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#76
chiaretta ha scritto:ho letto solo ora. Gli estremi del mobbing non ce li vedo.
Io appena ho letto ho pensato che fosse mobbing. In base a cosa dici che non ci sono gli estremi? Sicuramente ne sai più di me in materia quindi mi interessa molto il tuo punto di vista :wink:

#77
Sai Boo io sono fatta diversa...dopo tanti anni di prese in giro, canzonamenti (sono cresciutafin da bambina con altri bambini che incuranti mi prendevano in giro, mi invitavano alle feste per prendersi gioco di me, di com'ero di fisico, della mia famiglia e della mia situazione economica...)

ora sono in una fase REM.... nulla mi tocca... tutto scivola... tant'è che quando ho letto il tuo titolo mi aspettavo qualcosa del tipo...

in questi ultimi due anni ho coronato il mio sogno d'amore sposando l'uomo della mia vita e adesso a sancire la nostra unione un bellissimo bambino... nulla mi tange... sono intoccabile... sono una mamma una moglie...

fancul a tutto il resto...i l lavoro? un mezzo per portare a casa i soldi per far pagare tasse ecc, per dare a mio figlio il massimo...

ma forse sono strana io...

io mangio in mensa con persone con le quali non vado oltre al ciao... prendo il caffè da sola...eppure..chissene.... se dovessi anche pranzare da sola... so che comunque il lavoro non è la mia vita... ma è olo un MEZZO per vivere....anzi sopravvivivere
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#78
ela78 ha scritto:nulla mi tocca... tutto scivola... tant'è che quando ho letto il tuo titolo mi aspettavo qualcosa del tipo...

in questi ultimi due anni ho coronato il mio sogno d'amore sposando l'uomo della mia vita e adesso a sancire la nostra unione un bellissimo bambino... nulla mi tange... sono intoccabile... sono una mamma una moglie...

fancul a tutto il resto...i l lavoro? un mezzo per portare a casa i soldi per far pagare tasse ecc, per dare a mio figlio il massimo...

ma forse sono strana io...

io mangio in mensa con persone con le quali non vado oltre al ciao... prendo il caffè da sola...eppure..chissene.... se dovessi anche pranzare da sola... so che comunque il lavoro non è la mia vita... ma è olo un MEZZO per vivere....anzi sopravvivivere
Ecco, hai spiegato bene quello che intendevo dire io dopo che "scatta la molla" :D
- Aspettando Godot -

#79
il tuo post iniziale mi ha fatto venire l'orticaria!!!!!!

è più evidente che mai l'abisso culturale che c'è tra te e questi personaggi: si fanno forti unicamente dell'essere gruppo e irregimentati nel loro "movimento" che pialla ogni istinto individuale al buon senso a favore di un'aurea mediocritas........
Mediocrità non dovrebbe far rima con maleducazione però!!!
Pertanto...
ela78 ha scritto:io mangio in mensa con persone con le quali non vado oltre al ciao... prendo il caffè da sola...eppure..chissene.... se dovessi anche pranzare da sola... so che comunque il lavoro non è la mia vita... ma è solo un MEZZO per vivere
quoto Ela!!!!

Nell'ultimo anno la maggior parte dei colleghi con cui legavo di più è andata via, con gli altri ho niente in comune... succede che con alcuni ho un rapporto superficiale ma sereno, e con altri è dura avere risposta ad un semplice ciao :lol: Che faccio? A volte mangio da sola o con persone di altri dipartimenti, o vado dal parrucchiere o a far compere in pausa pranzo... insomma, se ho una vita di relazione felice, piena e concreta al di fuori di qui, è evidente che non sono io ad aver un problema ;)

Il mese prossimo vai in maternità?
E' tempo di mandarli a prendere una ricca benedizione da San Culino abate............... :mrgreen:
Nell'Italia dei Borgia ci sono stati massacri, terrore, assassinii e hanno prodotto da Vinci, Michelangelo e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto 500 anni di pace e amore fraterno, e cos'hanno fatto? L'orologio a cucù.

