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#2326
cyberjack ha scritto:
fede65 ha scritto:ottimo lavoro part-time (vedi caso sono quasi tutte donne!!)
scusa, commento solo questo: L'insegnamento è un lavoro STORICAMENTE femminile, in quanto la donna è sempre stata vista più predisposta all'educazione dei bambini rispetto all'uomo. Anche nelle lavanderie lavorano prevalentemente donne... ma non perchè sia un lavoro part-time o più leggero, semplicemente perchè "storicamente" femminile.
Quando andavo a scuola io (certo parliamo di parecchi decenni orsono :( )
c'erano parecchi insegnanti uomini, forse perchè erano anni in cui nella società essere un insegnante era motivo di prestigio.
Non ho nulla in contrario al lavoro part-time anzi sono sempre stata contraria alla scuola a tempo pieno, però vorrei che quelle quattro - cinque ore di studio fossero svolte seriamente.
La sensazione è che per molti insegnanti questa sia invece l'unica motivazione nella scelta della professione.
FEDE65

#2327
elemauli ha scritto: A casa se si lavora in un certo modo, c'è la preparazione delle attività, la correzione dei compiti (io ho 150 alunni), incontri con specialisti, collegi docenti, incontri con i genitori,interclasse ecc...non arriviamo a fare 40 ore alla settimana certo...però vi assicuro che si va ben oltre a quelle contrattuali.
Bisognerebbe però dire che sono ben pochi quelli che "lavorano in certo modo".
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Casa Spozilli

#2328
questo l'ho già sottolineato :lol: 8)
Per quanto riguarda lo stipendio, non ho problemi a dire (tanto è scritto ovunque) che io guadagno 1200 euro, esattamente come i non laureati, non credo che sia tanto :roll: considerando la responsabilità che abbiamo non solo sul piano formativo. Non mi permetto di fare confronti con l'estero perchè non so quale sia il carico di lavoro.
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Arrivo pupa

#2329
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplR ... =&sezione=
Il presidente del Consiglio era così fiero del risultato che annunciò l’intenzione di estendere la dottrina-Bertolaso ad altre emergenze
Non soltanto perché Guido Bertolaso è bravo e concreto, ma soprattutto perché gode di strumenti unici: gli è permesso di affidare i lavori con trattativa privata, senza logorarsi nelle procedure solite della gara pubblica (bando di concorso, pubblicazione su Gazzetta ufficiale, presentazione dei progetti...). Sono poteri eccezionali, quasi incontrollabili, proprio perché, nell’emergenza, l’immediatezza del risultato è fondamentale.
omnia munda mundis

#2330
chojin ha scritto:
Bisognerebbe però dire che sono ben pochi quelli che "lavorano in certo modo".
... capisco la verve polemica, ma siamo sicuri che non ci sia un po' di esagerazione?
Io credo che molti insegnanti siano davvero avviliti da tutto questo parlare di "fannulloni" "incompetenti" ecc...

Di incompetenti o lavativi i miei figli ne hanno incontrati alcuni, ma la maggior parte erano (sono) persone in gamba, con voglia di fare e anzi davano alla scuola molto piu' di quanto si meriterebbe... E lo facevano per i ragazzi, non certo per i genitori o per il preside o il ministro.

#2331
gebo* ha scritto:
chojin ha scritto:
Bisognerebbe però dire che sono ben pochi quelli che "lavorano in certo modo".
...

Di incompetenti o lavativi i miei figli ne hanno incontrati alcuni, ma la maggior parte erano (sono) persone in gamba, con voglia di fare e anzi davano alla scuola molto piu' di quanto si meriterebbe... E lo facevano per i ragazzi, non certo per i genitori o per il preside o il ministro.
Questo è più che sicuro 8)
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Arrivo pupa

#2332
http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... e-2327127/
IL COMMENTO
Gli uomini del cavaliere
di CURZIO MALTESE

Passato l'effetto statuina, è ripreso il declino di Silvio Berlusconi. In un clima da fine della seconda repubblica, ogni giorno scoppia uno scandalo che tocca sempre più da vicino il cuore del potere di Palazzo Chigi. Ieri Guido Bertolaso, il potente capo della Protezione civile, forse l'unico successore che Berlusconi abbia mai avuto in mente. Oggi Denis Verdini, il coordinatore del partito, indagato per corruzione e protagonista di mille intercettazioni.

