La Redazione Consiglia

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#3526
Nasce la corrente tutta rosa del Pdl
col sì del Cavaliere
l’alleanza nazionale delle tre donne più importanti del governo, una milanese, una napoletana e una siciliana che escono allo scoperto, non ha ricevuto alcun «alt» dal Cavaliere. Per la semplice ragione che a loro Berlusconi non sa dire di no, che con ognuna vanta un rapporto speciale, e a un grande comunicatore come lui non sfugge il potenziale politico-mediatico di un’iniziativa come questa, legata a tre dei volti più amati del centrodestra.
Ma anche se il consenso del leader resterà riservato, è evidente che il Cavaliere sta con loro. Prestigiacomo, Gelmini e Carfagna, infatti, al di là del loro impegno nel governo, che il premier non perde occasione per lodare, rappresentano il concentrato di quel che Berlusconi ha sempre immaginato come elementi costitutivi del suo partito e del suo modo di stare in politica. Ai suoi occhi, sono brave, giovani e belle. Sono laureate. Riescono a dividersi, non si sa come, tra il lavoro durissimo a cui sono state chiamate, le loro famiglie e gli impegni politici sul territorio. Inoltre - dettaglio a cui il leader, come si sa, attribuisce molta importanza - hanno grande cura di se stesse, sono eleganti, sanno stare in tv. E si presentano a qualsiasi ora a Palazzo Chigi, alle trattative o al Consiglio dei ministri, con un look charmoso, senza un capello fuori posto e con grande personalitàhttp://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp
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#3527
C'è un'evidente confusione "tecnica", che in queste ore supera i limiti della decenza. In una manovra già nata male, perché iniqua nella distribuzione dei tagli di spesa e incerta nella quantificazione delle voci di entrata, si stanno moltiplicando emendamenti sulle materie più astruse e disparate. A colpi di "refuso" quotidiano, e di blitz notturni di fugaci peones e audaci relatori, si aggiungono e si sottraggono impreviste stangate sulle assicurazioni e improbabili riforme del processo civile, intollerabili batoste sulle tredicesime e incredibili abbattimenti degli stipendi Rai.

Il tutto accompagnato dall'ennesima celebrazione del conflitto di interessi: l'immancabile norma ad aziendam (questa volta la Mondadori) che pagando un misero obolo del 5% sul dovuto potrà estinguere il suo contenzioso da 400 milioni con il Fisco. Il risultato di questo caos è a somma zero. Ma c'è soprattutto una patente convulsione politica, che in questi giorni mette a nudo i vizi di questo centrodestra in cui la logica irriducibile della monarchia assoluta comincia a patire il parziale squilibrio di una diarchia relativa. Lo scontro con le Regioni è forse il sintomo più inquietante
Per questo la battaglia sulla manovra è più insidiosa per il premier, che su questo deve fare i conti non tanto e non solo con l'opposizione, ma con la sua constituency politica e, in definitiva, con il Paese. A parte le Regioni, i focolai di conflitto si diffondono con velocità e intensità impressionanti. Protestano i sindacati nel pubblico e nel privato. Protestano i docenti e i ricercatori. Protestano i medici. Protestano le forze dell'ordine. Protestano i generali dell'esercito. Protestano i diplomatici. Protestano i magistrati. E protestano anche i terremotati aquilani. Un dissenso concentrico così vasto non si era mai visto. Meno che mai nei confronti del leader che, più di chiunque altro non solo in Italia ma forse nell'intero Occidente, ha fatto della sua popolarità l'unico metro per misurare la sua politica.
Mai come in questo momento servirebbe una vera politica del fare, e non la solita mistica del potere. E invece, con quel grottesco "ghe pensi mi", il Cavaliere ci ripropone l'eterno ritorno dell'uguale. Se in campo c'è lui, la politica non serve: Silvio è il messaggio. È stato vero per molto tempo, nell'Italia dell'egemonia sottoculturale televisiva. Ora, forse, non lo è più.
http://www.repubblica.it/economia/2010/ ... ef=HREC1-3

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplR ... =&sezione=
Il governo manovratore è riuscito a scontentare tutti, a provocare forti reazioni promettendo tagli alle categorie più diverse e inopportune: poliziotti, disabili, professori, che già guadagnano meno di un gatto.
Le reazioni sono risultate tanto vive che quei tagli sono stati subito ritirati e si è andati a tagliare altrove. Il primo manovratore, il presidente del Consiglio, non ha voluto ricevere i rappresentanti degli enti locali, che se ne sono assai impermaliti
.

