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#1
'Ndrangheta: 60 arresti tra cui assessore calabrese Udeur

PERUGIA/COSENZA (Reuters) - C'è anche un assessore regionale della Calabria tra le quasi 60 persone per le quali la procura di Perugia ha chiesto e ottenuto l'arresto nell'ambito di un'inchiesta sulla 'ndrangheta e su un clan camorristico che operavano in diversi settori, dall'edilizia al narcotraffico.

Pasquale Tripodi, fino a ieri sera assessore regionale al Turismo ed esponente dell'Udeur, è stato arrestato in Calabria oggi dai militari dell'Arma.
Secondo gli inquirenti, Tripodi sarebbe stato coinvolto in un progetto di riciclaggio di denaro proveniente dal traffico della droga, da reinvestire nella costruzione di un vasto complesso turistico a Brancaleone, in provincia di Reggio Calabria, riferiscono fonti dell'Arma dalla Calabria.
I militari hanno arrestato anche il vice sindaco di Brancaleone Gentile Scaramuzzino e il sindaco di Staiti - altro Comune della provincia calabrese - Vincenzo Ielo, della coalizione di centrodestra.

Intanto dopo l'arresto di Tripodi, il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero ha convocato d'urgenza la Giunta regionale.
"In questo momento gli auguro e mi auguro che sia in grado di dimostrare la sua estraneità alle accuse che gli vengono contestate", ha detto Loiero, in una nota riferendosi a Tripodi.
Ieri sera Loiero aveva revocato le deleghe all'assessore dell'Udeur con la motivazione dell'imminente passaggio nel centrodestra di Clemente Mastella.

Descrivendo l'attività dei malviventi, Giampaolo Ganzer, comandante del Ros (Raggruppamento operativo speciale) dei carabinieri, ha detto che "si trattava di una vera e propria joint venture tra cosche 'ndranghetiste e camorra".
Pur mantenendo legami strutturali con le organizzazioni d'origine, spiega la Procura perugina in una nota, il clan camorristico dei "casalesi" e la cosca della 'ndrangheta dei Morabito-Palamara-Bruzzanti operavano "sia autonomamente sia in sinergia con settori della criminalità locale, al fine di controllare e orientare molteplici aspetti della realtà produttiva ed imprenditoriale, tra gli altri quello del settore dell'edilizia, degli investimenti immobiliari e del commercio di autovetture".
Dall'indagine, denominata "Naos", è emerso l'intervento del gruppo anche "in appalti inerenti centrali idroelettriche ed infrastrutture turistiche calabresi".
I principali reati contestati a vario titolo sono associazione mafiosa, estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, ricettazione.

Il generale Ganzer ha parlato di una "compartecipazione nella gestione del narcotraffico in Umbria, che poi produce delle liquidità che danno vita a delle vere e proprie attività imprenditoriali".
La Procura precisa che il gruppo gestiva un traffico di cocaina e hashish destinati al mercato perugino, che arrivavano attraverso due canali: dal Nord Italia o localmente da un trafficante nigeriano. La commercializzazione era affidata prevalentemente ad albanesi e pregiudicati locali.
Il denaro "sporco" veniva reinvestito nella costituzione di diverse società nel settore dell'edilizia, "impostesi ... in virtù dei prezzi concorrenziali", spiega la nota. "Tale egemonia era favorita non solo dall'origine dei finanziamenti, ma anche dalla scarsa qualità dei materiali impiegati nonché dalla sistematica violazione delle normative sulla sicurezza del lavoro e la previdenza della monodopera, composta in buona parte da extracomunitari clandestini".
Ganzer ha precisato che venivano inoltre acquisite aziende del settore, magari in perdita ma "pulite". L'intervento di queste ditte, ha detto, "è completo e va dalla progettazione al trasporto fino alla realizzazione di opere che prevedono ... collusioni con amministratori pubblici".

Oltre ad amministratori locali, sono risultati implicati anche settori bancari. "In particolare è stato colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere il responsabile della dipendenza umbra di un noto istituto di credito", dice la Procura.
è una farfalla che muore sbattendo le ali
l'amore che a letto si fa...