#80
Boo, intanto ti abbraccio virtualmente, e "con-patisco" la tua situazione.
(nel senso di soffrire con) :cry:

Il rifiuto degli altri ci fa soffrire, e credo che nessuno possa essere completamente indifferente a questo.
Il tempo e l'esperienza ci fanno crescere la corazza, con la quale proteggiamo noi stessi da questi atteggiamenti, sperando che "scivolino via" (come dice Ela :wink: )
Ma sotto la corazza c'è un cuore, ci sono dei sentimenti, ci siamo noi, vivi.

Se oggi è un giorno buono, non mi importa di questi atteggiamenti vili che devo mio malgrado affrontare. La mia vita è fuori di qui, i miei amici, la mia famiglia, io stessa so quanto valgo.

Ma se oggi è un giorno brutto, questa cattiveria si insinua, penetra la mia corazza e semina dubbi dentro di me. Perchè questo rifiuto? Sarò sbagliata? Avrò un atteggiamento antipatico? Come posso fare per essere accettata?

Quale soluzione?
(a parte quella di cambiare lavoro, anche se chi lascia la via vecchia per quella nuova..... :roll: )

Forse solo quella di ispessire la corazza.
Ma con il rischio di non riuscire più a levarsela di dosso.
E diventare acide, ciniche ed antipatiche.
Come loro.

#81
Se sapessi far le "quote" quoterei Verderia. Condivido ciò che scrivi, a un certo punto ti fai una specie di corazza ma la domanda "perchè" non smetterai di porterla.
Annsca, purtroppo di "angherie" ne ho viste tante, l'ultima della serie per esempio è stata fatta a una collega, con il solito contratto con scadenza, laurenda (le vogliono solo laureate o laureande) che dovendo dare un esame all'università è stata "gentilmente invitata" a non godere del dovuto permesso di studio "perchè queste son cose che poi possono influire in caso di rinnovo".
Ti assicuro che predicare bene e razzolare male non ha colore o parte, anzi ......
Poi, ovvio, trovi anche isole felici ....
Riffa&raffa ... sono troppo curiosa se ti chiedo che viaggio stai preparando? [/quote]
FEDE65

#82
ela78 ha scritto:Sai Boo io sono fatta diversa...dopo tanti anni di prese in giro, canzonamenti (sono cresciutafin da bambina con altri bambini che incuranti mi prendevano in giro, mi invitavano alle feste per prendersi gioco di me, di com'ero di fisico, della mia famiglia e della mia situazione economica...)

ora sono in una fase REM.... nulla mi tocca... tutto scivola... tant'è che quando ho letto il tuo titolo mi aspettavo qualcosa del tipo...

in questi ultimi due anni ho coronato il mio sogno d'amore sposando l'uomo della mia vita e adesso a sancire la nostra unione un bellissimo bambino... nulla mi tange... sono intoccabile... sono una mamma una moglie...

fancul a tutto il resto...i l lavoro? un mezzo per portare a casa i soldi per far pagare tasse ecc, per dare a mio figlio il massimo...

ma forse sono strana io...

io mangio in mensa con persone con le quali non vado oltre al ciao... prendo il caffè da sola...eppure..chissene.... se dovessi anche pranzare da sola... so che comunque il lavoro non è la mia vita... ma è olo un MEZZO per vivere....anzi sopravvivivere
Ma sai, un conto è trovarsi a mensa con colleghi con cui non vai oltre ad un semplice ciao o quasi, un conto è uno pseudo-obbligo ad essere tutti insieme a mensa, in cui però quelli che non sono fighi vengono esclusi. E poi la mensa pare essere forse il minore dei problemi, al limite mangia da qualche altra parte, il problema, da quel che traspare, è che tale atteggiamento è continuo. Per quello ribadisco anche io il consiglio del "non ti curar, ma guarda e passa".