E perché, poi? Timore, fastidio, paura di lasciarsi convincere? Ma non sarebbe il suo lavoro? Altre idee luminose: far pagare i ticket autostradali anche a chi fa il raccordo anulare romano per andare a casa a mangiare, tagliare le pensioni di invalidità con relativo accompagnamento, tassare auto e moto.Il fatto è che spesso i manovratori non sono agguerriti professionisti della politica, sono invece usi a scaricare su altri ogni responsabilità: sistema reso piuttosto facile dal «ghe pensi mi» presidenziale, dalla visione blindata del ministro dell’Economia, dalla scarsità di contatti con i cittadini. E dalla poca autorità riconosciuta a ministri che del resto se ne infischiano: a luglio basta che c’è ‘sto sole, basta che c’è ‘sto mare
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#3528
Il presidente-speaker: video-spot di Berlusconi pronto per la tv

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07 ... -tv/37459/

Berlusconi, insomma, ha pensato la campagna, disegnato il logo, fatto lo speaker, invitato gli italiani ad andare in vacanza; e ora il suo governo pagherà le sue tv per trasmettere la sua voce giustapposta alle bellezze del nostro paese. Non c’è che dire “un atto di grande amore”. Soprattutto per sé stesso.
:twisted:
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#3529
ROMA – Ancora una volta il TG1 di Augusto Minzolini ha colpito, nell’edizione delle 13.30. Questa volta con un servizio sugli aquilani che sono andati a Roma a manifestare. Innanzitutto interessante la collocazione: ci sono voluti quasi 20 minuti, prima di vedere il servizio, appena prima della parentesi sportiva che, come d’abitudine, chiude il TG (tanto che, essendo il TG1 osservato speciale, su Facebook molti avevano detto che non aveva dato la notizia, perchè era passato a quelle di secondaria importanza, ndr).
Naturalmente nessuna immagine delle forze dell’ordine che picchiavano cittadini indifesi, rei solo di protestare perchè le loro case sono distrutte e non hanno più un lavoro o una attività economica da mandare avanti. Un paio di veloci interviste e poi la chicca finale: i manifestanti hanno contestato Bersani.Nessun accenno alle contestazioni contro il governo e contro Berlusconi, nessun accenno a tutti gli altri cori scanditi durante la manifestazione. La cosa importante è che alcune decine di manifestanti, quando il segretario del Pd è arrivato, l’hanno contestato.
http://candidonews.wordpress.com/2010/0 ... incidenti/
E torniamo al tg 1, che modifica il taglio nell’edizione delle 20: terzo titolo, nuovo servizio firmato Mambelli che dà spazio alle posizioni dei vertici della polizia, che parlano di scontri fomentati non da terremotati ma da elementi dell’area antagonista, ed infine alle novità da palazzo Grazioli che assicura che le tasse arretrate gli aquilani le pagheranno non più in cinque, ma in dieci anni. Ma al di là della diversità delle linee editoriali, ci chiediamo: Minzolini ha sbagliato impaginazione alle 13,30 o alle 20?
http://www.articolo21.org/1427/notizia/ ... liato.html
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#3530
ma è possibile che, oltre a quella sorta di «liberi tutti» che agita il Pdl, Silvio Berlusconi non governi più nemmeno il giornale di famiglia?
È questa, al di là delle polemiche pur aspre che spesso contrappongono Quirinale e Palazzo Chigi, la preoccupazione crescente del Presidente: una crisi per implosione della maggioranza, un tracollo del governo in ragione dell’impossibilità del premier di tenere unita la sua coalizione. Certo, è un’ipotesi che ancora due o tre mesi fa sarebbe apparsa fantascienza. Ma in politica, si sa, il tempo a volte corre veloce...
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp
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#3531
http://www.unita.it/news/economia/10095 ... o_a_marina
Un altro ministro che minaccia di andarsene (dopo Brancher, che lo ha fatto, e Tremonti, che non lo ha fatto). Stavolta è quello dell’Agricoltura Giancarlo Galan. Non gli va giù che in manovra la solita «manina» abbia infilato un emendamento che salva i «soliti» allevatori del nord disonesti: quelli che dovrebbero pagare le multe sulle quote latte. Ancora loro: hanno già intascato le risorse dell’ue, ora intascano quelle del governo italiano, mentre tutti gli altri pagano. Quando si dice. essere amici del «manovratore». La sospensione delle multe (che vengono però pagate a Bruxelles dallo Stato italiano) era stata promessa da Renzo Bossi, il figlio del leader della Lega, comunemente conosciuto come «la trota», agli allevatori che assediavano il Pirellone. E puntualmente è arrivato, nonostante la contrarietà del ministro, e anche di molte associazioni di agricoltori (sia Cia che Coldiretti). Galan si è precipitato in Senato, per fare pressioni sulla commissione. Ma è stato gentilmente pregato dal presidente e relatore Antonio Azzollini di tornarsene tranquillamente a casa, visto che la proposta si sarebbe discussa più tardi. Insomma, resta il braccio di ferro e resta per ora la minaccia di Galan.

