La Redazione Consiglia

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#3631
La cultura in questione è quella che si insegna all’Università telematica del Cepu, di recente visitata da B., dove Dell’Utri è docente di Storia contemporanea (imperdibili le sue lezioni sui falsi diari del Duce) e Ubaldo Livolsi di Mercati finanziari internazionali (rinviato a giudizio per concorso in bancarotta); ma anche all’annuale seminario di Gubbio, dove il mese prossimo i professori Bondi, Cicchitto, Schifani e Carfagna sviscereranno il tema “Competenza e onestà per una buona politica”. Ancora incerta la presenza di Cosentino che, nel caso fosse ancora a piede libero, dovrebbe chiudere il simposio con una lectio magistralis sull’arte del dossier nel Terzo millennio, dal titolo “Quel culattone di Caldoro, fra bocchiniani e bocchinari”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07 ... non/44542/
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#3633
L’innocente da un milione
Secondo il ministro Sandro Bondi, intervistato ieri dal Tg3, al centro del dissidio tra Berlusconi e Fini ci sarebbe il fatto che il presidente della Camera pensa solo alla carriera. Mentre è chiaro che il capo del governo pensa solo al bene del Paese. Per questo ha fatto ministro l’ex dirigente Fininvest Brancher, che non aveva alcun mandato da assolvere, se non quello di farla franca. E infatti, ieri al Tribunale di Milano, è stata chiesta per lui la pena di due anni soltanto: segno che è proprio innocente, come ha sostenuto davanti alle telecamere il suo avvocato, per la verità con un filo di voce, quasi che si vergognasse un po’. Mentre il giornalista Rai che ha confezionato il servizio ha spiegato che Brancher avrebbe ricevuto, tra una tranche e l’altra, se non abbiamo capito male, circa 1 milione di euro. Qualcosina, secondo Fiorani, sarebbe andato anche a Calderoli, la cui posizione è stata stralciata. Perché la Lega pensa solo al territorio: quello delle sue tasche
http://www.unita.it/rubriche/Oppo/101822
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#3634
Le due mosse che hanno
messo i finiani all'angolo

Attacco mediatico e la campagna acquisti di Berlusconi
La prima mossa, esiziale per i finiani, si è consumata durante tutta la giornata: Berlusconi - con una accurata “campagna acquisti” - si è garantito l’autosufficienza, si è “costruito” una maggioranza parlamentare che potesse andare avanti anche senza i finiani, che da settimane vantavano questa arma di ricatto: senza di noi, che siamo 33 alla Camera e 14 al Senato, il governo cade. Seconda mossa: ieri mattina Berlusconi ha finito di preparare i congegni per misurarsi ed espellere i finiani più esposti
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp
La crisi istituzionale, come il premier ha già fatto capire ieri sera, si accompagnerebbe a una crisi politica, da risolvere rapidamente, perché il centrodestra, anche senza Fini e i finiani, secondo lui ha i numeri per governare e potrebbe dimostrarlo in Parlamento. E’ possibile: ne nascerebbe, però, un governicchio, tenuto in piedi a corrente alternata da Bossi, pronto a staccare la spina subito dopo l’approvazione del federalismo, o a offrire i suoi voti a un esecutivo d’emergenza che fosse disposto a inserirlo nel suo programma.Se ne ricava che risolvere coi probiviri, con i giudici e con gli avvocati la disputa che ormai da mesi paralizza il governo, come s’è visto è impossibile, fuori dalla realtà. Sarebbe una pazzia, impensabile perfino per uno che ci ha abituati a una conduzione spesso stravagante della cosa pubblica. Per questo, anche se si è convinto che non c’è più niente da fare, Berlusconi farebbe bene a ripensarci. Finché è in tempohttp://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplR ... e=&sezione
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#3635
Si giocano il futuro del Paese
http://www.iltempo.it/2010/07/28/118468 ... aese.shtml
Gli esiti? Imprevedibili. Lei, caro Rebecchini, immagina le elezioni come la soluzione del problema. Ne fa, giustamente, un problema istituzionale, di legittimità e sovranità. Cose fondamentali, senza dubbio. Ma io sono abituato a guardare i numeri, i cosiddetti fondamentali di un Paese, lo scenario globale e non solo il nostro cortiletto, e le assicuro che l’Italia è in una situazione difficile. Se qualcuno si prendesse di leggere bene gli studi dei think tank delle banche, i documenti che girano vorticosamente nelle banche d’affari internazionali e nelle agenzie di rating, troverebbe il nome dell’Italia accostato pericolosamente al «Club Med», cioè quel gruppo di Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e hanno bilanci sotto pressione, un debito pubblico mostruoso e aste di titoli di Stato con il fiato sospeso. Al posto di Berlusconi e Fini darei una lettura a quel che si scrive sul nostro futuro prossimo in caso di crisi di governo. Non è radioso
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#3636
L’ex capo di An terrebbe di riserva l’opzione di fondare un nuovo partito, Destra Nazionale, ma intanto ha cercato di sparigliare il gioco. Al vertice del Pdl, riunito in serata dal Cavaliere, c’è chi ha spinto per chiudere subito il conto, chi ha evidenziato che —dopo l’appello di Fini al «patto con gli elettori» — sarebbe un errore espellerlo, «ne faremmo un martire». Così ha preso corpo una nuova soluzione, che poi è la vecchia idea di Berlusconi: accettare la mano destra del cofondatore, «che viene a Canossa», e amputare la sua mano sinistra, attivando «i «provvedimenti» contro i finiani per «incompatibilità». Ecco come il premier isolerebbe il presidente della Camera. Ma quali saranno i «provvedimenti»? Si arriverà all’espulsione? La sfida non è terminata. Mancano ancora delle mosse al finale di partita. La prossima è l’ufficio di presidenza del Pdl di stasera.