Inutile aggiungere che in un paese normale, come pure nell'Italia prima di Berlusconi, ci sarebbero già state raffiche di dimissioni. Qui il premier nega o minimizza. Continua a dipingere come un martire Bertolaso, la cui evidente intimità con l'imprenditore Anemone, escort o non escort, dovrebbe bastare per liquidarne la parabola. Riduce le storie di tangenti a ruberie di "piccole volpi nel pollaio", come faceva Bettino Craxi a proposito del "mariuolo" Chiesa. Sembra sicuro, il Cavaliere, che nessuno scandalo potrà bucare il muro di gomma, quel perenne stato di eccezione che circonda il potere berlusconiano, costruito in anni e anni di egemonia mediatica. Molte volte ha avuto ragione. Ma ora forse si sbaglia. Come fu per Mani Pulite, sul banco degli imputati non si trovano soltanto nomi eccellenti, pezzi di nomenclatura, ma un intero sistema.
Due italiani su tre, secondo un sondaggio di Sky, pensano che siamo di fronte a una nuova Tangentopoli. La suggestione del parallelo non può nascondere le profonde differenze. L'Italia e gli italiani, anzitutto, non sono più quelli. Ora sono assai più rassegnati e cinici, molto meno informati. I telegiornali dell'epoca esaltavano i magistrati inquirenti come eroi, questi li perseguitano come nemici del popolo.
Sono cambiati i protagonisti degli scandali, l'antropologia dei nuovi ladri. Quelli alla fine rubavano, o almeno cominciavano a rubare, per far politica. Questi fanno politica per poter rubare. Ha ragione Gianfranco Fini, non prendono per il partito, ma per se stessi. Al massimo per la combriccola, il quartierino, la banda. La corte dei miracoli di Berlusconi appare, alla luce delle intercettazioni, come un crogiuolo di cortili d'affari. Rubano in maniera sgangherata e ostentata, continuano a vantarsene al telefono da veri imbecilli, intascano mazzette in favore di videocamera. E rubano molto di più. Ai tempi di Tangentopoli la Corte dei Conti stimava la "tassa della corruzione" in cinque miliardi di euro attuali. Oggi siamo a sette, otto volte tanto.
Ma sono cose che tutti sappiamo, come si sapevano alla vigilia di Mani Pulite. Che cosa allora aveva fatto scoppiare la bolla? La stessa miscela che si sta riformando adesso. Da un lato la stanchezza e la sfiducia della maggioranza degli italiani in una classe dirigente non solo corrotta, ma decrepita. Non si riesce a immaginare un futuro per il Paese con Berlusconi, come non se ne immaginava più uno con Andreotti, Craxi e Forlani diciotto anni fa. Dall'altro i morsi di una crisi economica ancora più feroce di quella dei primi Novanta, che rende ormai insostenibile la sovrattassa della corruzione per milioni di cittadini e per migliaia di imprenditori. E' questa combinazione chimica di senso comune, contingenza economica e voglia di futuro che può scatenare la tempesta finale sul sistema.
omnia munda mundis

#2333
http://ilcentro.gelocal.it/dettaglio/articolo/1861845
Invece, dalle intercettazioni, sta emergendo che gli “sciacalli” - come vengono ormai definiti assimilandoli a coloro che sono andati a rubare nelle case semicrollate - sono giunti in forze anche all’Aquila.
Uno degli indagati, tal Piscicelli, che solo due giorni fa si era affrettato a scusarsi per quella frase «alle tre e mezza del sei aprile io nel letto ridevo», appena tre giorni dopo il terremoto si felicitava con se stesso perché già gli erano stati chiesti - non si comprende bene da chi - «sei scavatori e 20 camion» e che «adesso, lì, ci fanno carne da porco». Questi personaggi non hanno tradito solo noi “poveracci” terremotati, ma hanno tradito soprattutto quelle migliaia di persone che sono arrivate fra noi in quelle ore senza chiedere nulla in cambio.

Due giorni fa, a Castellammare di Stabia, ho incontrato un giovane sacerdote, don Pasquale, che il sei aprile non si è messo a ridere ma ha raccolto viveri e beni di prima necessità, ha mobilitato una ventina di suoi compaesani e si è posto al servizio di chi in quel momento era nudo - dentro e fuori - e addolorato. Come “compenso” ha chiesto amicizia. Ma non ci sono soltanto ruspe e camion. Dalle carte dell’inchiesta esce anche un’altra clamorosa novità. Una delle ditte coinvolte nell’indagine della Procura di Firenze, la Btp, ha ottenuto all’Aquila, attraverso un consorzio con altre imprese, appalti per la costruzione di musp, che tradotto significa strutture antismiche per ospitare le scuole. E’ chiaro che oggi non si può affermare che quegli appalti siano stati ottenuti in maniera illegale.


Saranno i magistrati ai vari livelli a stabilirlo. Ma il dubbio che sulla tragedia di famiglie distrutte e di comunità disperse, c’è chi ha tentato di speculare resta forte. Gli “sciacalli” ora rischiano di fare un danno doppio all’Aquila. La ricostruzione del capoluogo d’Abruzzo non è ancora iniziata.