#2
USA: SPARATORIA DI SAN VALENTINO AL COLLEGE, SEI MORTI

(AGI) - Dekalb (Illinois), 15 feb. - Strage in un college a un centinaio di chilometri da Chicago. Un ex allievo, armato di fucile e due pistole, ha fatto irruzione ieri pomeriggio in un'aula della Northern Illinois University e ha aperto il fuoco contro un centinaio di alunni. Il cecchino ha ucciso cinque studenti e ferito altri 17. Poi si e' puntato la pistola alla testa e si e' suicidato. La sparatoria, la quinta negli ultimi sette giorni negli Stati Uniti, e' avvenuta verso le 15 (ora locale) nella Sala Cole, dove era in corso una lezione di scienze oceaniche. All'interno dell'aula si trovavano circa 160 studenti, quando l'uomo, vestito di nero, ha fatto irruzione.
"Ha semplicemente aperto la porta con un calcio e cominciato a sparare", ha raccontato Kevin McEnery, un testimone, "Tutto cio' che ho sentito dopo sono state le urla della gente che voleva uscire ... avra' sparato una trentina di colpi". Subito, la polizia e i soccorsi sono intervenuti sul posto. I feriti sono stati trasportati al Kishwaukee Community Hospital: sei di loro sono in gravi condizioni. Insieme ai soccorsi sono scattate anche tutte le misure di emergenza previste in questi casi nei college statunitensi (allarme sul sito del campus, e-mail, hotline), disposizioni rafforzate dopo la strage al Virginia Tech dell'aprile scorso, quando un cecchino uccise 32 studenti.
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#3
C'è anche un assessore regionale della Calabria tra le quasi 60 persone per le quali la procura di Perugia ha chiesto e ottenuto l'arresto nell'ambito di un'inchiesta sulla 'ndrangheta e su un clan camorristico che operavano in diversi settori, dall'edilizia al narcotraffico.

Pasquale Tripodi, fino a ieri sera assessore regionale al Turismo ed esponente dell'Udeur, è stato arrestato in Calabria oggi dai militari dell'Arma.
Secondo gli inquirenti, Tripodi sarebbe stato coinvolto in un progetto di riciclaggio di denaro proveniente dal traffico della droga, da reinvestire nella costruzione di un vasto complesso turistico a Brancaleone, in provincia di Reggio Calabria, riferiscono fonti dell'Arma dalla Calabria.
....coerente il tipo 8)

#5
ti ho pensato niumax :lol: :lol: :lol:
bho, è un'idea che mi è venuta così, di mettere tutti i giorni la notizia che mi ha più colpito...
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#6
casimira ha scritto:ti ho pensato niumax :lol: :lol: :lol:
bho, è un'idea che mi è venuta così, di mettere tutti i giorni la notizia che mi ha più colpito...
ma fai benissimo.. :lol: :lol: :wink:

#7
UE, CORTE DI GIUSTIZIA SALVA PARMIGIANO REGGIANO
"Solo i formaggi recanti la denominazione d'origine protetta (Dop) possono essere venduti con la denominazione 'Parmesan'". E' quanto ha stabilito oggi a Lussemburgo la Corte di giustizia europea che ha però respinto il ricorso per inadempimento contro la Germania.

La sentenza della Corte di giustizia europea ribadisce quindi che, in base alla normativa dell'Ue, ''i prodotti registrati come Dop godono di tutela contro qualsiasi 'usurpazione, imitazione o evocazione'. Le denominazioni generiche non possono invece essere registrate e quelle registrate non possono divenire generiche''. La sentenza, tuttavia, respinge il ricorso che aveva avviato la Commissione europea contro la Germania ritenendo che non tutelasse a sufficienza la Dop Parmigiano Reggiano. I giudici della Corte Ue affermano infatti che ''uno stato membro non e' tenuto ad adottare d'ufficio i provvedimenti necessari per sanzionare, nel suo territorio la violazione delle Dop provenienti da un altro stato membro''. La Corte aggiunge che ''gli organi di controllo cui incombe l'obbligo di assicurare il rispetto delle Dop sono quelli dello stato membro da cui proviene la Dop medesima''. Il controllo sul rispetto del disciplinare della Dop 'Parmigiano Reggiano' non compete quindi alle autorita' di controllo tedesche''.
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#8
L'IRA DI BAUDO: "FAI ASCOLTI SOLO CON LO SCANDALO"
SANREMO -Il calo di ascolti del Festival di Sanremo è, secondo Pippo Baudo, "una responsabilità che riguarda tutti noi, dobbiamo puntare sulla qualità, è una specie crociata che bisogna percorrere. L'evento ormai non esiste più. Esiste solo - aggiunge Baudo in conferenza stampa - se ha un effetto scandalistico. Se avessi litigato con Chiambretti, se avessimo fatto quello che è successo a Miss Italia, il pubblico si sarebbe acceso". "La lite tra Fegiz e Cutugno ha avuto un ascolto altissimo. Quindi - prosegue Baudo con tono grave - scazzottiamoci, prendiamoci a sputi in faccia. Ma così - sottolinea perdendo le staffe - imbarbariamo il pubblico, il pubblico lo fottiamo e avremo un'Italia di merda".

