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#76
dalla tassa su sky siamo passati alla situazione di crisi di molte famiglie ...

una conferma viene dal fatto che fino a 4/5 anni fa le raccolte di vestiti, cibo etc. erano fatte o per spedizioni nei paesi del terzo mondo oppure per i pochi nostri sfortunati (parlo dei barboni, extracomunitari etc.)

attulamente molte di queste raccolte ed aiuti sono rivolti a famiglie tradizionali :cry: che magari solo perche' hanno un figlio in piu' non arrivano a fine mese

avete fatto caso ai rovistatori dei cassonetti? anche in quel caso il livello (se cosi' si puo' chiamare) si e' tristemente alzato

#77
cyberjack ha scritto: @STEVE: l'IVA alla fine la paga sempre l'acquirente.. solo che tu paghi il prezzo finale e e il più delle volte non ci pensi.
quando acquisti un paio di pantaloni a 50 euro, quei 50 euro contengono l'iva...
O forse ho capito male io? Essendo nel terziario non sono molto pratico di queste cose
E' chiaro che l'IVA venga "ribaltata" sul cliente, proprio per consentire (non in questo caso chiaramente) a chi ne ha titolo di poterla "scaricare" a sua volta.

Quello che suggerivo è una cosa fattibilissima, che implicherebbe semplicemente un NON aumento della tariffa mensile di SKY per l'utente finale, con la diretta conseguenza che i 5 euro attesi di incremento sull'abbonamento top (per fare un esempio) verrebbero accollati dal fornitore dei servizi, praticamente azzerando gli aumenti degli ultimi mesi.

Esempio numerico per far capire la mia idea:

- SITUAZIONE OGGI = Pacchetto SKY (57,3 Eurini) + IVA 10% (5,73 Eurini) = TOTALE 63 Eurini
- SITUAZIONE DOMANI = Pacchetto SKY (52,5 Eurini) + IVA 20% (10.5 Eurini) = TOTALE 63 Eurini

Ci potrebbe magari essere una via di mezzo... :wink:

#78
Steve1973 ha scritto:
cyberjack ha scritto: @STEVE: l'IVA alla fine la paga sempre l'acquirente.. solo che tu paghi il prezzo finale e e il più delle volte non ci pensi.
quando acquisti un paio di pantaloni a 50 euro, quei 50 euro contengono l'iva...
O forse ho capito male io? Essendo nel terziario non sono molto pratico di queste cose
E' chiaro che l'IVA venga "ribaltata" sul cliente, proprio per consentire (non in questo caso chiaramente) a chi ne ha titolo di poterla "scaricare" a sua volta.

Quello che suggerivo è una cosa fattibilissima, che implicherebbe semplicemente un NON aumento della tariffa mensile di SKY per l'utente finale, con la diretta conseguenza che i 5 euro attesi di incremento sull'abbonamento top (per fare un esempio) verrebbero accollati dal fornitore dei servizi, praticamente azzerando gli aumenti degli ultimi mesi.

Esempio numerico per far capire la mia idea:

- SITUAZIONE OGGI = Pacchetto SKY (57,3 Eurini) + IVA 10% (5,73 Eurini) = TOTALE 63 Eurini
- SITUAZIONE DOMANI = Pacchetto SKY (52,5 Eurini) + IVA 20% (10.5 Eurini) = TOTALE 63 Eurini

Ci potrebbe magari essere una via di mezzo... :wink:
Sarebbe l'ideale, certo...

cmq, posso fare una domanda che mi sono sempre chiesto?
ma come fanno a mandare avanti 'sti popò di canali?
nel senso... bastano davvero i soldi dell'abbonamento a proporre tutte ste cose? La pubblicità è ridottissima, specialmente sui canali che guardo di più (quelli naturalistici/documentari vari), quindi... se non prendo soldi dalla pubblicità e non prendono soldi in altri modi, davvero come riescono a proporre tutto sto ben di Dio con pochi euri mensili?
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#79
Non mi sembrano pochi gli eurini mensili, prima di tutto...

