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ritrovata l'ogiva

#1
conferenza stampa

l'ogiva è stata ritrovata addosso a gabriele sandri. il proiettile è compatibile con uno dei due bossoli. si cerca il secondo.
il questore di arezzo ha dichiarato che il secondo colpo è andato orizzontalmente al terreno.
probabilmente l'agente ha mirato alle gomme. lo hadetto sempre il questore V.G.. Se è così, ha concluso, ha preso un rischio enorme.

#3
pattonaglia ha scritto:Direttamente dal sito di Repubblica:

15:35 Il questore: "Nell'auto della vittima, biglie e coltelli e sassi"
Il questore: "Recuperati nell'auto della vittima coltelli, qualche biglia e anche dei sassi"

( http://www.repubblica.it/2007/11/dirett ... index.html )
e questo che c'entra scusa? e' una attenuante?
anche in macchina mia ci sono biglie sassi e spade...sto rischiando la vita!
The Sisterhood of The Calf 40
less is more, always

#4
dammispazio ha scritto:
pattonaglia ha scritto:Direttamente dal sito di Repubblica:

15:35 Il questore: "Nell'auto della vittima, biglie e coltelli e sassi"
Il questore: "Recuperati nell'auto della vittima coltelli, qualche biglia e anche dei sassi"

( http://www.repubblica.it/2007/11/dirett ... index.html )
e questo che c'entra scusa? e' una attenuante?
anche in macchina mia ci sono biglie sassi e spade...sto rischiando la vita!
Come che c'entra?????
E' la riga prima di quella che ha riportato Niumax...
Io non ho aggiunto nessun commento!
Immagine
casa: http://www.arredamento.it/forum/viewtopic.php?t=22895
flickr:http://www.flickr.com/photos/ipatton/

#5
"Uno ci ha guardato male"
Francesco, Federico, Marco e Simone erano i compagni di viaggio di Gabriele. Sono loro che fanno sapere, non direttamente visto che sono indagati per tentate lesioni aggravate, quello che è successo la maledetta domenica. Il gruppo di laziali diretti a Milano si sono trovati davanti alcuni juventini fermi come loro per una sosta all'autogrill. "Con gli juventini non c'è stata una vera rissa - dice Francesco a un amico - uno ci ha guardato male, gli abbiamo detto '"censured" guardi' e lui mi ha tirato una bottigliata al braccio". Poi c'è stata la reazione: "Abbiamo iniziato a tirare delle ombrellate, poi si è sentita la sirena è c'è stato il fuggi-fuggi".


no ma non erano violenti noneeee....questo non giustifica la sparatoria...ma visto che si parla solo di santi

#6
questa è l'intervista rilasciata dal Capo della polizia Manganelli (un nome, un programma...)

Lei dice: bisogna assicurare la verità dei fatti accaduti a Badia al Pino. Qual è questa verità?
"L'abbiamo sufficientemente ricostruita con altre testimonianze e riscontri tecnici e affidata alla magistratura. Abbiamo recuperato l'ogiva del proiettile che ha ucciso Gabriele e il perito, già in possesso del bossolo, potrà ora ricostruire, dopo l'autopsia, la possibile traiettoria del colpo. Non c'è dubbio che a sparare sia stato il nostro agente. Non c'è dubbio che, dopo un primo colpo sparato in aria, il secondo è stato esploso con il braccio teso in avanti. Per una casualità o per una consapevole decisione, non sta a me dirlo".

Si sarà fatta però un'idea.
"Ho una mia idea, naturalmente, ma è di nessuno interesse o valore. E' più importante che dica come sono andate le cose, secondo le prime conclusioni dell'indagine. La volante vede da lontano, dalla carreggiata sud, il tafferuglio nell'area di servizio in carreggiata nord. Nessuno è in grado di capire che sia una rissa tra tifosi. Non ci sono vessilli, non ci sono bandiere, non ci sono slogan. C'è soltanto un gruppo di ragazzi che si picchiano. L'iniziativa migliore è dell'agente che attiva la sirena: in genere, è sufficiente per convincerli a chiuderla lì. E infatti i ragazzi smettono e si allontanano in fretta. L'altro agente, però, crede di essere testimone di un delitto più grave di una rissa e, da lontano, spara in aria e spara una seconda volta. Ripeto, con il braccio teso, in un'azione che ho definito maldestra".

Maldestro non le appare un aggettivo, in questo caso, inappropriato?
"Non è il solo a pensarlo. C'è chi me lo ha rimproverato perché non è sufficientemente drammatico. Le ripeto, dobbiamo alla famiglia Sandri la verità e definire il gesto di un agente di polizia maldestro, cioè di un'imperizia dannosa e pericolosa, è drammatico ed è soprattutto la verità".

