Ah, ok. Adesso ho capito.rananera ha scritto:semplice:
classi di...stiamo bassi, 20 alunni.
9 han sempre freqeuntato scuole normali, in italia, programmi italiani con vario rendimento.
7 sono stranieri, scuole diverse, nel loro paese, nella loro lingua.
(di questi 7, 5 parlano un italiano decente anche se, ovviamente, non proprio corretto, ma capiscon tutto, 2 non parlano italiano)
4 alunni non parlano italiano e, sebbene inseriti in prima media, non sono mai andati a scuola, nemmeno nel loro paese.
se tu fossi il padre di uno dei 9...ti assicuro che, non certo nella mia materia o in ed, fisica, ovvio, ma nelle materie "serie" quelle che davvero devon preparare tuo figlio alle scuole superiori...nelle materie come italiano.ingelse.matematica...ti accorgeresti che tuo figlio sta, per forza di cose, rimanendo indietro.
imparerà la tolleranza, l'integrazione, avrà amici con i quali parlare o cercar di parlare anche a gesti in modi buffi...di tutto un po'...
ma tuo figlio alla fine del percorso scolatsico avrà imparato molto, molto, molto, molto meno di quanto dovrebbe.
che faresti?
(e ora vado a scuola...quella è una delle mie classi -migliori come composizione- e mi sta aspettando
)
Allora, ti spiego il mio punto di vista. Non credo che il compito primario della scuola dell'obbligo sia distillare nozioni, quindi non vedo un enorme problema nell'affrontare programmi un po' differenti rispetto a quelli ai quali siamo abituati, magari più volti all'integrazione e al confronto tra culture. Poi ognuno alla fine avrà raggiunto il suo personale grado di preparazione.
Leggevo poco fa i risultati del PISA fatto dall'OCSE e la descrizione delle scuole finlandesi.
Veramente tutto un altro modo di rapportarsi all'insegnamento. Niente voti fino ai 12 anni, ragazzi che svolgono attività personalizzate, individuali o di gruppo. Non si richiede un livello uniforme alla classe. Eppure, sono sempre i primi nei test internazionali.
Questo mi ha fatto pensare.