Non è stato solo Bossi junior] ad essere accontentato. Anche il «monarca assoluto» del centrodestra, naturalmente Silvio Berlusconi in persona, ha avuto un trattamento di riguardo, per una norma secondaria ma decisiva: il testo prevede che sulla chiusura agevolata delle liti fiscali ultradecennali in cassazione sia l’amministrazione finanziaria a decidere. Le condizioni previste dalla norma disegnano quasi l’identikit del «caso» da risolvere: quello sollevato con il Lodo Mondadori, che consentì a Berlusconi e famiglia di impossessarsi della casa editrice. Una vera norma ad personam, che facilita ancora di più lo sconto già assicurato da un altro decreto in questi casi ai contribuenti, che pagano solo il 5% del dovuto.
Vantaggi per la famiglia del «Capo», e vantaggi per la capitale, che riesce addirittura a svincolarsi dai vincoli del patto di stabilità.
Così, con una mancia a nord, la Lega ingoia quella a «Roma ladrona».
08 luglio 2010
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#3532
Digitale terrestre: lo Stato non incasserà 4 miliardi di euro. Per tutelare Mediaset e Rai

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07 ... rai/37850/

Le cinque reti rimanenti, il nostro “dividendo digitale interno” (frequenze da assegnare a operatori televisivi alternativi, come ha intimato Bruxelles con una procedura d’infrazione) non saranno soggette ad asta pubblica ma, come ama dire Corrado Calabrò, presidente Agcom, a un “beauty contest” (procedura comparativa): un concorso di bellezza nella cui giuria siederà il governo, che sceglierà in base a parametri autonomamente determinati. A decidere sarà alla fine il Ministero per lo Sviluppo Economico, guidato ad interim dallo stesso Berlusconi. Il concorso di bellezza non sarà però riservato solo a nuovi operatori, ma potranno parteciparvi anche Rai e Mediaset, che potrebbero portarsi a casa due delle cinque reti (ognuna delle quali, come le altre, permette di irradiare fino a sei canali).
In sostanza si conserva lo status quo, ribaltando sul digitale il duopolio Rai-Mediaset. Con lo stato che incasserà solo le briciole: l’1% del fatturato annuo degli operatori (contro il 4-5% medio europeo) a titolo di canone di affitto delle frequenze
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#3533
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07 ... ria/37667/
CHI VINCE. Confindustria ha chiesto e ottenuto quello che voleva. Come promesso da Berlusconi in una telefonata con Emma Marcegaglia, presidente degli Industriali,
sono state cancellate le misure anti-evasione (da “stato di polizia” secondo altri) che dovevano generare sei miliardi di gettito in due anni. In particolare cambia l’articolo 38 della manovra, quello che accelerava i tempi di riscossione, da parte dell’erario, nei casi di contenzioso. La lobby farmaceutica ottiene il risultato minimo per cui stava combattendo: il taglio di 600 milioni alla spesa farmaceutica viene ripartito sull’intera filiera. Il grosso del taglio ai margini di profitto sui farmaci di fascia A (quelli gratuiti per i cittadini) viene scaricato sui grossisti e sulle aziende. Le farmacie possono essere soddisfatte, il presidente di Farmindustria (associazione delle imprese farmaceutiche) Sergio Dompé parla di “appropriazione indebita” da parte dello Stato.
Trionfa la lobby trasversale dei politici romani: arrivano 50 milioni di euro a Roma Capitale. E si riduce quindi la necessità per il sindaco Gianni Alemanno di mettere i pedaggi sul Grande raccordo anulare.
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#3534