Non riesce a Pippo Baudo e Piero Chiambretti l'impresa di risalire la china degli ascolti di Sanremo. Ieri la seconda serata del festival ha ottenuto nella prima parte 8 milioni 271 mila telespettatori con il 29.72% di share e nella seconda il 37.48% con 4 milioni 925 mila. La media é stata del 32.33% con 6 milioni 500 mila. Nel prime time Raiuno ha avuto il 26.74%. Lunedì l'esordio del festival aveva raccolto 9 milioni 518 mila telespettatori con il 35.01% di share nella prima parte e 4 milioni 818 mila con il 39.44% nella seconda. La media ponderata tra le due parti era stata del 36.46% con 7 milioni 68 mila spettatori. Lo scorso anno la seconda puntata di Sanremo, condotto da Baudo con Michelle Hunziker, aveva fatto segnare 11 milioni 819 mila spettatori con il 45% nella prima parte e 6 milioni 128 mila con il 49.09% nella seconda (pari a una media ponderata del 43.67%).

Per Sanremo, si tratta ancora un record negativo: la seconda serata, che pure coincide con un calo fisiologico del pubblico, non era mai andata così male. Come media ponderata tra le due parti, un dato analogo (33.74%) si ritrova nel 2004, l'anno della coppia Ventura-Renis. Ieri sera il picco di ascolto è stato registrato alle 22:09, con 10 milioni 128 mila telespettatori, e il dato più alto in share a mezzanotte e 4 minuti, in entrambi i casi con una gag di Chiambretti. Il pubblico che non ha scelto il festival si è più o meno equamente diviso tra le varie reti: su Raitre Ballarò, ospiti Casini e D'Alema, ha tenuto (11.78% e 3 milioni 220 mila) e sono andati bene il film di Italia 1 Tre metri sopra il cielo, con Riccardo Scamarcio (11.44% con 3 milioni 75 mila) e soprattutto lo speciale di Retequattro sui fratellini di Gravina (10.08% e 2 milioni 895 mila). Canale 5, che nella fascia prime time ha registrato il 14.60%, proponeva il film La maschera di Zorro (13.16% con 3 milioni 162 mila spettatori); Raidue la seconda parte del film Il triangolo delle Bermuda (9.53% con 2 milioni 493 mila). Bene su Sky il derby Juventus-Torino, che ha fatto segnare 1 milione 359 mila con il 4.77%. Nell'access prime time, sostanziale successo di misura per Striscia la notizia (23.63 con 6 milioni 668 mila) sui Soliti ignoti di Raiuno (22.52% con 6 milioni 310 mila).
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#9
"Avete sciolto i nostri ghiacci"
gli Inuit denunciano i petrolieri
di PIETRO DEL RE

I GHIACCI non avvolgono più Kivalina, che d'inverno è sempre più esposta alle violente tempeste dell'Oceano artico. Molte case sono andate distrutte dalle mareggiate, altre sono state abbandonate: l'intero paesino sta lentamente scivolando in mare. Tutta colpa del surriscaldamento, dicono i suoi trecentonovanta abitanti, che hanno perciò deciso di denunciare alcune grandi compagnie petrolifere, quali la Exxon, la Shell e la BP. Sono loro, sostengono, i responsabili del disastro: il pianeta si sta riscaldando a causa delle emissioni di gas serra, dunque è per colpa dei petrolieri che si stanno sciogliendo i ghiacci del Polo nord. Questa sfida lanciata ai giganti del petrolio dagli ambientalisti di Kivalina, inuit per di più, è la prima causa mai intentata negli Stati Uniti per global warming.

Il paesino sorge su un'isola di terra e ghiaccio nel nord dell'Alaska, a più di mille di chilometri dalla già polare Anchorage. È da sempre circondato dal mare ghiacciato dove, da secoli, si pesca salmone e si caccia caribù. "Una volta cominciava a ghiacciare in ottobre, ma oggi ci ritroviamo con ampi tratti di mare aperto fino a dicembre, e in questo modo la nostra isola non è protetta dalle tempeste" ha spiegato l'amministratore della piccola città, Janet Mitchell. "L'isola è molto più esposta ai venti e abbiamo riscontrato un'erosione sempre più accelerata a causa della perdita di ghiaccio marino".

Anche se la legge statunitense non prevede il "reato di global warning", appoggiati da tre organizzazioni non-profit i legali del villaggio di Kivalina hanno deciso di procedere con la causa, sostenendo che se il ghiaccio di Kivalina si sta sciogliendo è colpa di quattro compagnie petrolifere e quattordici aziende per l'elettricità, le quali provocano milioni di tonnellate di gas serra. La tesi giuridica degli avvocati è semplice. E i danni, di portata tale da mettere a rischio la vita stessa dell'isola, sono accertabili e facilmente dimostrabili.