http://www.corriere.it/politica/10_lugl ... aabe.shtml
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#3638
Ebbene, anche se fosse innocente, Denis Verdini non è degno di ricoprire una carica pubblica. Mai infatti si era vista una conferenza stampa più losca di quella messa in scena ieri. Neppure un imam di una repubblica islamica insulta, minaccia irride e offende i giornalisti come ha fatto lui. Nemmeno Berlusconi, che pure è uno specialista di guerre all'informazione, era arrivato a tanto. Il comportamento sguaiato e violento di Verdini ricorda quello dei boss che in aula sputano per terra quando hanno sotto gli occhi gli infami cronisti. Insomma il focoso Denis non si comporta da maledetto toscano ma da guappo napoletano: non indignazione ma coda di paglia.
E dispiace e sorprende che Giuliano Ferrara si sia avventato contro la giornalista dell'Unità Claudia Fusani, che non è certo potente come il suo coeditore Verdini, con argomenti oscuri e allusivi che nulla hanno a che fare con la ragnatela della P3 e che sicuramente non gli fanno onore. Non bastava il fiancheggiamento di Stracquadanio, quell'altro onorevole compare che è intervenuto dicendole con garbo di "non dire cazzate"?

http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... ref=HREA-1
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#3639
http://www.unita.it/rubriche/lorsignori/101824
Berlusconi è al momento paralizzato. Vorrebbe cacciare Fini dalla presidenza della Camera e i finiani ( Bocchino, Granta e Briguglio) dal Pdl. Vorrebbe mandare tutti a casa e andare al voto. E invece è costretto a tenersi ben stretti i voti dei suoi acerrimi nemici, per non cedere Palazzo Chigi ad un presidente del consiglio tecnico con la missione di cambiare la legge elettorale. Per questo ieri ha incaricato Gianni Letta di esperire un estremo tentativo di pace con Fini. Perché dai conti fatti in questi giorni, dalle consultazioni con il capogruppo alla Camera e dai contatti con la truppa dei peones, emerge per lui un dato allarmante. Si tratta dei tanti deputati e senatori giunti alla terza legislatura, in alcuni casi alla quarta, consapevoli del fatto che non saranno ricandidati. Hanno capito infatti che, diversamente dal 1996 e dal 2001, il premier con la legge elettorale vigente ha progressivamente avocato a sé il compito di comporre le liste dei parlamentari. Non è un caso che, proprio nelle ultime due legislature, sia entrata in Parlamento quella che dai forzisti della prima ora viene definita la “generazione Carfagna”. Giovani parlamentari pronti a tutto per il loro leader e che, a differenza dei colleghi più anziani, non fanno problemi. E i vecchi peones lo sanno, sanno che il Cavaliere vorrebbe andare al voto e portare nel nuovo Parlamento un gruppo di una ventina di uomini di esperienza, tra potenziali capigruppo e presidenti di commissione, e per il resto quasi tutti esponenti della “generazione Carfagna” (ancora ieri Berlusconi l’ha lodata di fronte agli ambasciatori), sperando di avere di nuovo la maggioranza ed essere così eletto nel 2013 Presidente della Repubblica. È per questo che, secondo quanto raccontavano ieri mattina due deputati alla quarta legislatura, ci sono almeno una settantina di eletti tra Camera e Senato, «tutti pidiellini e rigorosamente non finiani» che sono pronti «a votare la fiducia a qualunque governo tecnico pur di evitare le elezioni anticipate». Perché non hanno nulla da perdere, dal momento che non verrebbero mai ricandidati. Addirittura, tra il serio e il faceto, si sono autoproclamati “Coordinamento parlamentare per la salvezza della legislatura”. Ma soprattutto hanno intenzioni molto chiare: «Berlusconi non osi nemmeno pensare ad elezioni anticipate».