Poi quello che veramente "costa" sono i canali prodotti direttamente da Sky. Gli altri, tra cui tutti i canali naturalistici/documentari, così come i film o quelli dei cartoni animati e via dicendo, fanno parte di pacchetti che Sky acquista a livello mondiale e ripropone sulle diverse piattaforme nazionali.
Per cui i costi sono molto ammortizzati.

Questo è il commento degli analisti finanziari alla presentazione dei risultati di Sky (chiude l'esercizio il 30 Giugno) lo scorso settembre:

"La piattaforma satellitare italiana ha registrato un utile operativo di 419 milioni di dollari nell'anno fiscale che si è concluso il 30 giugno (270,7 milioni di euro), con un aumento di 198 milioni (127,9 milioni di euro), quasi il 90% rispetto a un anno fa (nell'ultimo trimestre l'aumento è stato del 37%).

Merito dei nuovi abbonati, 366 mila, che hanno portato la quota totale a 4,56 milioni, ma anche del vantaggio dell'euro sul dollaro, spiega la News Corp. Un ottimo risultato anche considerato che per Sky Italia nel 2007/2008 sono cresciuti i costi, soprattutto a causa del lancio di 13 nuovi canali.
Così, se da una parte la Televisione americana non dà grandi risultati al magnate per via del calo della pubblicità nell'ultimo trimestre, ci ha pensato quella italiana a compensare, a livello di gruppo, i costi per la nascita della Tv dedicata alla finanza."

#80
Steve1973 ha scritto:Questo è il commento degli analisti finanziari alla presentazione dei risultati di Sky (chiude l'esercizio il 30 Giugno) lo scorso settembre:

"La piattaforma satellitare italiana ha registrato un utile operativo di 419 milioni di dollari nell'anno fiscale che si è concluso il 30 giugno ...

Merito dei nuovi abbonati, 366 mila, che hanno portato la quota totale a 4,56 milioni
e da giugno 2008 ad oggi si sono aggiunte altre 500mila nuove unità vendute ... alla faccia della crisi :roll: ... non nego la mia sorpresa...
Nell'Italia dei Borgia ci sono stati massacri, terrore, assassinii e hanno prodotto da Vinci, Michelangelo e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto 500 anni di pace e amore fraterno, e cos'hanno fatto? L'orologio a cucù.

#81
Mercury ha scritto:
Steve1973 ha scritto:Questo è il commento degli analisti finanziari alla presentazione dei risultati di Sky (chiude l'esercizio il 30 Giugno) lo scorso settembre:

"La piattaforma satellitare italiana ha registrato un utile operativo di 419 milioni di dollari nell'anno fiscale che si è concluso il 30 giugno ...

Merito dei nuovi abbonati, 366 mila, che hanno portato la quota totale a 4,56 milioni
e da giugno 2008 ad oggi si sono aggiunte altre 500mila nuove unità vendute ... alla faccia della crisi :roll: ... non nego la mia sorpresa...
Beh...
la spiegazione è abbastanza semplice. A settembre iniziano i campionati di calcio e di norma è un momento di forte acquisizione di nuovi clienti, così come lo sarà il prossimo Natale. :wink:

#82
se pensiamo che in italia viene aplicata l'aliquota ordinaria ai prodotti per la prima infanzia come i pannolini , penso che sia giusto aumentare l'aliquota anche per sky che non è un bene indispensabile, e purtroppo per un neonato il pannolino è indispensabile :roll:

Per una persona che ha sottoscritto una abbonamento a sky, che diciamo è un lusso....non penso che 5 euro mensili gli facciano la differenza.
la mia casina
viewtopic.php?t=51467

#83
Sottoscrivo appieno l'ultimo intervento: l'abbonamento a Sky molto probabilmente non è un lusso ma sicuramente è un bene voluttuario..... dovendo recuperare gettito preferisco che alzino l'IVA su un bene cui si può tranquillamente rinunciare (non mai avuto alcuna pay tv in vita mia) piuttosto che mettere in difficoltà le famiglie su beni indispensabili.
Monica