I legali sono quindi volati a San Francisco, dove hanno sede legale alcune delle più importanti compagnie petrolifere d'America, e le hanno denunciate alla Corte federale, accusandole di essere responsabili per i danni riportati nel villaggio. Secondo il procuratore Matt Pawa si tratta della prima causa per global warming mai intentata in America avente "una vittima distintamente identificabile". Gli abitanti del borghetto artico chiedono danni per 400mila dollari. Poco, tutto sommato. Soprattutto se a doversi dividere la sanzione saranno i big del cartello del petrolio.
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#10
Genova, 29 feb. (Apcom) - Si chiamava Fabrizio Canonero, 39 anni, ed era un socio-dipendente della Compagnia unica lavoratori merci varie (Culmv). È morto stanotte all'una e dieci cadendo dalla nave ormeggiata alla banchina del terminal Sech del porto di Genova.

L'incidente è accaduto durante l'operazione di scarico della nave portacontainer che era arrivata qualche ora prima. Poco chiara la dinamica e i motivi della disgrazia. Si sa solo che Canonero ha fatto un volo di circa 25 metri, schiantandosi sulla banchina.

La Culmv gestisce da anni imbarco e sbarco delle navi sia portacontainer che normali nello scalo genovese, ed era da molti anni che un socio-dipendente avesse un così grave incidente sul lavoro. I lavoratori portuali e le organizzazioni sindacali hanno proclamato uno sciopero di 48 ore per tutto lo scalo: quindi banchine ferme fino a dopodomani.

Il caso di Canonero non è isolato: è il terzo lavoratore portuale che muore nello scalo genovese negli ultimi sei mesi. La Capitaneria di porto e l'Autorità giudiziaria stanno indagando per verificare se le condizioni di sicurezza erano rispettate e se i soccorsi siano stati rapidi, secondo i protocolli sottoscritti poco tempo fa da tutti gli attori dell'attività portuale.


morire così :(
forse virtual lo conosceva ?
"Presta l'orecchio a tutti, la tua voce a qualcuno, senti le idee di tutti ma pensa a modo tuo."
W. Shakespeare

#11
il settore portuale è spesso coinvolto negli incidenti sul lavoro :cry:

comunque brava Violet, la mia idea era che chiunque mettesse la sua notizia del giorno :wink:
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#12
l'ho dato per scontato, per questo non ti ho chiesto il "permesso" :roll: :wink:
"Presta l'orecchio a tutti, la tua voce a qualcuno, senti le idee di tutti ma pensa a modo tuo."
W. Shakespeare

#13
bhe, c'è stata un pò di timidezza iniziale :lol:
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#15
(AGI) - Roma, 29 feb. - Esiste il "rischio concreto" che dal prossimo 1 aprile numerosi collegamenti regionali delle Ferrovie dello Stato possano subire tagli o drastici
ridimensionamenti. Non sono state, infatti, garantite alle Fs le risorse
economiche previste dal contratto di servizio relativo ai collegamenti regionali. Lo annuncia, "con viva preoccupazione", il Segretario Generale della Fit-Cisl Claudio Claudiani.
"La decisione del Governo di non comprendere nel decreto milleproroghe appena approvato il promesso finanziamento alle FS - continua Claudio Claudiani - desta vivo allarme.
Questo indirizzo assunto direttamente dal Ministro dell'Economia rasenta un
comportamento irresponsabile - ribadisce Claudio Claudiani - poiche' se da un lato si mettono in serio rischio servizi essenziali per la mobilita' di milioni di cittadini, dall'altro si e'
consentito all'ultimo decreto omnibus del Governo di raccattare
tutte le esigenze frammentate e particolaristiche, elevando la spesa di circa un miliardo si euro. Si tagliano senza colpo ferire con una mano i treni dei pendolari, mentre con l'altra
si finanzia la rottamazione di auto e moto, smentendo nei fatti
ogni indirizzo di riequilibrio modale".
"L'attuale situazione di stallo - aggiunge il sindacalista - prefigura un ulteriore ridimensionamento dei servizi ferroviari, con possibile negative ricadute anche sui livelli
occupazionali, sulla qualita' del servizio e sulla sua organizzazione".
E' necessario pertanto, a suo giudizio, che "si metta mano ad un provvedimento urgente che autorizzi le FS a garantire l'attuale quantita' dei servizi regionali, prefigurando un
successivo intervento finanziario, che dovra' essere reso
esecutivo dal prossimo Governo. I ferrovieri e i cittadini - conclude - sono stanchi di promesse non mantenute, un elenco che si allunga drammaticamente in tutto il settore dei
trasporti. Presidente del Consiglio e Ministro dell'economia si assumano le
dovute responsabilita', poiche' la regolarita' di migliaia di treni pendolari non puo' essere affidata a generici ordini del giorno parlamentari, che nulla hanno di concreto e che
rappresentano l'ennesimo alibi di una politica incapace di scegliere e di
dare risposte effettive ai bisogni dei cittadini e dei lavoratori". (AGI)