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Credi nel Franchising nel settore dei mobili (non salotti)

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#16
Abbiamo visto Casaitalia, e i vari gruppi di acquisto romani e non (Cia ed etctera). Mah.

Effettivamente chi ha preceduto questo coraggioso signore, non ha lasciato bei ricordi di se. Infatti le condizioni commerciali che le aziende potevano applicare a questi intermediari erano le stesse che un buon cliente poteva avere con un rapporto diretto. Probabilmente è il frazionamento dei fornitori che non consente di essere un buon cliente per nessuno.

Mi pare comunque (almeno per quel che mi riguarda), che già molti stiano facendo delle forti selezioni aggregandosi a firme o gruppi industriali che possono offrire servizi di alto livello e sicurezza di continuità.

:lol: :lol:
Anonimo Mobiliere

Per Habby risponde il Dr. Adalberto Consonni

#17
Per Habby risponde il Dr. Adalberto Consonni
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Abbiamo iniziato solo quest'anno ad aprire i primi negozi, in quanto la preparazione dell'operazione ci ha impegnato per un tempo più lungo (predisporre N.39 programmi di mobili personalizzati, fare i relativi cataloghi con N.2850 foto quasi tutte realizzate in lacation e N.4580 pagine di ns. listini è stata un'impresa complessa).

Oggi comunque abbiamo N.11 negozi aperti, ne apriamo due in maggio, due in luglio, sette in settembre e così via....

Non credo che possiamo lamentarci (certo è che molti Imprenditori considerano Habby come un qualcosa di diverso, di non interessante credo perchè non sanno bene cosa può essere per chi è già bravo e vuole diventare ancora più bravo unendo forze, conoscenze e strategie).

Per chi ritiene che sia un franchising voglio solo dire che tecnicamnete non può essere tale in quanto i Negozi hanno rapporti diretti con Tutti i Fornitori (oggi sono n.34 fornitori) e quindi non c'è un francisor che ha raporto unico e diretto.

Sono a disposizione di Tutti coloro che vogliono contattarci; a breve ci sarà operante un "sito" con indirizzi dei negozi e con alcune immagini dei ns. programmi.

Cordialmente

Adalberto Consonni

#18
Se tecnicamente il contratto non è di franchising perchè le controparti non vengono definite franchisor e franchisee, è comunque indubbio che la limitata autonomia decisionale da parte dei negozi aderenti vada ad accomunare il loro ruolo a quello del franchisee, indipendentemente dal fatto che ordini e fatturazione avvengano direttamente verso i fornitori.

E non si dica che c'è autonomia: se la casa madre di Habby sceglie prodotto, prezzo, sistema informativo, procedure aziendali, comunicazione...allora Habby, se non di nome, è un franchising di fatto.

Ovviamente questa imprecisione formale di chiamare Habby gruppo d'acquisto è stata voluta al fine di non urtare la voglia di indipendenza del mobiliere indipendente/sofferente e per richiamare al principio (concreto in verità) di maggiore competitività negli acquisti.

Non me ne voglia il Dr. Consonni ai cui auguro buon lavoro in quanto, come dicevo, proprio l'imposizione di certe scelte sarà il motivo per cui Habby probabilmente funzionerà, a differenza di tentativi precedenti.

Buon lavoro e tanta stima per quello che state "mettendo in piedi"...ma non venite a dirci che "tecnicamente" non è un franchising :lol:

Sono giovane, e quindi c'è chi ha visto "passare sotto ai ponti" molta più acqua di quanta ne abbia vista io, in un settore come il nostro con tanti risvolti che non conosco fino in fondo...ma almeno dal punto di vista delle definizioni di base dell'economia aziendale mi dichiaro abbastanza certo.
Ultima modifica di maestro il 05/05/04 23:47, modificato 1 volta in totale.
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#20
Dalle mie parti a Pescara c'è habby.
Ci sono stato solo una volta, prezzi veramente alti e la roba non mi è sembrata niente di che. Non mi vedrà più.

#21
ci sono stata un paio di settimane fa a Milano.
poco convincente..mancava quel quid che mi permettesse di fidarmi.
spezzo una lancia a favore degli armadi che mi sono sembrati solidi, ma non particolarmente convenienti economicamente..

#22
Cari signori,
Habby è ormai una realtà.
Che lo crediate o no, funziona!
Chidetemi come...
3 punti vendita a Roma.

#23
Tanti auguri di piena soddisfazione professionale sig. Manferdini.

In questo topic si è voluto solo esprimere che:
- la folgorante crescita dimensionale promessa da Ricci non c'è stata.
- alcuni utenti non sono stati soddisfatti da una visita presso i p.v. Habby

Detto questo, anch'io come operatore, mi auguro che un operatore serio, strutturato e coerente come Habby possa ritagliarsi il suo spazio sul territorio nazionale.
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è ANCORA CONVINTO!!!!!!!

#24
QUESTO MESSAGGIO è PER CHI DICEVA CHE HABBY ERA UNA REALTA' CHE SAREBBE DIVENTATA UNA GROSSA CATENA DELL'ARREDAMENTO, ANCHE A ROMA.
MI PARE DA VOCI DI CORRIDOIO CHE LA REALTA' SIA FINITA IN UN GRANDE FALO', TANTO FUMO PER NULLA !!!!!
LE GRANDI CATENE DEVONO AVERE DIETRO LE SPALLE DELLE REALTà MOLTO ORGANIZZATE, E NON DELLE PERSONE CHE CREDONO CHE CON I SOLDI SI DIVENTA DEGLI INPRENDITORI .
COMUNQUE I PRODOTTI DI HABBY SONO TROPPO COSTOSI PER QUELLO CHE VALGONO .
L'IDEA è ECCEZIONALE MA DEVONO ABBASARE IL TIRO SUI COSTI ALTRIMENTI NON DURERANNO MOLTO. :twisted: :?: :?: :wink:

Ecco qua....