Una stanza, o una casa,
diventa sempre simile a chi vi abita.
Perfino la grandezza di una stanza
varia a seconda della grandezza
del cuore.
K.Gibran, Lettera a Mary Haskell


http://www.alfemminile.com/album/lamocasetta
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#84
Forse si sta facendo un po’ di confusione su cosa è un bene di lusso. Il fatto è che tutto dipende dalla capacità di spesa. Più è alta e più si alza il livello delle necessità. Per Berlusconi probabilmente avere non so quante ville al mare è una necessità come viaggiare in elicottero mentre per tanti altri sono spese di cui si può fare a meno senza particolari disagi. Non esistono valutazioni certe ed oggettive su cosa sia necessario o meno, a meno che non ci si rifà a considerazioni nella media delle valutazioni (le uniche possibili). Perché anche a parità di capacità di spesa le valutazioni sull’essenzialità delle cose dipendono da tanti fattori (scala dei valori, stili di vita, capacità di essere influenzati dalle mode ecc). Insomma è un discorso complesso. Vi sono tante famiglie che vivono di stenti ma per le quali avere il mega schermo LCD è una cosa di cui non se ne può fare a meno e la cosa stupidamente a tanti sorprende e induce anche a moralismi fuori luogo. Non tutti diamo lo stesso valore alle cose. Tornando al digitale personalmente ho una discreta capacità di spesa e tutto sommato con qualche rinuncia potrei anche consentirmelo, ma non l’ho mai considerato perché ritengo che le trasmissioni dei canali pubblici (finchè lo resteranno e non è detto per sempre) siano più che sufficienti anzi secondo me il bombardamento televisivo è finanche eccessivo e purtroppo molto dannoso per coloro che se ne fanno influenzare facilmente. Tuttavia vi sono molte persone, tra le quali i tifosi di calcio o ad esempio gli anziani o quelli che sono costretti in casa, o i teledipendenti ecc., per le quali avere una ampia scelta televisiva è più importante ad esempio di un paio di scarpe nuove (e magari risuolano quelle vecchie più volte). Come si fa a giudicare, a ritenere certe scelte sbagliate o giuste. Siamo mica depositari della verità per insegnare agli altri quali siano le priorità della vita. Il punto dirimente in questi casi non è come si spende il denaro, quanto piuttosto come lo si è guadagnato (e non è un caso che a fare certi sermoni sugli zingari che girano su macchine di lusso sono molto spesso evasori fiscali o gente dal guadagno … facile). Tornando a sky se ci si vuol riferire non alle proprie inclinazioni di spesa ed alla nostra capacità reddituale, ma a quelle della media degli italiani, allora non mi sembra proprio che sky sia una spesa voluttuaria. Io ne conosco tantissimi che ce l’hanno ed allora dovrei ritenere che sono tutti agiati. Magari così fosse, potrei anche finire per convincermi che il nostro sia un paese ricco e felice ed allora tutti ottimisti e tutti a fare shopping. Il fatto poi che si associ la spesa per sky a quella per il latte in polvere o pannolini è frutto di becera e fuorviante propaganda che dimostra quanto noi italiani siamo ahinoi! facilmente permeabili al potere persuasivo ed imbonitore dei media e di coloro che di questo potere hanno fatto la loro fortuna. In altri paesi con democrazie più mature non sarebbe successo. E’ chiaro che se vogliamo fare una scala di necessità per la maggior parte di noi i pannolini vengono prima della tv, ma guardate che nel nostro sistema (che è quello europeo) le aliquote IVA sono appena tre (4-10-20) e quindi nell’ambito della stessa aliquota vi possono stare generi molto diversi. Al 10% oltre ai pannolini ed al latte in polvere (che in verità dovrebbero stare al 4%, è questa la vera anomalia) vi sono anche carne di pernici e fagiani, acque minerali (magari si può anche bere l’acqua del rubinetto) somministrazioni di alimenti e bevande (davvero è indispensabile pagare un caffè al bar 0,90 € o pranzare quotidianamente al ristorante?); spettacoli teatrali di qualsiasi tipo, compresi opere liriche, balletto, prosa, operetta, commedia musicale, rivista; concerti vocali e strumentali (forse è meno chic che guardare un film su sky?); canoni di abbonamento alla TV (è qualcosa di diverso da sky?), locazioni di immobili effettuate da imprese, prestazioni di trasporto di persone (certo che assimilare i viaggi in aereo per andare nei paradisi turistici al latte in polvere…..), oggetti d'arte, di antiquariato, da collezione, importati ecc.. Penso che possa bastare.
La cosa che a me ha più sorpreso di tutta questa faccenda è che ci si è lasciati raggirare da un falsa e mal posta questione sul carattere di voluttuosità o meno di un canone a sky, ma nessuno ha notato due cose che avrebbero dovuto far indignare tutti, soprattutto color che a questa maggioranza politica hanno dato il loro consenso. Consenso che era stato costruito sulla promessa di non aumentare le tasse e di non mettere le mani nelle tasche degli italiani. Promessa già disattesa anche se personalmente questa fobia delle tasse che è stata furbescamente ingenerata non mi coinvolge. Per mio conto dalle mie tasche possono prelevare quanto vogliono l’importante è che con quel che resta riesco a mantenere per lo meno lo stesso livello di vita. Già perché qualcuno, anzi più d’uno è ancora convinto (e non credo nemmeno che quando sarà costretto ad accorgersene lo vorrà ammettere) che il livello di tassazione ed il potere di acquisto dei redditi siano variabili necessariamente dipendenti e non si sono accorti che una politica economica dissennata condotta in nome del “dai alle tasse” ma che non ha fatto niente per preservare il potere di acquisto dei stipendi ed evitare speculazioni ci ha impoveriti come non mai. Un’altra cosa che è sfuggita è che se si vogliono recuperare soldi (anzi si deve!) occorre colpire rendite e privilegi come quelli di chi usufruisce di concessioni pubbliche praticamente gratis ottenute in passato grazie a connivenze con la vecchia politica ed ora ormai istituzionalizzate e non dire ai tifosi o alle persone sole rinunciate alle vostre passioni.

#85
Mi limito a rispondere alla parte relativa all’oggetto del thread.
Pur condividendo in generale il discorso sul fatto che gli stili di vita siano cambiati e che ogni persona può considerare assolutamente necessarie per se stessa cose diverse, a mio avviso il tuo ragionamento ha una pecca di fondo in quanto il livello di voluttuarietà di un bene non si può stabilire né in base alle inclinazioni di spesa né in base alla capacità reddituale (aldilà che il riferimento sia a livello di una singola persona o della media degli italiani) bensì riferendosi al tipo di bisogni che il bene stesso soddisfa (ovvero dobbiamo chiederci se i beni sono volti a soddisfare i cosiddetti “bisogni primari”, legati alla sopravvivenza).
Su tale base continuo a giudicare Sky un bene voluttuario, esattamente come giudico voluttuari cinema, libri, viaggi, ecc ….anche se personalmente per me sarebbe un sacrificio farne a meno.
Sul fatto che poi i problemi italiani non siano certo causati dall’IVA di Sky e che ci sarebbero tanti altri fenomeni su cui agire con ben altre leve credo che siamo tutti d’accordo.
Monica

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#86
Però applicando questo modo di impostare le cose allora se le funzioni essenziali per l’organismo sono il cibo ed il dormire ed il ripararsi dal freddo (il sesso se lo si guarda dal punto di vista della procreazione) allora potremmo vivere come i due terzi credo degli abitanti del pianeta con meno di due dollari al giorno. Eh già! Certamente potremmo fare anche a meno dei pannolini ed anche del latte in polvere. Però quando io mi riferisco alle cose necessarie intendo quelle che rendono la vita degna di essere vissuta, non come pura sopravvivenza, pane e cipolla. E questa dipende eccome dall’ambiente in cui vivi perché se Bill Gates (giusto per non fare il solito paragone) dovesse cominciare a vivere con quello di cui disponiamo io o tu, credimi, certamente non morirebbe di fame e stenti, ma sarebbe destinato all’infelicità.
Anche io ritengo la cultura una cosa essenziale alla vita con la V maiuscola e proprio questo forse contraddice il tuo ragionamento. Non tutti però ritengono allo stesso modo un buon libro un mezzo per liberarsi dallo stress quotidiano e stare bene, e quindi tantissimi (purtroppo in Italia più che altrove) ne fanno volentieri a meno. Magari anche Bill Gates, chissà!
Proprio ieri c’è stata la prima alla Scala. Pensare che sul biglietto di ingresso viene applicata l’IVA del 10% come bene essenziale. Forse il fatto che in quel parterre ci fossero vip, papaveri, potenti, teste coronate e anche, ironia della sorte, alcuni ministri di quella maggiornazan di governo che ritengono l’abbonamento a Sky voluttuario, forse ci dovrebbe far rifletter un po’ tutti, non pensi?

