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#2491
chojin ha scritto:Io vorrei conoscerne uno (che non sia un criminale o un politico... e spesso le accezioni coincidono) che effettivamente teme di essere intercettato.
effettivamente....

in ogni caso, il più grande favore a berlusconi gliel'hanno fatto quei 4 giudici deficenti che si sono autoincaricati di toglierlo di mezzo con alcune inchieste pretestuose...

ora può lamentarsi di essere un perseguitato e far apparire tutte le inchieste che lo riguardano (anche quelle che avrebbero un fondamento) come strumentalzzazioni politiche...

la miopia di certa gente è imbarazzante, specie se si pensa che a loro è deputata l'amministrazione della giustizia in questo paese...

ormai, l'unica cosa che può salvarci è un reset totale di partiti e amministrazioni pubbliche, purtroppo irrealizzabile...
è possibile trovare soddisfazione in piaceri visivi che non sono complicati da teorie (P.C.Johnson)
Non discuto più con gli stupidi, prima ti trascinano al loro livello, poi ti battono per esperienza :)

#2492
chiaretta ha scritto: ciò detto... please, chi mi riposta il link all'articolo del fatto quotidiano (di ieri, credo) in cui si spiega a cosa servono gli ispettori ministeriali inviati nelle procure? kimi?
Qualche volta passo ancora di qui:lol:

Ciò premesso, forse ti riferisci a questo articolo, in cui Bruno Tinti (magistrato) smonta a pezzi l'affermazione di Alfano (che ha detto "L’inchiesta di Trani, il cui contenuto non conosco nel merito, evidenzia almeno tre gravissime patologie che sono chiare anche allo studente che affronta all’università l’esame di Procedura penale...") e la pratica intimidatoria e inopportuna di mandare gli ispettori ogni volta che qualcuno indaga su Berlusconi

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... le=2456930


P.S. Ieri sera da Serena Dandini ho rivisto l'intervista a Eugenio Scalfari.... che dire se non che Scalfari oltre che leggerlo l'ascolto sempre con estremo piacere?
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#2494
Per questo occorre essere molto prudenti - in queste ore segnate dal ritorno nel dibattito pubblico di molteplici e trasversali annunci sul declino del berlusconismo - a non confondere il destino del Pdl e quello del suo leader naturale. Solo il primo appare già segnato. E nel tracollo del Pdl il ruolo di Fini, capace di attirare attenzione mediatica e di rinverdire la classica epica dei duellanti, ha una valenza più simbolica che fattuale rispetto ad altri fattori di crisi.

La nuova ondata leghista, per esempio. In Veneto il pronostico elettorale vuole una Lega capace di surclassare di svariati punti percentuali il Pdl e di eroderne i consensi anche in altre regioni come il Piemonte, dove Berlusconi ha gentilmente concesso a Bossi una seconda candidatura di bandiera. Il Veneto non è una regione qualunque. Con la Lombardia e la Sicilia rappresenta il cuore della constituency berlusconiana, i territori che non hanno mai tradito nemmeno nei momenti peggiori.

Ma s'avanza pure un leghismo meridionale, anch'esso letale per il Pdl. Il partito siculo è dimezzato dalla diaspora guidata da Gianfranco Micchiché. Nel resto del Mezzogiorno non si segnalano scissioni, ma le sorti del centrodestra alle imminenti regionali sono affidate in Calabria a un ex An in odore di finismo come Scopelliti (l'unico certo della vittoria), in Puglia a un oscuro quadro locale, Rocco Palese, perfidamente ribattezzato «Rocco chi?» dal Cavaliere, in Campania all'onesto ex segretario del Nuovo Psi, Stefano Caldoro, candidato sulle macerie del caso Cosentino e protagonista di una campagna claudicante in una regione dove il centrodestra avrebbe i numeri per vincere sul velluto. Può il Pdl uscire rilanciato con queste premesse? Ma soprattutto è lecito chiedersi: Berlusconi ha subìto questo scenario o lo ha in qualche modo avallato?

