cyberjack ha scritto:Kalimeroxxx ha scritto:All'Istituto Cavalieri scoperti ragazzini con filmati hard scaricati da Internet. Avevano il pin per non farsi scoprire. La preside invia una circolare a 400 famiglie: «Controllate i cellulari una volta a settimana
Mi ha molto incuriosito leggere della circolare di questa preside, ricordo che quando ero piccola la mamma NON doveva leggere il diario perchè era una gravissima violazione della privacy ( poi non so se lo facesse in segreto)
mi chiedo ma che grado di privacy devono avere i ragazzi e quanto i genitori devono indagare per essere buoni genitori
cmq, io sono dell'idea che il genitore, fino a quando è tutore legale del figlio, ossia fino alla sua maggiore età (e io personalmente aggiungerei "fino alla sua indipendenza economica)
) abbia il DOVERE (non il diritto) di sorvegliare le sue azioni affinchè non sia nocivo o dannoso a se stesso ed agli altri.
Ovvio, con un figlio, oltre che custodirlo, ci puoi anche parlare... quindi a mio avviso il dialogo e l'istruzione devono essere parte integrante di quel "controllo" di cui parlavo. Questo, però, non sostiuisce la custodia! Non esiste al mondo che non mi sia permesso l'accesso a zone di casa mia, o che sono all'interno di casa mia. Io, come genitore responsabile, ho sì la responsabilità del figlio, ma ho anche la responsabilità di chiunque viva sotto il mio tetto! E se, invece dei filmini "censured" (che tutti abbiamo avuto, solo non sul cellulare ma in qualche VHS di straforo o le registrazioni di "Colpo grosso"
) avesse nascosto 1 kg di cocina? E se la polizia avesse fatto irruzione in casa, chi avrebbe portato via?
Mio papà ti quoterebbe in blocco cyber (se sapesse cos'è un quote)
ma proprio stesse identiche precise parole. Non potendoti quotare ha dimostrato nei fatti le sue parole.
Il risultato è che con la sua smania di controllare e -indirettamente- di evitare problemi a SE STESSO, mi ha reso la vita impossibile fino a 24 anni suonati. E avrebbe continuato ancora per un bel pezzo se la salute precaria non gli avesse fatto realizzare che le sue precauzioni gli si stavano ritorcendo contro.
Mi pedinava, sollevava la cornetta mentre ero al telefono, oppure interrompeva le conversazioni o non mi passava le telefonate di chi gli stava antipatico. Mi dava degli orari da rispettare e cronometrava i tempi degli spostamenti, se sgarravo per un contrattempo qualunque per lui non c'erano santi: sicuramente stavo mentendo, dovevo essermi intrattenuta con qualcuno a fare chissà che cosa.
Dal mio punto di vista, se educhi un figlio e gli dai dei validi esempi vuol dire che hai impostato un dialogo basato sulla fiducia ed il reciproco rispetto.
Che non significa omissione di controllo, significa controllare quando si hanno fondati sentori della necessità di farlo.
Io non ci credo nei genitori-amici, ma nemmeno in quelli che pretendono di tenerti al guinzaglio per il solo fatto che coltivi idee differenti.
Non mi stupisco dei ragazzini che hanno filmati zozzi sul cellulare, e secondo me l'esortazione della preside al monitoraggio dimostra solo quanto sia stata fallimentare l'educazione dei genitori.
Per la percezione che ho io, molti adolescenti di oggi considerano il s.esso un bene di consumo al pari delle scarpe o dei telefonini di marca. Che valori avranno trasmesso in materia i loro genitori? Siamo sicuri che su un argomento così importante oltre alla prevenzione di gravidanze e malattie abbiano saputo aggiungere altro?
Quanti adolescenti si sentirebbero a loro agio a parlare di s.esso con i loro genitori? Pochi. E secondo me sono ancora meno i genitori disposti a parlare serenamente di s.esso con i propri figli e a trasmetterne una visione positiva....
Mia mamma ha sempre trovato sistematicamente il modo di leggere i miei diari... non solo... ha sempre avuto anche la grazia elefantesca di sbandierare ai quattro venti quanto vi leggeva e mettermi in ridicolo.
Con un comportamento simile, quanto potrei sentirmi motivata a raccontare i fatti miei a mia mamma??
Non solo, un comportamento simile oltre alla fiducia toglie qualsiasi autorevolezza... per tacere delle ferite che lascia.
Avrei compreso il comportamento dei miei genitori se fossi stata problematica, ma sono sempre stata una ragazzina tranquilla e studiosa... quindi maggior fiducia e respiro da parte loro, e sopratutto più dialogo e ascolto anzichè tanti divieti e imposizioni, ci avrebbero reso una famiglia molto più unita e serena.