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#3640
Berlusconi fa campagna acquisti per allontanare un governo di transizione
http://www.ilmessaggero.it/articolo_app ... &desc_sez=
Berlusconi sta cercando consensi nelle piccole aree grigie tra gli schieramenti. Ha bisogno assoluto di ampliare i consensi parlamentari per tamponare l’emorragia dei finiani (destinati in caso di rottura a formare gruppi autonomi). Così come ha intenzione di combattere con Fini una battaglia deputato per deputato, senatore per senatore, cercando di ridurre al minimo le adesioni al presidente della Camera.
Teme il Quirinale. Teme anche gli alleati, compreso il leghista Bossi che ieri ha detto: «Non si voterà senza il federalismo». Ma l’ipotesi di un governo di transizione, comunque di un secondo governo di legislatura (senza di lui) è possibile solo se, sia pure sulla carta, diventerà possibile una maggioranza contro di lui. È questo scenario che Berlusconi intende scongiurare, costi quel che costi.
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#3641
Intorno alla piccola banca di Verdini ruota una rete di affari, di relazioni e di ricatti che sono solo parzialmente emersi dalle intercettazioni che ora Berlusconi e i garantisti beneficiari di quei soldi vorrebbero eliminare come strumento d'indagine. È una storia di denaro, dalla quale bisogna distrarre l'attenzione. Così come nessuno si è più chiesto quali fossero i reali rapporti tra Berlusconi ed Elio Letizia, il cui nome riaffiora dalle quindicimila pagine dell'inchiesta sulla P3. Noemi è venuta dopo, anche anagraficamente. Per avere risposte alle domande semplici bisogna prima di tutto farle, poi non avere paura delle aggressioni che seguono se tocchi il nervo scoperto di Cesare.
Che non sono le donne nè la politica ma gli affari, fin dal principio sono i soldi ed il modo più veloce per farli.
http://concita.blog.unita.it//Le_domand ... 1453.shtml
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#3643
Un lavoro di cesello da parte di Letta, Alfano, Frattini, Mario Mauro (capogruppo degli europarlamentari Pdl) e Niccolò Ghedini. Il quale, di solito superfalco in materia di giustizia, ha fatto una lezione di diritto costituzionale al premier. Espulsione, deferimento ai probiviri? «Vorrei sommessamente ricordare - ha detto il deputato-consigliere- avvocato del Cavaliere - che nella Costituzione italiana c’è un articolo che prevedere la libertà di associazione e di pensiero. Un partito non può violare questi principi costituzionali». «E io - ha osservato Mauro - come lo spiego a Bruxelles che il Pdl, appena iscritto al gruppo del Ppe, si spacca? Come gestisco i finiani a Strasburgo?». Un ministro molto vicino a Berlusconi considera una «follia» consentire la nascita di gruppi autonomi: «Passeremmo dalla padella alla brace. Se prima era difficile governare adesso sarà impossibile. Questi nuovi gruppi saranno una calamita per molti ex Forza Italia, quelli scontenti per vari motivi. Come fa Berlusconi a non capire in cosa si sta cacciando. Ci sono cattivi consiglieri che gli fanno credere che la maggioranza è solida, tranne scoprire che alla Camera sono più di trenta i finiani». Si illude Berlusconi - aggiunge il ministro - che «Casini gli verrà in soccorso».
