Lightblue ha scritto:
no io non ho preteso...
e se qualche volta l ho fatto non sono stata accontentata...
i viziati ci sono sempre stati...ma non possiamo certo paragonare le generazioni passate a quelle di oggi...
cellulari..scarpe borse sono banalità..si parla si valori...
io non accuso i genitori d oggi assolutamente...è la società ad essere diversa!

Certo ma prima di vivere in società si vive all'interno della famiglia, e spetta a noi genitori fare in modo che i nostri figli crescano con i valori in cui crediamo, è troppo facile dare la colpa alla società che è cambiata

a proposito del fatto che uno si aspetta che i figli vadano all'università, ora come ora, essendo assai lontana dal dovermi porre questo problema e al tempo stesso osservando la situazione attuale del mercato del lavoro beh, ecco, io penso che l'università non sia affatto una priorità. naturalmente questo mio orientamento raccoglie dissensi nella famiglia di mio marito ma vabbé questa è un'altra cosa.
sta di fatto che io spero che mio figlio un giorno possa sentirsi appagato e realizzato di poter raccogliere i frutti di quanto seminato. oggi come oggi non credo che molti laureati, magari a pieni voti, magari iperspecializzati e qualificati da esperienze formative postlaurea, possano sentirsi gratificati davanti alle reali offerte del mercato lavorativo. senza contare che esistono laureati appartenenti di diritto alla categoria degli ovini perché l'università italiana, checché se ne dica, ha rare punte d'eccellenza, il resto è di una mediocrità allarmante.
io mio figlio lo sogno realizzato, come contadino, come apicoltore, come artigiano, come notaio o avvocato non m'importa e spero che possa scegliere liberamente la sua strada nel mondo. di mio, facoltà economica a parte, spero di riuscirgli a dare sempre sostegno e fiducia in sé perché sono le leve per riuscire in ogni condizione.

minusina ha scritto:Ciao Sami, come va?
Sei ancora a Merano??

Ciao Minu si si sono qui nel lettino prendisole torniamo a casa domani mattina



Avevo anche risposto a Dol ma è sparito
Dol dicevo che vista l'età dipende da quanto stanno provando e poi rifarei i test ormonali e se i valori sono confermati mi rivolgerei ad un centro

Jndiana ha scritto:Certo ma prima di vivere in società si vive all'interno della famiglia, e spetta a noi genitori fare in modo che i nostri figli crescano con i valori in cui crediamo, è troppo facile dare la colpa alla società che è cambiata

quotone...anche perchè la società da chi è formata se non da noi?!

ovviamente quando parlo di società parlo di noi...non sono 2 cose distinte e separate!

bubu ha scritto:

Lanternarossa ha scritto: quanta rabbia bubu.....
hai molto da smaltire come figlia prima di poterti prefigurare liberamente di essere madre, te lo dico in senso affettuoso...alla luce di alucni post che ci siamo scambiate giorni fa...

guarda, non è un caso se su tre fratelli (io, mia sorella e mio fratello) nessuno ambisca più di tanto a far figli
purtroppo, senza voler entrare nei dettagli i miei genitori sono stati un esempio deleterio per noi....mia sorella essendo più fragile di me e mio fratello, è quella che ne ha risentito di più, tant'è che è in cura anche per queste reminescenze...
La rabbia c'è...eccome! Certo loro stanno invecchiando e non me la sento certo di continuare a rinfacciare le cose....

certo bubu non è un caso...è vero
e rinfacciare come dici tu ormai non ha più senso....c'era un tempo x fare quello, ovvero quello dell'adolescenza...ora è solo il momneto di digerire e ri-comprendere il perchè di certi loro atteggiamenti....
e credimi, avere un figlio aiuta anche in questo
attraverso il proprio bambino si rivivono tutte le tappe significative del proprio passato..è come avere una seconda chance....

e questo è valido anche per i nonni..che na hannoa aloro volta una terza...

