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#1966
Art69 ha scritto: Non perché Fini sia di sinistra. Ma solo perché in queste settimane pare ragionare da persona normale. E questo, per i cittadini che ancora pensano con la loro testa, è già molto. [/i]
è vero. Leggo da più parti che, se si andasse al voto anticipato, fini avrebbe il 2% come storace e la santanchè" (parole dette da SB, secondo il corriere) mentre il consenso di SB sarebbe sempre altissimo, ben sopra il 50%. Io proprio non mi capacito di questa cosa. :roll: :roll:
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Casa Spozilli
Babyzillo

#1967
chiaretta ha scritto:
Art69 ha scritto: Non perché Fini sia di sinistra. Ma solo perché in queste settimane pare ragionare da persona normale. E questo, per i cittadini che ancora pensano con la loro testa, è già molto. [/i]
è vero. Leggo da più parti che, se si andasse al voto anticipato, fini avrebbe il 2% come storace e la santanchè" (parole dette da SB, secondo il corriere) mentre il consenso di SB sarebbe sempre altissimo, ben sopra il 50%. Io proprio non mi capacito di questa cosa. :roll: :roll:
perchè la gente... la maggior parte della gente... ormai c'ha il cervello in pappa.
ci sarà chi lo vota consapevolmente.. perchè convinto (non sono d'accordo ma ognuno vota chi vuole... )
ma tanti lo votano per completa ignoranza, perchè ha i soldi, ha il potere, ha le donne, perchè alla tele dicono che si sacrifica per noi, e perchè in tanti vorrebbero essere al suo posto..
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Questo è il nostro segreto profondo: il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. <3

#1968
loremir77 ha scritto: perchè la gente... la maggior parte della gente... ormai c'ha il cervello in pappa.
ci sarà chi lo vota consapevolmente.. perchè convinto (non sono d'accordo ma ognuno vota chi vuole... )
ma tanti lo votano per completa ignoranza, perchè ha i soldi, ha il potere, ha le donne, perchè alla tele dicono che si sacrifica per noi, e perchè in tanti vorrebbero essere al suo posto..
Sono anni che lo penso. Se la gente comune si prendesse la briga di informarsi (ma non ne ha voglia, è troppo faticoso) da fonti diverse della TV, aprirebbe gli occhi. Ma se uno si limita ad ascoltare i principali TG e spazi di approfondimento di Rai e Mediaset, ha quella e quella sola versione (con la sola eccezione di Rai 3 per ora...).
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#1969
La sindrome del predellino di Carlo Tecce, da Il Fatto di oggi

C rescono i capelli, cresce il predellino.
Che diventa uno scatolone, un podio e forse un palchetto.
Silvio Berlusconi ha chiesto un microfono per l'atrio della stazione di Milano, un balconcino stile piazza Venezia.
All'arrivo del treno Frecciarossa che inaugura la linea veloce con Torino, sabato pomeriggio all'ora dell'aperitivo, il presidente del Consiglio vorrebbe improvvisare un'altra San Babila.
Lì parto cesareo del Pdl, qui semmai la prematura scomparsa. Chissà. Berlusconi ormai è moto perpetuo.
Annuncia l'ennesima visita: “Scusate parlo poco, ho fretta, devo fare le valigie perché vado a Panama. Paese dalle tante attrattive, anche quelle che mi stanno molto a cuore”. E infatti a Panama è ancora possibile evadere le tasse.
Lontano, lontano: “Dai magistrati, da alcuni Pm, da certa stampa italiana, da Annozero”.
Buon soggiorno, presidente. Nell'iPod – cioè, nel giradischi – potrebbe aggiungere la canzone di Fiorella Mannoia. Un manuale
per sopravvivere alla nostalgia di palazzo Grazioli. Una colonna sonora per il volo con quel barboso di Bonaiuti. Anzi, intonatela insieme: “Di andare ai cocktails con la pistola non ne posso più. Pina Colada e Coca Cola non ne posso più di trafficanti e rifugiati ne ho già piena la vita maledetta attraversata non sarà mai finita. Ma vedete a nove nodi appena, c’è un punto fermo nel mare che sa di nafta e lo nasconde con l'odore del tè e dell'erba da fumare. Oh mamacita, Panama dov’è ora che stiamo in mare sull'orizzonte ottico. Non c’è, si dovrà pur vedere”