Niente. Il premier non ha sentito ragioni e ha preteso il massimo della durezza. «Cacciatemi Fini». Il quale, secondo il premier, ora dovrebbe prendere atto della sfiducia e dimettersi. Cosa che l’inquilino di Montecitorio non pensa proprio di fare. «La presidenza della Camera non è nelle disponibilità del presidente del Consiglio», è stata la sua risposta. Fini non molla, anzi rilancia e dà il via libera alla costituzione dei gruppi autonomi
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp
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#3644
IL DIRETTORE DEL FOGLIO: GLI HO DETTO DI NON ROMPERE. LA SUA ANOMALIA PRODUCE INSTABILITÀ
Ferrara: Silvio sbaglia, pagherà un prezzo
«Ora si dividono ma poi dovranno rimettersi insieme o si suicidano entrambi. Ci voleva un divorzio razionale»
http://www.corriere.it/politica/10_lugl ... aabe.shtml
Ferrara, come giudica la decisione di Berlusconi?«È un errore. Berlusconi pagherà un prezzo notevole perché è brutta l'immagine di un leader politico che caccia una persona che dice di pensarla in modo diverso da lui e di voler continuare lealmente a collaborare dentro lo stesso partito. Per Berlusconi sarà sempre più difficile porsi come lo stabilizzatore e il riformatore politico di questo Paese e come "rassembleur": questa è una scelta che lo condanna di nuovo a un'immagine di forte faziosità e di populismo spinto.«L'anomalia Berlusconi ha prodotto delle cose importanti, ma ha ancora delle cose da dire al Paese? Berlusconi... e ora cito grandi personalità della storia, ma non vorrei che questo fosse troppo eccitante per lui, non è Metternich, che disegna una mappa e crea un sistema di equilibrio. Però, vorrei dirgli, è dura essere Napoleone, che poi si sa come è finito: a Sant'Elena. Non puoi fare una crisi dietro l'altra, alla fine di questa parabola berlusconiana ci doveva essere il lieto fine stabilizzatore. Se lui riuscisse in questa legislatura, ma mi sembra un po' tardi, a portare a compimento un processo di maturazione del suo rapporto con le istituzioni, se facesse un po' pace anche con i vecchi meccanismi pure impolverati... Sulle intercettazioni per esempio poteva trovare una maggioranza presentando il ddl Mastella, ma niente. Lui rimette sempre tutto in discussione: è un gioco molto rischioso che mette in luce che l'anomalia berlusconiana oggi produce più che altro instabilità».
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#3645
La maledizione dei governi Berlusconi
di Antonio Polito
La maledizione di metà legislatura ha colpito di nuovo il governo di Silvio Berlusconi. Accadde già nella legislatura 2001-2006, ed anche allora tutto cominciò con un mal di pancia di An, causato dalla sconfitta del candidato della destra alle provinciali di Roma. Si avviò così un percorso di crisi virtuale del governo (rottura con Casini, subgoverno con Fini, caduta di Tremonti e ritorno di Tremonti) che portò il berlusconismo sfinito e di fatto già sconfitto alle elezioni.
http://www.ilriformista.it/stories/Prim ... na/249026/
Che cos'è dunque questo virus misterioso che uccide allo scoccare della mezza età tutti i sogni di gloria duratura del berlusconismo?
Innanzitutto c'è la sfiga. Bisogna dare a Silvio ciò che è di Silvio: entrambe le sue legislature si sono aperte con un terremoto internazionale che ha sconvolto i programmi liberali di tagli di tasse e spesa e imposto politiche impopolari di austerità e fiscalità. Nove anni fa fu l'11 settembre, stavolta è stata la crisi dei subprime.

Ma, subito dopo la sfiga, viene Silvio, e vengono le sue responsabilità politiche e personali. Politicamente parlando, i governi Berlusconi soffrono tutti di spossatezza e debilitazione programmatica.
:arrow: Nati per rifare il sistema della giustizia penale, di solito si riducono a una Cirielli o a un lodo Alfano, quando non scivolano nell'obbrobrio di un caso Brancher.
:arrow: Nati per scrivere la libertà d'impresa addirittura nella Costituzione, finiscono per inciampare su un articolo 18, sbattere il muso su Marchionne o inseguire Bossi sulle quote latte. Così che quando Berlusconi esalta il governo del fare è come se ammettesse implicitamente la fine del governo del pensare: incapace di cambiare l'Italia secondo promesse, Silvio di solito si riduce a gestirla come meglio può.
Infine, last but not least, c'è anche un tratto personale del premier che gioca il suo ruolo nella maledizione di metà legislatura: ed è l'impossibilità del leader carismatico di usare le armi tipiche della leadership politica, che dopo aver vinto le elezioni deve saper gestire le alleanze politiche oltre la logica semplice e brutale del padrone.
Così Berlusconi, l'uomo che passa per essere il grande seduttore, è riuscito a litigare con Umberto Bossi nella prima legislatura, con Pierferdi Casini nella seconda e con Gianfranco Fini nella terza. Avendo così esaurito l'intera gamma dei suoi alleati, tant'è che per cercarne di nuovi è già al secondo giro con Bossi e sarebbe pronto a tornare anche con Casini.
Più conflitto non ha mai portato più consenso. Dalle maggioranze bulgare che avevano dato a Berlusconi, gli italiani si aspettavano anni tranquilli e fattivi, non questo Vietnam. Qui siamo davvero già fuori dal berlusconismo e in acque inesplorate, come dice Bersani. Il problema della democrazia italiana è che sono inesplorate anche per Bersani e per l'opposizione, il che ci fa temere che insieme alla crisi virtuale del governo Berlusconi sia cominciata anche una crisi istituzionale, morale e politica dagli sbocchi del tutto incerti.
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