Sostengono i maliziosi che il Cavaliere avrebbe scientemente offerto la ribalta nordista al Carroccio per mortificare il suo partito e costruire le condizioni per smarcarsene dopo il voto. Veleni di Palazzo, ribattono i fedelissimi, ma è un fatto che l'avanzata leghista nuoce al Pdl, non a Berlusconi: da Bossi non teme imboscate per la leadership e sa di poter contare sul sostegno delle camicie verdi per lo sviluppo di nuove ingegnerie di coalizione. E sempre i bene informati rilanciano che Berlusconi non sarebbe del tutto estraneo alle fibrillazioni sudiste: nel nuovo predellino ci sarebbe grande spazio per i ras meridionali.
http://www.ilriformista.it/stories/Prim ... na/191507/
omnia munda mundis

#2495
Forzisti un disastro estetico
Suggeriamo a Minzolini, per il suo comparto "censured", di affrontare il seguente quesito: come mai i berluscones maschi sono tanto sgradevoli in tv? Eppure si sa quanto ci tenga il capo ad avere attorno gente ben messa. Lui si è sottoposto perfino alla tortura del rinfoltimento e dei tacchi alti, nonché alle tinture, al fondotinta che cola e a tutto quanto fa Wanda Osiris. E invece i sottoposti si mostrano tutti così poco inclini al sacrificio fisico. Lasciamo perdere i leghisti, che sono di un altro partito e poi sono celtici. Lasciamo perdere pure gli ex di An, che non sono ancora ben fusi (e già quasi sfusi). Consideriamo solo gli ex forzisti: le donne tutte graziosissime; gli uomini (a parte Tremonti che è ancora un bel bocconcino), un disastro. Un maschilista potrebbe dire che le signore sono state scelte solo per la bellezza e per questo lavorano peggio degli uomini. Ma, in coscienza, è impossibile che le donne facciano peggio di Bondi: è solo che sono più carine.
Unita'
omnia munda mundis

#2496
ccd ha scritto:
in ogni caso, il più grande favore a berlusconi gliel'hanno fatto quei 4 giudici deficenti che si sono autoincaricati di toglierlo di mezzo con alcune inchieste pretestuose...

ora può lamentarsi di essere un perseguitato e far apparire tutte le inchieste che lo riguardano (anche quelle che avrebbero un fondamento) come strumentalzzazioni politiche...

Io sinceramnete di inchieste pretestuose ne ho visto poche. Se mi dici che alcuni giudici hanno deciso di indagare sul Banana per motivi politici, posso anche crederci. Ma quello che poi hanno trovato non era affatto pretestuoso.
E' che Berlusconi, nel gestire le sue vicende giudiziarie è stato un GENIO.
Da una parte, ha fatto DI TUTTO per non essere processato e/o condanato (legittimo impedimento, lodo alfano, loso schifani, ha abbreviato la prescrizione con la legge cirielli, ha cancellato reati che aveva commesso come il falso in bilancio...).
Dall'altra, ha cominciato il piagnisteo dei giudici che ce l'hanno con lui, che sono politicizzati, che sono in mano alla sinistra, che sono ostaggio di di pietro... E gli Italiani, che fondamentalmente sono gli stessi cazzoni che applaudivano Mussolini, giù a bersi ogni palla che ha raccontato in questi anni.
Io non ce l'ho tanto con lui, quanto con chi lo vota, con chi gli crede, con chi gira la testa dall'altra parte, con chi è connivente.
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Casa Spozilli

#2497
chojin ha scritto: Io sinceramnete di inchieste pretestuose ne ho visto poche. Se mi dici che alcuni giudici hanno deciso di indagare sul Banana per motivi politici, posso anche crederci. Ma quello che poi hanno trovato non era affatto pretestuoso.E' che Berlusconi, nel gestire le sue vicende giudiziarie è stato un GENIO.

Dall'altra, ha cominciato il piagnisteo dei giudici che ce l'hanno con lui, che sono politicizzati, che sono in mano alla sinistra, che sono ostaggio di di pietro... E gli Italiani, che fondamentalmente sono gli stessi cazzoni che applaudivano Mussolini, giù a bersi ogni palla che ha raccontato in questi anni.
Io non ce l'ho tanto con lui, quanto con chi lo vota, con chi gli crede, con chi gira la testa dall'altra parte, con chi è connivente.
piu' che genio....io direi abile nel "comprarsi tutto e/o tutti"...opposizione inclusa e forse pure PdR?? tra 20 anni sapremo come e perchè ci è riuscito.... :wink:
omnia munda mundis

