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Classici del design: lampada Tizio

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La Tizio è una lampada da scrivania nota in tutto il mondo, innovativa ed inimitabile ancor oggi, progettata dal tedesco Richard Sapper tra '70/71 e prodotta in milioni di esemplari dal 1972 sino ad ora, frutto delle indicazioni di Sergio Mazza ed Ernesto Gismondi (designers e fondatori della Artemide) e del rapporto profondo e proficuo del designer bavarese con Marco Zanuso.
Evocano le discussioni sulla commissione da parte della Artemide le parole di Sapper: '..volevo una lampada da disegno che avesse un ampio raggio di movimento e che, nonostante questa caratteristica, fosse poco ingombrante..'
La lampada all'epoca si presentò già come un oggetto hi-tech ante-litteram, che sconvolgeva e rendeva obsolete tutti i modelli precedenti di lampade da studio a molla, derivate da archetipi come la Anglepoise e quella a bracci di Jacobsen (sotto) progettate molto tempo prima ma che negli anni '70 popolavano ancora in gran numero scrivanie e tavoli da lavoro.
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La Tizio è una lampada a bracci solo apparentemente semplice.
Dal punto di vista costruttivo rivela la filosofia ingegneristica e meticolosa di Sapper: essa si compone moltissimi pezzi, più di un centinaio, tutti applicati a pressione e senza viti.
In caso di caduta, gli attacchi si staccano invece di rompersi e possono essere rimessi al loro posto.
La struttura della lampada è progettata con estrema pulizia ma cela una tecnologia all'avanguardia: i bracci sono realizzati in metallo con un leggerissimo rivestimento in nylon rafforzato con fibra di vetro. Inoltre i bracci svolgono anche la funzione di conduttore a basso voltaggio, eliminando il fastidioso passaggio del cavo elettrico tra lampadina e base.
Il sistema dei contrappesi poi rappresenta uno dei punti di partenza della ricerca di Sapper che differenziano la Tizio dalle altre lampade: tiranti e non bilancieri ne molle sarà l'altra soluzione della successiva Tolomeo sempre di Artemide, dell'86, di cui si riparlerà in una scheda successiva.
Ancora il tedesco: '..lampade da lavoro con bracci erano sempre esistite, ma secondo me avevano sempre avuto dei problemi. Era essenziale un grande raggio d'azione e allora ho pensato di studiare un sistema di bracci controbilanciati; per questo avevo bisogno di due ordini di bracci, uno primario, l'altro secondario. Si trattava di una catena di sistemi di equilibrio dove si moltiplicavano continuamente dei pesi e per avere alla fine un peso totale della lampada accettabile dovevo fare un riflettore piccolissimo..'
Insomma, rispetto a tutte le lampade dell'epoca Sapper ripensa in modo sostanziale i principi base della lampada da tavolo, ideando un modello tecnologico, esile, leggero, abbastanza maneggevole, pulito, senza cioè l'obbrobrio estetico delle molle, dei cavi elettrici e sopratutto senza il fastidio d'esser abbagliati dalla lampadina ad incandescenza utilizzando tra i primi la tecnologia alogena che miniaturizza la sorgente. Infine la tecnologia del basso voltaggio, che 'mette in sicurezza' tutta la lampada, racchiudendo il trasformatore nella base cilindrica rotante.
L'emissione è concentrata ma efficace, e può essere direzionata ovunque, grazie anche alle dimensioni ridottissime della 'testa'.
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Sul 76enne Richard Sapper, cosa dire se non che come designer ha disegnato più di 200 prodotti di ogni genere dei quali ben 20 sono stati premiati dal Compasso d'oro ed altrettanti dal Red Dot. Da buon tedesco, Sapper è pragmatico, a-dogmatico, razionale, sempre teso alla funzionalità del progetto pur mantenendo un'eleganza essenziale. La sua vera formazione inizia a Milano, nel 1957, prima da Giò Ponti e poi nello studio di Marco Zanuso - il sodalizio 'della vita' - con cui progetta radio e televisioni per la Brionvega (indimenticabili i tv compatti Doney, Algol, Black, la radio TS-502, tutti commercializzati con grande successo dalla metà degli anni '60 ad oggi), il progenitore degli attuali telefoni cellulari e Star-Tac Grillo per la Siemens, e poi mobili, lampade e molto altro. E' consulente nel centro stile Fiat e poi in Pirelli, in seguito per la IBM (suo il primo laptop Thinkpad). Ma la grande popolarità la ottiene grazie ad una serie di prodotti per la casa progettati per la Alessi verso la fine degli anni '70, oggetti innovativi e di grande riscontro. Il suo nome compare anche nella storica mostra del 1972 Italy: The new domestic landscape al MOMA che evidenzia l'anomalia, felice, del design italiano, in tutto il mondo, dove presentò dei prodotti per ragazzi per Kartell.
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Ultima modifica di lot il 14/01/16 19:01, modificato 5 volte in totale.

#2
davvero una svolta fondamentale nella storia dell'illuminazione domestica e lavorativa, ciò che è cambiato nel frattempo è al limite la politica dei consumi e dell'usabilità del fascio di luce :D

#3
alexspecial ha scritto:davvero una svolta fondamentale nella storia dell'illuminazione domestica e lavorativa, ciò che è cambiato nel frattempo è al limite la politica dei consumi e dell'usabilità del fascio di luce :D
Oppos.. m'era sfuggito il tuo commento Alex: verissimo.. :wink:

#4
quando mi laureai commisi la follia di preferire come regalo la "forte braccio" alla tizio.

troppo scema.
“Good design isn't just good business, it's a moral obligation.” D.J. De Pree

#5
perriand ha scritto:quando mi laureai commisi la follia di preferire come regalo la "forte braccio" alla tizio.

troppo scema.
Bon.., dai.. E' bella comunque anche la lampada della Luceplan, anche se non ha la stessa evidenza rivoluzionaria della Tizio,;
ma delle innovazioni tecniche ci sono (legate ai materiali se ben ricordo), sopratutto quando al progetto collaborano una coppia come Rizzatto e Meda.. :roll: