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#16
io credo che sia un discorso di educare le persone...
mi spiego:
dove lavoro, non ho granke da fare, ma i primi tempi il mio responsabile arrivava in uff alle 17.30 con 1000 cose da fare...e non xkè fosse in giro da clienti, ma xkè stava a svaccarsi sul divano ..e ogni sera mi "toccava" fermarmi oltre il mio orario che termina alle 18.30, x mandare una mail, che poteva benissimo inviare il giorno dopo, o in alternativa poteva arrivare prima in uff!
siccome mi ero un po' stancata di stare in uff fino alle 17.30 a far nulla e poi dovermi fermare (senza esser retribuita).... ogni volta che si presentava l'occasione gli facevo notare con un bel sorriso stampato in faccia che dovevo scappare xkè avevo la lezione d'inglese, il massaggio shiatsu, gente a cena e così via...

bhè ora ha imparato e alle 18.25 mi dice, "qst cose le possiamo pure vedere domani!!"
....BRAO! :lol: :lol: :lol:
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#17
vernerpantonella ha scritto: per cyberjack

Ma che modo di ragionare è questo?
Se un dipendente ha bisogno di cure è un diritto sacrosanto ottenere il tempo libero per farle.
Riguardo alla solita frase "nessuno è indispensabile" ...è la solita tiritera....vale a dire... o mangi questa minestra o salti la finestra.
Ma per favore!!!!!!!
Un pò di umanità e di elasticità non può che far bene anche all'azienda !!!!!!!!!
questo sta all'educazione civica di ciascun singolo individuo: il lavoro non è solo il modo per avere i soldi alla fine del mese, ma un dovere sociale.
se ci sono cose personali che possono essere fatte nel proprio tempo libero, ebbene DEVONO essere fatte nel proprio tempo libero, senza sottrarre tempo, lavoro e soldi all'azienda.
Nello stesso modo in cui non chiederesti mai un permesso per andare a fare la spesa o al centro abbronzante, non lo devi nemmeno chiedere per le visite mediche o le terapie, a meno che non sia strettamente necessario.
Per "strettamente necessario" intendo a meno che l'unico posto dove facciano quella cura sia aperto esclusivamente in orario di ufficio dal lun al ven.
Altrimenti è DOVERE dell'individuo svolgere il proprio lavoro nell'orario di lavoro e usare per le cose personali il tempo personale, non il tempo pagato da altri per svolgere altre attività. Questo non è una questione di "umanità", ma esclusivamente di di senso civico.
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#18
Cyber.... a me sembra che Virginia non abbia intenzione di andare alle sedute di terapia durante l'orario di lavoro, ma dopo l'orario regolare di lavoro e che non può perchè viene regolarmente fermata in ufficio per fare straordinari. Se è un dovere sociale e morale lavorare deve essere un dovere sociale e morale non approfittare dei dipendenti :roll:
The sisterhood of The Calf 40

#19
stefania_b ha scritto:Cyber.... a me sembra che Virginia non abbia intenzione di andare alle sedute di terapia durante l'orario di lavoro, ma dopo l'orario regolare di lavoro e che non può perchè viene regolarmente fermata in ufficio per fare straordinari. Se è un dovere sociale e morale lavorare deve essere un dovere sociale e morale non approfittare dei dipendenti :roll:
forse non hai letto quando ho scritto:
cyberjack ha scritto:Comunque, ovviamente, se la questione è un problema di salute, il datore di lavoro farà i salti mortali per permettere lo svolgimento delle tue cure...
;)

è ovvio che se non è possibile fare altrimenti, sarà premura del datore di lavoro (SE ci tiene al dipendente, e qui torniamo sul discorso dell'indispensabilità) fare il possibile per esaudire le sue richieste. Ma, ripeto, solo se le richieste riguardano cose essenziali (cure mediche) e se sono "proporzionate".
Comunque, nessuno, come ho già detto in principio di discussione, può OBBLIGARE a fare dello straordinario... ma esistono metodi molto convincenti per spronarti a farlo :roll:
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#20
Comunque qui non stiamo parlando di chiedere permessi durante l'orario di lavoro, ma dell'esatto contrario. Io VOGLIO fare le mie cose nel tempo libero! Il problema è che ormai il confine tra orario di lavoro e non di lavoro per la mia azienda non esiste più, quindi io non riesco più a sapere QUANDO HO IL TEMPO LIBERO E QUANDO NON CE L'HO.

Io le terapie le fisso proprio nel mio tempo libero che - stando al mio orario di lavoro - inizia alle 18.00. Se poi il mio Presidente fissa alle 18.30 una riunione che potrebbe benissimo essere fatta di mattina o nel primo pomeriggio, ecco che il mio tempo libero da dedicare alle cure (o ai cavoli miei) se ne va a quel paese!

E' vero che lavorare è un dovere sociale, ma è un dovere anche prendersi cura della propria salute e della propria famiglia.

Tra l'altro penso che l'azienda virtuosa sia quella i cui dipendenti riescono a lavorare bene nei limiti del proprio orario di lavoro, senza doversi accollare costi per straordinari che - organizzando bene le attività aziendali - non sarebbero affatto necessari.

#21
VIRGINIA- ha scritto: Tra l'altro penso che l'azienda virtuosa sia quella i cui dipendenti riescono
a lavorare bene nei limiti del proprio orario di lavoro, senza doversi accollare costi per straordinari che - organizzando bene le attività aziendali - non sarebbero affatto necessari.
Sono perfettamente d'accordo con te.
www.africanview.it
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#22
cyberjack ha scritto:
Comunque, nessuno, come ho già detto in principio di discussione, può OBBLIGARE a fare dello straordinario... ma esistono metodi molto convincenti per spronarti a farlo :roll:
Che non considero in alcun modo giustificabili, mi dispiace.
E che il mio Presidente ha la correttezza di non sognarsi nemmeno lontanamente di adottare.

#23
cyberjack ha scritto:
VIRGINIA- ha scritto: Tra l'altro penso che l'azienda virtuosa sia quella i cui dipendenti riescono
a lavorare bene nei limiti del proprio orario di lavoro, senza doversi accollare costi per straordinari che - organizzando bene le attività aziendali - non sarebbero affatto necessari.
Sono perfettamente d'accordo con te.
appunto... qui casca il solito asino. Mi chiedo come mai pur essendo tutti in linea di principio d'accordo con questo non capita quasi mai :roll:
Non è una provocazione, ma uno spunto di riflessione (anche per me): cosa possiamo fare nel nostro piccolo perchè ciò avvenga (ok, smettere di caxxeggiare sul forum potrebbe essere un buon inizio :lol: :wink: )?
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#24
stefania_b ha scritto:
cyberjack ha scritto:
VIRGINIA- ha scritto: Tra l'altro penso che l'azienda virtuosa sia quella i cui dipendenti riescono
a lavorare bene nei limiti del proprio orario di lavoro, senza doversi accollare costi per straordinari che - organizzando bene le attività aziendali - non sarebbero affatto necessari.
Sono perfettamente d'accordo con te.
appunto... qui casca il solito asino. Mi chiedo come mai pur essendo tutti in linea di principio d'accordo con questo non capita quasi mai :roll:
Non è una provocazione, ma uno spunto di riflessione (anche per me): cosa possiamo fare nel nostro piccolo perchè ciò avvenga (ok, smettere di caxxeggiare sul forum potrebbe essere un buon inizio :lol: :wink: )?
Vedi, come è richiesta "flessibilità" da parte dei clienti, è richiesta "flessibilità" anche al datore di lavoro e quindi "flessibilità" da parte del lavoratore dipendente.
viviamo in un mondo in cui è anacronistico pensare al lavoro fisso con 40 ore settimanali, ben pagato, con poco straordinario e che dia accesso alla pensione nei termini previsti...
Non è questa la nostra società... magari era la società dei nostri nonni, parzialmente potrebbe essere la sociatà dei nostri genitori. Ma non è la nostra.

Nel mondo del lavoro contemporaneo, bisogna andare incontro alle esigenze del cliente, se si vuole lavorare, quando il cliente è uno che paga bene.
sono convinto che il datore di lavoro di Virginia, pur di non perdersi il cliente (comunale, quindi che paga bene, verosimilmente) gli organizzerebbe le riunioni nche nel proprio salotto alle 3 del mattino di sabato.
Perchè lui HA BISOGNO di quel cliente. E di conseguenza anche lei ha bisogno di quel cliente, perchè senza clienti la società licenzia...
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#25
la getto e poi scappo ?????

vogliamo parlare degli straordinari non retribuiti?
non credo sia poi troppo OT

#26
Da una parte il discorso fatto da cyber fila e giustifica la richiesta fatta dal datore di lavoro alla flessibilità del dipendente dall'altra, però, introduce una nuova domanda: fino a che punto è lecito chiedere ad un dipendente di arrivare in ufficio alle nove, perdere tempo fino alle 18:30 (magari non tutto, ma buona parte) e poi impegnarlo di nuovo per la riunione?
Non potrebbe essere più flessibile il datore di lavoro concedendo al dipendente di iniziare a lavorare alle 15 (orario sparato a caso)?
The sisterhood of The Calf 40

#27
vernerpantonella ha scritto: per cyberjack
Un pò di umanità e di elasticità non può che far bene anche all'azienda !!!!!!!!!
Scusate...per il fervore nel rispondere...ho fatto un erroraccio!!!!!!!

...non possono che far bene all'azienda! :wink:
<"Entro l'anno 2000, cucinare diventerà un hobby". >
(Verner Panton)
-------------------------------------------------------
Il grande,visionario, inarrivabile designer, mito del XX secolo.
I suoi arredi non includevano le cucine.

#28
TU(cyberjack) DICI
cyberjack ha scritto:
"questo sta all'educazione civica di ciascun singolo individuo: il lavoro non è solo il modo per avere i soldi alla fine del mese, ma un dovere sociale.
se ci sono cose personali che possono essere fatte nel proprio tempo libero, ebbene DEVONO essere fatte nel proprio tempo libero, senza sottrarre tempo, lavoro e soldi all'azienda.
Altrimenti è DOVERE dell'individuo svolgere il proprio lavoro nell'orario di lavoro e usare per le cose personali il tempo personale, non il tempo pagato da altri per svolgere altre attività. Questo non è una questione di "umanità", ma esclusivamente di di senso civico".
??????????????????????????????????????????????????????????????

Senti...io non so chi tu sia,ma certamente un datore di lavoro ...da come mi pare di aver letto (non ho nessuna voglia di tornare indietro per assicurarmi).
Sarai un datore di lavoro...certo..ma appunto per questo dovresti capire senza alcuna fatica lo scritto altrui...
Ma ti rendi conto che dalla tua risposta si evince cha hai capito esattamente il contrario del problema di VIRGINIA- ?...
E non ho neanche in questo la voglia di spiegartelo ,giacchè ho la sensazione...chissà perchè.. che sarebbe tempo sprecato :shock: :lol:
Addio!!!!!!!!!!!!!!!! :D
<"Entro l'anno 2000, cucinare diventerà un hobby". >
(Verner Panton)
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Il grande,visionario, inarrivabile designer, mito del XX secolo.
I suoi arredi non includevano le cucine.

#29
Il fatto è che con un pò di buon senso e di collaborazione possono essere trovate le soluzioni più adeguate per tutti, imprenditore, lavoratore e cliente, senza che nessuno ci rimetta.

Spesso, secondo me, almeno nella mia azienda, la flessibilità che si richiede al dipendente è dovuta a scarse capacità di organizzazione del lavoro e del personale e di pianificazione delle attività e dei carichi di lavoro.

E, nel nostro caso, non sono affatto convinta che sia la flessibilità degli orari a mantenere fidelizzato il cliente ma solo ed esclusivamente la qualità del servizio che offriamo.

#30
VIRGINIA- ha scritto: E, nel nostro caso, non sono affatto convinta che sia la flessibilità degli orari a mantenere fidelizzato il cliente ma solo ed esclusivamente la qualità del servizio che offriamo.
quoto!!
dove lavoravo prima non c'era bisogno di seguire i "capricci" dei clienti, xkè offrivamo qualità e servizi OTTIMI! :D
spesso (non sempre!!!!)si tende ad agevolare il clt anke nelle richieste piu' assurde, proprio xkè i servizi forniti non sono al top, o perchè si ha paura di perdere il clt(che magari non se ne andrebbe da un altro fornitore a prescindere, visto che non tutti sono disposti a calare le braghe!)
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