Il Falcon e Ipazia
Due parole sul sobrio titolo del giornale di casa Berlusconi, edizione di ieri: «Non ringraziano chi gli salva la pelle. I tre operatori sanitari rifiutano il volo di Stato», tema svolto dal direttore di quel quotidiano in assoluto disprezzo della realtà, come del resto sovente gli capita salvo poi chiedere scusa, in qualche raro caso, nella pagina delle lettere.
Parliamo dei tre operatori di Emergency trattati dalla stampa di destra come terroristi e non ancora rientrati in patria. Come chiunque abbia fonti giornalistiche alla Farnesina sa, e di certo il Giornale ha facile accesso ai collaboratori del ministro Frattini,
una delle condizioni poste dal governo di Karzai per la liberazione dei tre era che non «rientrassero da eroi». Che non ci fossero particolari cerimonie al loro arrivo, accoglienza solenne in aeroporto. Che non volassero su aerei di Stato: un rientro discreto, meglio se con tappa intermedia, meglio ancora se separati. La Farnesina, a dispetto dell'atteggiamento a dir poco prudente del ministro, si è attivata difatti fin dal primo giorno per le trattative, due inviati sono stati mandati immediatamente sul posto,
quasi subito hanno saputo e riferito come non ci fossero capi d'accusa corroborati da prove di alcun tipo contro i tre operatori sanitari. Alcuni altissimi esponenti del ministero si sono messi in moto, rientrando se del caso anche dalle loro sedi estere, per porre rimedio alle improvvide parole di Frattini («Prego Iddio che siano innocenti») che nel linguaggio della diplomazia suonavano come una presa di distanza e hanno collaborato a mitigare i toni, a scrivere i testi successivi del ministro, a tenere i contatti con il governo di Karzai.
Dunque, la trattiva si è conclusa ad alcune condizioni tra cui quella di cui sopra. L'inviato della Farnesina Massimo Iannucci lo sapeva benissimo e si è adoperato in questo senso.
Non lo sapeva, evidentemente, il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto, inviato sul posto da La Russa, che ha "offerto" il passaggio sul Falcon dell'Aeronautica. Difetto di comunicazione fra ministeri? Rivalità fra ministri? Occasione creata ad arte per gettare altro discredito su Emergency? Difficile scegliere l'ipotesi peggiore. La verità per una volta è facile da accertare, certo per chi non sia in mala fede. I tre operatori sanitari non sono stati accusati di alcun reato, dunque sono stati ingiustamente detenuti. Chi è andato a riprenderti ha trattato su condizioni che ha poi rispettato. L'ospedale è stato sottratto al controllo di Emergency, è lecito il sospetto che fosse questo l'obiettivo. Inoltre per la prima volta si parla in documenti ufficiali di interessi nell'aera legati al traffico di droghe. La presunta connivenza coi talebani, l'esserne "oggettivamente complici" per il fatto di curare anche i loro figli - come se medici e militari avessero la stessa missione - oltre che essere tesi che qualifica chi la sostiene risulta in questo caso fuori tema. La partita era un'altra.
P.s.: è nelle sale Agorà, il film che narra la storia di Ipazia - matematica, astronoma e filosofa - lapidata dai cristiani nel 415 dopo Cristo. A decretarne la morte il vescovo Cirillo: una donna, secondo le scritture, non aveva diritto di parola pubblica. Le cavarono gli occhi, fu fatta a pezzi. Andate a vederlo, se potete.
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