:lol:
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#1970
chiaretta ha scritto: ... Leggo da più parti che, se si andasse al voto anticipato, fini avrebbe il 2% come storace e la santanchè" (parole dette da SB, secondo il corriere) mentre il consenso di SB sarebbe sempre altissimo, ben sopra il 50%. Io proprio non mi capacito di questa cosa. :roll: :roll:
Secondo me può aspirare ad una percentuale come quella che aveva Alleanza Nazionale quando ancora non era confluita nel PDL. Perchè, oltre ad erodere voti al PDL (ma non tutti quelli che votavano AN voterebbero per lui), purtroppo per i centrosinistri come me erode voti anche al PD.

Oddio, per quanto mi riguarda più tempo passa con un simile PD e più sono tentato dall'IDV....
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#1971
Zitto e Bondi (da Il Fatto di Oggi)

Serataccia di Bondi a Ballarò. Il ministro aveva provato a fare la voce del capo sull’affaire del fuorionda del presidente della Camera: “È opportuno che Fini ribadisca le sue posizioni e le chiarisca”. Poi una tirata sul presidenzialismo e sul diritto del premier di andare avanti.
Ma squilla l’imprevisto. La telefonata di Fini: “Sono presidenzialista da quando Bondi militava nel Pci. Ma il presidente eletto dal popolo ha il dovere di rispettare gli altri poteri: l’ordine giudiziario, il Parlamento, la Corte Costituzionale, le altre magistrature. Quindi non ho nulla da chiarire e non cambio opinione”.
Sandrone sbianca, tenta la replica: “Ma ho detto le stesse parole di Fini. È giusto che il capo dell’esecutivo abbia rispetto degli altri poteri e ordini dello Stato. Ma Berlusconi non è mai venuto meno a questo”.
Peggio, altra batosta: “Credo che gli spettatori abbiano compreso il senso delle mie dichiarazioni e quelle di Bondi” lo affonda Fini. Applausi in studio. Niente fuorionda.
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#1972
Ah, e visto che prima si parlava del Tg, sempre dai "soliti noti" de Il fatto, uno stralcio del commento ai TG Rai:



Un cane da riporto (chiamato Tg1) di Paolo Ojetti

Tg1: Nessun progresso, nessun passo avanti. Il Tg1 di ieri era come un cane da riporto.
Si ricominciava da capo, dal “fuori onda” di Fini, al suo intervento a Ballarò che non smentiva né parole (impossibile) né intenzioni. E di
nuovo il trionfo delle banalità, le “tensioni” nel Pdl, la “amarezza” di Bondi e uno Scajola in avanscoperta: “Fini è fuori dalla linea del Pdl”.
Quale sia la linea, è ovvio: Berlusconi non si tocca e se si crede l’imperatore di Bisanzio va bene lo stesso.
A dirla tutta, il Tg1 mostrava ancora una volta la sua povertà, notizie asmatiche, nessuna iniziativa giornalistica, il tran tran di sempre.
Avremmo voluto una caccia spietata a Fini, con giornalisti in agguato: presidente cosa ha intenzione di fare? Si dimetterà?
Andrà a parlare con Casini e Bersani in cerca di fortuna?
Oppure, spedire la spietata Sonia Sarno sotto Palazzo Chigi all’inseguimento di Berlusconi: Signor Premier, caccerà via Fini? Lo
querelerà? Gli manderà Capezzone in piena notte?
Sogni, solo sogni.
Eppure Minzolini si nascondeva nei gabinetti a rubare notizie.
Bei tempi.
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#1973
Falcone, la verità sui pentiti

3 dicembre 2009
di Gian Carlo Caselli

Ci risiamo. Finché indaghi su Riina o Provenzano vai bene. Ma quando – facendo il tuo dovere – passi a occuparti, ricorrendone i presupposti in fatto e in diritto, anche di imputati “eccellenti”, devi mettere in conto che cominciano i guai.

