se la scelta fra il fare impresa o continuare con un lavoro dipendente ... viene ad essere considerata solo con il raffonto dell'introito mensile piuttosto che sulla disponibilità dei giorni da dedicare allo svago .... beh che dire ..... non si è capito proprio nulla di quella che è la natura di un'impresa e di un imprenditore.
Se questi sono i presupposti .... meglio starsene al "calduccio" in una (sempre meno) tranquilla posizione di lavoratore dipendente ......
#122
E la scelta opposta?Roby:MI ha scritto:se la scelta fra il fare impresa o continuare con un lavoro dipendente ... viene ad essere considerata solo con il raffonto dell'introito mensile piuttosto che sulla disponibilità dei giorni da dedicare allo svago .... beh che dire ..... non si è capito proprio nulla di quella che è la natura di un'impresa e di un imprenditore.
Se questi sono i presupposti .... meglio starsene al "calduccio" in una (sempre meno) tranquilla posizione di lavoratore dipendente ......
e la scelta di lasciare un lavoro dipendente per un altro?
e la scelta di lasciare un'attività imprenditoriale per un'altra?
aspettavo il tuo contributo in questa discussione (non limitatamente a imprenditore vs. dipendente, se hai capito l'argomento è più vasto e tu mi scrivi solo due righette??
dai, sforzati un po' di più!!!
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#123
io quoto il pensiero espresso da lady dar pagine e pagine fa...stefania_b ha scritto:primo spunto della mia riflessione: tutte le cose che dico "vorrei" le vorrei fino a che punto? E in cosa differiscono realmente da quello che ho ora? E c'è stato un momento nella mia vita in cui quello che ho/sono ora è stato un mio *vorrei*? E se si perchè ora non lo voglio più? E se poi mi capitasse anche con un altro *vorrei*?
per me il bello è proprio continuare ad avere sogni, desideri, aspettative... e lottare per realizzarne alcuni, e rendersi conto che altri desideri non erano realmente tali...e continuare sempre ad averne di nuovi, ancora e ancora...
un vorrei tira l'altro, insomma
#124
quando "un vorrei tira l'altro" rappresenta uno stimolo, ed a che punto invece comincia a diventare una fonte di frustrazione?chiaretta ha scritto:io quoto il pensiero espresso da lady dar pagine e pagine fa...stefania_b ha scritto:primo spunto della mia riflessione: tutte le cose che dico "vorrei" le vorrei fino a che punto? E in cosa differiscono realmente da quello che ho ora? E c'è stato un momento nella mia vita in cui quello che ho/sono ora è stato un mio *vorrei*? E se si perchè ora non lo voglio più? E se poi mi capitasse anche con un altro *vorrei*?
per me il bello è proprio continuare ad avere sogni, desideri, aspettative... e lottare per realizzarne alcuni, e rendersi conto che altri desideri non erano realmente tali...e continuare sempre ad averne di nuovi, ancora e ancora...
un vorrei tira l'altro, insomma
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#125
credo sia una cosa estremamente personale, legata non solo alle nostre disponibilità (economiche, fisiche e intellettuali) ma anche a quello che è il nostro atteggiamento nei confronti della vita... a come affronti (o tenti di affrontare) le sfide, i problemi, e le cose belle o meno che ti si parano davanti...cyberjack ha scritto: quando "un vorrei tira l'altro" rappresenta uno stimolo, ed a che punto invece comincia a diventare una fonte di frustrazione?
In genere, ho un atteggiamento positivo ed entusiasta, e spesso aiuta (anche ad affrontare meglio i momenti no, che pure non mancano).
Il "vorrei" potrebbe diventare fonte di frustrazione se, pur impegnandomi con tutte le mie forze, il risultato sperato non dovesse arrivare... a volte, per motivi che non dipendono da me... (-> es. in piccolo, chiedere a M per conferme!)
Però, mi resterebbe la consapevolezza di aver fatto tutto quello che potevo per centrare l'obiettivo, e la convizione che, aspettando e riprovando, il risultato magari in futuro sarà diverso...