#87
Ciao, partiamo da impostazioni molto distanti (io cerco un criterio oggettivo che permetta di definire una gamma di beni essenziali per tutti cui attribuire una priorità mentre tu miri a valorizzare le soggettività e le preferenze individuali) che conducono a definizioni assai diverse di “bene voluttuario” quindi difficilmente potremo trovare un punto di incontro……in generale però penso che nella sostanza le nostre opinioni siano più vicine di quanto sembrino.

Per quanto riguarda i 2/3 della popolazione che vive con meno di 2 dollari al giorno, temo che la maggior parte di queste persone non soddisfi neanche i fabbisogni essenziali: la loro alimentazione è povera, spesso non hanno un tetto sopra la testa, le condizioni igieniche sono pessime e la sanità praticamente non esiste, ecc…..e infatti la loro aspettativa di vita espressa in anni è parecchio distante dalla nostra.

Detto questo, sono consapevole che parecchi consumi voluttuari siano diventati ormai parte della nostra vita quotidiana (partendo dalla mia!) e non voglio certo demonizzarli……personalmente però ritengo che ci sia una scala di priorità tra i diversi consumi e che quelli essenziali (alla sopravvivenza e non alla felicità) vadano tutelati più di altri.

Per quanto riguarda la prima alla Scala, sicuramente la cosa fa riflettere ma secondo me il fatto che i vip della prima beneficino dell’Iva agevolata è più che altro l’effetto collaterale di una misura che in realtà ha come obiettivo principale quello di sostenere il “consumo” di un bene ritenuto (a torto o a ragione) di alto contenuto culturale e parte del nostro patrimonio artistico, quindi meritevole di essere agevolato. Personalmente la cosa che mi lascia più perplessa è che il Comune di Milano poi abbia offerto a sue spese una cena di gala a 850 ospiti illustri che sicuramente non avrebbero avuto alcun problema ad aprire il portafogli per pagarsela…..
Monica

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#88
Scusate, forse non ho capito bene io...

ma veramente stiamo discutendo se la TV a pagamento via satellite sia da considerarsi voluttuario o indispensabile??????????????????????

mi sembra folle....
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#89
Hai capito benissimo.... :D
e non è folle nella misura in cui si parte da 2 definizioni di "indispensabile" molto distanti.
Monica