#2498
Terapia Belpietro. Il simpatico Via col Mento ritiene che il problema non sia il concerto del premier e dei sottostanti direttorissimi e arbitri venduti contro la libertà d’informazione, ma il fatto che un pm l’abbia scoperto: “Qualsiasi ufficio periferico della giustizia è in grado, se vuole, di ascoltare tutto ciò che dice il capo del governo. In nessun Paese normale il capo del governo può essere registrato a sua insaputa da un maresciallo su ordine di un pm”. SSecondo lui, all’estero i marescialli, prima d’intercettare il capo del governo, lo avvertono per sapere se abbia nulla in contrario (sono furbi, i marescialli, all’estero). trano che Belpietro non l’abbia scritto due anni fa, quando pubblicò a puntate su Panorama le telefonate del premier Prodi intercettate da un ufficio periferico della giustizia, quello di Trento. Forse perché allora Prodi disse “pubblicate tutto, non ho nulla da nascondere, e guai se usate questa vicenda per una legge anti-intercettazioni”. E fu chiaro a tutti ciò che lorsignori fingono di ignorare: se un parlamentare viene intercettato, non è perché sia sotto controllo il suo telefono, ma quello di un poco di buono che parla con lui. Male non fare, paura non avere. Terapia Battista. Il popolare Cerchiobattista potrebbe scusarsi per aver ripetuto che la tv non sposta voti e prendere atto che, se il Banana si dedica da 15 anni a epurare i giornalisti liberi, un motivo ci sarà. Invece distribuisce equamente le colpe. Colpevole il premier epuratore che “scavalca una frontiera di opportunità e di stile” e desta “preoccupazione” (gliele ha cantate chiare). Ma colpevole pure il pm che l’ha scoperto: “Non è chiara la competenza di Trani su fatti accaduti fuori dal suo territorio”. Se, puta caso, un pm di Trani indagando su un furto di bestiame a Trani scopre che un pastore sta per ammazzare la moglie a Bisceglie, deve interrompere le intercettazioni e passare subito il fascicolo a Bisceglie. Così, mentre le carte sono in viaggio, il delitto si compie. La competenza è salva, la signora un po’ meno.

da Il Fatto Quotidiano del 14 marzo 2010

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... le=2456006
omnia munda mundis

#2499
Il direttore del Tg1 tiene a informare il suo interlocutore di quelle strane domande che gli sono state fatte nel finale dell’interrogatorio: i Finanzieri volevano sapere dei rapporti che ci sono tra il suo telegiornale, l’Agcom, i vertici Rai e la Presidenza del Consiglio. Domande che insospettiscono lo “squalo” Minzolini, che informa direttamente Roma.
.
Il direttore non sa però di essere intercettato, forte del fatto che in quel momento è stato ascoltato come persona informata dei fatti. Parla liberamente al telefono, mentre passeggia attorno alla cattedrale insieme con l’avvocato Nicola Giorgino (oggi candidato sindaco del Pdl ad Andria), fratello del conduttore del Tg1, Francesco, che lo ha accompagnato ad Andria per cortesia. Dopo vanno insieme a pranzo, dunque Giorgino lo accompagna in aeroporto. È in queste cinque ore che Minzolini dice al telefono quello che non dovrebbe spingendo il sostituto procuratore Michele Ruggiero a indagarlo per “rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale”. Non solo. Quella telefonata la fa da Trani, come dimostra la cella dalla quale è partita la telefonata. Particolare questo che inchioda – secondo la Procura – la competenza dell’indagine nella città pugliese.http://solleviamoci.wordpress.com/2010/ ... zzo-chigi/
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#2500
chojin ha scritto:
ccd ha scritto:
in ogni caso, il più grande favore a berlusconi gliel'hanno fatto quei 4 giudici deficenti che si sono autoincaricati di toglierlo di mezzo con alcune inchieste pretestuose...

ora può lamentarsi di essere un perseguitato e far apparire tutte le inchieste che lo riguardano (anche quelle che avrebbero un fondamento) come strumentalzzazioni politiche...