Nel momento in cui boo fa il proprio dovere lavorativo, ovvero svolgere con diligenza i compiti che le sono affidati... basta, non ha altri obblighi nei confronti del datore di lavoro, a termini di legge.
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#83
Boo son rimasta talmente basita :shock: che non so nemmeno cosa scriverti :oops:
Non ho capito bene se dopo la maternità ti tocca tornare a lavorare in quel covo di serpi (oddio.... serpi mi pare quasi un complimento :evil: ) o se il contratto ti è scaduto e non te lo rinnovano :roll: non so neanche cosa augurarti, davvero son sconvolta :oops:
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REBECCA psw: polpetta

#84
Art...in quasi tute le aziende la mensa è il banco di prova...almeno in zona da me parlando con amici mi dicono tuti la stessa cosa...

se non mangi coi tuoi colleghi sei una che se la tira, sei fuori sei sei sei... in un certo senso sei obbligato a far buon viso a cattivo gioco.

ma ripeto, per quanto mi riguarda.... buona educazione e nulla più. quando timbro non è più affare mio non dormono con me....
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#85
Vi ringrazio tutte per la vicinanza dimostratami, fra voi, mrboo e tutti gli amici devo dire che mi sono sentita molto coccolata quando raccontavo la storia! :oops:

Ovviamente andare in maternità significa per me togliermi un enorme peso dallo stomaco.
E ovviamente ho sempre cercato di prendere queste otto ore passate qui non come “la vita vera” ma come un periodo da passare per ricevere i soldi a fine mese.

Però passare ogni giorno ad essere forzatamente ingnorata può a volte prendere male.
E le parole che mi sono state rivolte nella tre giorni di insulti mi hanno fatto capire come mi vedono, e sono rimasta spaventata dalla cattiveria che ho generato intorno a me (sei la persona più brutta che abbia mai conosciuto, hai una vita orribile, non sai creare legami, taci che ti disfo…). Come sono arrivata a questo?
Per mesi me lo sono chiesta.
Ora mi dico: vabbè, me ne vado.

E credo abbia ragione chiretta: il lavoro per cui sono stata assunta l’ho sempre fatto, in fondo!

#87
Che situazione Boo!!! E' ai limiti dell'immaginabile e del sopportabile.
Guardati attorno. Non è un posto nel quale starci troppo, giusto il tempo che serve per trovare altro.
mamma di Lorenzo (gennaio 2010) e Costanza (settembre 2012)

#88
Ma difatti io l'anno prossimo mi godo il rospo. E poi si vedrà! :D
(Qua non ci metto più piede, ovviamente! 8) )

#89
ela78 ha scritto:Art...in quasi tute le aziende la mensa è il banco di prova...almeno in zona da me parlando con amici mi dicono tuti la stessa cosa...

se non mangi coi tuoi colleghi sei una che se la tira, sei fuori sei sei sei... in un certo senso sei obbligato a far buon viso a cattivo gioco.