Tornano in auge vecchi ma sempre verdi ritornelli. Anzi, dischi rotti. Ma suonati talmente a lungo da trapanare le teste. La tecnica è collaudata, un classico. Si comincia con la ricerca della verità svilita a cultura del sospetto e con l’accusa di costruire teoremi invece di prove; si prosegue con l’insinuazione di uso scorretto dei pentiti e con la loro pregiudiziale delegittimazione (mediante aggressioni strumentali che nulla hanno a che vedere con la fisiologica delicatezza e complessità di questo strumento d’indagine); e si finisce con le aggressioni contro i pm: sul banco degli imputati, invece dei mafiosi e dei loro complici, finiscono i magistrati antimafia.Sulla torta così confezionata (maleodorante), ecco poi la “ciliegina”, un altro classico: arruolare arbitrariamente Giovanni Falcone per sostenere che il suo metodo di lavoro è violentato dai magistrati di oggi che osano indagare anche i potenti. Peccato che pure questa sia propaganda sleale. Perché Falcone sapeva bene che senza pentiti un’efficace lotta alla mafia è impossibile. E quando – negli anni Ottanta – era giudice istruttore a Palermo, spesso si era chiesto perché mai tardasse ad essere approvata – nonostante le sue forti sollecitazioni – una legge sui pentiti (nota bene: la legge arriverà soltanto dopo le stragi del ’92, ed è perciò una legge impregnata del sangue delle vittime di Capaci e via D’Amelio).
Le parole di Falcone sono illuminanti: “Se è vero, com’è vero, che una delle cause principali, se non la principale, dell’attuale strapotere della criminalità mafiosa risiede negli inquietanti suoi rapporti col mondo della politica e con centri di potere extra-istituzionale, potrebbe sorgere il sospetto, nella perdurante inerzia nell’affrontare i problemi del pentitismo, che in realtà non si voglia far luce sui troppi, inquietanti misteri di matrice politico - mafiosa per evitare di rimanervi coinvolti”.
Quanto all’oggi, la speranza – ovviamente – è che i professionisti delle polemiche contro i pentiti e i magistrati che ne raccolgono e sviluppano le rivelazioni siano mossi da ben diverse preoccupazioni.
Un altro “classico” sono le polemiche sul cosiddetto “concorso esterno”. Vi si è esercitato anche il presidente Berlusconi, per esempio nell’intervista al periodico inglese Spectator e alla Gazzetta di Rimini dell’11/9/’03, sostenendo che “a Palermo la nostra magistratura comunista, di sinistra, ha creato un reato, un tipo di delitto che non è nel codice; è il concorso esterno in associazione mafiosa”.
La verità (nonostante le tecniche pubblicitarie di imbonimento organizzate per stravolgerla) è un’altra. La figura del cosiddetto “concorso esterno” risale addirittura al 1875, come provano le sentenze della magistratura palermitana sul brigantaggio. Poi fu impiegata nei processi per terrorismo alle Br e a Pl e in quelli di mafia istruiti da Falcone e Borsellino.

La sua legittimità, infine, è stata ripetutamente riconosciuta dalla Corte di Cassazione, che ha anche stabilito rigorosi paletti garantisti. Allora, tutti comunisti? La Cassazione, i giudici palermitani di due secoli fa, quelli che negli anni di piombo hanno sconfitto il terrorismo, il pool di Chinnici e Caponnetto…tutti comunisti?Sostenerlo è piuttosto temerario e comunque impedisce di confrontarsi con la dura realtà dei fatti, che il pool di Falcone (pag. 429 dell’ordinanza-sentenza 17 luglio 1987 conclusiva del maxi-ter) così espone, spazzando via ogni dubbio: “Manifestazioni di connivenza e di collusione da parte di persone inserite nelle pubbliche istituzioni possono – eventualmente – realizzare condotte di fiancheggiamento del potere mafioso, tanto più pericolose quanto più subdole e striscianti, sussumibili – a titolo concorsuale – nel delitto di associazione mafiosa.
Ed è proprio questa “convergenza di interessi” col potere mafioso… che costituisce una delle cause maggiormente rilevanti della crescita di Cosa Nostra e della sua natura di contropotere, nonché, correlativamente, delle difficoltà incontrate nel reprimerne le manifestazioni criminali”. A fronte di queste parole, le note scassate dei logori ritornelli sul concorso esterno non sono altro che la replica di un film già visto. Sicuramente perdente per l’antimafia
omnia munda mundis

