perchè dici così? cos'è che ti da "la vera e reale felicità", quindi?difra ha scritto:solo o soprattutto il raggiungimento di soddisfazione di piaceri materiali (dal sesso all'automobile al vestito) senza la consapevolezza che nulla di questo ci può dare una reale serenità o felicità...
qui ci sarebbe da aprire un discorso di mesi... la "reale" felicità non è forse dettata e intesa in termini di "ciò che ci rende felici"? E quindi questo non è variabile da soggetto a soggetto, a seconda dei propri valori e delleproprie facoltà intellettive?
Il concetto che ho io di serenità è di un tipo, quello che hai tu potrebbe essere di tutt'altro.
Veniamo da un'epoca post-capitalistica (gli anni 80 con la creazione del mioto dello Yuppie, ossia il giovane rampante cinico e spietato e gli anni 90 con il consolidamento della figura di leader in base all possesso economico ed all'ostentazione dei traguardi raggiunti), siamo passati attraverso un periodo "olistico" di riscoperta (superficiale) della spiritualità (il 2000, grazie alla "new age") ed ora siamo in un epoca di unione delle due tematiche, dove si cerca di unire la spiritualità (spesso orientale) al modello capitalistico...
tu, francamente, in questo bordello saresti in grado di capire cosa da "la vera serenità" a tutti?
ritengo che a non tutti sia applicabile il concetto buddiasta di "felicità" come assenza di desiderio fisico e appagamento intellettuale dei sensi... penso che per moltissime persone il concetto di felicità e quello di serenità si associno, invece, all'appagamento sensoriale ed alla soddisfazione del possesso, specie se sessuale.
sicuramente il problema di rapportarsi agli altri è importante, ma è anche importante determinare il ruolo che questi "altri" hanno sulla capacità espressiva di ciascun individuoe poi la difficoltà di rapportarsi agli altri ma anche con se stessi: tra i clienti ci sono sicuramente persone che hanno problemi di relazione e non trovano una donna con cui fare sesso per cui la pagano
Su questo stesso forum si legge di cose capitate ad altri e si sentte dire "non c'è più libertà, non mi sento libero di scrivere ciò che voglio", poi, in realtà (non voglio rivangare altri fatti) ciò che è stato penalizzato è stato un comportamento giudicato offensivo e scorretto... questo cosa ci fa capire? Fondamentalmente due cose: la prima è che si lascia che la società intorno a noi (in questo caso il microcosmo del forum) condizioni il nostro stile, secondo che si è perso di vista, forse, la "leicità" di determinati comportamenti.
Ergo, la nostra è una società che tende a rendere lecito l'illecito (guarda al lassismo dei costumi che, ultimamente, fa andare in giro le 12enni col sedere di fuori e truccate come zoccole, che fino a 20 anni fa era impensabile) e che in un secondo momento inibisce l'individuo che ha avuto tali desideri ormai leciti... un po' come dire: guarda ma non toccare, tocca ma non gustare, gusta ma non deglutire...
il che porta ad una frustrazione isolatoria che spinge l'individuo ad una costante lotta di affermazione, perchè il messaggio che passa è che se sei affermato puoi permetterti di tutto.
questo, come al solito (;)) viene subito dal timido e sfruttato dal bullo, che ne approfitta per instaurare un'egemonia di comportamento, in tal modo la fetta dei "timidi" si espande e quella dei "bulli" che possono ottenere tutto senza sforzo si restringe, di fatto creando un'oligarchia di pensiero...
Mi rendo conto che tutto questo discorso, scritto così, sia raffazzonato, e non riesca a spiegare bene ciò che ho in mente di dire, ma purtroppo non avrò mai il tempo per dirlo meglio
Ma, in fondo, il succo del discorso è che sì, esistono e sono numerosi gli "inibiti dalla società", ma questo avviene sopratutto perchè essi vengono, appunto, inibiti da terzi. E, nel caso della prostituzione, questi "terzi" che inibiscono gli uomini sono le donne, o meglio ALCUNE donne, prepotenti, arroganti, volgari che non solo danneggiano gli uomini, ma danneggiano anche tutte le altre donne "normali", al punto tale che queste ultime spariscano nell'immaginario collettivo e l'uomo sia tentato di dire "le donne sono TUTTE stronxe" anche se, in realtà, ha avuto una o due esperienze negative.
Ovvio che noma sono convinta che spesso ci siano uomini che cercano "varianti" che nella coppia non sanno/non possono trovare (ma chissà se nella coppia si parla per cercarle insieme?)
Non voglio sembrare troppo negativo, ma quanti uomini o quante donne hanno il coraggio di parlare liberamente di sesso con la propria partner? Quanti uomini dicono alla propria partner, a chiare lettere: "mi sono rotto le scatole di tutte 'ste coccoline, voglio fare del sesso selvaggio e violento, voglio che ti metti a piangere e chiedermi per favore di farmarmi, voglio legarti al letto e sbatterti fino a quando mi fa male" e quante donne dicono al proprio uomo "voglio che ti vesti da pompiere e arrivi qui tutto sudato e..."?
quanti hanno un VERO rapporto di coppia, privo da qualsiasi inibizione?
E, prima di obiezioni, non sto parlando delle copie del Forum, dove si sta insieme da 2 anni, o 5 o 10... sto parlando di 20 anni di matrimonio e due figli a casa, nella stanza accanto... quanti, in quelle circostanze, si mettono ancora in gioco con un/una partner che, se va bene, non sopportano ormai più? (ed è inutile girarci tanto attorno, perchè è questa la condizione media della famiglia....)
L'uomo non cerca una figura "sottoposta", cerca una donna che non rompa i coglioni, è diversooppure la donna che siamo diventate crea soggezione nell'uomo che ricerca una figura non paritaria ma "sottoposta"?
Per due motivi principali:perchè le donne che cercano il sesso con queste modalità sono un'esigua e trascurabile realtà????
1) non è esigua (credimi....), ma cambia di modalità: solitamente la donna non ha bisogno di pagare, perchè le basta andare in un qualsiasi locale e farsi vedere un MINIMO interessata per avere uno stuolo di potenziali partner sessuali tra cui scegliere.
2) Perchè il sesso ha per la donna una valenza procreativa e non puamente riproduttiva. Antropologicamente parlando, sono 100.000 anni che l'uomo ha la funzione di "inseminare" e la donna quella di "accudire" la prole, quindi è ovvio che l'uomo senta una pulsione istintiva nei confronti del rapporto promiscuo, che gli permetterebbe di inseminare quante più femmine possibile al fine di ampliare al massimo le sue potenailità riproduttive. La donna, invece, avendo come ruolo principalequello di accuditrice, ha bisogno di trovare non la frequenza del rapporto (che la porterebbe ad avere un numero maggiore di figli e quindi ad essere più esposta al rischio di attacchi), ma un unico partner fisso che la protegga da attacchi esterni nel momento di maggiore difficoltà, ossia fino a quando il bambino, all'età di 5-6 anni sarà in grado di cavarsela da solo.