ma ripeto, per quanto mi riguarda.... buona educazione e nulla più. quando timbro non è più affare mio non dormono con me....
Io mensa con i colleghi l'ho fatta poche volte, perchè l'unico posto dove avrei dovuto farla mi sarebbe toccato farla avendo anche i titolari, e sinceramente con un'ora e mezzo di pausa preferivo suddividerla in mezz'ora di auto per andare a casa, mezz'ora per mangiare in casa e mezz'ora di auto per tornare al lavoro. Certo la mia auto aveva sempre il fiatone.... :lol:
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#90
mauchia ha scritto:
chiaretta ha scritto:ho letto solo ora. Gli estremi del mobbing non ce li vedo.
Io appena ho letto ho pensato che fosse mobbing. In base a cosa dici che non ci sono gli estremi? Sicuramente ne sai più di me in materia quindi mi interessa molto il tuo punto di vista :wink:
Ecco l’arida azzeccagarbugli! scusate, oggi ho lavorato :)
DOVEROSA PREMESSA: non parlo del “lato umano” e neanche dello specifico caso concreto (perché non posso: mancano dati, andrebbero esaminati documenti, approfondite situazioni, svolte verifiche)… Cerco solo di condensare al massimo, semplificando molto, cosa si intende oggi per mobbing.
Mancano definizioni normative specifiche (ma ci sono riferimenti generali sia nella costituzione sia nel codice civile, ad es. l’art. 2087 c.c. impone espressamente al datore di lavoro di tutelare l’integrità fisica e la personalità morale del lavoratore dipendente).
Ne consegue una grande genericità ed indeterminatezza degli elementi costitutivi, e la giurisprudenza in materia si è sbizzarrita (distinguendo tra mobbing verticale, orizzontale, “verso l’alto”… e poi bossing, demansionamento…).
In generale, per mobbing si intendono tutti quei comportamenti violenti che si verificano sul posto di lavoro attraverso atti, parole, gesti, scritti vessatori, persecutori, intenzionali e comunque lesivi dei valori di dignità di personalità umana e professionale, che arrecano offesa alla dignità e integrità psico-fisica di una persona fino a metterne in pericolo l'impiego e/o la salute.
Gli elementi costitutivi che la giurisprudenza richiede (sussistenti e provati) perché si possa parlare di mobbing sono (in estrema sintesi: considerate che ogni caso è a sé, e che ogni elemento va calibrato in base all’intensità e alla durata dei singoli atti):
- elemento oggettivo: una serie di atti persecutori e vessatori posti in essere dal capo o dai colleghi (mobbing orizzontale) ai danni della “vittima”, ad es.: ai rimproveri perché lavori male, magari urlati di fronte a tutti, seguono contestazioni disciplinari e sanzioni, reiterate nel tempo e sempre più gravi, fino al licenziamento; ti caricano di lavoro; ti demansionano; ti obbligano a fare più straordinari del massimo previsto dalla legge o dal contratto; non te li pagano; ti trasferiscono/obbligano a fare trasferte senza motivo; se stai a casa malata ti inondano di visite del medico fiscale; non ti danno aumenti quando li chiedi, o gratifiche / premi produzione quando li meriti…
- elemento temporale: la condotta vessatoria può non essere continuativa (esercitata tutti i giorni) ma deve essere “frequente”, c’è chi dice almeno una volta a settimana, e protratta per un periodo di tempo non inferiore ai 6 mesi.
- elemento soggettivo (dei mobbizzatori): è richiesta la compresenza della CONSAPEVOLEZZA, volontarietà ed INTENZIONALITA’ della condotta lesiva, finalizzata ad estromettere il lavoratore mobbizzato dall’azienda (licenziarlo, costringerlo a rassegnare le dimissioni o ad accettare la risoluzione del rapporto).
- elemento soggettivo (della vittima): disturbi psicosomatici anche gravi sorti a seguito del mobbing subito (vastissima casistica, depressione, cura con psicofarmaci, si arriva anche al suicidio).

Venendo al caso concreto, ci sono stati sicuramente (o cmq, sono stati percepiti come tali) episodi di isolamento sociale, attacchi alla vita privata e professionale tramite violenza verbale. Boo si è sentita non valorizzata e non utilizzata per le sue reali capacità, arrivando a percepire un rifiuto, effettivo o virtuale, dal contesto lavorativo. Ma più per problemi di natura personale che lavorativa, a quanto ho capito.

Secondo me, gli episodi che ha descritto Boo non bastano per parlare di mobbing: manca in primo luogo l’elemento soggettivo (la volontarietà della condotta lesiva, e finalizzata all’estromissione del lavoratore). Il fatto che ti ignorino/non si interessino della tua vita privata nulla c’entra col tuo lavoro, e non mi sembra vogliano mandarti via... Il fatto che non ti gratifichino o non valorizzino le tue capacità professionali, purtroppo, succede spessissimo, ma non è un illecito, se considerato da solo. Infine, mi sembra che la situazione non sia andata peggiorando, ma sia stata sempre così, fin da quando Boo è arrivata a lavorare da loro…

Poi oh, prendetela con le pinze e in linea molto generale: se il diritto fosse una scienza esatta, l’interpretazione dei fatti sarebbe univoca e non ci sarebbe bisogno di avvocati :wink:
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