Io sinceramnete di inchieste pretestuose ne ho visto poche. Se mi dici che alcuni giudici hanno deciso di indagare sul Banana per motivi politici, posso anche crederci. Ma quello che poi hanno trovato non era affatto pretestuoso.
E' che Berlusconi, nel gestire le sue vicende giudiziarie è stato un GENIO.
Da una parte, ha fatto DI TUTTO per non essere processato e/o condanato (legittimo impedimento, lodo alfano, loso schifani, ha abbreviato la prescrizione con la legge cirielli, ha cancellato reati che aveva commesso come il falso in bilancio...).
Dall'altra, ha cominciato il piagnisteo dei giudici che ce l'hanno con lui, che sono politicizzati, che sono in mano alla sinistra, che sono ostaggio di di pietro... E gli Italiani, che fondamentalmente sono gli stessi cazzoni che applaudivano Mussolini, giù a bersi ogni palla che ha raccontato in questi anni.
Io non ce l'ho tanto con lui, quanto con chi lo vota, con chi gli crede, con chi gira la testa dall'altra parte, con chi è connivente.

se riuscissi a quotare senza sfarfallio forse riuscirei a scrivere senza errori di grammatica... comunque il senso (inutile?) del mio messaggio è che quoto tutto quelloc he ha scritto cojin (pnon vedo le lettre che ho inserito, spero di averle messe tutte e nell'ordine giusto :lol: )

#2501
COMMENTO
Il cinismo assoluto
di MASSIMO GIANNINI



CON un incredibile "blitzkrieg" di prima serata, effettuato come sempre in un format televisivo sicuro perché posto al riparo dalle domande vere e dunque pericolose, il presidente del Consiglio ha varcato l'ennesimo confine. La sua "intervista" al Tg2 è in realtà il livoroso comizio di un capo-popolo che, in nome del plebiscito tributatogli dagli italiani e in forza del suo potere assoluto sacro e inviolabile, è ormai pronto a tutto. Anche a stravolgere quel che resta di un equilibrio istituzionale che lui stesso ha sistematicamente "picconato" nel corso del suo avventuroso Ventennio.

Perché questo ha fatto, ieri sera, Silvio Berlusconi. Per spacciarsi ancora una volta come una "vittima innocente" di fronte all'opinione pubblica, e per rilanciare le sue farneticanti accuse alle procure "scese in campo" contro di lui "dettando i modi e i tempi della campagna elettorale", il premier non ha esitato a piegare a suo uso e consumo le parole misurate del Capo dello Stato. Altro che "tirare la giacchetta" al presidente della Repubblica: Berlusconi gli ha letteralmente strappato di dosso l'abito di "garante sopra le parti" che la Costituzione gli assegna.
Quell'"abito" riluceva sufficientemente chiaro, nel comunicato che Giorgio Napolitano aveva diffuso ieri mattina, per arginare le polemiche sempre più tossiche intorno all'inchiesta della Procura di Trani. Al Csm, di cui è presidente, il Capo dello Stato ricorda che non si deve mai "pronunciare preventivamente sullo svolgimento delle inchieste" perché, "come recita lo stesso regolamento del Csm, quest'ultimo può prendere in esame "le relazioni conclusive delle inchieste amministrative eseguite dall'Ispettorato generale presso il ministero della Giustizia". Ma al governo ricorda come le ispezioni del ministero non possono "interferire nell'attività di indagine di qualsiasi Procura, esistendo nell'ordinamento i rimedi opportuni nei confronti di eventuali violazioni compiute dai magistrati titolari dei procedimenti". Ma fa di più, il Quirinale: precisa che è stata "corretta" la decisione presa dal Comitato di presidenza del Csm di affidare alla VI Commissione la richiesta "sottoscritta da gran parte dei membri del Consiglio per l'apertura di una pratica inerente l'ispezione" disposta dal ministro della Giustizia presso la Procura di Trani. La conclusione del presidente è inequivoca: "È altamente auspicabile che in un periodo di particolari tensioni politiche qual è quello della campagna per le elezioni regionali, si evitino drammatizzazioni e contrapposizioni, come sempre fuorvianti sul piano istituzionale".

Invece di dar prova di quell'equilibrio istituzionale e di quel senso di responsabilità politica invocati proprio da Napolitano, Berlusconi fa l'esatto opposto. Invece di rispettare finalmente le regole del gioco democratico, fa saltare per l'ennesima volta il tavolo. Invece di prendere atto della netta presa di posizione della più alta carica dello Stato, ne strumentalizza e ne distorce radicalmente il messaggio. Il comunicato di Napolitano, declinato secondo il verbo palesemente capzioso e tecnicamente sedizioso del Cavaliere, diventa una pubblica "sconfessione" dell'iniziativa del Csm. E dunque "l'ennesima dimostrazione di un uso intollerabile della giustizia per fini di lotta politica contro di noi".