Domenica scorsa centinaia di persone sono entrate a forza nella zona rossa, cuore del centro storico dell’Aquila, sono salite sulle macerie e hanno gridato: rivogliamo la nostra città. Una poetessa aquilana e animatrice di un comitato cittadino, Patrizia Tocci, ha scritto: «Soffro a vedere erbacce crescere ovunque, immondizia accatastata nei vicoli, macerie nelle piazze, odori maleodoranti che sembrano zaffate di morte». Ecco il rischio: dopo gli sciacalli potrebbero arrivare gli avvoltoi.
(17 febbraio 2010)
omnia munda mundis

#2334
Ballarò contro tutti
Resistenti a tutto (cioè al nulla del Festival) gli spettatori di Ballarò, in 3 milioni e mezzo, sono rimasti ad ascoltare l’autodifesa di Bertolaso. Il quale si è mostrato incredibilmente sicuro di sé di fronte allo scempio provocato, se non direttamente da lui, dai suoi più stretti collaboratori. Motivo più che sufficiente per dimettersi e non per dare dimissioni per finta. Bertolaso però è tanto abituato a comandare in solitaria che crede di essere il rass del quartiere Italia in demolizione. Un Paese in cui, come abbiamo visto con terrore in tv, ormai si muovono addirittura le montagne. E non per andare da Maometto, ma per trascinare le case dei più poveri; perché i più ricchi sono i costruttori o quelli che li hanno lasciati costruire. Comunque, dobbiamo un ringraziamento al collega di Farefuturo Filippo Rossi, che ieri ad Omnibus, ha fatto notare come Berlusconi da solo non raccolga più del 25-30 % dei voti. Per amor di patria, meglio ricordarlo sempre.
L'Unità
:wink:
omnia munda mundis

#2335
I silenzi del premier
di EZIO MAURO

Sarebbe bene che il Presidente del Consiglio uscisse dall'imbarazzo del suo silenzio ogni giorno più grave per dire la verità sullo scandalo della Protezione Civile davanti al Parlamento e al Paese, assumendosi una responsabilità politica che a questo punto lo riguarda direttamente insieme con il dominus di Palazzo Chigi, Gianni Letta. Non c'è più soltanto la gelatina di Stato di una corruzione che scambia appalti con favori, lucrando sulle deroghe dalla legge e dai controlli previste per l'emergenza. Qui si profila un sistema che riduce lo Stato a partner delle imprese costruttrici, trasformando le sciagure nazionali in "torta" miliardaria e garantita. Con la presenza della camorra e con i soliti miserabili parassiti pubblici di contorno, funzionari, magistrati, dirigenti, grand commis e persino un giudice della Consulta.

Tutto ciò, purtroppo, riguarda anche il disastro dell'Aquila come rivelano le carte processuali. Un disastro scelto come teatro spettacolare del leaderismo carismatico e populista che interpreta le emozioni nazionali riscattandole nell'ideologia "del fare". Ecco cosa nasconde quel "fare". Un sistema di abusi di Stato, garantito direttamente da Palazzo Chigi, che genera extra legem la corruzione, se non ne fa parte, sulla pelle delle popolazioni colpite dalla sciagura. Oggi, in questo quadro, si capiscono le risate degli impresari, la notte del terremoto: sapevano che questo modo politico di "fare" li garantiva, nonostante l'improvvida smentita di Letta.

La deroga permanente della Protezione Civile rappresenta il prototipo di un modello di potere, di governo e di istituzioni che il premier prepara per se stesso: oggi quel modello precipita nella vergogna. L'uomo del "fare" non può più tacere. Lo scandalo Bertolaso è ormai lo scandalo Berlusconi.
omnia munda mundis