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#90
In realtà si sta discutendo se sia stato giusto aumentare l’IVA sulla TV a pagamento; questo è l’argomento del thread e l’opinione che ciò dipenda dal carattere di indispensabilità del bene non l’ho introdotta io ma se ne è lungamente discusso ancor prima. Per mio conto ho espresso la convinzione che questa modo di argomentare è fuorviante ed è stato subdolamente veicolato dai media per giustificare un aumento del prelievo fiscale che evidentemente è determinato da altre finalità, giacchè non è vero che all’interno dell’aliquota 10% vi siano beni più indispensabili della TV a pagamento come ad esempio le collezioni di francobolli o il seme per la fecondazione artificiale degli animali (se per indispensabile si fa passare il concetto che è prevalso, ma sul quale io continuo a nutrire dubbi) e non è vero che le aliquote di favore siano fissate facendo unicamente riferimento alla valenza sociale della spesa. In ultima istanza si tratta sempre e solo di scelte politiche (sulle quali vivaddio mi sembra più che legittimo esprimere disaccordo), che mirano a agevolare un determinato consumo piuttosto che un altro e talvolta come nel caso degli spettacoli lirici tendono a dare sostegno a settori ritenuti (a torto o a ragione) di rilevanza strategica e di particolare interesse ma non certo per la loro valenza “sociale”. Ovviamente ho volutamente evitato di impelagarmi in una discussione sulle reali, a mio modo di vedere, motivazioni che stanno dietro a questa decisione, pur essendo certamente più pertinente rispetto al problema posto della sua equità, perché altrimenti mi sarebbero piovute addosso critiche ed accuse di ogni sorta. Eppure, sforzandomi di liberarmi da qualsiasi pregiudizio, a mente libera, dico che è proprio il carattere di essenzialità, direi di preminenza, del messaggio televisivo in ogni sua forma, l’elemento che è sfuggito a tutti. Pensiamo che non si possa fare a mano di banalissimi pannolini (mia madre con me non li ha adoperati e posso assicurarvi che non ne ha affatto sofferto) dimenticandoci del contesto storico in cui viviamo, e delle pressioni continue e nascoste che quotidianamente subiamo per indurci a desiderare cose non strettamente necessarie se non addirittura dannose. Ed uno dei mezzi di persuasione occulta più potenti che la tecnologia ha messo a disposizione è proprio la TV. Ma la cosa peggiore è che la TV non si limita ad influenzare i nostri stili di vita ma finisce per influenzare, abilmente manovrata da imbonitori senza scrupoli che ne hanno intuito le grosse potenzialità, il nostro stesso pensiero e non è rischio di poco conto. Adesso però risparmiatemi la critica di capziosità o strumentalizzazione o cos’altro perché la capacità dei mass media di condizionarci con messaggi nascosti, striscianti è molto penetrante e non bisogna certo essere dei babbei per restarne soggiogati. Io stesso, ne son certo, per quanto presti attenzione, ne rimango vittima. Questo sì che è un contro-argomento che viene efficacemente utilizzato in modo disonesto proprio dai veri strumentalizzatori.

Ed allora se vogliamo davvero cercare di ridurre questo rischio è di fondamentale necessità ampliare la scelta televisiva, anziché restringere gli spazi del confronto e delle opinioni altrimenti il rischio, e purtroppo certi interventi su questo forum me lo confermano, è quello del pensiero unico. Oggi attraverso la TV, e non nelle piazze, nei libri o nelle relazioni impersonali (sempre meno frequenti), si formano le opinioni politiche. La posta in gioco è molto più alta della esigenza di ridurre i tempi di pulizia del popò dei neonati. Ne va della democrazia e della libertà di pensiero.

