hanno fatto i partiti "tradizionali" a lui!
Una donna libera è l'assoluto contrario di una donna leggera. (S. De Beauvoir)

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http://www.arredamento.it/forum/viewtopic.php?f=26&t=30772
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#717
L'UNITA'
Lodo Mondadori, De Benedetti vuole un miliardo di euro da Berlusconi
di Rinaldo Gianola L’istruttoria è finita.
Il caso «è a sentenza», dicono gli avvocati. Il giudice monocratico Raimondo Mesiano della decima sezione civile del Tribunale di Milano ha ormai raccolto tutte le infomazioni necessarie per pronunciarsi, pare in tempi ormai ravvicinati (salvo sorprese), sulla richiesta di risarcimento danni avanzata dalla Cir, finanziaria della famiglia De Benedetti nei confronti della Fininvest, holding della famiglia Berlusconi, in merito al caso Mondadori.

Proprio due anni fa la Cassazione aveva stabilito definitivamente la colpevolezza degli avvocati Cesare Previti, Attilio Pacifico, Giovanni Acampora (che assistevano la Fininvest nella guerra di Segrate) e del giudice Vittorio Metta: la sentenza del 1991 sul cosiddetto Lodo Mondadori che aveva tolto indebitamente la proprietà della storica casa editrice a De Benedetti a favore di Berlusconi era stata comprata. I soldi della Fininvest avevano corrotto il giudice Metta. Il proprietario della Fininvest, Silvio Berlusconi, era uscito però dal procedimento già nel 2001, salvato da una miracolosa prescrizione.
La Corte di Cassazione, nelle motivazioni della sentenza divulgate nel luglio 2007, aveva riconosciuto alla Cir della famiglia De Benedetti il diritto a ottenere un risarcimento per i danni morali e patrimoniali patiti nella vicenda Mondadori. Le parole della Cassazione aprivano la strada alla causa civile, sottolineando «tanto il danno emergente quanto il lucro cessante, sotto una molteplicità di profili relativi non solo ai costi di cessione della Mondadori, ma anche ai riflessi della vicenda sul mercato dei titoli azionari».

Come quantificare il danno subito da De Benedetti? Difficile davvero trovare una strada che possa essere per tutti quella giusta nello stabilire l’ammontare del risarcimento. La Mondadori era una grande casa editrice vent’anni fa, lo è a maggior ragione oggi.
La Fininvest era una holding di partecipazioni importante negli anni Novanta, è diventata poi enormemente più ricca grazie anche allo sviluppo della Mondadori che ha affiancato le altre partecipazioni come Mediaset, Mediolanum, il Milan e di recente pure Mediobanca. Per non parlare dell’effetto indotto dal Berlusconi politico. La Cir, invece, negli scontri con Berlusconi e i suoi alleati ha perso almeno due grandi opportunità imprenditoriali, come la Sme (l’ex holding agroalimentare dell’Iri per la quale l’Ingegnere aveva già definito l’acquisto prima del niet di Bettino Craxi e amici) e appunto la Mondadori.

Naturalmente la quantificazione del danno finale, se il giudice deciderà il risarcimento, dovrà tener ben presente che, comunque, De Benedetti rientrò in possesso, con la mediazione politica di Andreotti-Ciarrapico, di Repubblica, L’Espresso e dei giornali locali della Finegil.

Gli avvocati della Cir, Elisabetta Rubini e Vincenzo Roppo, hanno quantificato il danno in un numero preciso: 468.882.841,02 euro. Una bella somma, ma non basta. Questa cifra deve essere adeguata agli interessi maturati e a una normale rivalutazione monetaria, come si usa in questi casi. La somma finale, dunque, arriva a un miliardo di euro, circa 2000 miliardi delle vecchie lire.

Un aspetto importante di questa causa civile è il fatto che i legali di De Benedetti hanno avanzato la richiesta di risarcimento solo nei confronti della Fininvest, la persona giuridica che ha certamente beneficiato della sentenza che sfilò la Mondadori alla Cir, ma hanno deciso di non citare Previti, Pacifico, Acampora e Metta, cioè i responsabili materiali del reato sanzionato fino all’ultimo giudizio della Cassazione. Come mai? Il problema, a quanto si apprende, è che i condannati risultano pressochè nullatenenti, sono proprietari di poco o niente e pare che gli avvocati della Cir non siano riusciti a ottenere nemmeno il pagamento delle spese processuali.
La sentenza nelle mani del giudice Mesiano potrebbe rappresentare l’epilogo di una lunga guerra politica e finanziaria della prima Repubblica, arrivata fino a oggi. Ma non è detto che sia così. La famiglia De Benedetti, dopo aver ottenuto con la sentenza della Cassazione un pieno riconoscimento delle sue ragioni (la Mondadori è andata alla Fininvest con una sentenza comprata, grazie a un giudice corrotto), vorrebbe ottenere un risultato sul piano economico. Chi pensa che la causa civile avviata da De Benedetti sia solo un passo simbolico è fuori strada: la Cir punta a un ricco risarcimento che completi così il giudizio della Corte di Cassazione.