In questi anni Berlusconi ci ha abituato a tutto. Nella discesa agli inferi della "Repubblica del Male Minore" ce ne ha fatte vedere di tutti i colori. Ma ad un simile abisso di irresponsabilità e di cinismo, probabilmente, non ci aveva ancora precipitato. E invece a questo, ormai, siamo arrivati. All'abuso di potere elevato a metodo di governo. Non c'è altro modo, per definire un'"esegesi" così clamorosamente falsa, e dunque costituzionalmente eversiva, delle dichiarazioni e delle funzioni del presidente della Repubblica. E non è tutto. In questa disperata escalation autoritaria del premier l'abuso si somma ad abuso.
Non c'è solo l'inaccettabile "abuso politico" su Napolitano, nella performance mediatica di ieri sera. C'è anche altro. Molto altro. Il presidente del Consiglio parlava in playback. L'audio ufficiale riproponeva la narrazione artificiale di sempre, che amplifica l'irrealtà dei "fattoidi": il solito "partito dell'amore" che sconfiggerà "il partito dell'odio", i soliti "miracoli fatti all'Aquila e in Abruzzo", i soliti "successi ottenuti in questi due anni di lavoro straordinario" rispetto ai "disastrosi fallimenti" della solita sinistra sovietica e sanguinaria e ai pericolosi intendimenti delle solite toghe politicizzate e assatanate. In realtà, la vera voce che ci sembrava di ascoltare, e che riflette la realtà dei fatti, è quella delle intercettazioni telefoniche agli atti della procura di Trani. Quella che grida "io ho parlato con il direttore Masi" intimandogli la chiusura dei talk show politici "perché non c'è nessuna televisione europea in cui ci sono questi pollai e allora perché noi dobbiamo avere queste fabbriche di fango e di odio". Quella che urla all'orecchio di Giancarlo Innocenzi "quello che adesso bisogna concertare è che l'azione vostra sia da stimolo alla Rai per dire "chiudiamo tutto".
Cos'altro è tutto questo, prima e al di là di ogni implicazione di carattere penale, se non un manifesto abuso di potere? In quale altra democrazia liberale del mondo il presidente del Consiglio (leader di un partito che si definisce prima Casa, poi Popolo "della libertà") può permettersi di trattare come un suo maggiordomo il commissario di un'Autorità amministrativa che per legge dovrebbe essere "indipendente"? In quale altro Zimbabwe del mondo il capo di un governo (già proprietario di un impero mediatico privato) può permettersi di trattare come un suo dipendente il direttore generale del servizio pubblico radiotelevisivo? I tanti, pensosi liberali alle vongole dell'Italia terzista si ostinano a dire che queste sono domande risibili. Ripetono che l'Italia è una magnifica democrazia, perché "è bastato un Tar a fermare il presunto golpe sulle liste" e perché in fondo, di tutti gli "strappi" tentati da Berlusconi, quasi nessuno gli riesce. Questa sì, è una favola. Le regole sono ormai carta straccia. A pochi giorni dal voto per le regionali, i talk show politici sono stati silenziati, e sugli schermi va in onda, gigantesca e solitaria, l'effigie e la parola del Capo. Qualcuno si è accorto che ieri sera, mentre il premier ammoniva le masse dagli schermi del Tg2, vicino al tricolore e alla bandiera dell'Unione Europea campeggiava il simbolo elettorale del Pdl con lo slogan "Berlusconi presidente"? L'ultimo abuso, dopo quello commesso contro Napolitano. E altri ne verranno. Per nostra sventura, e con buona pace dei teorici del "Male Minore".
http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... o-2728881/
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#2502
Madonna, ma quanto è grande, questa piazza San Giovanni! Dalla basilica lassù, alla Coin quaggiù, hai voglia ad attruppare moderati e liberali e anticomunisti. Cinque giorni mancano, cinque giorni di torcibudella per il Cav. – e a parte Cicchitto e Quagliariello, c’è più gente che fischietta indifferente che gente che si dà da fare per riempire pullman e organizzare treni speciali. E se si escludono i volenterosi giovani del Pdl romano, giustamente valorizzati da Libero, che hanno organizzato una bella manifestazione contro la “superpatata” europea (roba geneticamente modificata, praticamente un tubero preso nell’orto di Santoro, diciamo), chi è che si muove, qui? Il no alla superpatata, come il no allo stato di polizia, per non dire del no allo strapotere dei giudici – tutte sante parole, e non a caso il Cav. l’unico momento di tregua l’ha avuto con don Verzé, avendo calcolato che a centovent’anni si ritroverebbe con la tenuta biologica di un quarantacinquenne – sono ottime cose, ma mica bastano. Il rischio di ritrovarsi con più carriole in giro per L’Aquila che liberali a San Giovanni c’è.

