#147
da Nando21
Eccovi un'ulteriore genialata della nuova finanziaria!
La nuova riforma: più asini a scuola di MATTIAS MAINIERO
C'è un genio sconosciuto alla Ragioneria generale dello Stato. Qualcuno deve avergli detto che bisognava risparmiare anche nel settore della scuola. Lui ci deve aver pensato su un poco, non molto, diciamo una manciata di secondi. Poi, visto che è proprio un genio, ha scodellato la soluzione. Dopodiché, visto che il genio è anche scrupoloso, ha preso la calcolatrice, fatto i conti e messo tutto nero su bianco. Cose incredibili nella legge Finanziaria 2007, quella che nelle intenzioni di Romano Prodi e compagni dovrebbe portare l'Italia al risanamento dei conti pubblici. Per risparmiare sulla scuola, la Ragioneria generale dello Stato propone (e trova anche il coraggio per scriverlo) di non bocciare gli alunni. Tutti promossi, asini e secchioni, per legge e per superiori esigenze delle casse dello Stato. E noi stupidi che non ci avevamo mai pensato: meno ripetenti vuol dire più studenti che lasciano le aule in fretta, quindi meno classi, meno presidi, meno professori e bidelli e meno spese. Dal 6 politico siamo passati al 6 finanziario. Alleluia. Quante medaglie e promozioni al valor dell'imbecillità politica e finanziaria? La Ragioneria (come riferisce il quotidiano Italia Oggi nell'edizione di ieri) fa anche i calcoli, altrimenti non sarebbe una ragioneria: considerando che «il numero di ripetenti nei primi due anni di corso della scuola secondaria di secondo grado è di 185.002», gli studenti da salvare dovrebbero essere 18.500, cioè il 10 per cento. In questo modo si potrebbero tagliare 805 classi. Teoricamente. In pratica, essendo il genio di cui sopra oltre che scrupoloso anche prudente, la Ragioneria ipotizza «644 classi in meno, corrispondenti a 1.455 docenti, per una minore spesa di euro 56 milioni a decorrere dall'anno 2008 ed euro 18,6 milioni per l'anno 2007». Lo dicono i numeri e la Finanziaria, non ci possono essere più dubbi: avevamo un Cavaliere a Palazzo Chigi e ci ritroviamo Romano Prodi e il suo rilancio a passo di asino. Dove arriveremo con questa logica economica che mischia conti e insegnamento, bilanci e cultura, aule da tagliare e studenti da promuovere per risparmiare soldi è facile intuirlo, anche se il genio della Ragioneria per ora non lo ha ancora scritto nella legge finanziaria. Difficoltà nella gestione degli ospedali pubblici? E che problema sarà mai, caro presidente del Consiglio: basta che un ragioniere del cavolo dia ordine ai medici di sopprimere gli ammalati appena arrivano al pronto soccorso. Non tutti magari, sono quelli più gravi e anziani, o quelli che mangiano di più, o i diabetici che hanno bisogno di diete particolari e forse costose. Basterebbe farne fuori un 7 o 8 percento ogni anno (non il 10, diamine, siamo europei e la Comunità deve approvare il massacro, non esageriamo). Meno pazienti, meno medici, infermieri, sale operatorie e ambulatori. Meno ospedali, che oltretutto spesso non sono neppure belli a vedersi. Qualche struttura potrebbe essere destinata ad ospitare una sede periferica della Ragioneria generale dello Stato, qualche altra potrebbe diventare un museo: qui una volta curavano i pazienti, poi arrivò Romano Prodi con la sua Finanziaria estremamente rigorosa. Rigor mortis. E i laboratori di analisi? Anche qui tutto molto semplice: il paziente arriva, il medico preleva il campione di sangue, riempie la provetta e senza ulteriori accertamenti, dosaggi, centrifughe, conta dei glo buli rossi e bianchi e via discorrendo e spendendo dice: tutto in ordine, sano come un pesce, lei non ha assolutamente nulla. Ma dottore, mi avevano detto che forse ho l'anemia, potrebbe anche essere qualcosa di peggio. Ma lasci stare, caro signore, lei è sanissimo. E poi, anche se fosse ammalato, dove si farebbe curare, alla sede distaccata della Ragioneria generale dello Stato? Variante: il medico non preleva neppure il campione di sangue. Ordini superiori: le siringhe costano, il Sistema sanitario nazionale non può permetterselo e oltretutto, dopo l'Irpef, di sangue ne è rimasto pochino. Si può soprassedere agli accertamenti e fare la diagnosi al volo: anemia fiscale. Discorso a parte per il sistema penitenziario. Qui non c'è da scomodare geni e ragionieri. La strada è già stata individuata, basta seguirla fino in fondo. Un giochino da ragazzi, magari i ripetenti che non devono ripetere e che una volta premiati possono anche diventare leader di un partito politico: indulto e amnistia per tutti, scippatori e terroristi, capi della mafia e stupratori. Tutti fuori. Solito ragionamento: meno detenuti, meno guardie, meno penitenziari. Meno di tutto in Italia. Ora devono toglierci di torno solo Romano Prodi, e allora sì che i conti fileranno sul serio. Che fa, ragioniere, ci pensa lei con un emendamento alla Finanziaria oppure dobbiamo aspettare le prossime elezioni?
IL PROGETTO
18.500 SALVI Nella relazione tecnica della Finanziaria, i tecnici della Ragioneria generale dello Stato sostengono che una riduzione del 10% del numero dei ripetenti significherebbe un taglio di 805 classi, 644 (l'80%) a essere prudenti. Dei 185.002 bocciati ogni anno si tratterebbe, quindi, di salvarne 18.500. I RISPARMI Secondo i tecnici, così si risparmierebbero «1.450 docenti e 425» tra bidelli e amministrativi per una minore spesa di «euro 56 milioni dal 2008 ed euro 18,6 milioni per il 2007»