Inoltre ci potrebbe essere un ulteriore strascico, con il convolgimento dello Stato. Vittorio Metta è stato condannato per un reato commesso mentre era magistrato. Il responsabile per la condotta di Metta è lo Stato e un’eventuale rivalsa della Cir nei confronti dell’ex sodale di Previti chiamerebbe automaticamente in causa proprio lo Stato. E magari toccherebbe a Berlusconi occuparsi di tutelare gli interessi dello Stato a causa di un giudice corrotto da una sua società, Si vedrà, ormai abbiamo visto di tutto.
Le conseguenze di una condanna della Fininvest al pagamento dei danni patiti dalla Cir per il caso Mondadori sarebbero importanti, non solo per l’immagine della holding famigliare di Berlusconi.

Le conseguenze potrebbe essere rilevanti anche sotto il profilo economico in un momento così delicato in cui le proprietà di Berlusconi devono fronteggiare anche l’annunciata separazione dalla seconda moglie Veronica Lario.
Ma il premier, come spesso accade, potrebbe avere il colpo a sorpresa. Perchè non è abituato a farsi colpire senza reagire in quello che ha di più caro: il portafoglio.

15 luglio 2009

#718
Conferenza stampa sullo Scudo fiscale:
Un giornalista chiede a Tremonti: come mai ha proposto una legge che di fatto aiuta gli evasori fiscali mentre poco tempo fa ha detto che mai e poi mai avrebbe fatto una legge sullo scudo fiscale?
Tremonti risponde: "si faccia rispondere da Obama, la legge è sua..."
Al che il giornalista incalza: "Io la domanda l'ho posta a lei..."
e Tremonti prima si arrampica per 5 secondi su uno specchio liscissimo, poi si gira sussurra "ma va' sta testa di "censured"...."

http://notizie.libero.it/primopiano/tre ... ulti.phtml

ascoltare per credere....
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#719
Art69 ha scritto:
Gianfry ha scritto:Secondo me Grillo dovrebbe creare un partito suo invece di volersi ostinatamente iscrivere a quello dei Poveri D.........

Sono sicuro che farebbe sfracelli. :wink:

Vi dico anche che probabilmente lo voterei se da solo......meglio un comico al governo che Franceschini o altri dello stampo PD !!!!
Ripongo la questione: visto che è tanto vicino alle posizioni dell'IdV, perchè non se lo prende Di Pietro? Ma nell'IdV non ce lo vuole, chissà perchè?

Ah, domanda personale x Gianfry: visto che Beppe Grillo ha fatto comunque le proprie liste civiche in tutta Italia per le amministrative, suppongo che con l'affermazione che hai fatto tu abbia votato per lui alle elezioni comunali o provinciali, o sbaglio?
Penso che a te non cambi la vita sapere per chi voto.......ti dico solo che piuttosto di votare per un partito che annovera tra le sue fila gente come D'alema, Fassino, Franceschini, ecc....voterei anche per il primo pinco pallino che si presenta....

Comunque per la cronaca, come faceva a sapere D'alema due giorni prima che succedesse tutto quello che è successo sul caso delle veline ?
Come mai l'attenzione si è spostata sui gossip anzichè sulle tangenti della sanità in Puglia, regione tipicamente guidata dalla sinistra ? :wink:
I have climbed highest mountain
I have run through the fields
Only to be with you
Only to be with you
I have run I have crawled
I have scaled these city walls
Only to be with you
But I still haven't found
What I'm looking for

#720
Gianfry ha scritto:
Art69 ha scritto:
Gianfry ha scritto:Secondo me Grillo dovrebbe creare un partito suo invece di volersi ostinatamente iscrivere a quello dei Poveri D.........

Sono sicuro che farebbe sfracelli. :wink:

Vi dico anche che probabilmente lo voterei se da solo......meglio un comico al governo che Franceschini o altri dello stampo PD !!!!
Ripongo la questione: visto che è tanto vicino alle posizioni dell'IdV, perchè non se lo prende Di Pietro? Ma nell'IdV non ce lo vuole, chissà perchè?

Ah, domanda personale x Gianfry: visto che Beppe Grillo ha fatto comunque le proprie liste civiche in tutta Italia per le amministrative, suppongo che con l'affermazione che hai fatto tu abbia votato per lui alle elezioni comunali o provinciali, o sbaglio?
Penso che a te non cambi la vita sapere per chi voto.......ti dico solo che piuttosto di votare per un partito che annovera tra le sue fila gente come D'alema, Fassino, Franceschini, ecc....voterei anche per il primo pinco pallino che si presenta....

Comunque per la cronaca, come faceva a sapere D'alema due giorni prima che succedesse tutto quello che è successo sul caso delle veline ?
Come mai l'attenzione si è spostata sui gossip anzichè sulle tangenti della sanità in Puglia, regione tipicamente guidata dalla sinistra ? :wink:
sui gossip??!?!?
ahhhahahhhhhaaaaa :lol:
io non lo chiamo gossip.. lo chiamo LERCIUME.
il gossip per me è con chi sta quest'anno Cristiano Ronaldo.

ma purtroppo Cristiano Ronaldo anche se belloccio alquanto non ha certo il peso e la rappresentanza politica del Vostro PdC..

non gliene frega a nessuno se CR eventualmente va con 10.000 ragazze diverse. ma la cosa cambia alquanto se invece di un calciatore stiamo parlando di un uomo che può fare e disfare.. e se in cambio di quel favore sessuale si ottengono cariche politiche.. e per lo meno candidature.
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Questo è il nostro segreto profondo: il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. <3