breve incursione nel topic...da vecchia mamma
purtroppo i nostri figli appartengono alla prima generazione che, dal dopoguerra ad oggi, vedrà peggiorata la propria posizione ed avrà - probabilmente - un futuro meno roseo
le esperienze dei nostri genitori non sono paragonabili, purtroppo, alle nostre
anche io son figlia di statale, anche da noi i vestiti griffati non esistevano, ed in famiglia non si è mai messo in dubbio che io e mia sorella avremmo prosgeuito gli studi, nonostante i sacrifici che ciò ha comportato
mio padre, diplomato, ci ricordava spesso che non avremmo mai dovuto dipendere da nessuno e che avremmo dovuto avere un nostro lavoro
vengo al dunque: proprio perchè le esperienze ed i tempi sono diversi, sono pessimista rispetto al ragionamento dove si mangia in tre si mangia in quattro, e temo che - al contrario di quanto affermato - sarà sempre più importante avere una ottima formazione o, in alternativa, fare esperienze formative e lavorative qualificate
io spero che i miei figli abbiano la volontà di studiare o di seguire percorsi lavorativi che riescano a fargli ottenere ciò che desiderano, ma davvero non so come potrei affrontare le spese per master, corsi all'estero, laddove avessero la capacità e la volontà necessarie
nè ritengo che l'univesità sia il solo modo di riuscire, laddove abbiano idee diverse: ma se anche volessero provare a inserirsi nel mondo del lavoro, dovrebbero avere le idee chiare, gli strumenti, culturarli e non, per differenziarsi dai millemila non qualificati che ambiscono ad un lavoro qualsiasi
quanto ai figli viziati, per fortuna non credo che i miei rientrino nella categoria, ed almeno sino ad oggi non hanno mai chiesto nulla di futile semplicemente perchè ce l'hanno tutti: ciò non toglie che siano adolescenti, e che le all stars o il jeans li hanno come tutti i loro coetanei
io non so come sarà il loro futuro, auguro loro di poter esprimere tutte le loro potenzialità, di diventare adulti sereni e realizzati, come contadini o come astrofisici, e sento che è mio dovere fare di tutto affinchè non debbano mai dover rinunciare a poter fare una scelta, qualsiasi essa sia
non sono pessimista di natura, ma il conto in banca mi induce a valutare in modo decisamente negativo il futuro

lanterna, condivido in pieno quanto hai detto

detto questo: potresti scrivere un trattato su di me....faresti una valanga di soldi!!

Io pretendevo eccome, e su alcune cose i miei hanno pure ceduto, come ho scritto prima in alcuni periodi sono andata in giro vestita di marca (Levis, Gas, Adidas, Nike, ecc) dalla testa ai piedi, poi quando mi sono accorta che tanto mi sfottevano tutti lo stesso ho smesso. Quindi non certo per maturità, l'essere alternativa è arrivato alla soglia della maggiore età e suppongo come conseguenza della mancata accettazione da parte delle mie coetanee qualsiasi cosa indossassi / musica ascoltassi.

Ho avuto il motorino a 16 anni grazie alla pagella con i voti richiesti dai miei genitori, quello in un certo senso me lo sono guadagnato.

Infatti prima ho detto che ho fortemente rischiato di crescere viziata.

Per assurdo invece mio fratello minore (classe 1989, quindi direi classificabile come ragazzo di oggi), a parte "ereditare" il motorino, non ha mai preteso nulla di materiale, tipo il cellulare gliel'hanno comprato i miei per poterlo chiamare quando faceva tardi la sera!


Bradipa, tu sei una delle poche, insieme a Simo e Difra, a poterti fare concretamente paranoie sull'università dei figli, visto che non è una cosa proiettata tra 20 anni ma che è dietro l'angolo!

Kia, hai troppo ragione!
non a caso son pessimista....

bradipa66 ha scritto:breve incursione nel topic...da vecchia mamma
purtroppo i nostri figli appartengono alla prima generazione che, dal dopoguerra ad oggi, vedrà peggiorata la propria posizione ed avrà - probabilmente - un futuro meno roseo
le esperienze dei nostri genitori non sono paragonabili, purtroppo, alle nostre
anche io son figlia di statale, anche da noi i vestiti griffati non esistevano, ed in famiglia non si è mai messo in dubbio che io e mia sorella avremmo prosgeuito gli studi, nonostante i sacrifici che ciò ha comportato
mio padre, diplomato, ci ricordava spesso che non avremmo mai dovuto dipendere da nessuno e che avremmo dovuto avere un nostro lavoro
vengo al dunque: proprio perchè le esperienze ed i tempi sono diversi, sono pessimista rispetto al ragionamento dove si mangia in tre si mangia in quattro, e temo che - al contrario di quanto affermato - sarà sempre più importante avere una ottima formazione o, in alternativa, fare esperienze formative e lavorative qualificate
io spero che i miei figli abbiano la volontà di studiare o di seguire percorsi lavorativi che riescano a fargli ottenere ciò che desiderano, ma davvero non so come potrei affrontare le spese per master, corsi all'estero, laddove avessero la capacità e la volontà necessarie
nè ritengo che l'univesità sia il solo modo di riuscire, laddove abbiano idee diverse: ma se anche volessero provare a inserirsi nel mondo del lavoro, dovrebbero avere le idee chiare, gli strumenti, culturarli e non, per differenziarsi dai millemila non qualificati che ambiscono ad un lavoro qualsiasi
quanto ai figli viziati, per fortuna non credo che i miei rientrino nella categoria, ed almeno sino ad oggi non hanno mai chiesto nulla di futile semplicemente perchè ce l'hanno tutti: ciò non toglie che siano adolescenti, e che le all stars o il jeans li hanno come tutti i loro coetanei
io non so come sarà il loro futuro, auguro loro di poter esprimere tutte le loro potenzialità, di diventare adulti sereni e realizzati, come contadini o come astrofisici, e sento che è mio dovere fare di tutto affinchè non debbano mai dover rinunciare a poter fare una scelta, qualsiasi essa sia
non sono pessimista di natura, ma il conto in banca mi induce a valutare in modo decisamente negativo il futuro

