• Proprio mentre il ministro della PA stava facendo le valigie assieme al governo di cui ha fatto parte,
la Ragioneria Generale pubblicava il Conto Annuale 2010. Come ogni anno posso quindi aggiornare il monitoraggio delle assenze dei dipendenti pubblici sulla base dei dati ufficiali di tutte le amministrazioni pubbliche (tutte le puntate precedenti della saga sono recuperabili dal post dell'anno scorso).
Risultato: sul fronte della riduzione delle assenze dei dipendenti pubblici il ministro Brunetta lascia la PA esattamente come l'ha trovata, checché ne dicano le sue indagini.http://www.noisefromamerika.org/
Venezia: la lista Brunetta cambia nome: troppe assenze del ministro!http://www.100news.it/site/2011/11/08/v ... -ministro/
http://www.unita.it/rubriche/oppo/nel-p ... 4409&pos=0
a Ballarò
Maroni era allegro dietro i suoi occhialetti rossi e, alle domande di Floris, replicava che lui è all’opposizione e non deve rispondere di nulla.
Insomma, felicità è il rientro nei ranghi del parlamento padano, che ha il vantaggio di non essere eletto da nessuno e di non prevedere né opposizione, né spread.
Il commento più preciso, adatto, consono ieri l’ho trovato su Twitter, come è d’obbligo questi tempi.
Suonava più o meno così: «
Ragazzi, non mi sento all’altezza di questo governo».
http://www.europaquotidiano.it/dettagli ... er_farcela
E naturalmente lo stupore di oggi è tutto dovuto a due fattori: in primis al confronto stridente fra
la qualità (non personale, professionale) del gruppo di persone che giurava ieri davanti a Napolitano, e la squadra che era stata radunata nello stesso luogo tre anni fa da Berlusconi; in secondo luogo alla
rapidità con la quale la sostituzione si è realizzata, un capolavoro di prontezza politica e di agilità nelle strettoie costituzionali che poteva essere realizzato solo da Giorgio NapolitanoLa più convincente replica alle critiche è intanto nelle vere biografie delle persone scelte da Monti e da Napolitano. Perché sono tutte biografie complesse, e tutte molto dense di politica. Non confondiamo questo passaggio, per fare un esempio, con l’epoca dei professori ai quali venne per un periodo affidata la Rai, tanti anni fa. Lì davvero c’era estraneità, elitismo, alterità e distanza, alla fine incompetenza specifica.
Qui c’è gente che, nelle rispettive carriere, s’è dovuta misurare molte volte con la concretezza delle scelte, con la complessità della mediazione politica (perfino a livello internazionale), con la necessità del compromesso. Il loro presidente del consiglio, del resto, è l’emblema esattamente di questo. http://www.europaquotidiano.it/dettagli ... erno_amico
Il non detto, tra le righe di queste valutazioni, è che l’atteggiamento amichevole se non “festante” del Cavaliere sia un fare buon viso a cattiva sorte, non abbia cioé alternative. «Berlusconi era e resta un imprenditore.
È sceso in campo per difendere i suoi interessi, se ne è ritirato per la stessa ragione», si sfogava giorni fa un ex falco del Pdl, forzista della prima ora, sull’onda dell’amarezza per la resa del Capo e deluso dalla sua decisione di non «spezzare l’assedio» con un atto di forza per andare a «liberatorie elezioni anticipate».