#2336
Grande frustrazione del Cavaliere. Vorrebbe sbloccare la legge sulle intercettazioni e mettere il coperchio sulla nuova Tangentopoli, ma non ci riesce. Esattamente come gli piacerebbe inviare un segnale forte all’Italia sofferente, con un piano per il Sud, un altro per l’occupazione, però mancano i soldi. Che rabbia. Come un pugile stretto nell’angolo, Berlusconi rischia di incassare i cazzotti della magistratura, dell’opposizione che con Bersani si fa coraggio («Accettiamo la sfida nazionale del Cavaliere, il vento sta girando») senza restituire un colpo. Il premier riunisce a Palazzo Grazioli i suoi ministri economici, Fitto e Scajola gareggiano nelle proposte per dare lustro al governo e guadagnare un po’ di voti nelle Regioni in bilico, Tremonti inflessibile gela tutti, premier compreso: «Non ce lo possiamo permettere, guai ad abbassare la guardia, ci si rende conto di cosa sta succedendo in Europa?». Muso lungo del Capo con il suo «guru» economico.
Per ora, grande lavata di capo del premier alla Carfagna, da lui fatta ministro ma colta in adorazione del presidente della Camera (vedi intervista per il settimanale «A» dove lei confida che «lo stimo da sempre e, prima di aderire a Forza Italia, ho votato Msi e An perché mi riconoscevo in Fini»). Detta in questo momento suona come un «si salvi chi può».http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp
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#2337
http://www.unita.it/news/italia/95306/l ... interventi
L’architetto Antonio Perrotti, dirigente della regione Abruzzo ha calcolato che se all’Aquila si fosse scelto di sistemare tutti gli sfollati in questi tipi di alloggi a quest’ora sarebbero già tutti dentro i MAP e i MAR, e si sarebbe speso la metà di quello che si è speso. E invece sono ancora 10.028 gli «aquilani perduti», dispersi tra gli alberghi della costa, negli appartamenti affittati, i più fortunati nelle seconde case. Ed è del tutto evidente che è dal loro ritorno che dipende il futuro dell’Aquila. E qui entriamo nel capitolo dolente della ricostruzione: a quasi un anno dal terremoto non è stata ancora emanata l’ordinanza per la ricostruzione del centro storico e a parte qualche puntellamento niente è stato fatto dentro la città dell’Aquila. Anche se sono centinaia, come vi faremo vedere, le abitazioni che con poca spesa sarebbero potute essere oggi abitabili. Per quanto riguarda invece le case che sono fuori della zona rossa, per colpa di ordinanze contraddittorie e di una farraginosa macchina burocratica, la gran parte dei cittadini sta ancora aspettando la risposta alle richieste di finanziamento e di fatto i lavori non sono ancora cominciati. Infine mancano i soldi per sostenere l’economia aquilana: non è stato varato un piano di sostegno al commercio e neanche alla piccola e media industria. La battaglia per far tornare le persone e tenerle attaccate alla loro città, la battaglia per far rivivere l’Aquila è ancora tutta da cominciare.
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#2338
Le telefonate con Balducci: e alla fine via libera all’affare Tutor in autostrada

Paolo Berlusconi ha ottenuto quello che desiderava dalla "cricca" che governava la Protezione Civile. Non solo quando chiedeva la nomina di un architetto amico ma anche quando premeva per l’autorizzazione di un apparecchio che schiude un mercato che vale milioni di euro. Stiamo parlando del Tutor, l’odioso sistema di rilevazione della velocità automobilistica, che costa molti soldi agli automobilisti indisciplinati ma salva molte vite. Finora l’unico sistema esistente è il Sicve della Autostrade Spa dei Benetton, installato su 1.500 chilometri di autostrade. Restano fuori 500 chilometri di rete più il grande mercato delle statali, provinciali e superstrade dove oggi regna incontrastato l’Autovelox. Le società che producono e offrono questi apparecchi in affitto ai comuni e agli altri enti pubblici guadagnano milioni di euro fatturando una percentuale delle multe.
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... le=2442470
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#2339
privatizzazioni senza mercato
La selva oscura delle procedure
privatizzazioni senza mercato

La selva oscura delle procedure


Le vicende giudiziarie della Protezione civile dovrebbero far riflettere classe politica e media sullo stato di salute della nostra Pubblica amministrazione. Ma nessuno ne parla. Non ne ha interesse la classe politica perché — quale che sia il colore — ne trae beneficio. Le «privatizzazioni» degli Enti pubblici locali produttori di servizi e beni collettivi le hanno consentito di trasferire alle proprie clientele periferiche la collusione fra politica ed economia dalla quale ricavare consenso e finanziamenti. Non ne sono interessati i media perché poco propensi a occuparsi dei rapporti tra Pubblica amministrazione e cittadino. A parlarne, inascoltato, è quasi solo Dino Cofrancesco, docente di Diritto amministrativo e urbanistico all’Università di Genova. Uno dei pochi liberali in circolazione.

http://www.corriere.it/editoriali/10_fe ... aabe.shtml
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#2340
Berlusconi deve trovare un antidoto alla degenerazione cortigiana
Il Cav. si è arrabbiato. Ha visto le veline contro il suo coordinatore Verdini, di chiara fabbricazione interna. Ha preso cappello. Si è offeso, e sabato ha dettato una smentita, con tanto di rimprovero a un pezzo della sua corte o del suo staff: qui non sono i giornali a inventarsi tutto, c’è qualcuno che li imbecca, e a forza di guerricciole interne finisce che perdiamo le elezioni regionali.
http://www.ilfoglio.it/
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