#1974
L'Economist attacca: per Berlusconi è il momento di dire addio
ROMA (3 dicembre) - L'Economist chiede le dimissioni di Silvio Berlusconi. Il settimanale britannico lo fa in un editoriale dal titolo «È tempo di dire addio», dopo aver constatato che «anche per i suoi standard», l'ultima è stata «una settimana difficile» per il premier.
Il presidente del Consiglio, secondo l'Economist, «ha fatto della sopravvivenza politica un'arte, ma ora sembra in difficoltà». Il settimanale britannico ricorda, quindi, la sua posizione «coerente» verso Berlusconi nel corso degli anni: ha criticato la prima «discesa in campo» di Silvio Berlusconi nel 93-94. È del 2001 la storica copertina del «unfit to govern Italy».
Nel 2006, con un'altra copertina, ha suggerito all'elettorato italiano di dire «Basta!» al suo governo. Quest'anno è stato «cauto» nel commentare gli scandali sessuali, «preferendo giudicarlo su due materie sostanziali: il conflitto di interesse fra il suo ruolo politico e quello di uomo d'affari e la sua azione di governo». Gli eventi di questa settimana, e il riferimento è al contenzioso sul lodo Mondadori e al processo Mills, «hanno allungato ombre» sulla prima. E, quanto alla seconda, gli stessi eventi «hanno distratto il governo dalle sue responsabilità», con «danni evidenti». Bocciata anche la politica estera, definita «eccentrica» per i rapporti con Putin, Gheddafi e , da ultimo, Lukashenko. La conclusione dell'Economist non ammette dubbi: chiunque fosse il successore, «l'Italia sarebbe migliore se il Cavaliere uscisse di scena».
omnia munda mundis

#1975
http://voglioscendere.go.ilcannocchiale.it/

Lo spettacolo degli arcoriani di militaresca osservanza che ogni sera faticano in tv è molto più nelle facce che nelle parole: le chiacchiere transitano, ma le facce restano. Quelle memorabili (tipo La Russa, Scajola, Alfano, Carfagna, Capezzone, Belpietro) sono le facce comandate, le facce addestrate a mettersi sull’attenti, a agire in pubblico per il bene privato del Cavaliere padrone dell’aria che respirano. Pronte a scuotersi in un no perpetuo quando dissentono. A vibrare di indignazione. A roteare con gli occhi. A flettere con le mandibole. A accendersi, spegnersi, sfiorire, mai dormire.

C’è la faccia bruegeliana di Alessandro Sallusti, il vice Feltri, che si carica di energia elettrica e manda bagliori di ostilità ai nemici. C’è il pallore di Ghedini che è luce di luna piena e di notti in bianco e di Codici talmente smontati in migliaia di viti e molle e bulloni che poi gli è impossibile rimontarli, poverino, ritrovandosi tutti i triangoli che sono diventati quadrati e viceversa..
C’è la faccia angelicata di Sandro Bondi. Un capolavoro del XIII secolo che trasfigura quando parla dell’amor suo perpetuo. Si illumina. Mentre riverberi d’avvento gli sbiancano le gote, gli occhi si assottigliano a fessure, un dolce sorriso trapela e l’animo gli diventa soffice come pan di spagna imbevuto di riconoscenza. Ma basta un poco di ostilità al suo beneamato drago, quando nell’aria cascano certi sostantivi come mafia, corruzione, processi, a scombussolargliela quella bella faccia levigata, a inasprirgliela come irrorata di limone o aceto.