#26
... come volevasi dimostrare.....

Probabilmente non basta un bel catalogo per fare un negozio.

Certo, il marketing ha la sua importanza nel sostegno di un'attività commerciale, ma il costo..... molto diverso farlo con divani forlivesi che non con mobili che hanno un margine ben più basso.

Il risultato? Rapporto qualità-prezzo percepita non sempre positiva. Gamma limitata, difficoltà nella velocità del riassortimento (ed ora che noce e ciliegio sono pressochè scomparsi ed il mondo è tutto Teck e Wengè, tutto un catalogo da rifare).

Cosa resterà di tutto ciò?
Una bella iniziativa sotto il profilo teorico, meno in quello pratico.
Anonimo Mobiliere

Re: Ecco qua....

#27
Anonimo Mobiliere ha scritto:... come volevasi dimostrare.....

Probabilmente non basta un bel catalogo per fare un negozio.

Certo, il marketing ha la sua importanza nel sostegno di un'attività commerciale, ma il costo..... molto diverso farlo con divani forlivesi che non con mobili che hanno un margine ben più basso.

Il risultato? Rapporto qualità-prezzo percepita non sempre positiva. Gamma limitata, difficoltà nella velocità del riassortimento (ed ora che noce e ciliegio sono pressochè scomparsi ed il mondo è tutto Teck e Wengè, tutto un catalogo da rifare).

Cosa resterà di tutto ciò?
Una bella iniziativa sotto il profilo teorico, meno in quello pratico.
Ciao Anonimo! Quanto tempo! :wink:

A me spiace che non stia andando bene...un po' di concentrazione non avrebbe fatto male al nostro settore.

Pur nel "dispiacere" di questo aspetto provo un sottile piacere nel ricordarmi le disquisizioni sul fatto che fosse un franchising od un gruppo d'acquisto.
Questo sottile piacere diventa poi più concreto al ricordo della serie di articoli apparsi ormai anni fa su Federmobili firmati dal sig. Ricci, persona sicuramente capacissima (Ricci Casa, Poltrone&Sofà, Habby,...). In questi articoli Ricci illustrava a 15.000 mobilieri italiani "come diventare miliardari (in lire n.d.r.) vendendo mobili". Gli articoli presentavano spunti interessanti bisogna ammetterlo, come del resto ci si aspetta da una personalità di spicco come Ricci. Il concetto un po' fastidioso che traspariva era questo però "io sono già diventato miliardario, voi piccoli mobilieri continuate a lottare ogni giorno per le briciole...affidatevi ai miei consigli e diventerete miliardari anche voi". Dopo due mesi è partita l'operazione di presentazione di Habby: a tutti i mobilieri d'Italia è arrivato a casa un walkman con una cassetta in cui la voce di Ricci diceva sostanzialmente la stessa cosa...

Quanti si sono fatti convincere!?
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#28
Claudia81 ha scritto:non vorrei dire cavolate ma mi pare che nella mia zona un Habby ci sia... a Sarzana mi pare... :roll:
yes :wink:

#29
Buongiorno Maestro,

già, ho ripreso la strada del forum, spero di trovare il tempo di restarci ogni tanto.

Sono d'accordo con te sull'atteggiamento del promotore dell'iniziativa.....

Credo che sul mercato, la lealtà e l'affidabilità si guadagni solo con il tempo, non puo' essere sostituita con formule deliranti di onnipotenza.

Stimo comunque un settore che con i suoi attori ha saputo anteporre il ragionamento all'avidità.

Vedo un'altra catena di salotti in franchising che ha prima offerto soggiorni ed armadi, per poi toglierli in piu' di un punto vendita..... (pubblicità = vendita: è qui l'errore? Oppure pubblicità = maggior costo? Chissà....)

Già, ma se il problema fosse proprio il franchising stesso?
Una volta il "povero" bottegaio, nell'ambito di una impresa il pressochè delle volte famigliare, creava reddito per se e per la propria famiglia attravarso una "propria" formula che, se funzionava, lo faceva grazie all'abilità dell'imprenditore che sapeva interpretare il territorio ed i suoi bisogni.

Ora l'imprenditore sembra non servire piu', basta una commessa ed un investitore (magari aiutato dalle banche). Già, al "Format" pensa la catena..... ma in un mondo dove i margini si sono sempre piu' ridotti per stare sul mercato, chi lo paga il format?

Oggi in tv ho visto un'altra pubblicità che invitava all'affiliazione ad un nuovo franchising non so piu' di cosa.

Ma chi è disposto ancora a crederci? Cosa succede dopo che un franchising chiude, vedi Ferri, o tanti altri che hanno subito questa fine?

Ai posteri......
Anonimo Mobiliere

#30
Beh, effettivamente...

...ancora una volta viene dimostrato come la concentrazione nel nostro settore è difficile da ottenere. Anche negli Stati Uniti, dove la concentrazione nella filiera è decisamente maggiore, comunque l'arredamento rimane frammentato rispetto ad altri settori.

Comunque certo cose si "vedono" da lontano.
- La catena di franchising di salotti di cui parli che ha inserito soggiorni e camere...un chiaro segnale di sofferenza: evidentemente i salotti non bastano loro per tirare a fine mese e pagare gli affitti.
- Ferri...il pay-off "tutto per tutti" era stato letteralmente irriso durante una lezione di economia aziendale in Bocconi :wink:

Buon lavoro Anonimo! :wink:
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