Quindi, dopo una robusta iniezione di cioccolato fondente, passerei a tentare di realizzare un altro "vorrei"
#126
E aggiungo:chiaretta ha scritto:credo sia una cosa estremamente personale, legata non solo alle nostre disponibilità (economiche, fisiche e intellettuali) ma anche a quello che è il nostro atteggiamento nei confronti della vita... a come affronti (o tenti di affrontare) le sfide, i problemi, e le cose belle o meno che ti si parano davanti...cyberjack ha scritto: quando "un vorrei tira l'altro" rappresenta uno stimolo, ed a che punto invece comincia a diventare una fonte di frustrazione?
Il "vorrei" potrebbe diventare fonte di frustrazione se, pur impegnandomi con tutte le mie forze, il risultato sperato non dovesse arrivare... a volte, per motivi che non dipendono da me... (-> es. in piccolo, chiedere a M per conferme!)
Però, mi resterebbe la consapevolezza di aver fatto tutto quello che potevo per centrare l'obiettivo, e la convizione che, aspettando e riprovando, il risultato magari in futuro sarà diverso...
qualora poi sapessi che in futuro il risultato non potrà essere diverso, allora interviene di nuovo l'atteggiamento personale. Quello tendenzialmente negativo ti porta a rimuginare e vedere il futuro come un "accontentarsi". Quello positivo ti porta ad apprezzare quello che, comunque, sei riuscita ad avere.
Stavolta affronto il fine settimana con saggezza
- Aspettando Godot -
#127
Mi hai mandata nel pallone perchè non mi sono mai fermata a pensare SERIAMENTE alla questione che tu ci hai posto.cyberjack ha scritto:Mi scuso con Lorena per averla mandata nel pallone... non leggere più questo topic, che è solo per malati di mente
Io di carattere sono una persona che riesce a stare bene ed anche ad entusiasmarsi per le cose piccole. Non mi fa neppure paura la novità, però ora come ora, benchè il mio lavoro non mi soddisfi, ne vedo i grandi lati positivi: ho il part time e il w-e libero, questo mi permette di dedicarmi alla mia famiglia in termini di tempo libero, ma anche di aiutarla econimicamente col mio stipendio, benchè non sia questa grande cosa.
Credo che come tutti vorrei fare qualcosa che possa entusiasmarmi di più, che mi faccia stancare di meno dal punto di vista fisico (sono impiegata, ma scarico pure i camion , nelle micro aziende si fa tutto ciò che serve), però ora per me è fondamentale avere del tempo libero per veder crescere mia figlia e passare con mio marito tutto il poco tempo libero che lui ha.
C'è già un'attività in proprio in famiglia e non si stacca mai il cervello al 100%. Questo non credo potrei farlo.
#128
Bella domanda...
Io credo che per cambiare bisogna avere un po' di infantile coraggio.
La maggior parte delle persone ama posare l'occhio verso il giardino del vicino, pensando che sarebbe bello avere un'attività propria senza dover rendere conto al responsabile di turno, oppure prendere un belissimo casolare in toscana (dovrebbero essercene milioni!) e vivere come nella casa della prateria.
Ma davvero non ci piace come viviamo?? Davvero cio' che abbiamo costruito in 35 anni di vita lo vorremmo del tutto stravolgere? Io credo di no. In fin dei conti 15 anni fa avevamo i nostri sogni e molti di noi hanno lavorato su se stessi per raggiungerli. Ed ora? Ora ci sono altri sogni, come è gusto che sia. Pero' non abbiamo più 20 anni ed i cambiamenti vengono valutati con una consapevolezza differente.
Avere una piccola somma di denaro a disposizione come extra, almeno per me, significherebbe soltanto migliorare qualche dettaglio della mia vita, magari una casetta al mare, ma ci sto lavorando anche senza un'entrata inaspettata
Si puo' migliorare la propria vita anche senza stravolgerla, basta lavorarci. Se la differenza la fanno 500 euro al mese e per questo si vuole scegliere un'attività imprenditoriale, forse è tanto piu' facile studiare, impegnarsi e crescere nell'ambito lavorativo che si è scelto!