Poi c’è quella di Bruno Vespa, la faccia/labirinto. Con i suoi solchi che convergono al Centro, si piegano in piccoli sorrisi che poi sgocciolano dietro le braccia conserte e lì spariscono. Andrebbe fatto il plastico di quella faccia con le doppie scale a risalire le guance, gli occhi sul pianerottolo, i fiori appassiti sul davanzale e l’orma del cadavere dell’informazione al centro della scena, tra il naso e l’immaginazione. Cadavere già rimosso, anzi prescritto.
omnia munda mundis

#1976
Tarak Ben Ammar
Che individuo. Amico di Craxi, amico di Berlusconi, amico degli israelinai, un bel mix. Non credo una parola delle cose che dice questo miliardario arabo traditore della sua cultura, visto che è un leccaculo dell'Europa dei milliardari.
:arrow:
Di Tarak, il Cavaliere si fida ciecamente. Al punto da affidargli la tessitura di rapporti internazionali con paesi come Iran, Iraq, Algeria e in generale il Maghreb dove l’Italia e, in modo particolare l’Eni, sono riusciti a ottenere commesse straordinarie sul fronte petrolifero totalmente precluse ad altri paesi, in modo particolare la Francia. Che “a differenza dell’Italia – sostiene da sempre Tarak – non ha mai chiesto scusa per il suo passato colonialista mentre io ho convinto Gheddafi che l’Italia faceva sul serio e adesso noi ci siamo, facciamo affari, e gli altri no”.
Pontiere politico, dunque, ma anche ministro degli esteri ombra questo imprenditore italo francese che il Cavaliere conobbe nell’83 a casa Craxi sulle coste tunisine; c’era anche Confalonieri e Tarak portò a cena un sacco di belle figliole diventando eroe della serata.
Oggi, quest’uomo gestisce un patrimonio economico enorme, è proprietario del più grande network televisivo per i paesi islamici (Nessma tv) e siede nel consiglio d’amministrazione di Telecom. Ma anche in quello di Mediobanca. E da quella sedia tiene sotto controllo parecchie cose, principalmente il mondo dell’editoria italiano. Ben Ammar, insomma, incarna uno dei poteri forti di questo paese, il suo.
Tarak ha dunque tentato di portare a casa un piatto ricchissimo per il Pdl: la riconciliazione con il cofondatore.
A quanto si apprende, Tarak non avrebbe registrato aperture significative da parte del presidente della Camera che ormai considera Berlusconi un uomo che “non ragiona” e “destabilizzato” dalle vicende giudiziarie e personali. Insomma, il rapporto tra Fini e Berlusconi è ormai compromesso. E più i falchi del Pdl gli daranno del traditore, più lui andrà per la sua strada, soprattutto sul biotestamento e il taglio delle tasse.
Il “pontiere” Tarak, insomma, stavolta non ce l’ha fatta. Berlusconi l’ha presa malissimo. Ed è tornato a pensare intensamente alle elezioni anticipate.

http://ilgiornalieri.blogspot.com/2009/ ... zione.html
omnia munda mundis

#1977
Lo slittamento del dibattimento a gennaio è dovuto alla decisione presa oggi dal collegio di giudici, presieduti da Francesca Vitale. Che hanno stabilito che è "'assolutamente legittimo'' l'impedimento presentato dal premier per l'udienza di oggi: il Consiglio dei ministri e l'inaugurazione di una tratta della Salerno-Reggio Calabria. ''La data dell'udienza odierna - ha detto in aula la Vitale - è stata comunicata alle parti solo il 27 novembre, e l'impegno di Silvio Berlusconi era stato preso prima di questa data''.

Il collegio, però, ha giudicato un impedimento valido solo il Consiglio dei ministri, e non l'impegno calabrese. Cosa che non è piaciuta all'avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini: "E' una grave intromissione - ha commentato - in quella che è la legittima attività istituzionale e politica del presidente del Consiglio". Ma il premier, a quella inaugurazione, oggi comunque non è andato.Ma Ghedini ha protestato anche su un altro punto. Dopo la lettura dell'ordinanza, l'avvocato-parlamentare ha presentato al tribunale un documento firmato dalla presidenza del Consiglio, nel quale è definita come ''impensabile'' l'ipotesi che ''il presidente del Consiglio debba impiegare ogni mese, tutti i lunedì e tutti i sabati per un totale di 8-10 giorni davanti all'autorità giudiziaria di Milano''. Letto il documento, Ghedini ha ribadito la ''massima disponibilità'' di Berlusconi a presentarsi in aula, ma ''in una logica di collaborazione'' tra imputato e tribunale. E, calendario alla mano, ha annunciato le prime due date senza impegni per il premier: il 13 e il 27 febbraio.