Grossa è grossa, questa piazza. Pure a mettere il palco a metà dello sterrato, pure a fare ombra con migliaia di grandi bandiere, pure a farsi prestare qualche faccia televisiva – c’è tutto l’indotto di “Amici”, c’è quello sconfinato del “Grande Fratello” – stavolta ci si muove sul filo del rasoio. Uno slargo non presidiato, un pertugio orbo di moderati, e la televisione – che si sa com’è fatta, la televisione italiana: ottantacinque per cento di giornalisti di sinistra, mica un Minzolini si trova appunto a ogni angolo di piazza – potrebbe parlare di fallimento. E pure i giornali, lì stiamo freschi. “Non ci aiutano”, è il pensiero del Cav., che del resto sa che mai come adesso può contare solo su se stesso: se si danno da fare per la manifestazione di sabato con lo stesso impegno con cui si sono dati da fare per le liste, la rovina è sicura. E’ uno sprofondo, al momento, questa piazza San Giovanni. Persino sul sito azzurro, i militanti poco ne parlano. Vabbé che c’è di tutto di cui lagnarsi – persino quelli che quasi sfottono, “ma ancora al telefono parlate? In Italia è spiata anche mia nonna di 90 anni. Sveglia!” – ma a parte rare voci sul fatto che la Cgil porta i pensionati con la merenda e i liberali si cibano da soli, c’è da notare un preoccupante deserto di missive. Speriamo sia vera la storia che i moderati fanno e non parlano, e che i famosi Promotori della Libertà stiano promuovendo qualcosa, e soprattutto stiamo muovendo qualcuno. Ma certo, dà un’angoscia, piazza San Giovanni… “Piazza grande”, per dirla con Lucio Dalla. Troppo grande. Un San Giovanni Moderato, speriamo non decollato.
© 2009 - FOGLIO QUOTIDIANO
di Stefano Di Michele

Sì, ed evitate di fare casini!! :wink:
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#2503
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/0 ... o-2729311/
"La vicenda dei rifiuti è stato un grande affare. Per la destra e per la sinistra. E se un politico come Cosentino, indagato per i rapporti con i casalesi, gode di un tale ascolto a Roma è perché ha un'arma puntata alla tempia del governo: l'immondizia. Se vuole, può di nuovo riempire la regione di rifiuti
Saviano, partiamo da una contraddizione. Il governo rivendica la soluzione strutturale dell'emergenza, poi arriva un'inchiesta a raccontare che quello del termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa era un progetto in mano al clan dei casalesi, che coinvolgeva il sottosegretario campano, Nicola Cosentino, indagato per concorso in associazione mafiosa.
"Tutta la vicenda Cosentino è interna all'emergenza rifiuti. Infatti l'emergenza ha portato valanghe di denaro in Campania, i consorzi sono diventati strumenti di prebende, di gestione economica e occupazione del territorio. I clan e la politica si incontravano nei consorzi. Ci si chiede come mai un politico con queste pesanti accuse sia così tanto ascoltato da un primo ministro. Un politico che per tutti sarebbe pesante da tenere vicino. Ma la lettura che io faccio della vicenda è molto chiara. Nicola Cosentino ha un'arma che punta alla tempia del governo: i rifiuti. Cosentino ha il potere di far saltare l'equilibrio che ha permesso al governo di eliminare i rifiuti dalla Campania".
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#2504
Se è vero, come dice qualcuno, che le conversazioni sono penalmente irrilevanti (anche se intervenire su un’Autorità di Garanzia è un atto di assoluta gravità), il ritratto che ne esce è sconfortante. Il premier è ossessionato da alcuni fantasmi e pur essendo un grande esperto di comunicazione dimentica che le trasmissioni di Santoro e Floris spostano pochissimi voti. Dimentica che, nell’epoca di Internet, l’informazione viaggia per mille altri canali. Dimentica che la separatezza fra controllori e controllati è l’abc della democrazia. L’unico che ne esce dignitosamente è il presidente dell’Agcom Corrado Calabrò: non si è lasciato mettere i piedi in testa. Il resto è un paesaggio di rovine padronali.

