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da sarè
ho appena trovato questo articolo su alice.it
Canone Rai, esentato chi possiede un computer?
La tassa più detestata dagli italiani allenta forse la stretta sui cittadini
21/11/2007
Nell'ultima versione della lettera inviata ogni anno dalla Rai per sollecitare il pagamento dell'odiato balzello scompaiono le parole personal computer, riferite agli apparecchi per i quali è previsto il pagamento del canone.
Val la pena ricordare che la legge che istituisce il canone Rai, il Regio decreto-legge 2 febbraio 1938 n. 246, fu emanata dal Governo di Benito Mussolini, che con inconsapevole lungimiranza ingiunse il pagamento della tassa a chiunque fosse in possesso di apparecchi "atti o adattabili" alla ricezione delle radiotrasmissioni.
La normativa - a differenza della tecnologia - sopravvive immutata negli anni, al punto che oggi gli apparecchi in grado di ricevere il segnale radiotelevisivo, o adattabili a tal fine, comprenderebbero una vastissima tipologia di prodotti: registratori dvd, videofonini, ipod e apparecchi mp3-mp4 provvisti di schermo, monitor a sé stanti, videocitofoni, modem, decoder, videocamere e persino alcuni tipi di macchine fotografiche digitali...
Come ampiamente documentato nell'indagine di Aduc, l'Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori, che con una petizione chiede da tempo l'abolizione del canone, vi sono aspetti della legge che fanno di milioni di cittadini dei potenziali evasori fiscali.
Lo stralcio del termine "pc" dall'ultimo sollecito potrebbe indurci a pensare di non dover più pagare il bollettino intestato all'azienda rediotelevisiva anche per il solo possesso di un computer. La modifica introdotta al testo, tuttavia, risulta quanto meno ambigua: leggendo, infatti, la versione del messaggio in lingua inglese, francese, araba e cinese, il termine computer permane immutato. La domanda sorge spontanea: che la Rai voglia riservare un trattamento diverso agli utenti stranieri?
Ogni dubbio è lecito, soprattutto in una materia così delicata: sempre con riferimento alla missiva firmata dal direttore dell'Amministrazione Pagamenti, il mancato pagamento del canone potrebbe far finire in carcere. Si parla infatti di "reato di evasione fiscale", equiparando l'inottemperanza a un crimine, a una violazione del codice penale, mentre la legge in realtà parla soltanto di illecito amministrativo con conseguente sanzione pecuniaria