Il rappresentante della pubblica accusa, il pm Fabio De Pasquale, ha replicato sottolineando che ''ci sono tempi che devono essere certi rispetto alla prescrizione. O il processo verrà svolto in modo normale ma celere, o interverrà la prescrizione anche nel procedimento di primo grado. Occorre osservare il principio di efficienza dell'autorità giudiziaria''. Immediata la replica del giudice Vitale: ''La celerità è un principio che va osservato, ma che non può scontrarsi con i calendari già fissati. Sono impegnata in questo processo ma sono anche presidente di altri 5 collegi''.http://www.repubblica.it/2009/10/sezion ... -4dic.html
omnia munda mundis

#1978
Fini e il fattore E.T.



di Mario Ajello
Lo abbandonano gli ex camerati di partito, ma lui non sembra curarsene. Silvio lo odia e lo disprezza, ma lui fa spallucce e tira avanti, tutto contento.

Non c'è ministro in carica, compresi quelli di An, che non lo critichino ma Fini resta imperturbabile. Gli vogliono togliere la poltrona di presidente della Camera e distruggerlo politicamente, ma lui non smette di sorridere, di attaccare, di sfoggiare la sua sicurezza e la sua tranquillità dall'alto delle quali sferra ogni giorno un nuovo affondo, lancia quotidianamente una nuova polemica, apre di continuo una nuovo fronte di battaglia.

Fini così appare: cocciutissimo e pacatissimo, anche se sta sull'orlo del baratro e tutti vogliono buttarlo giù di sotto. Ma allora è matto? No, è innamorato. I pochi amici veri che gli sono restati accanto descrivono Gianfranco come uno che sta in totale estasi da innamoramento. E questa forza - chiamiamolo il Fattore E.T.: da Elisabetta Tulliani, la fidanzata che gli ha dato due figlie e tanti pannolini da cambiare: «Pulire il sederino ai bimbi non è né di destra né di sinistra, ma un semplice gesto quotidiano», dice lui - è quella che spinge Fini a spingersi, con beatitudine, con leggerezza, se non addirittura con incoscienza, dove mai avrebbe potuto pensare di riuscire ad arrivare: alla sfida contro Re Silvio. Il quale è imbufalito, schiuma rabbia, spara rancore, grida incredulo: «Ma quello come si permette?!?!».

Chiedesse a E.T., perché sono sempre le donne - vedi il caso Veronica - a far perdere la trebisonda al Cavaliere e a minare il suo potere forte davanti a tutto e a tutti, ma di colpo fragilissimo se c'è un amore o un amore tradito.

:wink:
omnia munda mundis

#1979
Come dovevasi dimostrare, gli spalatori di letame dei giornali di regime, Libero e Il Giornale, hanno detto, in riferimento alla manifestazione di ieri, che i partecipanti erano solo 90.000 (mentre amici che hanno partecipato mi hanno detto che se non erano un milione, almeno cinque/seicentomila erano), e soprattutto che i partecipanti erano amici di Spatuzza. Se il "popolo viola" era amico di Spatuzza, chi la mafia la sostiene e dalla mafia riceve appoggi e voti come va definito?
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#1980
loremir77 ha scritto:perchè la gente... la maggior parte della gente... ormai c'ha il cervello in pappa.
ci sarà chi lo vota consapevolmente.. perchè convinto (non sono d'accordo ma ognuno vota chi vuole... )
ma tanti lo votano per completa ignoranza, perchè ha i soldi, ha il potere, ha le donne, perchè alla tele dicono che si sacrifica per noi, e perchè in tanti vorrebbero essere al suo posto..
o forse, tanti lo votano perchè vedono dall'altra parte un'alternativa anche più grama, sono convinti che la c*a*c*c*@ puzzi meno della m*e*r*d*@...
pia illusione perchè entrambe puzzano alla stessa maniera...
e chissà com'e' che tutti sono convinti che chi vota l'altro (chiunque sia l'altro) abbia il cervello in pappa...
è possibile trovare soddisfazione in piaceri visivi che non sono complicati da teorie (P.C.Johnson)
Non discuto più con gli stupidi, prima ti trascinano al loro livello, poi ti battono per esperienza :)