Per lunghe ore, domenica, si è avuto la sensazione che il vuoto di informazione coincidesse con il tentativo di alleggerire le responsabilità dell'agente. In molti abbiamo pensato che negando l'errore di valutazione dell'agente e indicando la causa del suo intervento nella violenza dei tifosi si volessero cambiare le carte in tavola, manipolare l'accaduto.
"Io capisco che i media devono offrire ricostruzioni coerenti, senza smagliature e falle e capisco anche che, per il frammento di verità che avevate sotto gli occhi, non potevate fare altro che giungere a quella conclusione. In realtà, soltanto a poco a poco noi abbiamo messo insieme quei frammenti che ci hanno fatto capire che cosa era successo".

Non ci avete messo troppo tempo?
"No. Anch'io ho avuto la tentazione di mettere sotto pressione il capo dello squadra mobile di Arezzo, Marco Dal Piazza, ma ha avuto la ragione lui a prendersi il tempo necessario, e ne sono contento. Si è comportato con molta correttezza. Non ha interrogato subito gli amici di Gabriele. Per evitare equivoci, li ha separati e atteso il magistrato. Ha "congelato" la scena del crimine, come è doveroso fare. Sono iniziative scrupolose, ma prendono tempo. Così soltanto intorno alle 12,30 abbiamo avuto un quadro apprezzabile della situazione".

A quel punto, lei ha deciso di non fermare il campionato in contrasto con i vertici del mondo del calcio. È stata la scelta giusta?
"Guardi, le potrei dire che le cose sono andate come lei dice. Ne ricaverei l'immagine del capo della polizia decisionista che impone le sue scelte anche se non condivise. Ma le cose non sono andate così. Si è detto addirittura che, a questo proposito, avrei avuto un scontro con il ministro Amato. La verità è che nessuno mi ha opposto alcuna perplessità. Le aggiungo che penso ancora che bisognasse giocare, ma la realtà è che quella decisione non è stata virtuosa. E' stata soltanto necessaria, obbligata. Erano, più o meno, le tredici. Gli stadi andavano affollandosi. I tifosi erano nei dintorni dello stadio. Nelle stazioni ferroviarie. In viaggio lungo le autostrade. Fermare a quell'ora la macchina - i campionati di A, B, e C - semplicemente non era possibile. Ogni tentativo sarebbe stato inefficace e, quel che è peggio, controproducente".

Non crede che il mancato stop sia stato un moltiplicatore di violenze?
"Credo il contrario. Il gioco ha favorito il contenimento delle violenze. Se si esclude quanto è accaduto a Bergamo, si può dire che è stata una ordinaria domenica di calcio, del nostro calcio".

Se si esclude Roma?
"No, anche a Roma abbiamo pagato il prezzo minore tra quelli probabili. Ho apprezzato molto la decisione di rinviare la partita. Giocarla avrebbe voluto dire coinvolgere, in uno spazio chiuso, decine di migliaia di tifosi pacifici nelle violenze che, con determinazione e lucidità, già erano state programmate dagli ultras facinorosi. Evitare che l'incontro si svolgesse ha significato che i romani pacifici se ne sono tornati a casa e in strada a fare danni sono rimasti soltanto in duecento".

Rifarebbe anche la scelta di non presidiare il territorio?
"Guardi, dopo la morte di Gabriele Sandri, il peggio poteva accadere proprio a Roma, se le forze dell'ordine avessero voluto ripulire il quartiere Flaminio e i dintorni dell'Olimpico. Ho chiesto ai miei uomini e ai carabinieri di avere pazienza, di non intervenire. Quattro funzionari sono stati feriti, eppure non hanno dato ai proprio uomini l'ordine di replicare. Non siamo stati però con le mani in mano. Abbiamo predisposto un servizio di videosorveglianza per identificare i violenti. Con il tempo necessario, avranno notizie di noi appena li identificheremo e già sappiamo chi sono i primi dieci. Se avessi deciso altrimenti, chi poteva assicurare che gli scontri - quel che gli ultras volevano ad ogni costo - non sarebbero degenerati? Facile discutere qui in poltrona, ma in strada ci vanno uomini in carne e ossa, che possono essere messi a mal partito e avere paura e quando si ha paura e si perde il controllo, c'è anche chi può fare la mossa peggiore. Lei riesce a immaginare che cosa sarebbe accaduto se ci fosse stato un altro morto a sera, domenica, a Roma?".

Lei ha parlato di neofascisti infiltrati nei gruppi più violenti di tifosi. Ci sono nuove evidenze?
"Le posso dire che abbiamo dimostrazione evidenti di come l'area di estrema destra abbia occupato le curve degli ultras".