Mocasetta (simpatico il tuo nick) sono perfettamente d’accordo con quanto sostieni circa la necessità di stabilire con dei criteri di oggettività una scala di priorità nei consumi. Il fatto è che il mondo non è così semplice e standardizzato. Lo so di questi tempi definirsi un relativista non è di moda e potrebbe anche capitarti di essere bersaglio di invettive e dileggio, ma purtroppo io di certezze non ne ho ed è un fatto innegabile che le propensioni al consumo non sono influenzate solo da caratteristiche esterne. L’interiorità a volte è determinante. Ma non solo l’interiorità. Giusto per fare un esempio si è detto che il latte in polvere è un bene essenziale. Bene! chi potrebbe obiettare il contrario. Ma proviamo ad esaminare bene il contesto. E’ certamente vitale per la mamma che non ha latte al seno soddisfare in altro modo una esigenza primaria, ma non può essere considerato tale (sempre a mio modo di vedere ma presumo che vi possano essere opinioni contrarie) anche per la mamma che pur potendo allattare il suo bebè al seno decide che è più comodo dargli il biberon (scelta peraltro rispettabile e su cui mi astengo dal fare considerazioni morali). Un altro esempio? I trasporti. Sono ivati al 10% ma è corretto ritenerli un bene non essenziale anche per un portatore di handicap motorio? Insomma un bene in sé stesso non potrà mai essere considerato essenziale o meno se non si valutano anche le condizioni che ne determinano il consumo.
Poiché però l’uomo è un essere sociale e deve vivere in una comunità, è necessario stabilire delle norme di condotta generali ed ecco che sorge la necessità di introdurre delle regole valide per tutti. Siamo tutti d’accordo, ma che nessuno pensi che queste siano perfette ed universali, e non semplici convenzioni, fatte salve ovviamente le credenze religiose, ma qui siamo in un ambito diverso ed indipendente sebbene non scevro da tendenze massimaliste ed assolutistiche. Quando io ho fatto riferimento ai due dollari al giorno è chiaro che era un paradigma per dire che è difficile stabilire esattamente quale sia il carattere di necessità di determinati beni, ancor più nella “società dei consumi” e nell’era dell’indottrinamento di massa. L’esempio è stato infelice, lo ammetto, ma penso che tu abbia capito. Certo che con due dollari non preservi la tua integrità psico-fisica, ma quali sono i beni che la preservano?. Se discutiamo di energie fisiche allora moltissimi degli alimenti che consideriamo indispensabili non lo sono; gli esperti ci dicono che potremmo tranquillamente soddisfare l’esigenza di una alimentazione sana ed equilibrata con pochi prodotti, molto meno di quelli comunemente usati, e dai costi molto contenuti (anche l’esempio pane e cipolla era una estremizzazione) ed anche la quantità è eccessiva (l’obesità è ormai una malattia sociale, almeno nei paesi cd. sviluppati). Insomma se badiamo solo a questo aspetto potrebbero bastare pochi spiccioli (si fa per dire ovviamente). Ma la salute non può essere ricondotta solo ad una corpo sano. Sai che depressione a non soddisfare mai il palato con cibi “non essenziali”, oppure non andare mai a teatro o ad uno spettacolo qualsiasi, o vivere con l’unico obiettivo di sostenere il proprio corpo senza alcuna diversa gratificazione. La mente è un organo per certi versi inestricabile e molto complesso ed i meccanismi che la governano sono facilmente alterabili. Ecco che allora in determinate condizioni anche un abbonamento a sky potrebbe giovare alla salute mentale. Si pensi alla funzione che assolvono i giuochi nella crescita dei bambini. Una volta si ritenevano certamente utili ma non essenziali. Oggi i pediatri ci dicono che la loro funzione è essenziale per lo sviluppo e la formazione dei bambini. Capisco che la generazione dei nostri genitori, venuta fuori da una guerra con la miseria alle spalle ed occupata a procurarci di che sfamarci, anche per ignoranza, abbia ritenuto non essenziale il giocattolo (e non il giuoco, cosa a ben guardare diversa). Ma oggi sarebbe insensato pensarla ancora così, anzi si assiste al contrario ad una overdose da giocattoli (anche questa dannosa). Eppure sui giocattoli grava una IVA al 20%. Insomma è un argomento non semplice e che non può essere liquidato con poche battute, men che meno banalizzato. Ed è più che mai importante nell’attuale contesto perché la soglia per essere considerati poveri, seppure esistono degli indicatori formulati non si sa bene come dagli istituti statistici, (anche questi opinabili), è stato oggetto e lo sarà ancor più in futuro di dispute non del tutto “disinteressate”.

Riguardo alla prima alla Scala non mi sorprende della cena. I privilegi dei nostri rappresentanti sono noti a chiunque; certo che in questa fase di crisi economica suonano ancora più anacronistici (è un eufemismo) e contribuiscono ancor più ad allargare quel solco che li divide dalla comunità (salvo ricongiungimenti dell’ultima ora nelle tornate elettorali).
Ho molte perplessità poi sull’efficacia in termini di sostegno al settore, dell’IVA al 10 per gli spettacoli lirici. I facoltosi che oggi vi assistono lo farebbero (ne avrebbero la facoltà) anche se l’IVA fosse non raddoppiata ma addirittura decuplicata, mentre ho dei seri dubbi che coloro che non possono permetterseli (sempre facendo riferimento al concetto prevalente di bisogni primari) possano essere invogliati se gli si concede uno sconticino del 10%. Peraltro mi sembra, non vorrei sbagliarmi, che quel settore sia destinatario di sostanziosi fondi pubblici, che forse sarebbe meglio dirottare su altre forme più popolari di spettacolo (non nutro alcuna avversione preconcetta per gli spettacoli lirici, non me ne vogliano gli estimatori) oppure utilizzarli per diffondere la pratica sportiva. Se solo penso in quali condizioni sono palestre e strutture sportive….

P.S. Non sono pagato da Murdock, ciò che mi anima è un forte senso della ingiustizia.