http://www.corriere.it/editoriali/10_ma ... aabe.shtml
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#2505
Faccia a faccia Ghedini-Capristo E l'inchiesta scivola verso Roma
di Claudia Fusanitutti gli articoli dell'autore

Il sorcio non si vede. Ma ce l’hanno bello stretto in bocca. Il senatore professore Piero Longo che esce dalla stanza del procuratore Capristo con un «tutto bene». E Niccolò ma-va-là Ghedini che sorride da orecchio a orecchio: «Nulla da dichiarare, grazie». Due ore faccia a faccia con il procuratore di Trani Carlo Maria Capristo e il pool di magistrati titolari dell’inchiesta Rai-Agcom in cui sono indagati il premier Berlusconi (concussione e minacce ad organismo politico-amministrativo), il commissario Agcom Giancarlo Innocenzi (favoreggiamento), il «direttorissimo» del Tg1 Augusto Minzolini (rivelazione di segreto). Due ore, due argomenti sul tavolo tra spremute e assaggini di ciccio (la pizza-focaccia pugliese): il trasferimento dell’inchiesta da Trani a Roma per «manifesta incompetenza territoriale» e le fughe di notizie proprio mentre infuriano gli scambi di accuse tra il ministro Guardasigilli Angelino Alfano e il Csm e gli ispettori del ministero sono al secondo giorno di verifiche su quello che sta accadendo in questa piccola ma efficientissima procura.
Questione di giorni, par di capire, e l’inchiesta sui vertici Rai messi sotto pressione da Berlusconi dovrebbe lasciare la Puglia. Destinazione Roma. Anche il procuratore Capristo invita ad occuparsi d’altro: «Se volete vi faccio preparare qui davanti in piazza Duomo un banchetto di ricci freschi da mangiare con il pane e un goccio di vino bianco» dice ai giornalisti. Suggerimenti gastronomici a parte, la memoria depositata dai legali del premier si basa su presupposti «tecnici e logici, tanto ovvi da essere evidenti» spiega l’avvocato Filiberto Palumbo. Ogni reato si radica, per lo più, nella procura del luogo dove è stato commesso. «Se la concussione e la minaccia si sono verificate per lo più tramite telefonate – ragiona Palombo sintetizzando il contenuto della memoria – è chiaro a tutti che quelle telefonate non hanno nulla a che vedere con il territorio della procura di Trani». Ma, è più probabile, con quello di Roma.

La procura «sta verificando». Ma ieri è stata l’ennesima giornata di tensione e imbarazzi nel palazzo di pietra bianca sede del Tribunale delle Puglie. C’è un procuratore – Capristo - che si definisce «custode del segreto istruttorio» mentre il segreto viene quotidianamente violato. Ci sono grida tra magistrati origliate dai corridoi e poi negate. C’è un’inchiesta madre – sulle carte di credito – andata in fumo. E questa sul premier che non è ancora chiaro che fine farà. Per non parlare della fuga di notizie. «Ho affidato gli accertamenti alla Digos» spiega Capristo «con l’ordine di non tralasciare alcun ambiente e nessuna ipotesi». Anche il suo ufficio, dunque, i suoi sostituti.

Un brutto clima su cui anche le date giocano un ruolo forse non casuale. Berlusconi viene iscritto al registro degli indagati – così risulta ai suoi legali – l’8 marzo. Lo stesso giorno, o quello dopo, il procuratore Capristo comunica al pm Ruggiero, titolare dell’inchiesta sul premier, che dovrà lasciare il pool dei reati contro la pubblica amministrazione e occuparsi, dal 15 marzo, di reati tributari. Venerdì 12 marzo le prime anticipazioni de «Il fatto quotidiano». Il giorno dopo, sabato 13 marzo, Ruggiero invia al gip Roberto del Castillo la richiesta di autorizzazione alla Camera per l’utilizzo delle intercettazioni del premier. Poche ore dopo il procuratore decide di coassegnare il fascicolo a un pool di magistrati. È noto a tutti il «forte contrasto» tra il procuratore Capristo e Ruggiero sull’opportunità di fare quella richiesta. Che ancora oggi non ha preso la strada della Camera dei deputati.

18 marzo 2010-Unita'
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