12 milioni di euro destinati a fantomatiche “comunità giovanili”. Ma le vere finalità sono «politiche». Parola non di Barbato ma della deputata Pdl. Secondo il j’accuse della Mussolini i fondi andrebbero a gruppi di destra.
L’intento, non dichiarato, sarebbe di favorire propaganda e proselitismo. Un altro tassello della strategia della maggioranza per imporre o, a questo punto, consolidare e radicare la propria egemonia culturale. Dunque soldi pubblici usati per finalità, più che “politiche”, di parte. Siamo allora andati a vedere cosa prevede nel dettaglio il ddl Meloni. E, adesso, ve lo raccontiamo. di GIULIA INNOCENZI
http://www.ilpolitico.it/?p=33641#more-33641
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#3535
Berlusconi non è mai riuscito a iscriverli in un discorso generale rivolto a tutto il Paese, un discorso che fosse capace di parlare al suo animo, di comunicargli quel senso della sfida e quell’esigenza di mobilitazione che i tempi difficili richiedevano e richiedono. Se aveva un’idea d’Italia, di certo non si è mai curato di trasmetterla con qualche efficacia agli italiani. Egli è rimasto fino in fondo l’uomo di una parte, convinto forse che in ciò, alla fin fine, consistesse il suo vero ascendente sul proprio elettorato.E così, più che espressione della politica in senso alto o dell’«antipolitica», come hanno sempre detto i suoi detrattori, alla fine egli si è ridotto ad essere (o ad apparire, il che è lo stesso) null’altro che l’uomo della non-politica. In numerosa compagnia, ahimè. La sua ormai lunga egemonia sul sistema politico, infatti, ha corrisposto alla — e si spiega con la —crisi perdurante e l’afasia politica di tutti i suoi oppositori. I quali mostrano di sapere solo parlare ossessivamente di lui e contro di lui, ma al di là di qualche banale genericità a base di «bisogna questo » e «bisogna quest’altro» — e naturalmente senza mai spiegare come o a spese di chi — non sanno andare. Sicché ormai il Paese ascolta anche l’opposizione nella più totale indifferenza, con un’alzata di spalle. Neppure da lei gli viene il racconto di qualche verità sgradevole, l’indicazione di una via difficile, una proposta nuova e ardita. Eppure nell’intimo della sua coscienza l’Italia avverte che questo solo sarebbe il modo per sperare di fare i conti con il mondo nuovo e aspro in cui essa è ormai entrata. Per farlo essa sarebbe anche disposta ad accettare medicine amare, se solo qualcuno gliene spiegasse però il senso e la necessità: se qualcuno le sapesse parlare di politica. Invece, come i malati avviati a una sorte rassegnata e infelice, essa si vede prescrivere solo degli zuccherosi placebo a base di nulla. Ernesto Galli della Loggia
07 luglio 2010
http://www.corriere.it/editoriali/10_lu ... aabe.shtml
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#3536
http://gilioli.blogautore.espresso.repu ... o-nervoso/
Sicché ieri Giorgio Clelio ha spiegato che il nuovo Super Lodo Alfano costituzionale è «la legge più importante della legislatura», con ciò palesando che al suo partito non frega assolutamente nulla degli italiani perché il suo impegno prioritario è salvare le chiappe al premier sotto processo.
:arrow: 10. Il risultato è che tra quindici mesi il premier rischia di trovarsi senza uno straccio di scudo e con (almeno) tre processi penali pendenti.
Chiaro adesso perché è così nervoso?
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#3537
Sul web impazzano le parodie del Magic Italy di Berlusconi
- A 24 ore dalla presentazione alla stampa dello spot Magic Italy sui social network impazzano sul web le parodie del video nel quale Berlusconi invita a scegliere l'Italia per le vacanze.

In uno dei nuovi montaggi, mentre il premier descrive «un Paese unico, fatto di cielo, di sole e di mare», appaiono le immagini dei disordini di Roma durante la manifestazione dei terremotati aquilani. In altri le foto di fatti e personaggi che hanno segnato gli ultimi anni.
http://www.ilmessaggero.it/articolo_app ... &desc_sez=
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#3539
Mentre invece queste indagini sono la dimostrazione oggettiva che la democrazia italiana sia completamente avvelenata dai capitali criminali che migliaia di persone per garantirsi uno stipendio vendono il proprio voto a ras politici che si spostano da una parte o dall'altra a seconda di quanta disponibilità agli affari abbia lo schieramento politico di turno. Una inchiesta che mostra i meccanismi, le logiche, i poteri veri. Attraverso la gestione delle provincie i clan arrivano a mettere le mani su bottini milionari e a governare l'intero paese.

La Campania fu regione fondamentale assieme alla Calabria sia alle elezioni che videro vincere il centrosinistra sia alle ultime che hanno visto l'egemonia del centrodestra. Di chi furono i voti fondamentali? Chi li ha dati? Dov'è caduto il governo di centrosinistra? A Casertahttp://www.repubblica.it/cronaca/2010/0 ... ef=HRER2-1
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#3540
C'è bisogno della forza di indignarsi
A beneficio di questa stragrande maggioranza di connazionali che comprensibilmente non sa neppure di che cosa stiamo parlando, proviamo a fornire una sintesi dei fatti. A Roma c’è un’inchiesta della magistratura su una presunta associazione segreta che avrebbe cercato di condizionare le istituzioni.
Secondo l’accusa ci sarebbero state, a casa di Denis Verdini, alcune cene durante le quali un gruppo di persone avrebbe ad esempio:
:arrow: 1) cercato (senza riuscirci) di influire sui giudici della Corte Costituzionale per far passare il lodo Alfano, cioè la sospensione dei processi penali per le alte cariche dello Stato;
:arrow: 2) deciso (riuscendovi) il nome del nuovo presidente della Corte d’appello di Milano;
:arrow: 3) attivato una strategia per screditare il candidato del Pdl alla presidenza della Regione Campania Stefano Caldoro, facendolo passare per un frequentatore di transessuali, e così rendendo un servigio a un altro esponente del Pdl, Nicola Cosentino, impresentabile alle elezioni in quanto accusato di rapporti con la camorra;
:arrow: 4) fatto pressioni sulla Corte di Cassazione affinché accogliesse il ricorso dello stesso Cosentino contro la richiesta di arresto della Procura di Napoli.
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp
Berlusconi vorrebbe tanto che Verdini e Cosentino gli togliessero le castagne dal fuoco, che si dimettessero dai loro incarichi (coordinatore il primo, coordinatore regionale e sottosegretario all’Economia il secondo). Vorrebbe, il premier, che i due protagonisti della strana associazione che pomposamente viene chiamata P3 in linea con la più famosa P2 di Gelli, si comportassero come Scajola e Brancher.
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