quoto pari pari e spero di essere bradipa quando sarò mamma

antopattin ha scritto:a proposito del fatto che uno si aspetta che i figli vadano all'università, ora come ora, essendo assai lontana dal dovermi porre questo problema e al tempo stesso osservando la situazione attuale del mercato del lavoro beh, ecco, io penso che l'università non sia affatto una priorità. naturalmente questo mio orientamento raccoglie dissensi nella famiglia di mio marito ma vabbé questa è un'altra cosa.
sta di fatto che io spero che mio figlio un giorno possa sentirsi appagato e realizzato di poter raccogliere i frutti di quanto seminato. oggi come oggi non credo che molti laureati, magari a pieni voti, magari iperspecializzati e qualificati da esperienze formative postlaurea, possano sentirsi gratificati davanti alle reali offerte del mercato lavorativo. senza contare che esistono laureati appartenenti di diritto alla categoria degli ovini perché l'università italiana, checché se ne dica, ha rare punte d'eccellenza, il resto è di una mediocrità allarmante.
io mio figlio lo sogno realizzato, come contadino, come apicoltore, come artigiano, come notaio o avvocato non m'importa e spero che possa scegliere liberamente la sua strada nel mondo. di mio, facoltà economica a parte, spero di riuscirgli a dare sempre sostegno e fiducia in sé perché sono le leve per riuscire in ogni condizione.

quoto tutto!!
(e penso che siate matte a farvi paranoie adesso sull'università dei figli)
io (che vengo da una famiglia in cui le lauree si sprecano, dai tempi dei bisnonni) sogno per andrea un futuro da panettiere a melbourne, per poterlo seguire non appena possibile

quoto cmq Bradipa sul pessimismo, secondo me non sarà la generazione dei nostri figli a vivere con meno rispetto a noi, ma siamo già noi che, tra 20/30 anni, inizieremo ad avere problemi e preoccupazioni che i nostri genitori non hanno avuto (a meno di uno stravolgimento economico, politico e culturale che sarebbe anche ora arrivasse)

Intendiamoci, l'università è solo un esempio. In generale, volevo dire che mi piacerebbe aiutare mio figlio a seguire le sue inclinazioni, che questo significhi pagare l'università o l'attrezzatura da idraulico non ha importanza. Quello che sottolineo è che una volta coi sacrifici si poteva regalare la vacanza studio, ora ci si comprano i normali libri di scuola. Mi sembra che i sacrifici si facciano per il necessario, non per gli "extra".

ciccia80 ha scritto:Intendiamoci, l'università è solo un esempio. In generale, volevo dire che mi piacerebbe aiutare mio figlio a seguire le sue inclinazioni, che questo significhi pagare l'università o l'attrezzatura da idraulico non ha importanza. Quello che sottolineo è che una volta coi sacrifici si poteva regalare la vacanza studio, ora ci si comprano i normali libri di scuola. Mi sembra che i sacrifici si facciano per il necessario, non per gli "extra".

ciccia, il mio stesso parere

Ho letto tutti i commenti e in ognuno ritrovo il mio pensiero, mai come in questo momento mi sento travolta.
Pensieri come questi è da un po' che si affollano nella mia mente, il mio io razionale non concepisce incertezza e figli nello stesso momento e una sensazione di inquietudine mi assale.

La mia è una famiglia monoreddito normale, nessun lusso e nessuna pretesa, tutto quello che desideravo se riuscivo ad averlo con ciò che avevo messo da parte bene, altrimenti nulla.

Non sono venuta su male, e fondamentalmente non mi è mancato nulla. Ma non posso dire di non aver sofferto di questo, e non per il paio di scarpe firmato o il motorino o lo stereo...no, per le occasioni mancate e perchè per me era sempre tutto più complicato, e lo confesso molte delle mie scelte sono state dettate esclusivamente dal fattore economico. Ma sono io che sono forse troppo razionale e avrei dovuto osare di più e lasciare che le cose andassero senza preoccuparmi troppo.

Ecco vorrei per i miei figli un cammino diverso,più sereno, ed ora, per come sono messa, non è concepibile e non mi riferisco solo agli studi, perchè non considero il percorso universitario l'unica alternativa possibile, ma anche a tutto il resto.

Ma qui non si parla più di strane masse filanti???