Io credo che per cambiare bisogna avere un po' di infantile coraggio.
La maggior parte delle persone ama posare l'occhio verso il giardino del vicino, pensando che sarebbe bello avere un'attività propria senza dover rendere conto al responsabile di turno, oppure prendere un belissimo casolare in toscana (dovrebbero essercene milioni!) e vivere come nella casa della prateria.
Ma davvero non ci piace come viviamo?? Davvero cio' che abbiamo costruito in 35 anni di vita lo vorremmo del tutto stravolgere? Io credo di no. In fin dei conti 15 anni fa avevamo i nostri sogni e molti di noi hanno lavorato su se stessi per raggiungerli. Ed ora? Ora ci sono altri sogni, come è gusto che sia. Pero' non abbiamo più 20 anni ed i cambiamenti vengono valutati con una consapevolezza differente.
Avere una piccola somma di denaro a disposizione come extra, almeno per me, significherebbe soltanto migliorare qualche dettaglio della mia vita, magari una casetta al mare, ma ci sto lavorando anche senza un'entrata inaspettata
Si puo' migliorare la propria vita anche senza stravolgerla, basta lavorarci. Se la differenza la fanno 500 euro al mese e per questo si vuole scegliere un'attività imprenditoriale, forse è tanto piu' facile studiare, impegnarsi e crescere nell'ambito lavorativo che si è scelto!
#129
torniamo al discorso che faceva Stefania...domovoy ha scritto:Ma davvero non ci piace come viviamo?? Davvero cio' che abbiamo costruito in 35 anni di vita lo vorremmo del tutto stravolgere?
quello che ho adesso (e che non mi piace e vorrei cambiare) non era forse quello che desideravo anni fa? E come mai, avendolo ottenuto, sento la necessità di cambiare ancora?"
a questo punto si sollevano due alternative...
La prima: Sono un insoddisfatto/a cronico/a mi manca "la chiave" per la soddisfazione, ossia mi manca il passaggio per interpretare la realtà in un modo diverso al fine di sentirmi appagato
La seconda quello che ho non è ciò che desideravo, o meglio ancora, forse, da giovincello, ho dato via ad una serie di eventi che mi hanno portato a questo risultato finale ma senza che avessi davvero chiaro cosa stavo facendo/dove stavo andando (che è molto plausibile, dato che all'epoca delle nostre scelte iniziali avevo 18-20 anni e quindi senza l'esperienza necessaria a stabilire un intero percorso di vita).... il che, però, porta ad un'altra domanda: "ADESSO, lo so cosa vorrei veramente?" che è fondamentalmente l'argomanto principale di questa discussione...
vi vengono in mente altre possibilità?
P.S. tutto bene con i calcinacci??
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#131
non è la mia seconda?stefania_b ha scritto:per me la terza strada è: non ho/sono quello che volevo perchè non ho la più pallida idea di cosa voglio/vorrei essere.
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#132
non so. A me era sembrato che tu ti riferissi ad una confusione temporanea giustificata dalla giovane età. Io nella mia confusione e incertezza ci sono tutt'ora... ma mi sa che questa è la sindrome da peter pancyberjack ha scritto:non è la mia seconda?stefania_b ha scritto:per me la terza strada è: non ho/sono quello che volevo perchè non ho la più pallida idea di cosa voglio/vorrei essere.
#134
Ottimo punto di vista che non avevo considerato!fedelyon ha scritto:Avere una curiosità cronica verso tutto ciò che ci circonda.cyberjack ha scritto: vi vengono in mente altre possibilità?
Voglia di esplorare, testare, conoscere.
Che non è, necessariamente, essere insoddisfatti di ciò che si ha ma è piuttosto una ricerca continua.
Però lo ritieni "eticamente" lecito?
cioè abbandonare una situazione economicamente/emotivamente/personalmente stabile per continuare a "sperimentare"? Sperimentare non sempre ti da la possibilità di tornare indietro, e quindi per permettere a te di sperimentare altri devono in qualche modo supportarti...
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