Lei concorda con la procura di Roma che intende contestare l'aggravante del terrorismo agli arrestati di domenica?
"Quale debba essere il reato contestato agli indagati non è affare della polizia, ma del pubblico ministero. Rilevo che nessuno ricorda in questo palazzo l'assalto a una caserma della polizia. Credo di poter dire, con Pierluigi Vigna, che quell'aggressione è un atto eversivo".

Ora si teme che, alla ripresa del campionato, si scatenerà un conflitto permanente tra ultras e polizia. Lei che cosa prevede?
"Le dico che cosa faremo, non che cosa prevedo. La nostra risposta sarà intransigente e rigorosa. Se non ci saranno le condizioni per giocare - e tra le condizioni c'è un clima sereno, non aggressivo per le forze dell'ordine - semplicemente non si giocherà".

Non crede che questo rigore creerà una maggiore coesione tra i violenti?
"Al contrario. Il nostro progetto prevede di dimostrare a chi non è un facinoroso pur essendo ultras - e intendo con questa parola un tifoso entusiasta e irriducibile, ma non necessariamente violento - che il calcio conviene goderselo senza risse e scontri. Che chi è violento spesso lo è per un interesse personale. Confido di aprire con gli ultras non violenti un canale di dialogo e sono pronto a raccogliere anche i loro suggerimenti. Con i facinorosi è inutile ogni discussione. La nostra pressione sta ridimensionando il loro peso. E, dal loro peso nel mondo del calcio, ricavavano denaro e un prestigio e una visibilità che altrimenti potevano soltanto sognare. Per troppo tempo hanno avuto in ostaggio le società di calcio...".

Le società complici...
"A volte complici, a volte vittime. Come per le estorsioni, è difficile separare il confine tra la complicità e l'oppressione. Certo, per troppo tempo, acquiescenti".

È aumentata la collaborazione delle società?
"Diciamo che abbiamo cominciato insieme un percorso, ma la strada da fare è ancora lunga. Abbiamo un programma e lo porteremo fino in fondo. Entro il 1 marzo negli stadi ci saranno soltanto gli steward e non più la polizia. È una data che vogliamo rispettare. Se le società non si adegueranno giocheranno con gli spalti vuoti".

Mi sembra insospettabilmente sereno. Sbaglio?
"Come posso essere sereno dopo la morte irragionevole di Gabriele Sandri? Ma se si riferisce al mio lavoro, sì, sono sereno. Forse non ho grandi qualità, ma so come non perdere mai la testa".
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#8
pattonaglia ha scritto:
cyberjack ha scritto:...
Personalmente ritengo molto sensate le parole dette dal Capo della Polizia.
anche secondo me sono molto sensate (non è arrivato al suo posto mica per nulla...) la battuta era solo dovuta al gioco di parole con il nome ;) Nulla a che vedere con la sua professionalità ;)
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#9
Apro e chiudo una parentesi che secondo il mio parere ha una certa attinenza all'argomento.

Le armi.

Mio papà ha il porto d'armi ad uso sportivo (non è un cacciatore, va al tiro a segno, volevo solo precisarlo) e va da sè che il porto d'armi ad uso sportivo è molto molto più limitato del porto d'armi "personale" che hanno, per esempio, le forze dell'ordine.
Ad esempio non puoi tenere l'arma addosso, devi segnalare il tragitto che fai, devi trasportarla "smontata" in modo che non possa esplodere dei colpi ecc. ecc.

Io nel mio immaginario ho sempre dato per scontato che per ottenere questo porto d'armi ci si dovesse sottoporre a diversi esami o test, sia psicologici che medici.

Macchè.
vai dal tuo medico che ti chiede robe del tipo "fa uso di droghe? fa uso abituale di alcolici?" e altre domande del genere.
Ti firma un certificato, si insaccoccia i suoi bei soldini e stop, tu dal punto di vista "medico" sei a posto.
Questo certificato passa anche nelle mani di un altro medico che non è il tuo di famiglia, ma a quanto pare è solo un proforma.
Fai le tue richieste ai carabinieri e, se non sei pregiudicato o roba simile, ti rilasciano il tuo bel porto d'armi.
Fine.

Io mi chiedo....non è un po' troppo semplice?

Ovvio che polizia, carabinieri ecc. ecc. saranno sottoposti a visite periodiche, avranno un obbligo minimo di allenamento al tiro a segno...ma il punto è che secondo me danno armi a persone che non sempre sono sufficientemente preparate.
Non sono giocattoli, non basta avere una buona mira, insomma, maneggiare un'arma comporta un sacco di componenti.

E poi, che ne so io che queste persone sono davvero estranee all'uso di determinate sostanze?
Che genere di controlli hanno?

Ecco questo è un dubbio che mi sovviene soprattutto quando vedo giovani poliziotti o carabinieri in giro con il loro bel mitra e che magari la sera prima sono andati a far bisboccia in discoteca.
:roll: